Anoressia, come comprenderla

Ago 22
Scritto da Annamaria avatar

Un libro per scoprire come comprenderla. L’anoressia in adolescenza va analizzata e non trattata come un capriccio. Lo ha ben chiaro la psichiatra Marta Scoppetta, autrice del libro “Perché mia figlia non mangia più?”.

“In molti pensano ancora che ammalarsi di anoressia sia la conseguenza di un capriccio e che guarire sia una questione di volontà e non hanno chiaro che invece l’anoressia è un disturbo psichiatrico grave che si può curare se si lavora bene, ma di cui si può anche morire (prima causa di morte dopo gli incidenti tra adolescenti)”, ha spiegato all’Ansa la Scoppetta che lavora nel campo dell’anoressia, della bulimia e dell’obesità ormai da quindici anni come psichiatra e come psicoterapeuta/analista junghiana.

Anoressia e come comprenderla. Ecco il perchè di un libro che è una guida, edito da Castelvecchi.
“Ciò che mi ha spinto a scrivere ‘Perché mia figlia non mangia più?’ è stato accorgermi sempre più spesso di come pazienti e familiari, anche dopo anni di cure, non avevano ricevuto alcune informazioni preziose riguardo a perché ci si ammala, qual è il modo migliore per curarsi e quali sono i comportamenti che un familiare e un amico può adottare per aiutare chi soffre e contribuire attivamente alla sua cura. E che le stesse informazioni non erano chiare a giovani professionisti che si accingevano a professioni affini alla mia o a medici di altre specialità che si trovavano spesso a consigliare male a riguardo i loro pazienti. Ciò che in molti non immaginano è che l’adolescente che si è ammalata di anoressia aveva inizialmente cercato nel controllo del peso e del cibo, poi divenuti gabbia, un mezzo per sentirsi più sicura e realizzare autonomamente una sorta di autocura verso un disagio più profondo che le impediva di tollerare un vissuto di inadeguatezza ed andare avanti nella propria fase evolutiva”, ha precisato l’esperta.

E’ importante conoscere l’anoressia e sapere come comprenderla per poter aiutare chi si ammala. “Questo libro non è solo un’indagine approfondita di uno dei più diffusi e gravi disturbi (e sintomi) della nostra complessa, violenta società. Ma è soprattutto un invito perché le fanciulle e le loro famiglie si concentrino su quanto di meraviglioso continua a esistere e a resistere ai bordi del disturbo alimentare – ha scritto Chiara Gamberale nella prefazione del libro – Cioè sull’identità di ogni fanciulla, di ogni genitore. Dopo aver condiviso con noi tante domande, Marta Scoppetta si prende la responsabilità di lasciarci almeno due consapevolezze. La vita è la nostra sfida più impervia, ci assale e ci spaventa. Ma è a nostra disposizione per nutrirci. Lasciamola fare. Avrà sempre e comunque più fantasia di noi”.

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