Virus Rsv, sintomi malattia

Ott 28
Scritto da Annamaria avatar

Il virus Rsv è quello che ha colpito Vittoria, 7 mesi, la figlia di Chiara Ferragni e Fedez e che purtroppo l’ha fatta finire in ospedale. Quali sono i sintomi della malattia?

In questi giorni è in atto una vera epidemia di virus Rsv, sono molti i neonati ricoverati nei vari ospedali italiani. “Un’epidemia arrivata con 2 mesi di anticipo”, riferisce Fabio Midulla, presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri), professore ordinario di Pediatria all’università Sapienza e responsabile del Pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I di Roma, sentito dall’Adnkronos Salute.

Il virus Rsv è un virus respiratorio sinciziale, principale causa della bronchiolite e polmonite nei bambini di meno di 2 anni. I sintomi della malattia inizialmente non preoccupano, sono simili a un raffreddore, ma possono peggiorare immediatamente dei piccoli e negli anziani.

Tra i sintomi della malattia ci sono naso che cola, faringite, febbre, tosse e respiro sibilante; se l’infezione è grave, può portare a distress respiratorio.

“Il virus – spiega il medico – se contratto nei primi mesi di vita del bambino provoca forme di bronchiolite gravi, con manifestazioni cliniche nelle basse vie respiratorie, mentre nei bambini più grandi e negli adulti si risolve con sintomi lievi, come rinofaringite, febbre o tosse. Ma i neonati sono spesso protetti dagli anticorpi materni che si ‘trasmettono’ attraverso la placenta. Questa volta però non è stato così e l’epidemia che solitamente arriva a dicembre-gennaio è scoppiata con 2 mesi di anticipo. Ce lo aspettavamo perché per un anno e mezzo il virus non ha circolato grazie alle misure anti-Covid (lavaggio delle mani, mascherine e distanziamento sociale). Ma non appena queste misure sono state allentate, i fratellini più grandi sono tornati all’asilo o a scuola, e con una popolazione senza anticorpi il virus ha cominciato a circolare, subito e in anticipo rispetto al solito, e sta dando forme gravi nei piccolissimi”.

Non esistono ancora vaccini: “L’arma principale resta la prevenzione che consiste nelle misure di precauzione quali il lavaggio delle mani, le mascherine, il monouso dei fazzoletti da buttare sempre nella spazzatura, il distanziamento nel caso di un fratellino più grande malato e il non mandare a scuola i bambini prima che siano guariti, perché rappresentano fonte di contagio”, aggiunge Midulla.

Il dottore poi conclude: “Il virus può lasciare danni permanenti, a partire dallo sviluppo di asma da grandi, che si verifica nel 50% dei casi. Senza dimenticare che curare questi bimbi, che occupano posti letto nei reparti di pediatria e nelle rianimazioni, rappresenta un costo altissimo per la società, durante il ricovero, ma anche dopo. E dire che basterebbe seguire, sempre, semplici regole di igiene”.

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