Radiografia in gravidanza

Nov 13
Scritto da Annamaria avatar

Molte donne quando sono costrette a fare una radiografia in gravidanza sono in ansia, temono i rischi. Ecco tutto quel che c’è da sapere a tal proposito.

Innanzitutto è necessario chiedere al proprio medico: se non è così necessario fare una radiografia in gravidanza e si più rimandare, si può stare più serene.

Il periodo più a rischio, in cui le radiazioni possono essere pericolose anche a dosaggi inferiori, sono le prime settimane di gestazione (fino alla fine del primo trimestre), quando si ha l’impianto dell’embrione e la formazione degli organi.

Sappiate comunque che, in generale, se la radiografia o la tac interessa aree lontane dall’addome, come una gamba, un braccio, la testa, la dose di radiazioni che raggiunge il feto è davvero trascurabile, quindi il rischio che apporta una radiografia in gravidanza è veramente molto ridotto. Stesso discorso per la mammografia, in cui le radiazioni arrivano solo al seno.

Il Comitato Internazionale di Radioprotezione indica che la soglia di pericolosità durante la gravidanza si raggiunge oltre i 100 milligray (sigla mGy, è l’unità di misura che indica la dose di radiazione assorbita), vale a dire una dose che, ad una stima indicativa, richiede almeno dalle 3 alle 5 tac o 10-20 radiografie a livello addominale o lombare. “Se invece la dose di radiazioni alla quale il feto viene esposto è inferiore ai 100 mGy, la probabilità di aborto o di danno al nascituro è assimilabile a quella di una comune gravidanza. Per cui anche se ci si fosse sottoposti ad un esame con irraggiamento addominale, non c’è da allarmarsi ma bisogna informare comunque il medico radiologo e il ginecologo per le specifiche valutazioni”.

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