Sigarette, dopo il parto 1 su 4 fuma ancora

Nov 09
Scritto da Annamaria avatar

Fumo e sigarette fanno male, in gravidanza ancora di più. Eppure tre italiane su cento continuano a fumare anche in gravidanza. Altre 23 su cento diminuiscono, non smettono. Dopo il parto 1 donna su 4 fuma ancora, ricominciano. “Le mamme italiane tabagiste sono generalmente consapevoli dei danni causati dal fumo alla salute loro, del feto e dei neonati, ma alcune fanno comunque fatica a smettere – spiega Silvia Novello, presidente di WALCE Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe, associazione europea dedicata ai pazienti con tumore polmonare – Avendo la possibilità di chiedere supporto sia al ginecologo che ai servizi sanitari, e con una ottima motivazione come la tutela del bimbo in arrivo, il periodo della gravidanza è però un momento “propizio” per impegnarsi- Nasce così l’iniziativa «Speriamo che sia… l’ultima», campagna antifumo interamente rivolta alle donne in gravidanza e alle neo-mamme. Le partecipanti parteciperanno gratuitamente a un programma di cessazione dell’abitudine tabagica e riceveranno in regalo un orsetto di peluche (Ector the Protector Bear) che tossisce se esposto a fumo di sigaretta”.

Il tabagismo durante la gravidanza è una delle cause di aborto spontaneo, di parto prematuro, di aumento della mortalità e morbilità perinatale e infantile. “E’ causa di aumentato rischio di sindrome di morte improvvisa del lattante in culla, di basso peso alla nascita, di sindrome di astinenza neonatale da nicotina – continua Simonetta Rapetti, pneumologa presso l’Oncologia Polmonare dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano e membro di WALCE Onlus – Gli studi evidenziano, inoltre, un ritardo nella crescita cognitiva nell’infanzia, un rischio maggiore di infezioni respiratorie, asma, otite acuta e alterazioni in alcuni cromosomi fetali più sensibili ai composti tossici del tabacco. E ancora: le madri che fumano hanno meno latte e di minore qualità rispetto ad una non fumatrice e la produzione di latte nel tempo è più breve“.

E’ grave, eppure alle sigarette non si rinuncia facilmente: 1 donna su 4 dopo il parto fuma ancora.
“Le donne mostrano di conoscere i rischi per se stesse e anche quelli del fumo passivo per i neonati e modificano responsabilmente i loro comportamenti – dice Silvia Novello, che è anche docente nel Dipartimento di Oncologia Polmonare all’Università di Torino – Infatti dal 2000 cresce costantemente la quota di fumatrici che smettono durante la gestazione. C’è però chi si accontenta soltanto di diminuire il numero di sigarette al giorno, chi (circa un quarto delle neomamme) riprende dopo il parto e chi, sebbene assai poche, continua a fumare anche mentre aspetta un figlio. E poi c’è il problema del fumo passivo, tanto più grave durante i primissimi anni di vita dei bimbi. Nel nostro Paese negli ultimi anni sono state introdotte norme sempre più restrittive. Tuttavia il 24% dei tabagisti ammette ancora di fumare in presenza di bambini e sette su dieci lo fanno regolarmente in luoghi chiusi. Con la campagna di WALCE vogliamo contrastare questa pericolosa tendenza e convincere un sempre maggiore numero di madri a dire addio alle sigarette“. Ed evitare così che 1 su 4 dopo il parto riprenda. Lei fuma ancora? No, grazie.

 

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