Psoriasi nei bambini

Ott 22
Scritto da Annamaria avatar

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La psoriasi è “una patologia cronica, non trasmissibile, dolorosa, invalidante, che coinvolge tutto l’organismo”, come fa sapere l’Organizzazione mondiale di sanità (Oms) nel suo Global Report. L’indicazione è stata ripresa pure in Italia: nel nostro paese è stato stilato per la prima volta un documento che definisce la psoriasi come una patologia cronica e multi-organo. Gli specialisti, riuniti nei giorni scorsi a Vienna, per il congresso annuale dell’Accademia Europea di Dermatologia, hanno incentrato la loro attenzione proprio sulle malattie per le quali si ha ormai la certezza che siano correlate alla psoriasi (in particolare disturbi cardiovascolari, diabete, sindrome metabolica, malattia di Crohn), e sull’impatto fisico, mentale, emotivo, sociale ed economico che le lesioni cutanee hanno sulla vita di chi ne è colpito, in particolar modo quel che comporta nei bambini.

“Se tutto questo è vero per gli adulti, anche nei bambini si presentano delle comorbidità, come emerge da recenti studi – commenta Anna Belloni Fortina, responsabile dell’Unità di Dermatologia pediatrica dell’Azienda ospedaliera-Università di Padova – La psoriasi in bambini e ragazzi è più frequente di quanto si creda: la malattia, secondo le statistiche più recenti, interessa circa un milione e mezzo di italiani e il picco di insorgenza si registra tra i 20 e i 40 anni, ma può presentarsi a qualsiasi età e in circa un terzo dei pazienti compare prima della maggiore età. Nel complesso sono circa 500 mila i giovani e giovanissimi italiani che devono fare i conti con queste lesioni cutanee”. “Bisogna comunque considerare che le stime fornite potrebbero essere sottostimate, perché molte forme di psoriasi nei bambini sono lievi-moderate e quindi difficilmente riconoscibili – spiega Piergiacomo Calzavara Pinton, presidente della Società Italiana di Dermatologia (SIDeMaST) e direttore della Clinica dermatologica degli Spedali Civili di Brescia – La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica che specie in età pediatrica ha una notevole variabilità per quanto riguarda il decorso, la severità e la durata. E’ quindi importante che i malati in età infantile siano seguiti da centri specializzati: quando la psoriasi insorge precocemente è maggior il rischio che si estenda e si aggravi aggravarsi nel corso degli anni”.

Non sottovalutate affatto la psoriasi nei bambini! “Servono una grande attenzione e maggiori rassicurazioni sul fronte psicologico – prosegue Belloni Fortina – perché i giovani pazienti, specie in adolescenza, possono manifestare un elevato disagio per la propria condizione e spesso tendono a nascondere le zone colpite per non essere additati o allontanati, soprattutto se sono coinvolte zone visibili come volto e mani. Inoltre c’è un problema nelle cure: il trattamento in età pediatrica è limitato perché i farmaci efficaci utilizzabili negli adulti non sono approvati per i bambini”. “Fino a poco tempo fa c’era un unico farmaco “di nuova generazione” approvato per l’utilizzo in età pediatrica (etanercept) – continua l’esperta – e solo ad agosto in Italia è stato approvato ufficialmente un altro medicinale biologico (adalimumab), che ha ottenuto la rimborsabilità nei pazienti a partire dai quattro anni, mentre per un terzo (ustekinumab) siamo ancora in attesa”. “Questi preparati – puntualizza Bellioni Fortina – sono utilizzati soltanto per trattare le forme più severe di psoriasi e possono essere somministrati solo come “seconda linea”, ovvero in caso di mancata risposta ad altri trattamenti che però sono privi di indicazione registrata nella psoriasi infantile”.

Inizialmente nei bimbi e negli adulti si cura con prodotti topici (gel, creme, unguenti, lozioni da applicare direttamente sulle lesioni), indicati nelle forme più lievi di psoriasi. Solo i cortisonici sono approvati, mentre i farmaci di più recente introduzione (i derivati dalla vitamina D), più efficaci, non hanno indicazione registrata e quindi non sono rimborsati per l’età pediatrica. In questo modo accade che si ricorra a terapie per adulti in assenza di studi che ne abbiano documentato efficacia e sicurezza in età pediatrica, questi però, non essendoci un’approvazione ufficiale da parte dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), sono rimborsati negli adulti ma non per i minorenni,: a pagarli sono mamma e papà.
La fototerapia potrebbe essere molto utile nei bambini con psoriasi, in Italia c’è purtroppo carenza di centri per quest’età. “Bisogna superare gli ostacoli sul fronte terapeutico e migliorare le conoscenze sulla psoriasi in età evolutiva – conclude Calzavara Pinton – E’ importante avere una diagnosi più precoce (è sufficiente una visita con un dermatologo, non servono esami) e instaurare un corretto approccio terapeutico, che comprenda non solo il trattamento medico specifico, ma anche tutte quelle misure necessarie a migliorare la qualità di vita dei giovani pazienti e a prevenire eventuali alterazioni metaboliche e psichiche invalidanti a partire proprio da questa fascia d’età”.

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