Parto: rottura prematura delle acque

Ago 13
Scritto da Annamaria avatar

Pregnancy

Il parto si avvicina, dietro l’angolo potrebbe esserci, speriamo di no, la rottura prematura delle acque. Di solito la membrana si rompe a travaglio già in corso o quando inizia il travaglio. Nel 10 per cento dei casi, però, quando il parto non è così lontano, può esserci la rottura prematura delle acque, la cosiddetta PROM (premature rupture of membranes), intorno la 37a settimana di gestazione. Nel 2-4 per cento delle gravidanze avviene pure prima della 37a settimana.
Solo nello 0,6 per cento delle gravidanze la rottura prematura delle acque avviene prima della 22a settimana di gestazione, se c’è, però, nessun parto senza problemi: di solito porta alla perdita del bimbo che si porta in grembo.

Questo tipo di diagnosi viene fatta con una visita ostetrica con un esame obiettivo e un’ecografia.
Se c’è stata la PROM, bisogna sottoporsi a una terapia che eviti alla mamma di contrarre infezioni facilmente trasmissibili al bambino. Se la rottura prematura delle acque è accaduta prima della 37a settimana di gestazione, bisogna anche ritardare l’inizio del travaglio fino a quando il bimbo non raggiunga la maturazione polmonare.
Se la PROM si è verificata dopo la 37° settimana, per evitare infezioni si decide di solito di far partorire la donna mediante induzione del travaglio attraverso la somministrazione di ossitocina. Per la mamma si rende opportuno il ricovero in ospedale dove viene tenuta sotto controllo con visite ecografiche e monitoraggio.

Prima della 34° settimana, il protocollo per la PROM prevede comuinque il ricovero in ospedale: la mamma viene tenuta a riposo e sottoposta a una doppia terapia farmacologica: antibiotico per almeno 7 giorni e somministrazione di Betametasone intramuscolo per favorire la maturazione polmonare del bebè.

I fattori che potrebbero provocare una PROM sono possibili infezioni vaginali, la placenta previa, un precedente parto pretermine e – udite, udite – fumo durante la gravidanza, sempre per sottolineare ancora una volta quanto le bionde facciano male.

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