Attenzione al phubbing

Giu 02
Scritto da Annamaria avatar

Dobbiamo fare attenzione al phubbing. Questo termine identifica un comportamento sempre più frequente tra adulti e ragazzi. Seppur in compagnia di altre persone, si preferisce stare davanti allo schermo di uno smartphone o un tablet: quante volte vi è capitato o è capitato ai vostri figli?

Phubbing non è altro che la crasi di due termini inglesi: phone (telefono) e phubbing (snobbare). E’ il caso di farci attenzione, perché pure all’interno dei nuclei famigliari questo comportamento è sempre più frequente: stare davanti a uno schermo è un’ossessione.

Attenzione al phubbing, porta a delle gravi conseguenze, primo tra tutti l’isolamento sociale, ha ripercussioni pessime sul benessere psicologico dei piccoli e fa scatenare litigi tra mamma e papà, a volte disperati dalla situazione, in cui però, loro stessi cadono, mostrando di essere cattivi esempi.

Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, evidenzia che a pagare il prezzo più alto sono gli adolescenti. Oltre tremila di loro hanno risposto al questionario della ricerca pubblicata sul Journal of Social and Personal Relationships. Ai ragazzi è stato chiesto di dare una misura della frequenza del phubbing nelle loro famiglie e di descrivere le loro reazioni più frequenti a questi comportamenti. I risultati sono sconvolgenti. Quanto più i genitori tendono a isolarsi con i propri smartphone, tanto più i figli si sentono ignorati e tendono ad allontanarsi da loro. Gli esperti parlano di una “disconnessione sociale”: in questo modo i figli si allontanano sempre più e aumentano i litigi. Sul lungo periodo questo divario aumenta e può persino portare alla depressione e a istinti suicidi.

Si può porvi rimedio. “Avere consapevolezza dei propri comportamenti e del loro impatto sulle relazioni sociali è la prima cosa da fare”, spiega Luca Pancani, ricercatore in psicologia sociale all’Università di Milano-Bicocca. Si deve capire prima di tutto quanto tempo si trascorre con in mano lo smartphone, al di là degli impegni di studio e lavoro. Se non ci si riesce da soli, ci si può far aiutare da alcune applicazioni che limitano la connessione (App usage). E’ anche opportuno fissare regole per tutta la  famiglia: ad esempio dichiarare off-limit il telefonino o il tablet in alcuni giorni, la sera, durante i fine settimana. Stabilire momenti in cui “si può mettere a frutto il tempo con attività da condividere, tra genitori e figli”.

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