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NIDCAP

Mar 20
Scritto da Annamaria avatar

Cosa è NIDCAP? Lo sa anche un bambino. Giovanni, ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) sin dalla nascita per una grave malformazione chiamata ernia diaframmatica. Il piccolo racconta che, grazie all’assistenza secondo il metodo NIDCAP, i suoi genitori hanno potuto restare sempre al suo fianco in TIN. Cogliere i suoi segnali e prendersi cura di lui insieme ai medici e agli infermieri. Se lo chiediamo a Mia, una bambina ricoverata in TIN per prematurità, con la mamma lontana perché a sua volta ricoverata in neurochirurgia per una emorragia cerebrale, risponde che, quando era “piccolina piccolina”, mediante l’assistenza NIDCAP il papà poteva stare accanto a lei. E gli infermieri osservavano ogni giorno i suoi progressi e li scrivevano su un diario per la mamma, che così ha potuto conoscere le sue prime conquiste per la vita.

NIDCAP

Grazie all’approccio NIDCAP, Federico, che tutti chiamavano Chicco, è in grado di sfogliare un album in cui ripercorre tante tappe del suo sviluppo, dal ricovero in terapia intensiva, alla prima volta che mamma e papà lo hanno preso in braccio, a quella volta in cui è venuto a trovarlo la sorellina o a quando gli hanno regalato il primo ciuccio. Finché è andato finalmente a casa. Elia ed Andrea, a cui le mamme hanno raccontato la dolcezza della “marsupioterapia”, trovano ancora quella pace tra le braccia delle mamme. 

I direttori dei 2 Centri di formazione NIDCAP italiani, la dottoressa Gina Ancora di Rimini ed il professor Alberto Berardi di Modena (Consigliere e Presidente della Sezione regionale Emilia Romagna della Società Italiana di Neonatologia, SIN),  spiegano che curare secondo il metodo NIDCAP, Newborn Individualized Developmental Care and Assessment Program, vuol dire mettere in atto, con tutta l’équipe, un Programma di cura individualizzata al neonato. Questo allo scopo di proteggerne lo sviluppo, soprattutto quello neurologico. L’individualizzazione dell’assistenza al neonato, persona che non è in grado di esprimersi a parole, è resa possibile attraverso l’osservazione strutturata ed esperta del ricco repertorio di segnali comportamentali presenti anche nei piccolissimi, il tutto in un’ottica di Family Centered Care.

“La giornata mondiale NIDCAP, il 20 marzo, celebra tutti coloro che contribuiscono a migliorare il futuro dei neonati ospedalizzati attraverso una cura personalizzata, umanizzata, in collaborazione con le famiglie, basata su un approccio scientifico”, affermano Natascia Simeone e Natascia Bertoncelli. Le due trainer italiane lavorano presso la TIN dell’Ospedale di Rimini e la TIN del Policlinico di Modena. “Si tratta di una cura fornita in cinque continenti, 18 Paesi, 30 centri di formazione, ma che fa sentire la sua influenza su tante terapie intensive neonatali. In Italia stiamo formando e formeremo personale che lavora presso le principali TIN tra cui Firenze, Genova, Torino, Roma, Siena, Treviso e Bologna”. Tutta questa formazione è fortemente supportata dalle associazioni di genitori, coordinate in Italia dalla Vivere ETS, sotto il Patrocinio della Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI).

Il metodo NIDCAP protegge il fragile cervello in via di sviluppo ed assicura ai genitori una maggiore competenza e sicurezza nel relazionarsi al proprio bambino ricoverato. 

La SIN ribadisce, pertanto, l’importanza della centralità del neonato e della sua famiglia nel percorso di cura e la necessità di diffondere questo programma assistenziale a livello globale, per i numerosi effetti positivi sullo sviluppo e sul benessere a breve e a lungo termine.

Zeppole di riso

Mar 18
Scritto da Annamaria avatar

Domani mangerete tutti, o quasi, le zeppole di San Giuseppe, in occasione della Festa del Papà. Ma ci sono anche quelle di riso, provenienti dalla tradizione siciliana. Anch’esse celebrano il 19 marzo e la famosissima festa.

Le zeppole di riso sono abbastanza facili da preparare e buonissime: piacciono ai grandi e ai piccini. Come si preparano? Ecco gli ingredienti:

250 grammi di riso semi

200 grammi di miele

150 ml di latte intero

65 ml di succo d’arancia

125 grammi di farina

1 pizzico di cannella in polvere

2 grammi di lievito secco

Scorza di un’arancia grattugiata

5 grammi di sale

Mettete sul fuoco una pentola con acqua, salatela, versate il riso e cuocetelo per 20 minuti. Quando sarà cotto, scolatelo e fatelo raffreddare. Ora sciogliete il lievito nel latte. In una ciotola mettete il riso con la farina, versate il latte con il lievito e mescolate. Aggiungete la scorza d’arancia. Lasciate riposare per 30 minuti, poi spianate l’impasto su un piano e formate dei bastoncini con le mani. Adesso bisogna occuparsi della salsa: unite il succo d’arancia al miele, unite pure la cannella, filtrate la salsa e mettetela in una ciotolina.

E’ tempo di friggere. Scaldate abbondante olio in padella, portatelo a temperatura, circa 170°, e friggete le zeppole di riso, quando saranno via, via dorate, poggiatele su carta assorbente. Appena saranno diventate tiepide, sono pronte da servire con la squisita salsina.

Uova di Pasqua bambini

Mar 17
Scritto da Annamaria avatar

Le scorpacciate fanno male, ma i nostri bambini sono pronti a ricevere le uova di Pasqua. Certo, il prezzo del cioccolato è aumentato esponenzialmente, in alcuni casi fino al 40% in più rispetto al 2023, saranno quindi più care. Ma uno sforzo per i nostri piccoli va fatto.

uova di pasqua bambini 1
uova di pasqua bambini 1

Le uova di Pasqua più cool di questo 2024 sono quelle dedicate ai giochi che fanno impazzire i pargoli, come Sumble Guys, Nina e Matti, Lyon, Pera Toons, Brawl Stars. Si trovano nei vari supermarket e anche online. Basta sapere cosa appassiona di più i vostri bambini e quindi procedere con l’acquisto.

Ci sono le sempreverdi uova di Pasqua Ferrero dedicate ai bambini, come quelle di tanti altri brand famosissimi. Al cioccolato fondente o al latte, quello bianco, quello gusto gianduia, cuore morbido, caramello e così via. Non va dimenticato, ovviamente, che il prezzo è molto variabile, a seconda nel marchio. Vi raccomando di scegliere, però, le uova di Pasqua per bambini con il cacao pregiato.

Bellissimi per i più grandicelli quelli Bauli dedicati a Il Trono di Spade o a House of the Dragon. Per i piccini c’è pure quello Motta di Masha e Orso. Tantissime quelle che rimandano ai personaggi della Marvel o alle principesse della Disney. Anche “Funko” si è attrezzato per la Pasqua con una nuova linea di prodotti dedicata, con figure in versione cioccolato. Dai Funko Pop! dei personaggi Disney e Marvel fino alle carote Pocket Pop! Ma non si mangiano, servono a decorare la casa, quindi occhio!

E’ difficile resistere alla tentazione anche per noi grandi. L’uovo di Pasqua rimane irrinunciabile: è iniziata la caccia. I vostri bimbi quali sceglieranno di avere?

Smog: cosa fare

Mar 16
Scritto da Annamaria avatar

Lo smog affligge le grandi città, Roma è tra queste. Cosa fare con i bambini? Le raccomandazioni della Società italiana di pediatria (Sip) aiutano a proteggere i bambini.

smog cosa fare

“Se vero che la soluzione del problema è demandata principalmente a programmi di salute pubblica decisi e guidati dalle istituzioni – sottolinea la presidente della Sip, Annamaria Staiano all’Adnkronosè altrettanto importante ricordare come ciascuno di noi possa fare la differenza adottando comportamenti virtuosi per aiutare a ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la salute di tutti”.

Lo smog, come rileva la Commissione Ambiente della Sip, mette a rischio la salute respiratoria nei bambini. Non solo, può essere assai deleterio anche in gravidanza. Cosa fare quindi?

Per cercare di arginare i problemi legati al troppo smog ecco cosa fare:

Transitare poco in zone trafficate. Quando i rischi ambientali aumentano sarebbe preferibile uscire esclusivamente in aree verdi, evitando lunghi transiti in zone particolarmente trafficate, ricordando che girare con il passeggino in strade altamente trafficate genera sicuramente dei rischi maggiori in quanto il bambino è all’altezza dei gas di scarico.

Muoversi a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. Non solo per ridurre il proprio impatto ambientale e quello del nucleo familiare, una delle indicazioni più semplici è, quando possibile, muoversi a piedi, con i mezzi pubblici o con la bicicletta. Scegliere luoghi di riferimento per le proprie attività che si trovano nel quartiere, specie nelle grandi città, può aiutare. Dalla scuola, alla spesa fino agli hobby pomeridiani dei più piccoli.

D’inverno fuori nelle ore più calde, d’estate il contrario. Durante l’inverno infatti con il freddo il particolato si condensa a formare goccioline di aerosol più facilmente inalabili. Meglio dunque stare fuori casa nelle ore più calde, mentre d’estate sono le ore centrali della giornata quelle da evitare, perché nei mesi estivi i livelli di ozono aumentano nel corso della giornata con l’aumentare della temperatura.

Alla guida velocità moderata e motore spento da fermi. Prediligendo se possibile i modelli di auto meno inquinanti, al volante è importante rispettare le disposizioni sui limiti di accesso alle zone a traffico limitato o i divieti di circolazione nella fascia verde nelle giornate particolarmente inquinate, moderare la velocità, mantenere spento il motore se non necessario.

Far diventare ‘green’ anche il proprio condominio. Anche a casa si può fare molto. Ad esempio sensibilizzare il condominio a valutare l’opportunità per il riscaldamento a minore impatto sull’ambiente. Questo tenendo conto del fatto che gli impianti di riscaldamento a combustibili non gassosi dovrebbero essere convertiti a metano. E che gli impianti di riscaldamento condominiali esistenti dovrebbero essere ristrutturati secondo le tecnologie della termoregolazione della temperatura degli ambienti e contabilizzazione del calore.

Bambini: troppi compiti

Mar 15
Scritto da Annamaria avatar

Troppi compiti a casa. Nella scuola “San Pompilio Maria Pirrotti” di Campi Salentina, facente parte dell’Istituto comprensivo “Teresa Sarti” i genitori sono insorti contro i docenti. Le tante assegnazioni a casa impedirebbero ai bambini di poter svolgere attività extrascolastiche, costringendoli a casa l’intero pomeriggio e non solo.

Non è la prima volta ci si affronta lo spinoso problema dei troppi compiti assegnati ai bambini. “Vengono letteralmente oberati dai compiti – affermano alcuni genitori a Leggotanto che ci sono giorni in cui i nostri figli non riescono a staccare nemmeno per pochi minuti la mente dai libri, talmente tante sono le materie da preparare”.

Se consideriamo l’orario scolastico, che comprende sei ore, dalle 8 alle 14, possiamo capire quanto sia già pesante di suo. I ragazzi quindi, appena tornati a casa, hanno solo il tempo di mangiare per poi mettersi subito a studiare. Certamente non è questo il dato che più ci preoccupa, quanto che, come detto, i compiti che i professori assegnano per il pomeriggio sono tanti e comprendono molteplici materie. Tutto questo comporta la conseguenza che spesso i nostri figli non riescono a ritagliarsi il tempo per svolgere tutte quelle attività extrascolastiche fondamentali per la loro crescita ed il loro sviluppo”, precisano.

“Ci sono giorni – dicono ancora le mamme e i papà – che iniziano i compiti subito dopo il pranzo e vanno vanti fino a sera, a volte anche alle 22. E’ chiaro che la loro attenzione non può mantenersi sempre lucida e costante per tutto quel tempo. Da qui la necessità appunto di frequentare o praticare discipline artistiche o sportive che li aiutino in questa età particolare che stanno attraversando. Ma con tutto quello che devono studiare a casa, questi spazi di svago e ricreativi non riescono a viverli”. 

La dirigente si auspica una serena collaborazione tra genitori e docenti. Intanto i primi fanno sapere: “Una problematica che abbiamo più volte rappresentato sia alla dirigente scolastica sia agli stessi professori. Senza ottenere però nessun riscontro che vada incontro alle sacrosante esigenze degli studenti. Alcuni di noi genitori hanno anche inviato un pec alla dirigenza dell’istituto comprensivo con allegata una circolare ministeriale. Si fa specifico riferimento all’assegnazione dei compiti per casa, con espresso invito agli insegnanti di non esagerare con il carico di lavoro. Ed invece noi assistiamo all’esatto contrario. Ogni professore che si comporta come se la sua materia sia l’unica da studiare, per cui ognuno assegna compiti abbastanza impegnativi, senza considerare che i ragazzi, a casa, ovviamente devono preparare tante materie per l’indomani”. I troppi compiti ai bambini fanno discutere. Voi che ne pensate?

In gita con la scuola

Mar 14
Scritto da Annamaria avatar

E’ tempo di andare in gita con la scuola. I vostri bambini sono felici? La mia, più grandicella lo è. Del resto la pandemia ha quasi azzerato i viaggi d’istruzione. Ora si riparte e quest’anno finalmente ad aprile arriverà il grande giorno. Bibi con la sua classe andranno a Ravenna e dintorni. 

in gita con la scuola

Come prepararsi per andare in gita con la scuola? Beh, prima di tutto bambini e ragazzi dovrebbero, con i professori e non, informarsi sulla destinazione. Sarebbe opportuno leggere o almeno vedere alcuni video che descrivano meglio il luogo che si andrà a visitare, così da avere ben chiaro il contesto storico, culturale e geografico di questo posto. Anche scoprire, perciò, le principali attrattive, così da arrivare preparati.

Se si va in gita con la scuola per un solo giorno è tutto più semplice. Se il viaggio d’istruzione è di più giorno, è ottimale fare un elenco degli oggetti essenziali da portare. Io consiglio un abbigliamento comodo, considerando chiaramente la meta del viaggio, in modo da poter camminare a lungo senza fastidi. Ricordare di mettere nello zaino o nella sacca, in caso di spostamenti più lunghi, biancheria intima, qualche felpa o maglietta, jeans e tute, prodotti per l’igiene intima e qualche farmaco, che non è mai male. Se si ha già un cellulare, allora con quello di potranno scattare foto, altrimenti una fotocamera.

E’ sempre consigliabile avere dietro un documento di identità e fare riferimento a un numero di telefono per le emergenze. Insegnate ai vostri figli ad avere un comportamento educato e adeguato. Ricordate loro di seguire le regole di sicurezza imposte dagli insegnanti e vedrete che tutto andrà a meraviglia. Ultima cosa: date qualche soldino, se non sono già in possesso di carte di credito prepagate, che ci sono le piccole spese, magari impreviste. Non si sa mai.

Gelato fritto

Mar 11
Scritto da Annamaria avatar

E’ una di quelle cose che fanno impazzire non solo i bambini goloso, ma pure le mamme e i papà che hanno voglia di un qualcosa di stuzzicante. Sto parlando del gelato fritto, quello che è un vero must quando si va al ristorante cinese. Come realizzarlo in casa?

gelato fritto 1

Per fare il gelato fritto, dosi per 8 persone, occorre avere:

500 grammi di gelato (solitamente si utilizza quello alla vaniglia o al cioccolato, ma potrete variare seguendo il gusto dei vostri figli)

2 uova

100 grammi di farina 00

100 grammi di fecola di patate

100 grammi di zucchero a velo 100 ml di acqua

Olio di semi per friggere

Iniziamo! Formiamo palline di gelato e disponiamole su un tagliere, mettiamole quindi in freezer a raffreddarsi per almeno 4 ore. Adesso prepariamo la pastella: in una ciotola uniamo l’uovo, la farina, la fecola, l’acqua fredda e lo zucchero a velo. Amalgamiamo bene il composto e quando sarà omogeneo, mettiamolo in frigo per circa un’ora. Quando saranno trascorsi i tempi indicati, prendiamo le palline di gelato dal freezer, immergiamole via via nella pastella e quando avremo finito con tutte trasferiamole in freezer per altre 4 ore. Saranno così finalmente pronte: prendiamole e iniziamo a friggere. In una padella con abbondante olio caldo, friggiamo un po’ per volta, posare quindi il gelato fritto su carta assorbente per assorbire l’olio in eccesso. Va servito caldo, mi raccomando.

I device tolgono la parola ai bambini

Mar 09
Scritto da Annamaria avatar

I device, tutti quegli strumenti elettronici che i nostri figli utilizzano ogni giorno, tolgono la parola ai bambini. I piccoli possono perdere anche mille termini, perché diminuiscono le interazioni e le conversazioni genitori-figli. L’impatto linguistico può essere devastante.

i device tolgono la parola ai bambini

I ragazzi sono sempre più connessi, ma in questo modo isolati da quel che li circonda. In parole povere, appunto, i device tolgono la parola ai bambini. Una nuova ricerca guidata dal Telethon Kids Institute e pubblicata dal Journal of the American Medical Association Pediatrics lo conferma. 

Le parole che un bambini sente in media in un giorno sono tra 5000 e 35.000. Se è collegato ai dispositivi elettronici, tutto questo diventa meno scontato. Stando alla ricerca i device tolgono la parola ai bambini, possono privare quelli di 3 anni in media di 1100 parole adulte, 840 vocalizzazioni e 194 conversazioni al giorno. 

E’ opportuno intervenire, scegliere per loro, quando sono ‘online’ qualcosa di educativo, spegnere la tv se è solo di sottofondo, limitare il loro tempo da connessi. “Quando i bambini sono attivi e presenti nel mondo, più noi parliamo con loro, più loro impareranno ad affrontare meglio le cose difficili della vita”, scrive Mary Brushe, responsabile della ricerca e ricercatrice del Telethon Kids Institute. Fare conversazione con i figli diventa un’esigenza primaria, anche per far sviluppare loro un vocabolario importante e capacità linguistiche che siano almeno nella norma. Altrimenti che tipo di generazione avremo in futuro?