I bimbi lasciati soli davanti alla tv o al pc

Dic 04
Scritto da Annamaria avatar

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Spesso ci lamentiamo del mondo in cui viviamo. E ci mancherebbe, basta leggere un giornale o vedere qualche tg per capire che in questa nuova era digitale di ‘fattacci’ ne capitano sempre di più. L’essere ‘connessi’ aiuta e migliora la vita, facilita l’esistenza sotto tanti aspetti, altrettanti, però, sono i problemi, soprattutto se non ci si controlla e non si tengono gli occhi piuntati sui nostri figli.

 

L’indagine del Moige (Movimento italiano genitori) “La Dieta Mediatica dei nostri figli” ha regalato risultati agghiaccianti, che devono far riflettere noi genitori.
Il 40% dei ragazzi di età superiore ai 14 anni non ha mai avuto limiti di orario dai genitori per l’uso dei videogiochi ed è anche libero di navigare senza limiti. Il 28% non ha alcun limite di orario in cui guardare la tv. Non finisce qui. Tre intervistati su 10 hanno risposto che spesso trascorrono diverse ore davanti la tv senza rendersene conto e circa il 20% di non poter resistere neanche un’ora senza telefonino. Il 25% dei ragazzi vede spesso in televisione film non adatti ai minori e ben il 27% ha visitato, almeno una volta, pagine web con contenuti non idonei, il 22% ha videogiocato con giochi sconsigliati per la loro età.

 

L’indagine curata da Tonino Cantelmi, professore incaricato di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione alla Lumsa di Roma, nonché presidente dell’Istituto di Terapia cognitivo interpersonale, i cui dati sono stati illustrati stamane alla Camera, in una tavola rotonda, ha analizzato otto aree: televisione, computer e internet, telefonino, cinema, videogiochi, radio, riviste e quotidiani, libri, per conoscere da vicino il mondo dei nativi digitali.
Dai risultati si capisce che in Italia c’è una “emergenza educativa”, perché da questi dati si evince “la possibilità degli studenti di visionare materiale non adatto alla loro età”. Il 34% degli intervistati inferiori ai 10 anni gioca il più delle volte da solo senza nessuno accanto e il 7% dei bambini dai 6 ai 10 anni gioca ‘sempre’ o ‘spesso’ ad un videogioco non adatto. “Circa il 40% del campione possiede un personal computer, (il 42% di questi è rappresentato dalla fascia di età dai 6 ai 10 anni), e il 32% ne ha uno nella propria camera da letto (il 38,6% appartiene alla classe di età dagli 11 ai 13 anni). Di fatto il 24% del campione risponde che i propri genitori non sono a conoscenza di ciò che fanno su Internet e il 22% cancella la cronologia ‘sempre’ e ‘spesso’.
Nella sezione ‘Tv’ i dati aumentano: “Sono più del 60% i ragazzi che possiedono un apparecchio nella propria camera da letto e non si riscontra alcuna differenza tra le varie fasce di età. La pervasività di questi mezzi fa si che il 30% del campione afferma che è ‘sempre’ o ‘spesso’ difficile smettere di video giocare e al 13% capita di perdere ore di sonno pur di continuare la partita. Tre intervistati su 10 hanno risposto che ‘spesso’ trascorrono diverse ore davanti la tv senza rendersene conto e circa il 20% di non poter resistere neanche un’ora senza telefonino”.
Un utilizzo “non responsabile, e soprattutto non mediato dagli adulti, delle New Tecnology potrebbe condurre i ragazzi a condizioni psicopatologiche o a situazioni di ‘isolamento sociale. Il 21% degli intervistati ha risposto che preferisce guardare la televisione piuttosto che uscire e il 5% del campione risponde di preferire Internet piuttosto che vedersi con gli amici. Inaspettatamente risulta che anche il telefonino è spesso utilizzato come strumento per isolarsi o per mediare la relazione: più del 10% infatti preferisce ‘spesso’ o ‘sempre’ la comunicazione tecnomediata a quella face to face”.
I dati della ricerca fa notare Maria Rita Munizzi, presidente Moige ”ci confermano che abbiamo davanti una generazione che preferisce il mondo virtuale a quello reale, che si collega a internet prevalentemente per chattare e nella maggior parte dei casi lo fa con sconosciuti. Come rimanere impassibili davanti al 21% degli intervistati che preferisce la compagnia della tv ad un incontro con gli amici?”.

 

Vogliamo darci un taglio? Vogliamo occuparci davvero dei nostri piccoli, adulti di domani?

 

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