Burnout post parto
Il periodo dopo l’arrivo della cicogna è intenso, profondo e delicato nella vita di ogni donna. C’è la felicità per la nascita del bimbo, ma pure il momento in cui il corpo, la mente e le emozioni affrontano una vera e propria rivoluzione. Tra le difficoltà che possono emergere in questa fase, una delle meno riconosciute ma più comuni è il burnout emotivo post parto.
Conosciuto anche come “esaurimento da maternità”, il burnout post parto è una condizione di profondo affaticamento fisico, mentale ed emotivo che può colpire le neomamme, spesso nei primi mesi di vita del bambino. Non si tratta solo di stanchezza, ma di una sensazione costante di svuotamento, irritabilità, apatia e difficoltà a far fronte anche alle normali richieste quotidiane.
A differenza della depressione post partum (che richiede un’attenzione clinica specifica), il burnout non è una patologia, ma può diventarlo se trascurato.
Quali sono i campanelli d’allarme comuni del burnout post parto?
- Senso di colpa costante (“non sto facendo abbastanza”)
- Sensazione di non riuscire a godersi il proprio bambino
- Mancanza di energia anche dopo aver dormito
- Sbalzi d’umore, pianto facile, isolamento
- Rabbia o frustrazione frequente
- Difficoltà a concentrarsi o a prendere decisioni
Le cause possono essere molteplici e spesso si sommano tra loro:
- Privazione del sonno
- Pressione sociale a essere subito “madri perfette”
- Calo degli ormoni che influenza l’umore
- Mancanza di supporto da parte del partner o della rete familiare
- Sovraccarico di responsabilità domestiche e di cura
- Scarsa valorizzazione del ruolo materno nella società
Per affrontarlo parla con amici, partner, psicologo. Dì come ti senti. Chiedi aiuto perché delegare è sano. Ritagliati piccoli spazi per te. Dormi quando puoi farlo e informati, se il caso, da specialisti. Se serve, chiedi supporto. Non sei sola.