Riabilitazione pavimento pelvico dopo parto

Ott 02
Scritto da Annamaria avatar

Dopo il parto è opportuna una riabilitazione del pavimento pelvico, o perineo, quell’insieme di muscoli, legamenti e nervi che chiude il bacino e che sorregge tutti gli organi pelvici contenuti nella cavità addominale, l’utero, la vescica ed il retto, e il diaframma respiratorio.

La riabilitazione del pavimento pelvico dopo il parto fa sì che si ripristini una buona funzionalità per prevenire e correggere alcuni disturbi uroginecologici e ano-rettali.

“Durante la gravidanza il pavimento pelvico subisce le pressioni e i cambiamenti ormonali in vista del parto, e viene stressato dall’aumento del peso e delle forze dell’utero, con il liquido amniotico e il feto. Durate il parto, poi, il perineo può subire delle pressioni inadeguate e conseguenti lacerazioni. I problemi che si possono generare sono la tensione muscolare, l’indebolimento muscolare o della cavità vaginale o la lacerazione dei muscoli”, spiega la dottoressa Ostetrica Michela Gualandris, che svolge la propria attività in Humanitas Medical Care di Almè.

Dopo il parto il sintomo più frequente è quello dell’incontinenza da sforzo (IUS), che può provocare perdita involontaria di urina dopo sforzi, come un colpo di tosse, uno starnuto, un salto o anche semplicemente quando si alza la voce. Un altro sintomo è la cosiddetta dispareunia, cioè il dolore che si prova durante i rapporti sessuali. Sono situazioni che possono essere contenute e riabilitate con attività di rieducazione e riabilitazione del pavimento pelvico, ma prima di tutto ci deve essere la consapevolezza del proprio corpo e di cosa è normale e cosa no”, aggiunge.

L’esperta chiarisce in cosa consista la riabilitazione del pavimento pelvico dopo il parto: “L’obiettivo è quello di trattare la problematica, la sua causa. Essendo frequente dopo il parto l’indebolimento del pavimento pelvico, l’obiettivo della riabilitazione sarà aumentare la sua forza e resistenza muscolare e lo si può raggiungere attraverso esercizi di fisiokinesiterapia, che la donna esegue prima in ambulatorio sotto sorveglianza ostetrica e successivamente a casa propria – anche durante la gravidanza – o, se necessario, con una riabilitazione eseguita utilizzando un apparecchio con cui si osserva forza e rilassamento muscolare (Biofeedback BFB) e può anche essere applicata una leggera stimolazione elettrica in grado di stimolare i muscoli (stimolazione elettrica funzionale FES). Ogni problematica si può essere rieducata e trattata fino a contenere i sintomi e disturbi”.

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