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Partorire in casa

Giu 06
Scritto da Annamaria avatar

Negli ultimi anni, sempre più donne stanno riscoprendo la possibilità di partorire in casa, a domicilio, un’opzione che fino a qualche decennio fa era la norma, e che oggi si sta lentamente riaprendo spazio tra le alternative possibili per la nascita di un figlio. Ma perché scegliere di partorire in casa, quando ospedali e cliniche offrono ogni tipo di supporto medico? La risposta non è unica, ma si intreccia con un desiderio di intimità, rispetto dei tempi naturali, e protagonismo femminile. Vediamo insieme i motivi principali per cui molte famiglie oggi optano per il parto tra le mura di casa.

parto in casa

Partorire in casa significa trovarsi nel proprio spazio, circondate da oggetti, profumi, suoni e persone che fanno parte della propria quotidianità. Questo può rendere l’esperienza del parto più serena, rilassata e meno medicalizzata, riducendo stress e paura.Molte donne raccontano di aver vissuto un senso di potere e connessione profonda con il proprio corpo durante un parto a domicilio, grazie all’assenza di orari rigidi, luci fredde e protocolli ospedalieri.

Nel parto a domicilio, la donna è al centro. Non viene “gestita” secondo schemi standard, ma accompagnata nei suoi tempi, nei suoi movimenti, nelle sue scelte.Non ci sono interventi inutili o accelerazioni forzate, se non in caso di reale necessità. Il travaglio può avvenire dove e come preferisce: in acqua, in piedi, camminando o stesa nel suo letto. Il corpo viene ascoltato, non interrotto.

Un parto in casa non è mai un salto nel vuoto. È sempre accompagnato da ostetriche esperte, spesso due, che seguono la mamma fin dalla gravidanza e restano anche dopo, nelle ore e nei giorni successivi al parto.Questa continuità assistenziale crea un rapporto di fiducia forte, che è fondamentale nel momento più delicato della nascita. Inoltre, le ostetriche portano con sé il materiale necessario per affrontare eventuali imprevisti e sono preparate a valutare tempestivamente quando un trasferimento in ospedale si rende necessario.

Anche per il bambino, nascere in un ambiente tranquillo e silenzioso può essere meno traumatico. Subito dopo la nascita, il contatto pelle a pelle con la mamma non viene interrotto, e l’attaccamento al seno avviene in modo naturale, senza interferenze. Tutto avviene con calma, nel rispetto dei ritmi del neonato, che viene accolto dolcemente in un ambiente privo di rumori forti o luci aggressive.

Il parto a domicilio è sicuro per le gravidanze fisiologiche, ossia senza complicazioni. Le ostetriche valutano con attenzione lo stato di salute della mamma e del bambino prima di confermare che ci siano le condizioni per procedere. In caso di emergenza, il trasferimento in ospedale è previsto e organizzato con rapidità. I dati statistici confermano che, in caso di gravidanze selezionate, i parti in casa non presentano rischi superiori a quelli in ospedale.

Scegliere un parto così non è una moda né un capriccio, ma una decisione informata e consapevole. È il desiderio di molte donne di vivere la nascita in modo naturale, rispettoso e personale. Come ogni scelta importante, va condivisa con il partner, valutata con i professionisti di fiducia e considerata solo se ci sono le condizioni di sicurezza.

Parto in casa: consigli per non rischiare

Dic 06
Scritto da Annamaria avatar

Il parto in casa diventa sempre più ‘in’. I consigli per non rischiare della Società italiana di neonatologia (Sin) sono utili. Perché è bellissimo e tenero il parto in casa, ma meglio stare tranquille.
Per dire di sì al parto in casa bisogna che la gestante non abbia patologie particolari. Soprattutto è necessario affidarsi a ostetriche formate e sapere che in caso di necessità è possibile raggiungere facilmente una struttura attrezzata per le emergenze.

Maurizio Bonati, Responsabile del Dipartimento di Salute Pubblica dell’IRCCS Istituto Di ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, ha spiegato: “Oggi sono circa un migliaio ogni anno i bambini che nascono in casa in Italia. Un fenomeno che interessa solo alcune Regioni e pochi genitori molto determinati a contrastare la medicalizzazione talvolta eccessiva del percorso nascita”. (altro…)