Nel Lazio 800 euro per chi partorisce in casa

Mag 17
Scritto da Annamaria avatar

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La Regione Lazio ha subito sottolineato che è un semplice rimborso, non un incentivo, comunque chi d’ora in poi deciderà di partorire il proprio bebè in casa avrà un bonus di 800 euro, per coprire in parte la spesa per ostetriche o altro personale che opera privatamente.
In Italia, secondo il rapporto “Cedap” del Ministero della Salute, la percentuale di parti in casa è molto bassa, arriva al massimo allo 0,4% in Friuli Venezia Giulia. Ogni anno nel nostro Paese circa 1.500 donne fanno questa scelta. Solo alcune regioni, Piemonte, Emilia Romagna, Marche e da pochi giorni appunto il Lazio, oltre alle province di Bolzano e Trento, garantiscono un rimborso parziale delle spese. La possibilità di partorire tra le roprie mura – è spiegato nel decreto – è percorribile solo nel caso sia accertato dal ginecologo che si tratti di un parto naturale senza problemi.
Nonostante queste raccomandazioni, è già polemica.

Il parto in casa in Italia è difficile da gestire – ha spiegato Vito Trojano, presidente dell’Associazione dei ginecologi italiani (Aogoi) – Si pensi che per tutta la durata del travaglio ci dovrebbe essere un‘ambulanza ferma in attesa, e un posto letto libero in un ospedale, nelle condizioni di scarsità di personale che tutti conosciamo. Per questo come associazione siamo sempre stati diffidenti su questa possibilità”. “Anche se sulla carta il servizio sanitario risparmierebbe – continua l’esperto – nella realtà servirebbero grossi investimenti per promuovere questa pratica. Inoltre le donne dovrebbero essere sotto i 30 anni, non alla prima gravidanza, senza patologie esterne e senza alcun problema durante la gestazione, criteri che escludono la grande maggioranza delle future mamme”. “Il nostro Paese non è pronto per questa pratica. Il parto in casa è una procedura difficile da gestire, che non rispetta i moderni requisiti di sicurezza e non risponde neanche a una logica economica – ha commentato Paolo Scollo, presidente della Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia) – Nei Paesi del Nord Europa, quando una donna decide di partorire tra le mura domestiche, fuori dalla porta di casa viene parcheggiato un centro mobile di assistenza che rimane a disposizione per tutto il travaglio. Inoltre, viene riservato un posto nell’ospedale più vicino. Senza queste fondamentali precauzioni, dare alla luce un bambino in casa diventa estremamente rischioso”.

 

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