Partorire dopo i 35 rafforza memoria

Nov 24
Scritto da Annamaria avatar

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Partorire dopo i 35 anni rafforza la memoria. Lo dicono i ricercatori Usa. Uno studio pubblicato sulla rivista Journal of the American Geriatrics Society dagli scienziati della University of Southern California di Los Angeles, che hanno studiato il modo in cui gli ormoni sessuali femminili influenzano le abilità cognitive delle donne in età avanzata, asserisce senza ombra di dubbio che partorire dopo i 35 rafforza la memoria. Fare uso di contraccettivi ormonali potenzia tutte le facoltà cognitive.

La ricerca è stata fatta su 830 donne che erano già entrate in menopausa: è stato chiesto di eseguire una serie di test per valutarne le abilità cognitive. Le signore hanno pure dovuto rispondere a un questionario riguardante gli eventi che avevano caratterizzato la loro vita riproduttiva: l’età della prima mestruazione, l’uso di contraccettivi orali, il numero di gravidanze, l’età in cui avevano partorito e quella in cui era giunta la menopausa.

E venuto fuori che partorire dopo i 35 rafforza la memoria. Le donne che avevano avuto il menarca a un’età pari o superiore a 13 anni, mostravano facoltà cognitive meno sviluppate. Invece, quelle che avevano partorito l’ultimo figlio dopo i 35 anni mostravano una migliore memoria verbale. L’uso dei contraccettivi orali era associato ad abilità cognitive più sviluppate, a una migliore memoria verbale e a maggiori funzioni esecutive, soprattutto se l’impiego di questi medicinali era stato superiore a 10 anni. E per concludere in bellezza, avere avuto almeno una gravidanza è correlato a un incremento delle facoltà cognitive generali e delle funzioni esecutive.

“Anche se non sono sufficienti per suggerire alle donne di aspettare i 35 anni per partorire l’ultimo figlio, i nostri risultati evidenziano che avere una gravidanza quando si è un po’ avanti con gli anni ha un inaspettato e sostanziale effetto positivo sulle facoltà cognitive in età avanzata – ha spiegato Roksana Karim, che ha diretto lo studio – Ma occorrono ulteriori ricerche per comprendere il meccanismo che si trova alla base di questo fenomeno e anche per capire il ruolo svolto, in questo ambito, dall’età della prima gravidanza”.

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