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Carnevale: come truccare bambini

Feb 09
Scritto da Annamaria avatar

Il Carnevale 2024 è nel pieno. Come truccare i bambini in sicurezza, evitando magari arrossamenti della pelle e fastidiose allergie? I consigli del pediatra a riguardo sono utili per non commettere errori.

carnevale come truccare bambini

Le maschere ci divertono tanto, vedere il nostro piccolo abbigliato da supereroe o principe ci fa sognare. Attenzione al make up. Come truccare allora i bambini a Carnevale? “Scegliere prodotti testati, preferibilmente acquistati in farmacia insieme ad una crema idratante per bambini da usare come base”, spiega Maya El Hachem, responsabile della Dermatologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

“Per il trucco – spiega all’Adnkronos Salute l’esperta – si deve comunque distinguere tra la pelle sana e quella di un bambino che ha problemi, seppure in tutti e due i casi serve usare qualche accortezza, perché anche la pelle sana può essere facilmente irritabile nei più piccoli. E, in ogni caso, è bene limitare la permanenza del trucco a poche ore”. 

Il procedimento è semplice. Ecco come truccare i bambini a Carnevale. Il medico chiarisce: ”Bisogna lavare bene il viso da truccare, asciugarlo, tamponando senza strofinare, e mettere sempre una crema idratante specifica per i bambini, acquistata in farmacia”. Se però “il bambino o la bambina lamentano prurito, il trucco va rimosso subito per evitare che la reazione possa peggiorare. E comunque appena finiti i festeggiamenti, le fotografie, il divertimento il viso va struccato delicatamente”.

E se la pelle “risulta un poco arrossata e irritata si può utilizzare una crema emolliente con effetto anti infiammatorio, in farmacia si trovano molti prodotti adeguati. Se invece la pelle è sana, normale, si può rimettere la stessa crema idratante usata come base per ripristinare un po’ la barriera cutanea”. Nel caso in cui il bambino o la bambina abbia la pelle già irritata da una dermatite “non dobbiamo comunque vietargli di truccarsi, aggiungendo sofferenza al suo problema. Perché l’impatto psicologico negativo sarebbe maggiore. In questo caso, se il piccolo è già seguito per la sua dermatite, basta applicare la crema curativa prescritta. Da usare come base del trucco che va limitato. Cercando di giocare il più possibile con la fantasia per camuffare senza usare troppi prodotti sulla pelle. Magari intervenendo di più su vestiti, sui cappelli, sugli accessori”.

Compiti bambini

Feb 04
Scritto da Annamaria avatar

I compiti dei bambini spesso sono motivo di conflitti in famiglia. Alcuni piccoli capita che non abbiano voglia di svolgerli e così mamma e papà iniziano a discutere con loro e il clima si fa teso, il nervosismo diventa evidente e qualche volta partono anche le punizioni.

I genitori a volte, pur di evitare tutto questo, quando arriva il momento dei compiti dei bambini, si sostituiscono a loro, aiutano troppo, si sostituiscono ai piccoli. E’ sbagliato. I bimbi devono imparare a essere autonomi. Le mamme e i papà devono solo supportarli, aiutarli a organizzarsi, dare delle piccole regole.

Il Centro Pedagogico Pharus dà delle indicazioni sui compiti dei bambini. Consigli sia per i ragazzi, che per gli adulti che sono al loro fianco.

Evitare di dare importanza solo ai voti.

Centrare l’attenzione sull’interesse del bambino verso le materie di studio.

Premiare gli sforzi e l’impegno 

Evitare di fare i compiti insieme al bambino, ma stimolarlo a fare da sé e intervenire solo in casi di reali difficoltà.

Favorire il dialogo interno, sostenuto da autoistruzione verbale secondo competenze e strategie acquisite.

Riflettere sugli errori e sugli obiettivi mancati, in modo da modificare le modalità di studio e ottenere risultati più gratificanti. 

Evitare di guardare la TV: prima di andare a scuola. 

Stabilire l’ora in cui si inizia a fare i compiti.

Garantire un ambiente tranquillo per la concentrazione.

Creare uno spazio personale per studiare con calma.

Non permettere di fare i compiti con la TV accesa, in quanto ne risentirebbe la sua attenzione e concentrazione, oltre al risultato finale.

Fornire attenzione e interesse: i genitori dovrebbero mostrare partecipazione verso le attività dei figli, aiutandoli a capire il significato dell’impegno e del senso di responsabilità.

Incoraggiare e sostenere: I genitori con elogi e gratificazioni possono aiutare i ragazzi a percepire lo studio con maggiore attenzione e interesse.

Evitare aspettative troppo elevare e non realistiche.

Premiare l’impegno e la responsabilità.

Premiare gli sforzi: i bambini che hanno infatti la percezione si potercela fare sono più propensi ad impegnarsi.

Avere un tempo sufficiente per svolgere i compiti.

Collaborazione tra famiglia e scuola: la creazione di un clima positivo e di collaborazione aumenta il benessere dell’alunno e migliora il rendimento scolastico.

Limitare l’utilizzo di TV, cellulare, videogiochi, ecc. non più di mezz’ora al giorno.

Prevedere delle pause almeno tra una materia e l’altra: ciò permette una migliore concentrazione.

Iniziare con le materie più difficili, perché quando si è stanchi diventa più complesso occuparsene.

Schiacciatine di ceci

Gen 29
Scritto da Annamaria avatar

Ottime per tutta la famiglia, le schiacciatine di ceci sono altamente nutrienti e perfette per i bambini. Possono pure essere messe, come dei veri e propri hamburger, in mezzo ai panini, per uno spuntino degno del miglior street food.

schiacciatine di ceci

Preparare le schiacciatine di ceci è assai semplice. Occorre avere:

250 grammi di ceci

1 patata lessa

1 cucchiaino di latte

1 uovo

Pan grattato

1 pizzico di sale

Olio extravergine d’oliva

Cuocere i ceci e lessare la patata, mettere tutto in un recipiente capiente, aggiungere un cucchiaio di latte e frullare usando il frullatore a immersione. Ottenere quindi una consistenza densa e cremosa. Aggiungere un uovo, un cucchiaio di pan grattato e il pizzico di sale. Amalgamare bene il tutto e creare piccole polpette schiacciate con le mani. Passare nel pan grattato e adagiare su una teglia ricoperta da carta da forno, leggermente unta d’olio. Versare un filo d’olio sulle schiacciatine e cuocere in forno a 180 gradi per circa 20 minuti.  Potete servirle nel piatto con piselli e carote, ma anche con della sanissima insalata.

Per realizzare dei panini, acquistare quelli adatti agli hamburger. Pure qui, potete condirli con un po’ di maionese e del ketchup e sbizzarrirvi come più vi aggrada, seguendo il gusto dei vostri bimbi. Vedrete che rimarranno di stucco assaggiando le schiacciatine di ceci: gustose e soprattutto molto appetitose.

Scuola senza voto

Gen 26
Scritto da Annamaria avatar

Si discute molto in questi giorni della scuola senza voto. Il caso del docente di una scuola primaria di Palermo fa parlare. Lui scrive frasi motivazionali ai suoi alunni. “Non faccio nulla di speciale, così creo un rapporto di fiducia”, ha detto Gabriele.

scuola senza voto

La scuola senza voto per tanti è un’ottima pratica, perché non stressa gli studenti. C’è però chi è assolutamente contrario, ma sono sempre di più gli istituti che sperimentano la pratica. Daniele Bossari ha intervistato Vincenzo Arte, docente di matematica e fisica al liceo scientifico Morgagni di Roma, una delle 30 scuole italiane in cui è in corso la sperimentazione della scuola senza voto, e autore del libro “Crescere senza voti”.

“C’è un malessere diffuso fra gli studenti. Ma anche chi non lo vive, si chiede perché deve essere giudicato giorno per giorno. Finendo così per concentrarsi sul giudizio invece che sull’apprendimento vero. Da una parte quindi cerchiamo di togliere questo malessere, dall’altra proviamo a aiutarli a apprendere meglio”, ha spiegato il docente.

“Non mettiamo voti numerici durate il percorso scolastico. Applichiamo un metodo di autovalutazione dei ragazzi a cui si aggiunge una nostra valutazione descrittiva scritta del suo andamento, senza numeri che esprimano un voto”, ha aggiunto il professore. Il feedback finora è molto positivo. “Le famiglie sono soddisfatte e ci sostengono, raccontandoci che è bello vedere i ragazzi contenti di andare a scuola – prosegue – C’è anche un lavoro di monitoraggio da parte dell’università La Sapienza, che sta facendo ricerca sull’andamento dell’esperimento. Ora tante altre scuole stanno partendo con la didattica senza voti”. E voi che ne pensate?

Carnevale 2024: giorni di vacanza da scuola

Gen 25
Scritto da Annamaria avatar

Non tutte le regioni chiuderanno gli istituti scolastici per il Carnevale 2024, il Lazio, ad esempio, non regalerà giorni di vacanza da scuola ai bambini. Loro dovranno andare in classe. E mia figlia Bibi, seppur grandicella, si lamenta… 

Le celebrazioni del Carnevale 2024 iniziano questo sabato, il 27 gennaio. Per gli estimatori della festa, sono tantissimi i posti dove ci saranno sfilate in maschera e quant’altro ogni weekend. I giorni di vacanza da scuola per alcuni saranno provvidenziali, si potrà magari partire per un viaggio in famiglia super divertente, travestirsi e gioire alla grande. Giovedì Grasso cade l’8 febbraio, il Martedì Grasso il 13, il giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri, quest’anno festa degli innamorati, ossia San Valentino. E’ il giorno che nella tradizione cristiana segna l’inizio della Quaresima. Si chiama “grasso”, proprio per questa ragione: rappresenta l’ultimo giorno in cui si può assaggiare di tutto, pietanze e lecornie, prima di entrare in Quaresima, periodo di digiuno. E’ opportuno anche ricordare che la Lombardia merita una menzione a parte in questo il 16 e 17 febbraio celebra il Carnevale Ambrosiano.

Il Carnevale 2024 è imminente, ecco i giorni di vacanza da scuola regione per regione:

Valle D’Aosta: 12-14 febbraio;

provincia di Bolzano: 10-16 febbraio;

Trentino: 8-13 febbraio;

Campania: 12-13 febbraio;

Calabria: 12-13 febbraio;

Veneto: 12-14 febbraio;

Friuli Venezia Giulia: 12-14 febbraio;

Basilicata: 12-13 febbraio;

Piemonte: dal 10 al 13 febbraio;

Molise: dal 12 al 14 febbraio;

Sardegna: 13 febbraio;

Lombardia: 16-17 febbraio.

Sport tutela i bambini dalla dipendenza digitale

Gen 19
Scritto da Annamaria avatar

Può essere importante e non smetteremo mai di ripeterlo. Lo sport tutela i bambini dalla dipendenza digitale. Non serve solo a migliorare il benessere fisico, mentale ed emotivo. E’ anche uno dei modi migliori, tra l’altro, per apprendere valori fondamentali nel proprio percorso di vita, come la disciplina, il cameratismo e il lavoro di squadra. Questo condividendo gioia, emozioni. E anche, purtroppo, delusioni, che però fanno crescere e strutturano il carattere.

sport tutela bambini dalla dipendenza digitale

Il direttore della sostenibilità sociale e ambientale della Uefa, Michele Uva nel suo intervento al panel ‘Human Change’ in corso a Davos (Svizzera) nell’ambito del World Economic Forum, lo sottolinea. Parla del potenziale del calcio e dello sport in genere che tutela i bambini dalla dipendenza dipendenza digitale. “Fare attività fisica non è solo la soluzione migliore per promuovere il benessere fisico, mentale ed emotivo dei bambini e dei ragazzi. Ma è anche un modo per apprendere valori importanti come il lavoro di squadra, il cameratismo e la disciplina. Attraverso lo sport i più giovani imparano a comunicare, a cooperare e a rispettare le barriere reciproche”, dice.
   

 La campagna Human Change è un’iniziativa di sensibilizzazione global. Unisce esperti attorno a un impegno comune per aumentare la consapevolezza sui rischi posti dai social media e dai dispositivi digitali al benessere mentale dei bambini. Per Uva il calcio e gli altri sport sono un antidoto al senso di solitudine e isolamento sociale che può derivare dall’uso eccessivo dei dispositivi digitali, si legge sull’Ansa. “Il calcio ha un ruolo centrale da svolgere nel proteggere e influenzare i bambini. Federazioni, leghe, club e allenatori hanno uno strumento inestimabile per influenzare e ispirare le generazioni più giovani. – aggiunge Uva – Attraverso il calcio possiamo trasmettere messaggi essenziali sull’uso responsabile della tecnologia. Sull’importanza dell’ attività fisica e dei rapporti umani. E sull’importanza di proteggere i nostri figli dalla dipendenza digitale”. Lo sport tutela i bambini dalla dipendenza digitale, fatelo praticare ai vostri figli.
   

Bambini più bassi: importanza sport

Gen 17
Scritto da Annamaria avatar

I bambini inglesi sono più bassi di quelli coetanei di altri Paesi. “Negli ultimi dieci anni, secondo i dati, pubblicati da The Guardian, l’altezza media dei bambini inglesi di cinque anni  (110,9 cm) è scesa di 33 posti nelle classifiche internazionali, fino alla posizione 102. Per le bambine, si registra invece un calo di 27 posizioni, per un’altezza media di 109,9 cm”, si legge su La Gazzetta dello Sport. Colpa di povertà e malnutrizione. In Italia la situazione non è florida. L’altezza media non aumenta da 35 anni. L’importanza dello sport e di una dieta sana sicuramente aiuta.

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Majid Ezzati, professore di Salute globale all’Imperial College di Londra, in merito ai bambini più bassi al Times dice: “La causa della crescita rallentata dei bambini? Sembra essere la loro malnutrizione, soprattutto nelle comunità più povere del Paese. Sempre meno famiglie britanniche possono permettersi il cibo nutriente che aumenta lo sviluppo dei bambini senza farli ingrassare, come legumi, pesce, frutta e carne magra”. Tra i deterrenti alla crescita ci sono la sedentarietà e l’alimentazione. Per questo l’importanza dello sport diventa fondamentale.

E’ bene sottolineare che l’altezza è geneticamente determinata. L’importanza dello sport sta nel fatto che impegnandosi si può migliorare ad esempio la propria postura, stando così più eretti e quindi spingendo il corpo alla massima altezza possibile. Bambini più bassi? Genetica a parte, è indispensabile che migliorino la dieta e sviluppino muscoli e ossa, così da essere notevolmente più sani, e stando dritti, anche un po’ più alti.

Bambini social

Gen 14
Scritto da Annamaria avatar

Dobbiamo riflettere. I bambini sono social sin dalla nascita ormai. Noi adulti pubblichiamo le loro foto da quando nascono fino a quando diventano adolescenti e oltre. Sono i nostri figli. E’ vero, ma non sono nostra proprietà. Noi decidiamo che diventino social loro malgrado.

bambini social

L’Unità nella rubrica Bambini social – Un giorno questo like diventerà tuo” pubblica il contributo di esperti su un tema assai caldo: l’opportunità di postare le foto dei nostri piccoli sul web, creando così, a loro insaputa un’identità social che rimarrà in eterno. 

La psicologa e psicoterapeuta Simona Piemontese a tal proposito, con le sue parole sui bambini social, fa davvero pensare. “Il bisogno di condividere le foto dei nostri figli è, evidentemente, un bisogno nostro. Certamente non loro. Senza assolutamente demonizzare la condivisione sui social tout court, ci dovremmo chiedere ‘perché lo facciamo?’, ‘che senso attribuiamo a ciò?’. I motivi sono i più disparati. Tanti like, rinforzano positivamente chi li riceve, gratificano. Mostrano che genitore sono. Mi avvicinano a chi è lontano. Rendono l’immagine di me che voglio dare al mondo, per quanto questa possa essere magari lontanissima dalla realtà. Potremmo continuare ma vorrei soffermarmi sul bambino”, spiega.

“Un figlio, soprattutto piccolo, potrebbe, un giorno, non gradire quelle foto postate sui social. Se penso alle foto della mia infanzia, negli anni ‘80, con vestiti improbabili, tagli di capelli improbabili, da adolescente non avrei gradito vederle su Facebook. Oggi sono adulta e sono capace di riderci su, attrezzata per farlo. I nostri figli, oggi piccoli ma domani adolescenti, lo saranno? In un’epoca dove tutto è osservato, dove tutto è potenzialmente oggetto di commenti, cosa accadrà?”, sottolinea ancora la Piemontese.

“Non voglio pensare, per forza, a scenari drammatici, seppure possibili, in cui foto private o condivise con pochi amici, finiscano in mani sbagliate. Penso soltanto a un concetto di privato, di intimo, su cui, postando una foto di mio figlio, sto facendo una scelta che lo riguarda ma su cui lui non ha scelta. Quella foto non sarà più privata, quel ricordo non sarà più intimo. Sono io che scelgo per lui. Scelgo per lui un’identità ‘social’ che, come sappiamo, è pressoché eterna. Allo stato, non disponiamo di dati sostanziali. Nonostante il fenomeno sia molto studiato, è troppo recente per comprenderne appieno la portata. Ma lo sguardo che ho sulla adolescenza, attraverso la mia professione, mi porta a pensare che i nostri ragazzi non sono sempre così felici di ritrovarsi in rete, attraverso gli occhi dei genitori”, continua l’esperta.

“Hanno bisogno di costruire la loro identità, anche quella virtuale. E hanno bisogno di farlo seguendo le loro inclinazioni che potrebbero non corrispondere alle nostre. Hanno bisogno di declinarsi per come sono oggi, e non già per la storia ‘digitale’ che abbiamo creato noi per loro. La costruzione dell’identità è un tema così complesso, travagliato, anch’esso così intimo che necessita di delicatezza e attenzione. Così come i loro genitori che hanno bisogno di ‘postare’ foto per riceverne feedback, gli adolescenti hanno bisogno di presentarsi al mondo e sperimentarne la risonanza. Vorrei che fossero liberi. Liberi di decidere chi sono, chi vogliono essere con ciò che abbiamo costruito assieme a loro con fatica, che certamente è più dei like su un social”, prosegue. 

“Altrettanta importanza andrebbe data, anche, all’aspetto sociale di questo tema per gli adolescenti: il bisogno di accettazione dei pari, la paura di essere valutati negativamente, di ricevere commenti negativi fino al timore di essere vittime di bullismo o cyber bullismo. Timori, oggi più che mai, attuali”, chiarisce la psicologa.

“In sostanza, credo che sia necessaria molta più attenzione e consapevolezza da parte dei genitori, rispetto a qualcosa di molto più complesso di una semplice foto lasciata sui social. Consapevolezza rispetto alla costruzione dell’identità digitale che stiamo fornendo ai nostri figli attraverso la loro esposizione su un social. Consapevolezza che stiamo facendo una scelta per loro, ma che potrebbero, un giorno, non condividere. Forse dovremmo chiederci cosa significhi un like e se ci possa essere un’eredità. Potremmo riflettere su chi i nostri bambini e i nostri adolescenti vedano avere tanti like. Spesso a personaggi di ben poco spessore”, infine conclude la Piemontesi.