Articoli della categoria ‘GRAVIDANZA’

Semi di lino in gravidanza

Gen 28
Scritto da Annamaria avatar

In gravidanza le mamme non possono assumere molti farmaci, è anche per questa ragione che alcune donne in dolce attesa ricorrono ai semi di lino. Quali proprietà hanno?

Flax seeds in a transparent package on a wooden background

Alimento ad alto potenziale nutritivo, i semi di lino, ricchi di fibre aiutano il nostro corpo ad assorbire i nutrimenti di cui ha bisogno e ad eliminare quel che non serve. Questo è utilissimo in gravidanza. Hanno anche la capacità di far crescere la produzioni di secrezioni cervicali durante il parto. Si facilità in questo modo l’uscita del bebè e si riduce il dolore: il canale sarà maggiormente lubrificato infatti.

I semi di lino in gravidanza dovrebbero essere inseriti nella dieta giornaliera dalla 34esima di gravidanza. Combattono la stitichezza, danno una grande mano ai processi digestivi. Devono essere associati a una grande quantità d’acqua, così da essere più efficaci.

Riassumendo, i semi di lino in gravidanza sono davvero un super food:

Aiutano a regolare l’aumento di peso, combattendo l’eccessivo accumulo di grassi.

Combattono la stitichezza, che si presenta di frequente quando si è in dolce attesa.

Aumentano la produzione di muco cervicale, favorendo il parto.

Facilitano l’assorbimento dei nutrimenti necessari al proprio fisico.

Danno una mano a recuperare le giuste energie per riprendersi dopo aver dato alla luce un bambino, così da non sentirsi stanca e affaticata dopo il parto.

Massaggio del perineo

Gen 27
Scritto da Annamaria avatar

Tra gli accorgimenti in preparazione del parto c’è il massaggio del perineo. Perché? A quanto pare riduce la probabilità di lacerazioni spontanee o la necessità di episiotomia. Non solo. Dà pure una mano alla futura mamma a concentrarsi sulle sensazioni del parto  Il massaggio del perineo è anche molto utile per le donne che hanno un tessuto cicatriziale dovuto a un precedente parto oppure a quelle che hanno un perineo molto rigido.

Come si fa il massaggio del perineo? Non tutte lo sanno. Ecco qualche indicazione per poterlo eseguire in maniera soddisfacente. Ricordate innanzitutto che un massaggio, se effettuato regolarmente, può preparare molto bene il tessuto del perineo al parto. 

Si può iniziare dalla 36° settimana di gravidanza a massaggiare il perineo con degli oli naturali. Si possono usare olio di mandorla con olio essenziale di rosa e lavanda o oli specifici per questo massaggio. L’obiettivo, come già chiarito, è in special modo aumentare l’elasticità e la circolazione del perineo per evitare lacerazioni durante il parto. 

Lavare le mani per bene e appoggiare una gamba su uno sgabello, il bordo della vasca o il bidè. Ungere il pollice, l’indice e il medio con un po’ di olio. 

Introdurre il pollice per circa 2 cm in vagina e appoggiare l’indice e il medio sul perineo

Cospargere l’olio con delicati movimenti circolari nell’entrata della vagina e su tutto il perineo

Immaginando un quadrante di un orologio, effettuare il massaggio tra le ore 3 e le ore 9. 

Estendere quest’area in direzione dell’ano ed eseguire il massaggio fino ad avvertire un fastidio (sopportabile), circa 6-7 minuti. 

Prendere un altro po’ di olio e cospargerlo sulle labbra della vagina, anche queste vanno massaggiate con movimenti circolari ed estese leggermente verso l’esterno. 

II tutto va fatto una volta al giorno e per non più di 10 minuti.

Sport post parto: porsi piccoli obiettivi

Gen 24
Scritto da Annamaria avatar

Lo sport post parto va ripreso con gradualità. E’ bene per le neomamme porsi piccoli obiettivi senza voler strafare.

sport post parto porsi piccoli obiettivi
Sport post parto: porsi piccoli obiettivi. Lo dice anche Aurora Ramazzotti nel suo post sul social

I social spesso ci fanno soffrire, mostrano donne che, poco dopo aver messo al mondo un bebè, sono già in forma top. Alcune mostrano le loro interminabili sedute in palestra. Ognuna fa storia a sé: nella maggior parte dei casi, lo sport deve sì essere fatto nel post parto, ma diventa più facile porsi piccoli obiettivi da raggiungere, giorno per giorno. Eliminando così l’ansia da prestazione e lo stress. Assecondare il proprio fisico e rimanere serene dentro.

Aurora Ramazzotti, diventata mamma il 30 marzo scorso, nel suo ultimo post parla proprio di questo: porsi piccoli obiettivi aiuta moltissimo. Lo sport post parto fa benissimo, ma deve soprattutto farti sentire bene con te stessa. “Non tutti i successi hanno lo stesso aspetto. Il mio di oggi è una corsa di 4 km a 7 minuti per km. L’ultima volta ne ho fatti tre e, a metà, ho dovuto fermarmi per riprendere fiato. Un anno e mezzo fa, forse, l’avrei considerato un fallimento, oggi è una vittoria di cui andare fiera. Imparare a pormi degli obiettivi raggiungibili ha cambiato completamento il mio rapporto con lo sport e mi aiuta a tenere a bada la vocina dentro di me che ci tiene a ricordarmi che quello che faccio non è abbastanza. Tutti i successi sono diversi, non per questo meno validi”, scrive.

La figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti poi si fa vedere sorridente, con una maschera di bellezza sul volto, mentre si fa un autoscatto davanti allo specchio ancora in tenuta sportiva. Lei è giovanissima, ha 27 anni, ma ha già capito e lancia un messaggio universale, per tutte le donne.

Intimità post parto

Gen 21
Scritto da Annamaria avatar

Sono molte le donne che fanno domande riguardanti l’intimità post parto. E’ importante riprenderla con il proprio partner dopo la nascita di un figlio. A riguardo sono molto preziosi i consigli di Marco Rossi- Lo specialista in Psichiatria. Psicoterapeuta, Sessuologo Clinico. Presidente Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale ne parla approfonditamente a In Salute News.

intimita post parto

“I cambiamenti delle parti intime dopo la nascita di un bambino finiscono per ripercuotersi inevitabilmente sulla vita sensuale. Noi esperti riteniamo si possa ricominciare ad avere rapporti a sei settimane dal parto. Un periodo di tempo che però può non essere sufficiente a una donna per riprendersi del tutto da un parto vaginale. Specie quando deve fare i conti con il dolore o il fastidio provocato dall’episiotomia o da una lacerazione perineale”, sottolinea l’Rossi parlando di intimità post parto.

“Non capita a tutte le donne, ma se i punti dell’episiotomia provocano dolore in quella zona è sempre bene approfondire. Non basta sentirsi dire dal medico ‘passerà’. Se è presente una vaginosi o una disbiosi, infatti, quel dolore può durare anche anni perché queste complicazioni non permettono ai tessuti di guarire in modo adeguato. Di solito le donne si sentono dire che è normale che la cicatrice faccia male quando invece è importante gestire subito il dolore”, aggiunge.

“Per gestire il dolore quando i punti dell’episiotomia rendono difficile persino l’idea di sfiorarsi le parti intime bisogna fare come segue: se la cicatrice dell’episiotiomia continua a dar fastidio si può cominciare appoggiando semplicemente la mano. E poi, piano piano, prendendo confidenza, si può provare con piccoli automassaggi. Se non passa ci si può rivolgere a professionisti esperti in trattamento delle cicatrici vulvari. Su questo tema non c’è molta informazione purtroppo, però esistono professionisti di questo tipo. Si tratta di ostetriche o fisioterapisti opportunamente formati per eseguire trattamenti in grado di ridurre le aderenze create dalla cicatrice”, sottolinea Rossi.

Riguardo a quando riprendere l’intimità nel post parto per l’esperto “l’unica regola deve essere quella di rispettare i tempi senza sforzarsi”. “E’ giusto tornare a vivere l’intimità dopo il parto quando se la sentirà, deve considerare infatti che può verificarsi anche un calo della libido fisiologico e una donna può non provare desiderio fino a 6 mesi dal parto”.

Cancro al seno e gravidanza

Gen 20
Scritto da Annamaria avatar

Uno studio pubblicato di recente sul Jama e presentato allo scorso San Antonio Breast Cancer Symposium, congresso internazionale sul cancro al seno, dice che si può e risulta soprattutto sicuro avere una gravidanza. Anche dopo una diagnosi di cancro al seno dovuto a mutazioni dei geni BRCA.

La ricerca, coordinata da Matteo Lambertini dell’Università di Genova, ha coinvolto diversi centri nel mondo, tra cui la Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza. Sono stati analizzati i dati di 4.732 donne di età media 35 anni. Sono state seguite in 78 centri nel mondo. Una su cinque ha concepito entro 10 anni dalla diagnosi di tumore. Il tempo medio dalla diagnosi al concepimento è stato di 3 anni e mezzo. E’ stato possibile dimostrare così sia la fattibilità e la sicurezza di una gravidanza. Ma pure che con la gravidanza non si è verificato un incremento della probabilità di ricomparsa del tumore. Cancro al seno e gravidanza, quindi sì: si può.

“I risultati di questo studio consentono invece di sfatare il mito che gli ormoni della gravidanza possano avere un impatto negativo sull’outcome oncologico di queste giovani donne”, commenta Robert Fruscio. E’ professore di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. E aggiunge: “Possiamo finalmente fornire rassicurazioni sul fatto che, dopo un’adeguata cura del carcinoma della mammella e un appropriato periodo di osservazione, la gravidanza non dovrebbe più essere sconsigliata a queste donne”.

“Siamo molto soddisfatti di aver contribuito in maniera significativa a questo studio. Consente di fare un deciso passo avanti nella cura delle donne portatrici di mutazioni dei geni BRCA. Orgogliosi di essere diventati negli anni centro di riferimento per la prevenzione dei tumori ginecologici in donne con aumentato rischio genetico”, dice Fabio Landoni. E’direttore della Clinica di Ginecologia della Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori e professore di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. “Il lavoro appena pubblicato è uno splendido esempio di come la ricerca condotta in maniera rigorosa possa avere un impatto immediato e pratico sulla clinica”, conclude. Tutto questo dovrebbe riempire di gioia chi desidera diventare madre. Cancro al seno e gravidanza non sono più due cose inaccostabili, quindi.

Crudo e vino: perché no in gravidanza

Gen 18
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L’influencer Chiara Nasti, incinta per la seconda volta, rivela che mangia crudo e beve vino in gravidanza. “Non sono come le esaurite”, sottolinea. Ma bisogna sapere perché no, il motivo per cui non è bene scegliere queste cose col pancione.

crudo e vino perche no in gravidanza
In foto Chiara Nasti, 25 anni, influencer

La biologa e nutrizionista Caterina Pamphili al Gambero Rosso chiarisce su crudo e vino e spiega perché bisogna dire di no in gravidanza. “Dare un messaggio del genere, in questo momento storico, è pericoloso perché ogni cosa può essere presa per buona e diventare oggetto di imitazione – sottolinea – La toxoplasmosi, una delle patologie più rischiose per il feto, può venire per esempio con verdure crude non lavate e carne cruda, la listeriosi anche con formaggi a latte crudo. L’alcol poi è bandito perché passa direttamente alla placenta e può causare danni importanti al bambino”. 

“Bisogna quindi fare attenzione senza però cadere nell’esagerazione e nelle false credenze. La verdura cruda si può mangiare se ben lavata, il pesce crudo pure se siamo certi al cento per cento che sia abbattuto e ben conservato. Date le attuali normative sui controlli, inoltre, i cibi confezionati sono più sicuri di quelli consumati al ristorante, dove non abbiamo la reale percezione di quello che accade in cucina”, prosegue l’esperta.

Ecco perché è necessario dire di no a crudo e vino in gravidanza. Si possono però evitare comportamenti fin troppo scrupolosi, La Pamphili chiarisce: “Capisco che una donna si voglia sentire più tranquilla, ma non c’è bisogno di usare disinfettanti per lavare la verdura come di stracuocere la carne fino a farla diventare secca e tenace e l’uovo, che diventa ‘sicuro’ a 65 gradi. Semaforo verde anche per alimenti erroneamente considerati crudi come la mozzarella, che in quanto ‘a pasta filata’ ha subìto un processo di cottura”.

Gravidanza: screening rosolia non più raccomandato

Gen 16
Scritto da Annamaria avatar

Lo screening per la rosolia non è più raccomandato. “Dopo che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito la rosolia dal 2021 eradicata nel nostro Paese, lo screening per questa infezione non viene più raccomandatoalle mamme in attesa, precisa l’Istituto superiore della sanità comunicando nelle scorse settimane le nuove Linee guida sulla gravidanza fisiologica elaborate dal Sistema nazionale linee guida (Snlg). Roberto Burioni, però, fa sapere di non essere concorde. “La ritengo una decisione sbagliata”, sottolinea su X, ex Twitter.

Blood sample for Rubella IgM test, positive result at laboratory.

Il professore di microbiologia e virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano non la pensa così, non ritiene che lo screening per la rosolia non debba essere fatto. Non è più raccomandato in gravidanza, per lui non va bene. “Anzi – precisa – bisognerebbe incoraggiare le donne in età fertile a controllare la situazione sierologica (anche contro altri virus), per poter vivere una futura gravidanza nel modo più sereno e sicuro possibile”.

Eppure per Iss in gravidanza lo screening per la rosolia non è più raccomandato. ”L’eliminazione della trasmissione endemica del virus della rosolia – sottolinea l’Iss – è un grande successo di salute pubblica, frutto di un lavoro tenace che ha permesso di raggiungere alte coperture vaccinali nella popolazione e di rinunciare così allo screening in gravidanza”.

In Italia il vaccino antirosolia venne introdotto 50 anni fa, nel 1972. Alla fine del 2022, circa 50 anni dopo, il Bel Paese si sente libero dalla rosolia, una malattia che può dare gravi problemi se contratta nelle prime settimane di gravidanza: difetti congeniti multipli oppure morte fetale. E’ da tener presente che malattie sconfitte nel proprio Paese, siano però presenti negli altri del resto del mondo, quindi una persona può comunque contagiarsi. Bisogna tenerlo bene a mente. 

Pillola del giorno dopo

Gen 11
Scritto da Annamaria avatar

Parliamo sempre di gravidanza e bambini. E’ bene però pure parlare di chi una gestazione non la vuole o in un determinato momento della propria vita non desidera portarla avanti. Perché la libertà di ogni essere umano è fondamentale e non deve essere in alcun modo giudicato chi decide di fare ricorso alla pillola del giorno dopo.

pillola del giorno dopo

Quando si hanno rapporti completi è sempre bene usare misure contraccettive efficaci se non si vogliono ‘conseguenze indesiderate’. Se questo, però, per qualsiasi ragione non accade, c’è la pillola del giorno dopo, che va assunta entro 5 giorni dal rapporto sessuale (120 ore).

La confezione della pillola del giorno dopo contiene un’unica compressa a base di ulipristal, nella dose di 30 mg. E’ il principio attivo responsabile dell’azione contraccettiva. Contiene anche lattosio. E’ in vendita a un prezzo a discrezione della singola farmacia: è compreso tra i 20 e i 28 euro. E’ bene sottolineare che può essere acquistata in qualunque farmacia senza bisogno di ricetta, dal giorno 8 ottobre 2020 anche nel caso di ragazze minorenni (sentenza confermata nell’aprile 2022, anche dal Consiglio di Stato dopo moltissimi ricorsi).

Affinché il trattamento funzioni, la compressa va presa per bocca prima possibile, e comunque non oltre 5 giorni da un rapporto sessuale non protetto da preservativo o a seguito del fallimento del metodo contraccettivo. Può essere assunta a stomaco pieno o vuoto. In caso di vomito entro 3 ore dall’assunzione, è necessario assumerne una seconda. Si può prendere in qualsiasi fase del ciclo mestruale. Non è una pillola abortiva, quindi in caso già ci fossero sintomi di gravidanza, è inutile.

La pillola del giorno dopo è controindicata se chi l’assume è allergico al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti contenuti,. Non è raccomandata a chi soffre di asma grave, a chi ha problemi col fegato, a chi ha intolleranza grave al lattosio, a chi ha già una gravidanza accertata, pazienti che abbiano già assunto il farmaco durante lo stesso ciclo, perché l’efficacia in questi casi non è ancora confermata.