Anoressia e bulimia: sintomi dagli 8 anni

Mar 14
Scritto da Annamaria avatar

Anoressia e bulimia sono brutte ‘bestie’ da cui non si guarisce mai del tutto. Colpisce 2,3 milioni di adolescenti, ma quel che più sconvolge è che i sintomi ci sono dagli 8 anni d’età.

Sintomi dagli 8 anni, per anoressia e bulimia l’età si abbassa sempre di più, sono principalmente le donne ad ammalarsi. Quando accade il cibo e il proprio corpo diventano i nemici peggiori per ognuna.
Sintomi dagli 8 anni per anoressia e bulimia, è drammatico. E bisogna fare qualcosa, perchè questo tipo di problema potrebbe colpire i nostri figli…

I Disturbi del comportamento alimentari, specie anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata, sono in questo momento in Italia, come in tutto il mondo, una epidemia sociale, che riguarda fasce di popolazione sempre più estese. Negli ultimi dieci anni si è abbassata in modo vistoso l’età di insorgenza dei Disordini Alimentari – sottolinea Laura Dalla Ragione, che dirige il numero verde SOS DCA della presidenza del Consiglio dei ministri e responsabile del Centro disturbi del comportamento alimentare, Palazzo Francisci di Todi, Asl 2 dell’Umbria – con esordi frequenti a 8-10 anni. La patologia non riguarda più solo gli adolescenti, ma va a colpire anche bambini in età prepubere, con conseguenze molto più gravi sul corpo e sulla mente”.

C’è un numero verde, 800180969, anche un sito, Disturbialimentarionline.it, con la mappa di strutture e e associazioni dedicate ai Dca in Italia. Sono poche quelle che possono aiutare i ragazzi sotto i 14 anni, sottolinea Dalla Ragione. “Il trattamento integrato è infatti costruito da un piccolo esercito di professionisti (medici, psicologi, dietisti, filosofi, infermieri) che a 360 gradi affrontano queste complesse e insidiose patologie – spiega l’esperta, che è Presidente della Società Italiana Riabilitazione Disturbi del Comportamento Alimentare e del Peso – Cercando di aprire un varco nel muro del controllo ossessivo della patologia anoressica attraverso il lavoro sul corpo, sulla parola, sul sogno”.

Alzare le antenne quando un bambino rimane distante dal cibo. Chiedersi cosa non va e se il disturbo permane, rivolgersi a uno specialista. “La maggior parte dei pazienti con disordini alimentari non sono consapevoli di avere una patologia e interpretano le altrui preoccupazioni come indebite ingerenze, dentro una scelta di vita che viene avvertita come valida e consapevole”, precisa ancora Dalla Ragione.

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