Paura del parto

Ott 20
Scritto da Annamaria avatar

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Il parto ad alcune fa paura. Ci sono ansie legate a un evento altamente emotivo incontrollabili, che vanno però superate. Ci aiuta a minimizzare la paura del parto parlarne con il proprio ginecologo. Far nascere un bebè è pure un’esperienza appagante, perché quindi essere terrorizzate?

Una paura del parto tra le più diffuse è quella del cesareo.
Nonostante la pratica in Italia sia molto diffusa, quelle che non hanno una gravidanza gemellare, che non hanno problemi di salute, che giungono a termine e che iniziano spontaneamente il travaglio hanno di solito un parto naturale. Se il medico dovesse consigliare il cesareo, si può discutere con lui quali sono i rischi e quali i benefici nel mettere al mondo un figlio così.
Un’altra paura diffusa è quella del dolore, ma ci sono modi per rendere tutto più dolce, come, ad esempio, frequentare un corso di yoga prenatale, imparando così a controllare la respirazione e a rilassarsi. Anche un corso pre-parto insegna il modo migliore di respirare e quali posizioni è meglio assumere nei diversi momenti. E poi c’è sempre la possibilità di chiedere l’epidurale.
Alcune donne incinta si domandano cosa accade se il bebè resta incastrato nel bacino o nel canale del parto, cosa impossibile, anche in caso di fianchi stretti. Anche qui ci sono esercizi pre-parto che aiutano e al momento opportuno i medici sono lì accanto proprio per ogni evenienza.
C’è pure il terrore di lacerarsi o del taglio del perineo, l’episiotomia. Vi si dovrebbe ricorrere solo se vi è il pericolo di una lacerazione estesa, oppure se c’è difficoltà nell’espulsione del feto, o ancora se vi è necessità di accelerare il parto. Quando viene praticata si cicatrizza in poche settimane. Se invece non viene praticata, è possibile che avvenga una lacerazione che guarisce generalmente in 5-6 settimane.
Altre donne hanno paura che nel momento dell’espulsione la faranno sul lettino: quando la testa del piccolo scende attraverso il canale del parto, preme sul retto, quindi è possibile che insieme al bebè esca anche un po’ di pupù. Ma succede a molte donne, non c’è nulla di cui vergognarsi.
In molte hanno paura di non arrivare in tempo in ospedale, ma soprattutto per il primo figlio, il travaglio di solito è lungo, anzi, spesso, le partorienti arrivano con largo anticipo. Il consiglio è di andare in ospedale solo quando si rompono le acque o di basarsi sulle contrazioni seguendo la regola del 5-1-1: contrazioni ogni 5 minuti, ognuna della durata di un minuto, per almeno un’ora.

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