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Giovani e fumo: calano le sigarette tradizionali

Set 26
Scritto da Annamaria avatar

La lotta al tabagismo entra in una nuova fase. Alla vigilia della COP11, la Conferenza delle Parti della Convenzione quadro dell’OMS per il controllo del tabacco, il dibattito internazionale si arricchisce di dati, esperienze e posizioni contrastanti. Sul tavolo, la grande sfida: integrare nella strategia antifumo anche strumenti di riduzione del rischio. A preoccupare è il binomio giovani e fumo. Dalle ricerche calano le sigarette tradizionali, ma aumentano le ‘alternative’.

giovani e fumo calano sigarette tradizionali

Gli studi parlano chiaro: nei Paesi che hanno aperto con responsabilità alle alternative alle sigarette tradizionali – come Giappone, Nuova Zelanda, Regno Unito e Svezia – il calo dei consumi è stato significativo, soprattutto tra i più giovani. Laddove invece le restrizioni sono rimaste rigide, i progressi sono più lenti.

In Europa il quadro è frammentato: Francia e Spagna adottano una linea dura anche verso i prodotti senza combustione, mentre Italia, Grecia e Romania sostengono la necessità di regolamentazioni differenziate che valorizzino il potenziale di riduzione del rischio. Non è un caso che il Parlamento europeo abbia già riconosciuto più volte l’importanza delle alternative meno dannose, mentre la Commissione continua a mantenere una posizione più rigida, distante dalle best practice internazionali.

Il dibattito resta aperto. La COP11 potrebbe essere l’occasione per superare approcci ideologici e abbracciare politiche basate sull’evidenza scientifica, con l’obiettivo di tutelare davvero la salute dei cittadini.

“Sui giovani si alimenta di un ‘bias di interpretazione’: che influisce negativamente sul dibattito scientifico e, soprattutto, crea confusione tra i fumatori”, spiega il dottor Fabio Beatrice, Direttore del Board Scientifico del MOHRE. E aggiunge: “Il fumo di sigaretta continua a essere diffuso tra gli adolescenti: quasi uno studente su tre ha fumato sigarette almeno una volta nella vita (il 32% in media). (…) Il fumo quotidiano è diminuito dal 20% all’8%. Questo ci dice che dove le alternative alle sigarette diventano più diffuse, il fumo combusto diminuisce. I Paesi con i dati più incoraggianti sulla lotta al fumo sono quelli che non hanno demonizzato i nuovi prodotti”.

A sostegno di questa linea si inserisce anche la voce del dottor Kostantinos Farsalinos dell’Università dell’Attica Occidentale, che sottolinea: “Il dibattito sugli aromi nei prodotti per la riduzione del danno da tabacco si basa esclusivamente su argomenti emotivi sui giovani, ignorando una consistente mole di prove sulla loro importanza per la cessazione del fumo e sull’impatto delle restrizioni. (…) Vietare gli aromi avrebbe conseguenze indesiderate, come un ritorno al fumo tradizionale”.

Anche gli oncologi prendono posizione. Le Linee Guida del National Comprehensive Cancer Network americano, pubblicate nel maggio 2025, riconoscono che sebbene l’obiettivo resti la cessazione totale, le sigarette elettroniche e altri prodotti senza combustione possono svolgere un ruolo concreto nella riduzione dei danni. Tanto che l’FDA ha classificato alcuni di questi dispositivi come Modified Risk Tobacco Products, certificandone una minore tossicità.

Per Johann Rossi Mason, Direttrice del MOHRE, la parola chiave resta una sola: scienza. “È necessario che le politiche siano guidate da dati scientifici e non da credenze morali o ideologiche che mal si conciliano con la necessità di proteggere la salute pubblica, non solo dei non fumatori ma anche delle persone coinvolte in una dipendenza vera e propria”.

La COP11, dunque, non sarà solo un appuntamento istituzionale, ma un banco di prova cruciale per capire se la lotta al fumo sarà capace di evolvere dal divieto assoluto a un approccio più realistico e scientifico.

Fumo e svapo, come smettere da adolescenti

Lug 30
Scritto da Annamaria avatar

Sempre più adolescenti iniziano a fumare, spesso attratti non tanto dalle sigarette tradizionali quanto dallo svapo, considerato da molti una scelta “più leggera”. Ma la realtà è ben diversa. Smettere di fumare, a qualsiasi età, è difficile. E per i più giovani, che secondo le stime iniziano già a 13 anni, può diventarlo ancora di più, tra abitudini sociali, dipendenza fisica e l’illusione che basti solo un po’ di forza di volontà per farcela. Fumo e svapo: come smettere da adolescenti? I consigli dell’esperta.

Elena Munarini, psicologa e psicoterapeuta presso il Centro Antifumo della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, in un’intervista al Corriere della Sera spiega quanto sia complesso il percorso per dire davvero basta. “Molti ragazzi credono che smettere sia facile, ma l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito il tabagismo una ‘patologia recidivante’, cioè una malattia che si ripresenta. Stando alle statistiche almeno un terzo degli attuali fumatori italiani ha tentato sul serio di dire addio alle sigarette. In media si riesce al quarto tentativo e solo i più determinati e autodisciplinati (circa 6 persone su 100) ce la fanno da soli, armati di due requisiti indispensabili: una ferrea forza di volontà e un’importante motivazione”.

Smettere di fumare in adolescenza non è solo una decisione personale, ma coinvolge anche chi sta intorno. Famiglia, amici e insegnanti possono fare molto per supportare chi vuole uscire dalla dipendenza. “Le punizioni e i divieti, sempre accompagnati da un dialogo che li motivi, possono servire quando il figlio è molto giovane e si ha ragione di credere che il suo fumare sia ancora abbastanza sporadico – risponde Munarini –. E’ fondamentale spiegare ai ragazzi che si tratta di una dipendenza e spiegare loro la nocività del fumo passivo, vietando il fumo in tutta la casa. E ovviamente dando il buon esempio: se il genitore fuma deve provare a smettere oltre che chiederlo al figlio.”

Anche altri elementi possono aiutare a motivare un ragazzo a smettere: “Altre motivazioni possono arrivare dall’attività sportiva e sessuale (il fumo diminuisce le prestazioni su entrambi i fronti) ed estetiche: pelle, capelli, denti risentono da subito degli effetti nocivi, che regrediscono rapidamente se si smette”.

E poi c’è un aspetto molto concreto, quello economico: “Il denaro, non a caso, molti giovani e giovanissimi preferiscono comprare il tabacco trinciato e rollare da sé le sigarette: è bene far capire ai ragazzi quali e quante altre cose potrebbero fare con i soldi che utilizzano per fumare”.

Lo svapo, spesso sottovalutato, può essere una vera trappola. “Primo, farlo insieme agli amici può essere una buona strategia – dice Munarini –. Difficilmente tutto il gruppo aderirà all’iniziativa di smettere, ma, con un piccolo stimolo qualcuno facilmente lo farà e potrebbe essere un fenomeno contagioso”.

La psicologa consiglia di valutare il modo più adatto per iniziare: “Secondo, nell’approcciarsi alla cessazione si può fare un breve periodo di riduzione (non più di un paio di settimane) per sentire meno il distacco, ma è anche possibile interrompere bruscamente, facendo molta attenzione i primi giorni a tenersi occupati con attività che non creino occasioni di tentazione, per cui no allo stress e sì allo sport e magari qualche nuovo hobby”.

Se si ha paura di non farcela da soli, esistono strutture pensate proprio per questo: “Terzo, se c’è il timore di patire la sindrome di astinenza, si può cercare aiuto nei Centri Antifumo, distribuiti sul territorio nazionale. Utilizzare le terapie validate per il tabagismo è la strada migliore: proprio negli ultimi mesi sono stati pubblicati diversi studi sul fatto che queste terapie farmacologiche hanno una buona efficacia anche nel caso delle sigarette elettroniche”.

Attenzione, però, a non confondere le cure vere con altri prodotti apparentemente innocui: “Quarto, attenzione invece alla confusione tra terapie validate per smettere e altri prodotti del tabacco (come sacchetti di nicotina): le prime, specie abbinate a un supporto psicologico promuovono l’uscita dalla dipendenza, mentre i secondi spostano solo il problema”.

Fumare, svapare, dipendere dalla nicotina non è un gioco. Uscirne richiede motivazione, pazienza e spesso anche supporto. Ma è possibile, e iniziare da giovani è il modo migliore per liberarsi una volta per tutte. Per sé stessi, per la propria salute e per vivere davvero liberi.

Smettere di fumare in gravidanza: metodi

Feb 15
Scritto da Annamaria avatar

Decidere di smettere di fumare in gravidanza (e proseguire anche dopo senza bionde) è salute. Quali sono i metodi più efficaci? Perché a volte dire basta può arrecare molto stress.

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Tra i metodi per smettere di fumare in gravidanza c’è al primo posto quello di mettersi in contatto con i Centri antifumo approvati dall’Istituto superiore di sanità. Qui sicuramente la donna riceverà validi supporti sia sul piano farmacologico che psicologico.  Le Linee guida fanno sapere, infatti, che mentre si è incinta è possibile iniziare una terapia sostitutiva nicotinica (NRT) per il tempo e nella quantità necessarie. L’NRT è disponibile in cerotti, gomme da masticare, confetti, spray sublinguale e inalatori.

E’ probabilmente questo tra i metodi per smettere di fumare in gravidanza il migliore. A chi è incinta si cerca di consigliare i prodotti “al bisogno”, quindi meglio la gomma da masticare che il cerotto, che immette quotidianamente nel corpo un quantitativo fisso di nicotina. La NRT è una terapia che va comunque sempre supervisionata da un medico.

Altro tra i metodi, da integrare possibilmente è quello psicologico e motivazionale, tramite terapeuta, Aiutano, tantissimo, pe pratiche che generano benessere, come respirazione, meditazione, yoga, in cui si assume e gestisce molto autocontrollo.

Smettete di fumare: fatelo per voi e per il vostro bambino.

Giovani: e-cig causano seri rischi salute

Giu 30
Scritto da Annamaria avatar

Aumenta tra i giovani l’utilizzo delle e-cig, ma queste e il tabacco riscaldato possono causare seri rischi per la salute.

giovani e cig causano rischi salute

I medici internisti mettono in guardia, l’aumento delle e-cig tra i giovani preoccupa.  Esistono seri rischi per la salute, dalle infiammazioni delle vie respiratorie fino alle alterazioni del Dna. E’ questo l’allarme lanciato dalla Società Italiana di Medicina Interna (Simi) in merito alla diffusione del fumo tra i più giovani.

“Purtroppo l’uso di e-cig e prodotti a tabacco riscaldato sta aumentando in maniera preoccupante tra i giovani e gli adolescenti, che rischiano di sviluppare una dipendenza dalla nicotina e di avvicinarsi in seguito al fumo tradizionale. Il loro uso nei giovanissimi deve essere ristretto con tutti i mezzi”, sottolinea Antonello Pietrangelo, past president della Simi.

“L’aumento di dipendenza dal fumo porta a rischi come l’infiammazione delle vie aeree e l’aumento della suscettibilità alle infezioni virali. Inoltre, anche se in modo diverso rispetto alle sigarette tradizionali, e-cig e prodotti a tabacco riscaldato contengono sostanze chimiche in grado di alterare il Dna e questo potrebbe favorire la comparsa di tumori, a distanza di anni. Gli utilizzatori di e-cig hanno poi rispetto ai non fumatori una maggior incidenza di asma e Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e sintomi peggiori. Un fatto che fa cadere il mito dell’innocuità di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato”, precisano ancora gli esperto di Simi. Le e-cig causano seri rischi alla salute: i giovani devono esserne consapevoli.

Fumo: è boom tra i giovani

Mag 31
Scritto da Annamaria avatar

Oggi è la Giornata Mondiale senza tabacco. Perché fumare fa male. Ma i dati sconvolgono: per quanto riguarda il fumo è boom tra i giovani.

Come riporta l’Ansa, in Italia, la maggioranza degli adulti tra i 18 e i 69 anni non fuma (59%) o ha smesso di fumare (17%), ma un italiano su quattro è ancora un fumatore (24%). E questa percentuale cresce tra i giovani. Il 30,2% usa almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, tabacco riscaldato o sigaretta elettronica. Sempre in questa fascia di età raddoppia il policonsumo, ovvero l’utilizzo contemporaneo di diversi prodotti, che si attesta al 62,4%, rispetto a un precedente 38,7%. E’ la fotografia che emerge da due diverse indagini dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Le ricerche registrano anche un calo netto del numero dei centri antifumo. “Negli ultimi 15 anni la percentuale di fumatori si è ridotta, ma troppo lentamente. Erano il 30% nel 2008, adesso si attestano al 24% – evidenzia il presidente dell’Iss Rocco Bellantone –. Questo processo va accelerato puntando sulla prevenzione, che deve partire dalle scuole. Sono infatti proprio le scuole uno dei luoghi principali in cui costruire una socialità tra i bambini e ragazzi che punti a promuovere stili di vita sani, come l’abitudine a non fumare”.

E’ boom tra i giovani, anzi, giovanissimi. Le notizie sul fumo riguardanti loro preoccupano. Un’indagine Iss ha preso in esame gli studenti nell’anno 2023-2024 su un campione di 6012 ragazzi. Circa uno studente su tre tra i 14 e i 17 anni (30,2%) ha fatto uso di un prodotto a base di tabacco o nicotina negli ultimi 30 giorni, tra sigarette tradizionali, elettroniche e tabacco riscaldato. Tra le ragazze il consumo è leggermente maggiore. Quasi raddoppia rispetto al 2022 in questa fascia d’età il policonsumo, cioè l’utilizzo contemporaneo di questi prodotti, che si attesta al 62,4%, rispetto a un precedente 38,7%. 

L’età del primo contatto con la nicotina si attesta tra i 13 e i 14 anni. Inoltre, non appaiono esservi stretti controlli sull’età al momento dell’acquisto, tanto che la maggior parte dei ragazzi intervistati afferma di aver acquistato personalmente i prodotti al bar o dal tabaccaio. In circa un caso su tre i genitori sono a conoscenza del fatto che i ragazzi utilizzano un prodotto a base di tabacco o nicotina. E sembrano tollerare maggiormente l’utilizzo dei nuovi prodotti rispetto alla sigaretta tradizionale. 

Ma i rischi non sono da sottovalutare. Non a caso, afferma Simona Pichini che dirige il Centro Nazionale Dipendenze e Doping Iss, “l’Oms ha scelto come slogan per la giornata di quest’anno ‘Proteggere i bambini dalle interferenze dell’industria del tabacco’. Non bisogna dimenticare che la nicotina è una sostanza che dà dipendenza, e che ci sono evidenze degli effetti negativi per la salute anche dall’uso di questo tipo di dispositivi”. Il fumo fa boom tra i giovani: è necessario intervenire.

“L’uso composito – spiega Giovanni Capelli, direttore del Centro Prevenzione delle malattie e Promozione della Salute Iss (CNAPPS) – è una sfida per la salute pubblica perché non si può escludere che la combinazione di sigarette tradizionali e dispositivi elettronici, con e senza nicotina, si traduca in aumento del rischio per la salute”. 

Gravidanza: come smettere di fumare

Apr 09
Scritto da Annamaria avatar

Se piacciono le bionde, può essere un problema in gravidanza. Come smettere di fumare? Per me è stato facile: appena sono rimasta incinta mi è venuta la nausea per le cose che erano per me fondamentali, le sigarette e il caffè, quindi ho detto automaticamente stop. Per tante però è diverso

gravidanza come smettere di fumare

Come smettere di fumare in gravidanza? Prima di tutto è bene sapere che, se la dolce attesa si programma, sarebbe opportuno farlo almeno tre mesi prima di rimanere incinta. Ma non sempre è possibile o il desiderio diviene immediatamente realtà, quando si parla di cicogna. Allora, in caso contrario, è basilare farlo appena si scopre la gestazione.

E’ importante, se si hanno dubbi, sapere come smettere di fumare durante una gravidanza. Si può intervenire sul piano psicologico e motivazionale di una futura mamma tramite counseling psicologico e pratiche di supporto come mindfulness, pratiche di respirazione e yoga meditativo, che aiutano a sconfiggere la dipendenza e a calmarsi anche con la meditazione. Se fosse piuttosto complicato e non bastasse, allora si può usare terapia nicotinica nel dosaggio minimo e per il tempo minore possibile, sempre consultando il proprio medico però.

L’utilizzo di terapia nicotinica al bisogno, è meglio sotto forma di gomme da masticare, caramelle o inalatore., evitando così il cerotto. Ma se si avessero problemi al cavo orale o gastrici, è possibile usare anche il cerotto a basso dosaggio.

Sigaretta elettronica in gravidanza

Giu 07
Scritto da Annamaria avatar

La sigaretta elettronica è considerato uno dei metodi utili per smettere di fumare. Molte, proprio perché prive di monossido di carbonio, pensano siano ottimali in gravidanza per non cadere in tentazione. Ma, come sottolinea la Fondazione Veronesi, è meglio di no.

Elena Munarini, psicologa e psicoterapeuta presso il Centro antifumo Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e componente del Comitato scientifico per la lotta al fumo di Fondazione Umberto Veronesi sottolinea: “Le donne fumatrici in gravidanza rischiano di trovarsi da sole a dover gestire il senso di colpa. Il consiglio di fumare meno sigarette possibili, spesso fornito dai ginecologi, non sempre riesce a essere seguito. Per questo motivo in ogni ospedale dovrebbe esserci un servizio antifumo che aiuti le future mamme nel loro percorso, anche grazie a un sostegno psicologico motivazionale”. (altro…)

Alcol, fumo, gioco d’azzardo: guida anti-dipendenze

Gen 21
Scritto da Annamaria avatar

Ho una bambina che ha appena compiuto 11 anni e si avvia inesorabilmente verso l’adolescenza. Alcol, fumo e gioco d’azzardo potrebbero non essere ipotesi lontane pure per lei, come per moltissimi altri ragazzi. Arriva la guida anti-dipendenze del Bambino Gesù.

Il 20% dei giovani tra i 15 e i 34 anni nel nostro Paese consuma spesso alcolici, il 16% fuma fino al compimento dei 24 anni e il 19% ha consumato cannabis nell’arco di un anno. La percentuale dei giovani tra i 14 e i 19 anni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta all’anno è addirittura del 49%. (altro…)