Parto cesareo: è epidemia

Feb 01
Scritto da Annamaria avatar

In Italia c’è una vera e propria ‘epidemia‘ da parto cesareo. Tutte lo vogliono. nel 2015 il 34,1 per cento dei neonati è nato così.

L”epidemia‘ da parto cesareo pare inarrestabile nel nostro Paese, anche se c’è uno 0,7 per cento di flessione rispetto al 2014.
In Campania l”epidemia‘ da parto cesareo raggiunge addirittura il 60 per cento, a seguire Sicilia, Puglia. Poi Lazio, Molise, Sardegna, Basilicata e Calabria. Sembrano, invece, meno coinvolte la Toscana e la Valle d’Aosta. Il Trentino Alto-Adige è la regione più ‘virtuosa’ in merito.

“Ci sono ospedali in cui si arriva anche al 90% di tagli, toccando primati mondiali”, ha detto al Fatto Quotidiano la ginecologa genovese Sandra Morano.
L’Italia conquista il record tra i paesi europei, il cui tasso medio è inferiore al 25 per cento. “C’è difficoltà nel raccogliere i dati e probabilmente nei paesi dell’est la situazione è peggiore. In Bulgaria si parla di un 45% di tagli. In realtà saranno molti di più”, sottolinea però la Morano.

L”epidemia‘ da parto cesareo costa cara all’Italia: 156 milioni di euro per almeno “160mila interventi non necessari”. Lo dice Optibirth, progetto europeo appena concluso.
L’obiettivo è semplice: “Aumentare i parti naturali rispetto ai dati del 2012, informando le future mamme”. “L’epidemia può essere fermata. Dando alle donne la possibilità di scegliere”. Il cesareo, spiega l’Oms, se eseguito sulla base di specifica indicazione medica, può effettivamente ridurre la mortalità. “Ma non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino i benefici del parto cesareo per le donne e per i bambini per i quali la procedura non sia necessaria”
Secondo Opibirth i cesarei sono aumentati per colpa di “un processo di medicalizzazione che invade la scena del parto e condiziona l’autonoma scelta delle donne”.
“Abbiamo assistito a una vera mutazione antropologica e culturale – spiega Sandra Morano, che di Optibirth è coordinatrice per l’Italia – Il parto oggi è visto come un evento rischioso, che provoca dolore: roba quindi da intervento e sala di rianimazione. Eppure le donne sono sopravvissute a secoli di nascite, anche in guerra e carestia”.

Il taglio cesareo “è l’unico caso in medicina specialistica in cui si perpetra una violenza ostetrica, perché le donne non sono in grado di scegliere – afferma amareggiata la Morano – Si affidano al ginecologo. Ma il medico deve dire cose vere, non curare altri interessi. E invece le cliniche private vivono anche grazie ad alcuni medici che portano ‘pacchetti’ di donne da far partorire con cesareo”.“Se solo il ministero della Salute facesse spot su questo invece che su altro… – sottolinea ancora – Si è cominciato a dire che le donne hanno paura, che non ci sono strutture adeguate. Invece il punto è il passaggio dell’assistenza dell’ostetrica a quella del ginecologo: spostarsi verso una categoria specialistica ha portato alla medicalizzazione. Nell’Europa del nord, dove questo spostamento non c’è mai stato, le donne hanno continuato a fare come prima. Dobbiamo invertire anche noi questa tendenza: che il cesareo faccia meno male non è necessariamente vero. E soprattutto evidenze scientifiche dimostrano che il parto più sicuro è fuori dall’ospedale, in case di maternità o a domicilio”.

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Un commento per “Parto cesareo: è epidemia”

  1. avatar iv giust says:

    Regresso ostetrico, abuso di ventose e altre metodiche medievali, è così che si ferma l’epidemia ? ! http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/neonato-morto-bologna-1.2859533?wt_mc=fbuser

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