Articoli taggati come ‘neonati’

Regali di Natale bambini piccoli

Dic 05
Scritto da Annamaria avatar

Le festività si avvicinano sempre maggiormente. Si pensa a cosa donare ai nostri cari. Quali sono i regali di Natale più adatti ai bambini piccoli? Devono riuscire a catturare l’’attenzione dei bebè e alimentare la loro creatività, soprattutto.

regali di natale bambini piccoli

Scegliere tra i giocattoli può essere molto divertente e il web, con le sue recensioni, ci aiuta moltissimo. Navigando si possono scoprire novità di cui non sapevamo nulla, avere idee e capire quale scegliere. I regali di Natale per i bambini più piccoli è importante che stimolino pure l’apprendimento mentre intrattengono i piccolini.

Le caratteristiche fondamentali dei regali di Natale per i bambini piccoli sono comunque semplici: i giochi devono assolutamente essere realizzati con materiali resistenti e sicuri. Devono avere un design accattivante, con colori vivaci, che colpiscano immediatamente. I giocattoli in questione devono anche servire a coadiuvare lo sviluppo cognitivo e motorio. L’aspetto didattico non va assolutamente sottovalutato, anzi.

Dai 0 ai 3 mesi ci sono cuscini fatti apposta per i neonati, quelli che suonano con melodie rilassanti, ma dotati di massaggiagengive, sonaglietti, realizzato con materiali che stimolino il tatto. Sono tutti lavabili in lavatrice, perché l’igiene è importantissima. Si possono scegliere anche i libri d stoffa sensoriali o pupazzi sempre volti alla stimolazione tattile, ma pure i mattoncini morbidi in gomma, per stimolare concentrazione e destrezza.

Dai 9 mesi in su ci sono i laptop che simulano i veri computer, con effetti luminosi, suoni informatici, specchio, per attività educative e interattive e tantissimi altri. Basterà tenere a mente cosa deve avere un dono in sé per optare per uno o per l’altro e farli così felici sotto l’albero la mattina del 25, dove i bimbi troveranno pure quelli portati da Babbo Natale…

Resistenza antimicrobica

Nov 24
Scritto da Annamaria avatar

Nelle TIN sono i farmaci più utilizzati, l’antibiotico-resistenza può diventare un grande problema. Per i neonatologi l’uso va controllato e razionalizzato. La resistenza antimicrobica (AMR) si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti non rispondono più agli agenti antimicrobici. A causa della resistenza ai farmaci, gli antibiotici e gli altri agenti antimicrobici diventano inefficaci. E le infezioni diventano difficili o impossibili da trattare, aumentando il rischio di diffusione della malattia, a volte grave. In Italia, secondo il Rapporto nazionale AIFA, nel 2022 l’uso degli antibiotici sistemici risulta in ripresa, con un +24% rispetto al 2021. 

Per aumentare la consapevolezza e la comprensione della resistenza antimicrobica e promuovere le migliori pratiche per prevenirla e per affrontare un’emergenza già da tempo, purtroppo, globale, si celebra ogni anno, dal 18 al 24 novembre, la World AMR Awareness Week. Tema di quest’anno, come per il 2022, è “Prevenire insieme la resistenza antimicrobica. Rappresenta una minaccia per l’uomo, gli animali, le piante e l’ambiente.

“Per preservare l’efficacia degli antibiotici e ridurre in modo efficace la resistenza antimicrobica, è necessario promuovere una collaborazione intersettoriale”, afferma il Dott. Luigi Orfeo, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN). “Occorre una consapevolezza globale, in tutti i settori, che devono essere in grado di utilizzare gli antimicrobici in modo prudente e appropriato. Devono adottare misure preventive per ridurre l’incidenza delle infezioni. E seguire le buone pratiche nello smaltimento dei rifiuti contaminati”, continua.

E’ fondamentale che, non solo gli operatori sanitari e le istituzioni, ma anche i cittadini prendano piena coscienza della portata di questo fenomeno: solo collaborando, secondo un approccio One-Health, si può sperare di porre un freno allo sviluppo e alla diffusione della resistenza agli antibiotici. Un modo per farlo è quello di mettere in atto delle “azioni virtuose”, che possano contribuire a ridurre l’incidenza e l’impatto delle infezioni da batteri resistenti, in qualsiasi ambito.

Tutti possono farlo. Come le industrie farmaceutiche, con le giuste indicazioni d’uso e proponendo alternative agli antimicrobici. Il personale sanitario e i medici, implementando buone pratiche, informando i cittadini e prescrivendo antibiotici attenendosi alle linee guida. I cittadini e i pazienti, assumendo antibiotici solo dietro prescrizione medica, seguendone scrupolosamente le indicazioni. Le scuole, promuovendo la conoscenza del problema dell’antimicrobico-resistenza e dei metodi per contrastarla.

Oggi le infezioni neonatali rappresentano ancora un’importante causa di morbilità e mortalità. Dati recenti della letteratura mettono in evidenza che negli ultimi 30 anni c’è stato, nel mondo, un aumento dell’incidenza delle infezioni/sepsi neonatali del 13% circa con 6.31 milioni di casi stimati nel 2019 responsabili del 3.7% della mortalità in epoca neonatale.

Diversi patogeni possono essere trasmessi ai neonati verticalmente da madre a figlio in seguito allo sviluppo, da parte della madre, di un’infezione oppure orizzontalmente dai caregivers, in comunità o in ambito ospedaliero. In particolare, i neonati ricoverati nelle Terapie Intensive Neonatali (TIN) sono ad alto rischio di infezione a causa della fisiologica immaturità del sistema immunitario, della prolungata ospedalizzazione e delle necessarie pratiche diagnostiche-terapeutiche spesso invasive. Per questi motivi fino al 90% dei neonati pretermine con peso < 1000 g vengono sottoposti a terapia antibiotica empirica nel sospetto di una sepsi precoce, rappresentando questi ultimi un terzo della top ten dei medicinali più utilizzati durante la degenza.

“Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza per i neonati e in particolare per quelli ricoverati in TIN, rappresenta una delle principali preoccupazioni per noi neonatologi. Il 50% circa delle infezioni neonatali severe risultano, attualmente, resistenti alla prima ed alla seconda linea di trattamenti raccomandati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Il motivo è che gli antibiotici sono, effettivamente, tra i farmaci più utilizzati nelle terapie intensive neonatali. Anche se a volte non necessari, e seppur ad oggi valutati in modo più critico rispetto al passato, il loro uso rimane ancora significativo e prolungato, causando il rischio di insorgenza di alcune patologie come infezione tardiva, enterocolite necrotizzante o anche di morte”, continua il Dott. Orfeo.

“La prevenzione delle infezioni in ambito ospedaliero resta la miglior difesa per combattere la battaglia contro la resistenza antimicrobica. E l’igiene delle mani, in particolare, rappresenta la misura più importante per prevenirne la diffusione. Pertanto costituisce una pratica da diffondere ed incentivare il più possibile”, conclude.

Crisi climatica rischio per donne in gravidanza

Nov 21
Scritto da Annamaria avatar

La crisi climatica è un rischio anche per le donne in gravidanza e i bambini. UNICEF, OMS e UNFPA in vista dei negoziati della Conferenza globale delle Parti (COP28) sui cambiamenti climatici a Dubai lanciano un appello.

crisi climatica richio per donne on gravidanza

Non bisogna abbassare la guardia, anzi. Agire il prima possibile. Il rischio per donne in gravidanza e bambini con la crisi climatica è altissimo. Porta a gravi problemi di salute. Secondo il documento stilato, ‘Proteggere la salute materna, neonatale e dei bambini dagli impatti dei cambiamenti climatici’, gli effetti degli eventi climatici sulla salute materna e dei bambini sono stati trascurati. Soprattutto sono stati sottovalutati e sottostimati. 

Come si legge sull’UNICEF, Il rapporto sottolinea che pochissimi piani di risposta al cambiamento climatico dei Paesi menzionano la salute materna o dei bambini. Defiiscono questa “un’omissione clamorosa ed emblematica dell’inadeguata attenzione ai bisogni di donne, neonati e bambini nel dibattito sul cambiamento climatico”.

“Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia esistenziale per tutti noi. Ma le donne in gravidanza, i neonati e i bambini si trovano ad affrontare alcune delle conseguenze più gravi”, ha dichiarato Bruce Aylward, Assistant Director General per la Copertura Sanitaria Universale e Life Course Vita dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). “Il futuro dei bambini deve essere consapevolmente protetto. Il che significa agire ora per la loro salute e la loro sopravvivenza, assicurando al contempo che le loro esigenze specifiche siano riconosciute nella risposta al clima”, precisa ancora.

“L’azione sui cambiamenti climatici spesso ignora che i corpi e le menti dei bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento, alle malattie mortali e alle condizioni meteorologiche estreme”, ha dichiarato Omar Abdi, Vicedirettore generale dell’UNICEF per i programmi. “Facciamo questo a nostro rischio e pericolo. La crisi climatica sta mettendo a rischio il diritto fondamentale di ogni bambino alla salute e al benessere. E’ nostra responsabilità collettiva ascoltare e mettere i bambini al centro di un’azione urgente per il clima. A partire dalla COP28. Questo è il momento di mettere finalmente i bambini nell’agenda del cambiamento climatico”.

L’appello evidenzia sette azioni urgenti per affrontare questi rischi crescenti. Queste includono riduzioni durature delle emissioni di gas serra. Interventi sui finanziamenti per il clima, oltre all’inclusione specifica delle esigenze di donne in gravidanza, neonati e bambini nelle politiche relative al clima e alle calamità. Le agenzie chiedono inoltre di intensificare la ricerca per comprendere meglio l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute materna e dei bambini.

“Per trovare soluzioni climatiche che riconoscano le specifiche esigenze di salute e le vulnerabilità di donne e bambine, dobbiamo iniziare a porci le domande giuste”, ha dichiarato Diene Keita, Vicedirettrice esecutiva per i programmi dell’UNFPA, l’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva. “Le soluzioni climatiche globali devono sostenere – e non sacrificare – l’uguaglianza di genere”.

Neonati prematuri

Nov 16
Scritto da Annamaria avatar

Curarli, assisterli, garantire loro il benessere fisico e psicologico come a tutti i membri della famiglia. E’ importantissimo quando si parla di bambini nati prematuri.

PREMATURE NEONATALOGIE

Sono circa 25.000 i neonati prematuri che ogni anno vengono alla luce nel nostro Paese. Piccoli e fragilissimi, a volte con un peso inferiore ai 1500g, si affacciano alla vita ed iniziano la loro sfida tra le quattro mura della Terapia Intensiva Neonatale (TIN). Un percorso duro, a volte molto lungo, che i piccoli dovranno affrontare fuori dal grembo della mamma, ma con la fondamentale vicinanza dei genitori.

Il 17 novembre si celebra, la Giornata Mondiale della Prematurità, giunta alla 15ª edizione, un appuntamento fisso e divenuto negli anni irrinunciabile, per gli operatori sanitari, i genitori, i pazienti e per l’intera comunità. Il claim di quest’anno recita “Gesti semplici GRANDI RISULTATI: contatto immediato pelle a pelle per ogni neonato ovunque” . Tutti, infatti, possono fare qualcosa per migliorare la qualità di vita di questi bambini.

“Purtroppo, in alcuni casi, e mi riferisco a quello che sta succedendo nel conflitto Israele-Palestina, i gesti per tutelare i nostri neonati sono tutt’altro che semplici”, afferma il Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) Luigi Orfeo. “Sto pensando alle ultime notizie che abbiamo letto, che ci riferiscono la morte di sei neonati prematuri all’Ospedale di Al Shifa e l’impossibilità per le Terapie Intensive Neonatali (TIN) di funzionare a causa della mancanza di elettricità. Tutte le guerre sono terrificanti. Ma non si dovrebbe mai arrivare al punto di coinvolgere i civili e soprattutto di colpire bambini e neonati”.

Da sempre la SIN e il Coordinamento delle Associazioni dei Genitori Vivere ETS collaborano per migliorare la qualità delle cure per i neonati prematuri e per tutti quei bambini ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale. Innanzitutto, battendosi per l’apertura delle TIN h24 e per dare la possibilità ai genitori di essere realmente parte integrante delle cure, stando a contatto con i loro piccoli sin da subito e per tutto il tempo che si vuole.

L’intera comunità può e deve essere coinvolta, gesti piccoli e semplici sono alla portata di tutti, degli operatori e dei genitori, ma anche degli amministratori e dei decisori. Fondamentale è coinvolgere anche le amministrazioni degli ospedali e le direzioni sanitarie, affinché sia abbattuta la prima e più alta barriera tra un neonato prematuro e la sua famiglia: la porta della TIN. Dovrebbe essere aperta h 24, cosa che invece, purtroppo, non avviene ancora in tutti i reparti del nostro Paese.

La Family Centered Care (FCC), la presenza costante dei genitori in TIN ed il loro coinvolgimento nelle attività di assistenza e cura e nei processi decisionali, è diventata nel tempo sempre più importante. E per questo motivo ad essa devono associarsi precisi programmi che permettano una vera integrazione dei genitori nel processo di cura dei loro bambini. 


“Evidenze scientifiche dimostrano come facilitare l’intervento di mamma e papà contribuisca alla riduzione dello stress e dell’ansia nei genitori e al miglioramento di diversi outcome per il bambino”, continua Orfeo. “Tra questi la riduzione della retinopatia della prematurità e della durata della degenza, l’aumento della velocità di crescita, l’aumento dell’allattamento al seno e migliori punteggi nelle scale che valutano lo sviluppo neurocomportamentale”.

Centrare l’assistenza sulla famiglia significa anche agevolare la pratica della Kangaroo Care, il contatto diretto, pelle a pelle, tra i genitori ed il neonato prematuro, che consente lo sviluppo delle fisiologiche connessioni neurali, riducendo al minimo la probabilità di sviluppare problemi di neurosviluppo nel neonato. 

Una evoluzione qualitativa della FCC è la Family Integrated Care (FICare) che sostiene la piena integrazione delle famiglie nella cura dei loro bambini in TIN, attraverso un quadro completo di interventi con 4 pilastri principali. L’ambiente, progettato o adattato per sostenere la partecipazione attiva h24. L’educazione ed il supporto dell’equipe della TIN, in particolare nell’opera di coinvolgimento e sostegno dei genitori ad essere caregiver primari per il loro bambino. L’educazione/supporto psicologico dei genitori, attraverso percorsi di sostegno strutturati anche tra pari, con la presenza di genitori senior opportunamente formati. La partecipazione attiva dei genitori a tutte le attività di reparto.

L’ambiente ha un ruolo cruciale per il prematuro. Ma anche per quello a termine, allorché la privazione improvvisa della presenza materna può avere conseguenze molto importanti per il neonato, costretto in un nuovo ambiente, che comprende esperienze di manipolazione procedurale stressanti, frequenti esperienze dolorose, movimenti, odori, rumori, luci e interruzione del sonno.

La protezione dell’ambiente sensoriale ed il coinvolgimento precoce dei genitori rappresentano, quindi, i punti chiave per migliorare gli outcome in TIN. Lo mostra un recente lavoro che riporta i risultati di un progetto di miglioramento volto a ridurre del 50%, in 3 anni, l’incidenza della emorragia ventricolare di grado elevato (sIVH) in neonati di peso inferiore a 1000 grammi (ELBW). L’implementazione delle cosiddette “Bedside Practices for Optimal Neurodevelopmental Care”, che comprendono gli interventi suddetti, oltre all’uso corretto degli steroidi, alla profilassi con indometacina e alla NIV precoce, sono associate ad una riduzione duratura dell’incidenza di sIVH e della mortalità nei neonati ELBW.

“Ancora oggi, nonostante le numerose evidenze scientifiche, nella maggior parte delle TIN italiane, manca una visione del ruolo essenziale delle famiglie come parte integrante dell’esperienza assistenziale”, spiega il Presidente dei neonatologi. “Riteniamo che il ruolo della SIN, in stretta collaborazione con le associazioni dei genitori, sia fondamentale per proporre percorsi formativi e supporti organizzativi per l’implementazione delle cure centrate sulla famiglia e per il conseguente miglioramento qualitativo dei nostri reparti. Un piccolo gesto che può sicuramente portare grandi risultati”.


Ed è proprio in quest’ottica che la SIN, con il suo Gruppo di Studio Care Neonatale, ha recentemente pubblicato le indicazioni per la promozione della Kangaroo Care e redatto un documento che aiuti a sviluppare un percorso di accompagnamento dei genitori alla dimissione e dopo la dimissione. Un percorso che, come recita il titolo stesso, “inizia dal giorno del ricovero”. Fondamentali in questo senso gli Standard Assistenziali Europei per la Salute del Neonato (ESCNH), pubblicati da EFCNI nel 2018 e successivamente tradotti in italiano. La SIN sta lavorando con Vivere ETS per sviluppare un modello di valutazione dei reparti di Neonatologia e TIN proprio a partire dagli Standard. Questo lavoro potrà consentire l’implementazione dei singoli reparti, affinché migliori la qualità di cura, considerando sempre di più i genitori risorsa fondamentale ed indispensabile.

Tra le iniziative della SIN per la GMP 2023, una breve guida, ideata per i genitori, insieme ai genitori. Realizzata per supportare le famiglie all’interno delle Terapie Intensive Neonatali, le aiuterà a contenere il dolore dei neonati con interventi non farmacologici.

Un premio speciale per le TIN e per i bambini, prematuri e non. Due contest volti a coinvolgere gli operatori dei reparti e l’intera comunità sul tema della prematurità

Ospedali, piazze, monumenti, social network e siti web: l’Italia si veste di viola per i neonati prematuri! Grazie alla collaborazione di Comuni, associazioni e operatori sanitari, accendiamo una luce sulla prematurità.

Ricetta dolce svezzamento

Giu 05
Scritto da Annamaria avatar

Se il vostro bimbo ha meno di un anno, ecco una ricetta dolce per lo svezzamento che lo ingolosirà. E’ sempre meglio che i piccoli non mangino zucchero o il miele a quest’età: è presto risolto, bastano piccoli accorgimenti

Per una ricetta dolce adatta allo svezzamento potete puntare sul purè di frutta. Vi occorrerà avere:

1 mela o 1 pera

Acqua

Succo di limone

Yogurt senza zucchero o ricotta

Lessate la mela o la pera, aggiungete nell’acqua, mentre lo fate, il succo di limone. Quando sarà pronta schiacciate con una forchetta la polpa, aggiungete un po’ di yogurt senza zucchero o la ricotta. Gli piacerà moltissimo.

Un’altra ricetta dolce per lo svezzamento è il tiramisù alla frutta. Fate ammollare biscotti per neonati nel succo d’arancia. Per la crema utilizzate sempre lo yogurt senza zucchero e una banana, schiacciata con la forchetta. Un una vaschetta posizionate i biscotti in fila e poi la crema sopra, alternateli con almeno due strati. Mettere in frigo per un’oretta prima di fargli assaggiare il tutto.

Un’altra idea è il budino, fatto solo con un quarto di latte e un cucchiaio colmo di maizena. In un pentolino a fuoco basso, il tutto si addenserà da solo, senza raggiungere l’ebollizione. Mettete a raffreddare in un vasetto e servitelo solo quando si sarà raffreddato.

Potrete usare anche il mixer per un curioso e squisito frappè: mezza banana, un quarto di pera o mela. Frullate il tutto e aggiungete 200 ml di latte. Anche questo piacerà tantissimo.

Attività motoria neonati

Mag 07
Scritto da Annamaria avatar

Le linee guida di indirizzo raccomandano attività motoria sin da poco dopo la nascita per ii neonati. Chiaramente in questo caso sono i genitori a dover far sì che arrivino gli stimoli: in questo modo si facilita il movimento del piccolo e lo sviluppo dei muscoli sin da quando è in fasce.

L’attività motoria già per i neonati e i bambini di età inferiore a 1 anno andrebbe svolta ovviamente in modi alquanto semplici. Basta che la mamma o il papà (o i nonni o la tata, e così via) cambino spesso la posizione che il bebè assume durante il giorno. Non solo. Si raccomanda di lasciare il bambino a pancia in giù, sul pavimento, in posizione prona, quando è sveglio. Questo andrebbe fatto in diversi momenti del giorno e per pochi minuti. Via, via si dovrebbe aumentare progressivamente la frequenza nel tempo. Se però il bambino piange e si dispera, è necessario interromperla e riprenderla in un altro momento. (altro…)

Otiti estive

Giu 10
Scritto da Annamaria avatar

Le otiti estive sono quasi un’abitudine nei bambini. Il problema si manifesta ancor più che in in verno, questo accade a causa di un motivo molto semplice: sale e cloro possono lesionare e irritare la pelle del condotto uditivo, favorendo l’ingresso di funghi e batteri.

Le otiti estive interessano fortunatamente nella maggior parte dei casi l’orecchio esterno. Piccoli accorgimenti possono aiutare a evitarle e salvare così i piccolini, che hanno la pelle più delicata e quindi più facilmente irritabile, da un grande dolore. (altro…)

Bebè in aereo: da quando?

Mag 01
Scritto da Annamaria avatar

Da quando si può portare un bebè in aereo? Ora che l’estate si avvicina e i viaggi permettono nuovamente di volare anche dall’altra parte del mondo, dopo due durissimi anni di pandemia, le mamme e i papà prima di prenotare è meglio che si informino.

Un bebè in aereo si può portare da quando è piccolissimo. Se non sono presenti patologie particolari per cui volare sarebbe sconsigliato, l’età del primo volo varia a seconda delle compagnie: alcune partono da una settimana di vita del bebè, altre dai 15 giorni.  (altro…)