Articoli taggati come ‘parto’

Massaggio del perineo

Gen 27
Scritto da Annamaria avatar

Tra gli accorgimenti in preparazione del parto c’è il massaggio del perineo. Perché? A quanto pare riduce la probabilità di lacerazioni spontanee o la necessità di episiotomia. Non solo. Dà pure una mano alla futura mamma a concentrarsi sulle sensazioni del parto  Il massaggio del perineo è anche molto utile per le donne che hanno un tessuto cicatriziale dovuto a un precedente parto oppure a quelle che hanno un perineo molto rigido.

massaggio del perineo

Come si fa il massaggio del perineo? Non tutte lo sanno. Ecco qualche indicazione per poterlo eseguire in maniera soddisfacente. Ricordate innanzitutto che un massaggio, se effettuato regolarmente, può preparare molto bene il tessuto del perineo al parto. 

Si può iniziare dalla 36° settimana di gravidanza a massaggiare il perineo con degli oli naturali. Si possono usare olio di mandorla con olio essenziale di rosa e lavanda o oli specifici per questo massaggio. L’obiettivo, come già chiarito, è in special modo aumentare l’elasticità e la circolazione del perineo per evitare lacerazioni durante il parto. 

Lavare le mani per bene e appoggiare una gamba su uno sgabello, il bordo della vasca o il bidè. Ungere il pollice, l’indice e il medio con un po’ di olio. 

Introdurre il pollice per circa 2 cm in vagina e appoggiare l’indice e il medio sul perineo

Cospargere l’olio con delicati movimenti circolari nell’entrata della vagina e su tutto il perineo

Immaginando un quadrante di un orologio, effettuare il massaggio tra le ore 3 e le ore 9. 

Estendere quest’area in direzione dell’ano ed eseguire il massaggio fino ad avvertire un fastidio (sopportabile), circa 6-7 minuti. 

Prendere un altro po’ di olio e cospargerlo sulle labbra della vagina, anche queste vanno massaggiate con movimenti circolari ed estese leggermente verso l’esterno. 

II tutto va fatto una volta al giorno e per non più di 10 minuti.

Sport post parto: porsi piccoli obiettivi

Gen 24
Scritto da Annamaria avatar

Lo sport post parto va ripreso con gradualità. E’ bene per le neomamme porsi piccoli obiettivi senza voler strafare.

Sport post parto: porsi piccoli obiettivi. Lo dice anche Aurora Ramazzotti nel suo post sul social

I social spesso ci fanno soffrire, mostrano donne che, poco dopo aver messo al mondo un bebè, sono già in forma top. Alcune mostrano le loro interminabili sedute in palestra. Ognuna fa storia a sé: nella maggior parte dei casi, lo sport deve sì essere fatto nel post parto, ma diventa più facile porsi piccoli obiettivi da raggiungere, giorno per giorno. Eliminando così l’ansia da prestazione e lo stress. Assecondare il proprio fisico e rimanere serene dentro.

Aurora Ramazzotti, diventata mamma il 30 marzo scorso, nel suo ultimo post parla proprio di questo: porsi piccoli obiettivi aiuta moltissimo. Lo sport post parto fa benissimo, ma deve soprattutto farti sentire bene con te stessa. “Non tutti i successi hanno lo stesso aspetto. Il mio di oggi è una corsa di 4 km a 7 minuti per km. L’ultima volta ne ho fatti tre e, a metà, ho dovuto fermarmi per riprendere fiato. Un anno e mezzo fa, forse, l’avrei considerato un fallimento, oggi è una vittoria di cui andare fiera. Imparare a pormi degli obiettivi raggiungibili ha cambiato completamento il mio rapporto con lo sport e mi aiuta a tenere a bada la vocina dentro di me che ci tiene a ricordarmi che quello che faccio non è abbastanza. Tutti i successi sono diversi, non per questo meno validi”, scrive.

La figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti poi si fa vedere sorridente, con una maschera di bellezza sul volto, mentre si fa un autoscatto davanti allo specchio ancora in tenuta sportiva. Lei è giovanissima, ha 27 anni, ma ha già capito e lancia un messaggio universale, per tutte le donne.

Shock da cesareo

Dic 24
Scritto da Annamaria avatar

Se non si è preparati, può arrivare lo shock da parto cesareo. A Francesca Sofia Novello è accaduto. La compagna di Valentino Rossi lo racconta a Mamma Dilettante, il podcast di Diletta Leotta. Quando ha dato alla luce la sua Giulietta, il 4 marzo del 2022, lei non era preparata all’intervento. Voleva partorire assolutamente con parto naturale. Così le si è scatenano un vero e proprio shock da cesareo.

novello 3

Francesca Sofia si era immaginata di partorire come in una favola: tutto filava liscio. “Dopo 21 ore di travaglio la mia ginecologa mi ha detto: ‘Guarda che da qui non esce’. L’equipe medica, appena ha visto che non mi dilatavo, mi ha detto: ‘Facciamo il cesareo’. Io ho deciso di provare fino all’ultimo col parto naturale e loro mi hanno assecondato. Poi, quando la bambina era in sofferenza, sono stata costretta e questa cosa mi ha mandato in bestia. L’ho vissuta male, mi sono sentita in colpa. Ho detto: ‘Cavolo il mio corpo non è riuscito a fare quello che doveva’. E sono andata un attimo in crisi. Poi quando mi hanno messo mia figlia vicina, sono scoppiata a piangere e mi sono detta: ‘Ma sarò scema?’”, racconta la modella 30enne.

Lo shock da cesareo sul momento è stato forte. La Novello però vuole dare un consiglio alle future mamme: “Prendete in considerazione tutti i metodi che ci sono, dal parto parto in casa o in acqua, all’epidurale, che mi hanno detto che è una figata, quindi se faccio il secondo…subito! E informatevi anche sulle procedure di un cesareo, comunque è un intervento, ci sono dei punti, c’è un post operatorio. Preparatevi. Io ero preparatissima sul parto naturale e non sul cesareo ed è per questo che per me è stato uno shock”.

Depressione post partum: consigli

Dic 16
Scritto da Annamaria avatar

Vivere accanto a una mamma che soffre di depressione post partum è complicato. Spesso non si sa bene come comportarsi o cosa dire. Si ha sempre paura di aggravare ulteriormente la situazione. Fondazione Veronesi regala consigli utili.

depressione post partum consigli

La dottoressa Emi Bondi, presidente della Società italiana di Psichiatria (Sip), è chiara sui consigli per dare una mano a chi sta accanto a una donna che soffre di depressione post partum. Il primo è importante. “Bisogna essere molto attenti e osservare il benessere psichico della donna – raccomanda –, valutando se dorme abbastanza, qual è il suo livello di energia e se riesce a prendersi cura adeguatamente del bambino”.

Anche gli altri consigli non sono affatto da sottovalutare, anzi. Con chi soffre di depressione post partum, altrimenti di rischia di sbagliare: “Non c’è bisogno di chiederle in continuazione come sta o di metterla in discussione, soprattutto se è insicura. Bisogna invece rassicurarla e supportarla con molta delicatezza e presenza, offrendosi di aiutare concretamente a cambiare il bambino, a dargli da mangiare durante la notte, a dare sollievo alla mamma anche solo invitandola a prendersi il tempo per una doccia o una passeggiata”, spiega.

E ancora: “E’ altrettanto importante favorire i momenti di intimità della donna con il proprio bambino, durante l’allattamento ad esempio, lasciandole con fiducia la possibilità di essere rilassata e di prendersi il suo tempo, magari mentre il partner si occupa di eventuali altri figli o della casa”.

“E’ fondamentale che la neo mamma sia messa nelle condizioni di esternare le proprie difficoltà, per questo l’atteggiamento non deve mai essere giudicante, ma comprensivo. Sentirsi dire in tutta sincerità da un’altra donna che anche per lei è stata dura, potrebbe aiutare molto. Da evitare assolutamente frasi retoriche colme di giudizio come ‘Guarda che bel bambino, come si fa a non essere contenti?’, oppure ancora ‘Coraggio, tirati su’”, aggiunge ancora l’esperta. E conclude: “La depressione post partum è una patologia a tutti gli effetti, e come tale deve essere trattata”.

Pavimento pelvico: come allenarlo

Nov 14
Scritto da Annamaria avatar

Prima del parto bisogna che sia attivo e “preparato”. L’esperta parla del pavimento pelvico e spiega come allenarlo per far sì che non si danneggi.

E’ bene che questa parte del corpo sia tonica. Il pavimento pelvico ha un’importanza cruciale, avere un’idea di come allenarlo diventa, quindi una priorità. “Se il pavimento pelvico non possiede un tono adeguato diventa difficile sostenere il peso del feto e ciò predispone a problemi di perineo ipotonico anche nel post parto” , spiega la dottoressa Martina Monzio Compagnoni, fisioterapista pelvi-perineale dell’Unità Operativa di Proctologia e Chirurgia del Pavimento Pelvico dell’Istituto di Cura Città di Pavia a La Gazzetta dello Sport.

Se si ha scarso tono aumenta la possibilità di prolassi e di incontinenza. “D’altro canto, però, anche un’eccessiva rigidità e un ipertono di questa parte del corpo possono essere negative, in quanto potrebbero essere causa di una discesa difficoltosa del nascituro al momento del parto, con il rischio di importanti lacerazioni muscolari e nervose”, precisa la dottoressa Monzio Compagnoni.

Come allenarlo quindi? Prima di tutto bisogna sapere con una visita specialistica di non avere disfunzioni al pavimento pelvico per potersi allenare “in sicurezza”. “E’ fondamentale svolgere un’attività fisica adattata, che tenga conto delle indicazioni fornite da un professionista specializzato in riabilitazione pelvica. Dovrebbe stilare un programma di esercizi ad hoc”, scrive il quotidiano sportivo. 

Non ci sono attività assolutamente controindicate, comunque, a meno di problemi. “In generale, durante il primo trimestre andrebbero evitate attività ad alto impatto, che prevedono quindi corsa e salti, che sollecitano molto il perineo. In presenza di ipertono, invece, meglio non cimentarsi in discipline che impegnano molto l’addome, i glutei e le gambe, poiché potrebbero favorire un rinforzo eccessivo anche della zona perineale”, spiega la dottoressa Monzio Compagnoni. Prediligere le cosiddette attività dolci: yoga, pilates è quelle che si fanno in acqua.

Depressione post partum anche per gli uomini

Nov 01
Scritto da Annamaria avatar

La depressione post partum non è solo un disturbo che riguarda le donne. Se ne può parlare anche per gli uomini. Secondo la dottoressa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Clinical Director di Unobravo, startup di psicologia online, anche i padri possono vivere un momento di vera e propria depressione dopo la nascita di un figlio.

Depressione post partum anche per uomini

“Gli equilibri cambiano per tutti . Adeguarsi al nuovo ruolo e alle nuove dinamiche familiari può essere estremamente complesso. Inoltre, mentre per la madre il contatto e il legame con il figlio in arrivo ha modo di consolidarsi durante tutto il periodo della gravidanza, per il padre questo rapporto si crea e si alimenta a partire dalla nascita in modo graduale”, spiega l’esperta a Elle.

La depressione post partum insorge entro i primi tre mesi dalla nascita del bambino, con un picco maggiore nelle prime sei settimane dopo il parto. Dura da sei mesi a due anni e colpisce dal 7 al 12% nelle neomamme. Anche per gli uomini può essere lo stesso.

Cosa la scatena? “Può accadere che il padre si senta escluso, tagliato fuori dal rapporto simbiotico che lega la madre al bambino nei mesi subito successivi alla nascita. Cambiamenti come la diminuzione dell’intimità e il calo dell’interesse sessuale possono comportare attriti e discussioni all’interno della coppia. Tutto questo può alimentare vissuti di sofferenza e di solitudine nel padre che può faticare a trovare una propria dimensione all’interno della nuova struttura familiare. Lo stress e le preoccupazioni che spesso accompagnano la nascita di un figlio, inoltre, possono contribuire all’insorgenza di un vero e proprio sentimento depressivo. E di forti vissuti di inadeguatezza dovuti, in molti casi, ad una scarsa consapevolezza degli inevitabili cambiamenti che richiederanno un riassetto del nucleo familiare”, chiarisce Fiorenza Perris.

“Chi non ha avuto modo di crescere con un modello paterno di riferimento coinvolto attivamente nell’educazione e nella gestione dei figli potrà fare più fatica a trovare una propria dimensione nel momento in cui diventa genitore. Il contesto sociale e culturale si è molto modificato negli ultimi anni, come pure le aspettative rispetto al ruolo di cura e supporto fattivo ed emotivo che il padre deve ricoprire all’interno della propria famiglia. Ciò ha dato luogo ad una trasformazione fondamentale e necessaria. Ma complessa da gestire in alcuni casi”, commenta la Clinical Director di Unobravo.

“Il contesto culturale in cui viviamo, purtroppo, ancora troppo spesso tende a non incoraggiare l’espressione emotiva degli uomini che sono ancora prigionieri di aspettative sociali legate al mito della mascolinità, della forza e dell’imperturbabilità. Un uomo non può sentirsi disorientato, triste, impaurito. Non può mostrarsi debole, insicuro o fragile. Questi pregiudizi devono essere superati. E arginati in ogni modo. Comportano ripercussioni tangibili sul benessere emotivo, incidendo sulla possibilità tanto di riconoscere i sintomi di una sofferenza psicologica quanto di chiedere, senza vergognarsene, il supporto dei propri cari o di un esperto”, continua la psicoterapeuta.

“La depressione post partum maschile può implicare vissuti di abbandono molto intensi che possono dare luogo a recriminazioni e rabbia nei confronti della propria compagna non più attenta come prima ai bisogni della coppia e meno responsiva e disponibile. L’uomo può sentirsi escluso e non indispensabile per il bambino. Questi vissuti possono comportare un progressivo distacco emotivo da entrambi e scontri che potrebbero incrinare la relazione con la madre e con il piccolo”, afferma la dottoressa.

Spesso la sintomatologia tende ad attenuarsi con il consolidamento del nuovo assetto familiare. In ogni caso è essenziale che chi circonda il neo papà sia attento a cogliere i segnali del suo malessere psicologico. E lo incoraggi a chiedere il supporto di cui ha bisogno. Il sostegno di un esperto può essere determinante per mettere a fuoco paure, preoccupazioni e dinamiche disfunzionali. Questo per innescare cambiamento, ridurre i sintomi. E raggiungere un nuovo equilibrio”, conclude. Per gli uomini può essere un grave problema. Chiedete aiuto.

Alberghi maternità

Ott 27
Scritto da Annamaria avatar

Cosa sono gli alberghi maternità? Sono centri, solitamente extra lusso, che offrono supporto alle donne nel momento immediatamente successivo al parto, garantendole riposo e recupero fisico. All’interno ci sono tutti gli operatori che servono: pediatri, ostetrici, ginecologi e psicologi. Molto comuni in Oriente, in Corea del Sud sono chiamati chiamati sanhujori. Costano, per due settimane, dai 2.000 ai 5.000 dollari. T

alberghi maternita

Gli alberghi maternità sono diventato trendy anche negli Usa. Alcuni esempi? Il Boram Postnatal Retreat, il Village Postnatal Retreat Center all’interno del Fairmont Hotel di San Francisco. Presto aprirà a New York l’Ahma & Co. : ci si può già prenotare.

“Offriamo soggiorni di 3, 5 e 7+ notti per famiglie – ha spiegato l’ideatrice del Boram – Tra cui 16 camere di lusso, una baby room, una sala mamme creata dalla comunità e uno spazio per cibi e bevande postnatali con brodo, zuppa tradizionale coreana di alghe e un’ampia varietà di tè curativi. Forniamo assistenza al bambino 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Con infermieri e doule. Lo staff assiste il bambino nel monitoraggio dei parametri vitali, nell’alimentazione, nel cambio dei pannolini, nel bagnetto e nel sonno. L’offerta è completata da servizi per le mamme, come massaggi postnatali, assistenza per l’allattamento, bagni seduti e pediluvi. Un’esperienza che mira ad essere ‘il famoso villaggio’ difficile da trovare nel mondo di oggi”.

Chissà se gli alberghi maternità prenderanno piede anche in Italia: potrebbe essere l’idea per un nuovo business.

Parto e donazione sangue

Ott 19
Scritto da Annamaria avatar

Il parto e la donazione del sangue non sembrano argomenti tanto correlati, eppure è grazie alla donazione del sangue che si può salvare una mamma, come è accaduto a Teresa Guccini, figlia del cantautore Francesco.

parto e donazione sangue

Proprio come è accaduto a Fedez nei giorni scorsi, per lei la donazione del sangue è stata provvidenziale, a causa di un parto traumatico in cui ha rischiato la vita. Parto e donazione del sangue per Teresa sono strettamente correlati.

“Andate a donare  – sottolinea la Guccini – Senza i donatori di sangue non sarei qui a raccontare la mia storia ed è perciò doveroso ringraziarli”.

Parto e donazione del sangue, certo. Teresa però aggiunge altro nel suo post. “C’è un altro motivo per cui scrivo, ovvero l’importanza del parto in strutture ospedaliere attrezzate di terzo livello. La mia è stata una gravidanza perfetta e ho fatto un parto naturale. Eppure, quando ho espulso la placenta, ho avuto una emorragia gravissima stimata intorno ai 2200cc che mi ha fatto scendere l’emoglobina a 4. Avere l’emoglobina a 4 all’improvviso (il minimo è 12) significa essere ad un passo dall’andarsene. Nella gioia della nascita non ho pensato a me stessa. Sono stata portata immediatamente in sala operatoria e da lì non ricordo più nulla”, racconta. 

“Mi sono svegliata in rianimazione il giorno dopo immobilizzata e intubata e senza Pietro, confusa e senza sapere bene cosa fosse accaduto. E’ stato difficile ma senza 4 emotrasfusioni e la prontezza degli anestesisti, ostetrici, ginecologi e rianimatori non ce l’avrei fatta”, conclude.