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Prodotti anti-smagliature

Mar 05
Scritto da Annamaria avatar

Sofia Richie, figlia di Lionel Richie, modella e influencer, incinta, su TikTok consiglia i suoi prodotti anti-smagliature. “Sono terrorizzata che mi vengano le smagliature. So che fa parte del gioco, ma sto facendo tutto il possibile per evitare che si formino”, racconta. 

prodotti anti smagliature

I prodotti anti-smagliature sono infiniti. Sofia ha scelto i suoi. “Il mio medico mi ha consigliato di usare un prodotto a burro di karité e ne ho fatto letteralmente scorta. Ha un profumo buonissimo e lo applico da sopra il seno in giù”. Parla di Bump Butter di Bumpology e al burro di karité associa burro di mango, burro di cacao e oli vegetali ricci di Omega, nutrienti ed elasticizzanti.

La sua beauty routine con i prodotti anti-smagliature non finisce qui. La Richie aggiunge: “Dopo aver applicato il burro, massaggio Belly Oil di Hatch: giuro che non unge i vestiti e mi posso subito vestire”. E’ un olio che contiene olio di calendula, lenitivo ed emolliente, olio di mandorle dolci, idratante, che rigenera i tessuti ed rende l’epidermide elastica, e olio di pompelmo, con antiossidanti.

Sofia dorme male, quindi prende anche un integratore al magnesio. Poi completa con integratori multi-vitaminici per donne incinte di New Chapter: Advanced Perfect Prenatal Multivitamin con ferro, estratto di zenzero biologico e vitamine del gruppo B. Massaggia ogni sera sui piedi la Body Lotion di OSI Magnesium. Il problema della pelle unta con foglietti assorbenti in abaca naturale al 100% di Tatcha. Il marito Elliot Grainge, produttore discografico, le ha donato uno speciale cuscino per la gravidanza che lei voleva assolutamente e che adora.

Terapia cognitivo-comportamentale contro depressione post partum

Mar 02
Scritto da Annamaria avatar

Contro la depressione post partum sembrerebbe ottima la terapia cognitiva-comportamentale. E’ quanto emerge da uno studio condotto in Pakistan. I risultati sono stati pubblicati da Nature Medicine. La ricerca è stata finanziata dai National Institutes of Health americani . E’ stata guidata da Pamela Surkan, della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health.

La terapia cognitivo-comportamentale durante la gravidanza farebbe sì che le donne abbiamo forme di ansia e depressione sei settimane dopo il parto. Combatterebbe, quindi efficacemente contro la depressione post partum che travolge alcune mamme.

Lo studio, come riporta il Quotidiano Sanità, ha esaminato 755 donne in gravidanza con sintomi di ansia almeno lieve. A 375 sono state assegnate a ricevere le cure di routine per la gravidanza. A 380 un intervento basato sulla terapia cognitivo- comportamentale denominato Happy Mother-Healthy Baby. Questo in sei sessioni faceva sì che le donne imparassero a identificare pensieri e comportamenti ansiosi e a esercitarsi a sostituirli con pensieri e comportamenti positivi. Le valutazione dell’ansia e della depressione è stata effettuata sei settimane dopo il parto.

I risultati sono stati più che soddisfacenti. La terapia è fondamentale contro la depressione post partum. Solo il 9% delle donne nel gruppo di intervento ha sviluppato ansia da moderata a grave, rispetto al 27% delle donne nel gruppo delle cure di routine. Non solo: il 12% delle donne nel gruppo di intervento ha sviluppato depressione, a fronte del 41% delle donne nel gruppo con cure di routine. “Il legame tra salute materna e infantile evidenzia l’importanza fondamentale di utilizzare soluzioni efficaci per affrontare l’ansia e la depressione post partum, conclude Surkan.

Gravidanza: miglior olio anti-smagliature

Mar 01
Scritto da Annamaria avatar

Quelle cicatrici proprio non ci piacciono, è per questo che durante la gravidanza dobbiamo idratare la nostra pelle, per renderla abbastanza elastica ed evitare guai dopo. Spesso però ci chiediamo quale sia il miglior olio anti-smagliature, quello da mettere soprattutto sull’addome, seno, cosce e glutei. Nella nostra beauty routine diventa, oltre che un gesto importante, anche rilassante, per regalarsi un momento intimo e proprio, volendosi bene.

gravidanza miglior olio anti smagliature

Quando si deve scegliere il miglior olio anti-smagliature in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, è bene optare per prodotti testati per la dolce attesa. Non è proibito che abbia un buon profumo, ma per precauzione è meglio sempre fare un piccolo test, che vedere se causa irritazioni, soprattutto se contiene oli essenziali. Il momento di metterlo è dopo una doccia, quando i pori sono più dilatati con movimenti circolari, che stimolano la circolazione e facilitano l’assorbimento.

Qual è a questo punto il miglior olio anti-smagliature. Quello d’Oliva extra vergine o di cocco sono ottimi, ma forse troppo grassi. Andando su prodotti in vendita in profumeria o in farmacia, è molto popolare quello di Bio-Oil, che contiene olio di camomilla, lavanda, rosmarino e calendula. Sono uniti a PurCellin Oil, che ne riduce la densità. Anche il prodotto della Rilastil è ottimo. Contiene ingredienti naturali e vitamina E. Quello Weleda Mum con olio di mandorle dolci, jojoba e germe di grano uniti agli oli essenziali, può essere utilizzato da inizio gravidanza fino a tre mesi dopo il parto. Ci sono poi tanti altri marchi che ne producono di buoni.

Se si vuole invece seguire il fai da te, ricordate che i più consigliati in gravidanza sono: Olio di Mandorle, Cocco, Rosa mosqueta, Argan, Avocado, Jojoba, germe di Grano, semi di Lino e burro di Karité. Anche il gel di Aloe vera è molto efficace per le smagliature essendo ricco di vitamina C ed E.

Vescica iperattiva

Feb 27
Scritto da Annamaria avatar

Dopo i 40 molte di noi, mamme e non, possono avere questo problema, quello della vescica iperattiva. Ossia andare in bagno per la pipì troppo spesso.

vescica iperattiva

La sindrome della vescica iperattiva “risulta fino a tre volte più comune nel sesso femminile rispetto a quello maschile”, spiega Emanuele Montanari al Corriere della Sera.

Il professore di Urologia dell’Università degli Studi di Milano e direttore dell’Unità operativa complessa di urologia dell’Irccs Policlinico di Milano è chiaro. “Di solito nella donna si manifesta dopo i 40 anni o a ridosso della menopausa, mentre nell’uomo verso i 50-60 anni, comportando il bisogno urgente di urinare, in genere accompagnato da minzioni frequenti sia di giorno sia di notte e talvolta anche da una perdita involontaria di urina”.

Quali sono le cause della vescica iperattiva? “Sono due le teorie più accreditate. Entrambe chiamano in causa un anomalo controllo delle ‘centraline nervose’, collocate nel cervello e nella colonna vertebrale. Quelle che in condizioni normali permettono il fisiologico riempimento e svuotamento della vescica. Una teoria mette al centro la vescica, in particolare il tessuto che la riveste internamente (urotelio) il quale sarebbe più sensibile a stimoli meccanici o chimici. L’altra teoria vede coinvolto il muscolo detrusore che avvolge la vescica: eccitandosi spontaneamente provocherebbe lo stimolo impellente a urinare prima che la vescica si sia riempita a volumi normali. Esistono poi alcuni fattori di rischio come l’obesità, l’ipertrofia prostatica nel maschio, la stitichezza e l’assunzione di alcuni farmaci”, precisa l’esperto.

Come si riconosce? “In genere è sufficiente una visita urologica con la compilazione di un diario minzionale e la raccolta della storia del paziente, con l’esclusione di altre patologie. Fondamentale eseguire un semplice esame delle urine con valutazione del sedimento. Per eliminare, ad esempio, le infezioni come possibile causa. Possono poi essere richieste altre indagini come l’ecografia e, nei casi dubbi, lo studio urodinamico”.

Per porvi rimedio limitare il consumo di liquidi, caffè e fumo o perdere peso. Solo in rari casi si ricorre alla chirurgia. “La terapia comportamentale associata agli esercizi per rinforzare il pavimento pelvico è in grado di ridurre i fastidi nel 50-80% dei casi”, dice Montanari

Post parto: accettarsi

Feb 24
Scritto da Annamaria avatar

Nel post parto per molte è difficile accettarsi, ci si può sentire fisicamente inadeguate. E così arriva l’ennesimo messaggio body positivity per le donne. E’ la volta di Ireland Baldwin che nove mesi fa è diventata mamma per la prima volta di Holland, per la gioia del compagno RAC, all’anagrafe André Allen Anjos. “Sii gentile con te stessa”, scrive.

Bisogna accettarsi nel post parto, Ireland Baldwin è giovane, ha solo 28 anni. Il suo corpo non è ancora tornato come quello di prima, ma i difetti non devono far piombare nella disperazione. Lei si fa vedere senza problemi, sconfiggendo la paura.

Irelend chiede a tutte di accettarsi nel post parto. “Nove mesi dopo il parto e sono lontana da dove vorrei, ma ho superato il limite e finalmente trovo il tempo di rimettere in forma questo cu*o. Non necessariamente allenarsi tutti i giorni, ma fare passi avanti per essere più costante. Cammina di più. Muoviti di più”, dice.

“Volevo solo fare un post di solidarietà con chiunque stia avendo difficoltà a farsi ispirare per cambiare cattive abitudini/lavorare su sé stessa – conclude la Baldwin –. Ci sono ancora giorni in cui mangio un’intera scatola di biscotti delle ragazze scout per cena ma va bene così! Ci sono voluti 7-9 mesi per iniziare a perdere peso o curarmene… E chi ti fa sentire male per andare al tuo ritmo o non essere abbastanza può andare a pu***ne. Questa m***a è DURA. Sii gentile con te stessa“.

Gravidanza e lavoro: ancora un tabù

Feb 23
Scritto da Annamaria avatar

Gravidanza e lavoro possono essere ancora un tabù. E’ notizia di questi giorni della ragazza licenziata perché incinta dall’azienda dove aveva l’impiego. Tutto questo è inconcepibile.

gravidanza e lavoro ancora tabu

La denuncia che fa capire quanto la gravidanza e lavoro siano ancora un tabù, vengano percepite come due cose inconciliabili per alcune imprese, arriva da una ventenne di Nuoro. La donna è stata costretta a fare addirittura il test per la dolce attesa in bagno e poi è stata mandata via. Ha denunciato il caso alla Cgil. 

La ragazza era stata assunta da poco, “il 15 novembre scorso, da una piccola ditta che ha in appalto i servizi di pulizia in un’azienda nell’area industriale del nuorese. Avevo un contratto Multiservizi a tempo indeterminato dopo aver superato il periodo di prova di un mese. Ed è allora che sono cominciati i guai”. La datrice di lavoro, a causa di un malessere della malcapitata, le ha portato il test di gravidanza. Le avrebbe detto: “Se non lo fai ti licenzio”, il tutto “davanti a due colleghi maschi che conoscevo a malapena, mi ha chiesto di farlo subito, lì nel bagno dell’ufficio”.

Lei ha accettato: non voleva perdere il lavoro. “Non conoscevo nemmeno i miei diritti, non sapevo se potevo rifiutare senza conseguenze. Sono entrata in bagno e sono uscita con il risultato negativo del test”. 

Gravidanza e lavoro ancora tabù? La donna incinta lo era per davvero. “A metà gennaio. Avevo nausee continue, sono andata dalla ginecologa della Asl, mi ha fatto ripetere il test e l’ecografia e ho scoperto di aspettare un bambino. Alla dottoressa ho spiegato la mia situazione lavorativa e mi ha fatto un certificato per l’astensione anticipata dal lavoro per gravidanza a rischio dal 18 gennaio al 25 febbraio”. Si è rivolta al patronato Inca Cgil, che ha inviato la comunicazione telematica dello stato di gravidanza all’Inps e all’azienda.

La ditta non le ha pagato lo stipendio però: “Così il 16 febbraio mi sono rivolta di nuovo al sindacato per spiegare che non avevo ricevuto la mensilità di gennaio”. Così ha scoperto di essere stata mandata via. “La ditta ha inviato via WhatsApp la comunicazione Unilav sull’interruzione del rapporto di lavoro ‘per giusta causa’. Così c’è scritto”. Avrebbe nascosto la gravidanza e incinta non potrebbe svolgere la mansione che le hanno affidato. “Ci sono rimasta malissimo perché non navighiamo nell’oro. La Filcams Cgil ha denunciato il mio caso all’Ispettorato del lavoro di Nuoro, alla Asl locale e all’Inps. Spero che la situazione si risolva, perché non è giusto. Ora intanto la cosa più importante è che il bambino stia bene”.

E’ assurdo che nel 2024 accadono ancora queste cose, è impensabile che le donne siano costrette a non avere figli per avere un impiego e che ci sia una disparità di trattamento così evidente con gli uomini. Non lo si può più accettare.

Pregoressia

Feb 21
Scritto da Annamaria avatar

La pregoressia va combattuta con grande decisione. Il termine deriva dall’unione due parole inglesi pregnancy e anorexia, ossia gravidanza e anoressia. E’ un disturbo del comportamento alimentare. In alcune insorge nel momento in cui si scopre di essere rimasta incinta. Questa patologia è distruttiva: la donna è ossessionata e angosciata dalla possibilità dell’aumento del peso corporeo e dal cambiamento fisico che comporta una gestazione. La conseguenza di tutto questo può essere fatale. Ci si sottopone a un controllo totale dei cibi ingeriti con diete rigidissime. Non solo: arriva anche un eccesso dell’attività fisica. I rischi per la propria salute e per quella del futuro nascituro crescono in maniera esponenziale.

pregoressia

Le donne che soffrono di pregoressia hanno comportamenti al limite che sono:

  • Difficoltà nell’accettare il loro corpo che cambia e cresce;
  • Ipercontrollo delle calorie ingerite durante la giornata;
  • Volontà di rimanere sole durante i pasti principali;
  • Sensazione prevalente di una inadeguatezza fisica;
  • Distacco emotivo-affettivo dalla consapevolezza della gravidanza.

Le conseguenze della pregoressia sono:

  • Malnutrizione della gestante: i nutrienti sono convogliati principalmente al feto;
  • Ipertensione, anemia e diabete gestazionale;
  • Nascita di un neonato sottopeso e problematiche legate all’allattamento;
  • Aborto spontaneo;
  • Incapacità di sviluppare e maturare un legame affettivo stabile tale e necessario per riconoscere i bisogni emotivi e di accudimento primario verso il neonato.

Se vi rendete conto voi stesse di esserne affette o qualcuno dei familiari o partner o amici sente suonare il campanello d’allarme, è opportuno intervenire. E’ necessario un intervento psicoterapeutico mirato. Bisogna rivolgersi agli esperti. L’approccio deve essere, solitamente, multidisciplinare, avvalendosi di figure come il ginecologo, il medico di base, il nutrizionista e lo psicologo. 

Parto cesareo: papà potranno assistere

Feb 16
Scritto da Annamaria avatar

Arriva una nuova regola all’Ospedale Sant’Anna di Torino. I papà potranno assistere anche al parto cesareo delle proprie compagne di vita. Loro o un’altra persona cara potranno quindi stare in sala operatoria e vedere nascere il bebè.

parto cesareo papa potranno assistere

E’ una bella novità che, si spera, diventi la normalità per la maggior parte se non tutti gli ospedali e le cliniche dove si decide di mettere al mondo il proprio figlio. Il parto cesareo è sicuramente un intervento a tutti gli effetti, ma i papà che potranno assistere saranno di supporto e aiuto. “Vorremmo che l’apertura alla presenza del papà durante il parto cesareo che favorisce anche la maggior tranquillità della mamma, diventasse una prassi”, spiega il Dottor Umberto Fiandra, Direttore Sanitario dell’Ospedale Sant’Anna a Vanity Fair“La presenza del papà o della persona cara sarà possibile presso il nostro Ospedale per 500 parti cesarei l’anno: cioè per quelli programmati e non di urgenza, momenti in cui l’attenzione dei professionisti sanitari deve essere invece completamente dedicata a madre e neonato”, chiarisce il medico.

I papà potranno assistere al parto cesareo: questo richiede grande consapevolezza e il rispetto delle regole per tutelare la salute di madre e neonato dentro una sala operatoria. Ma è comunque una grande conquista.