Partorire in casa

Negli ultimi anni, sempre più donne stanno riscoprendo la possibilità di partorire in casa, a domicilio, un’opzione che fino a qualche decennio fa era la norma, e che oggi si sta lentamente riaprendo spazio tra le alternative possibili per la nascita di un figlio. Ma perché scegliere di partorire in casa, quando ospedali e cliniche offrono ogni tipo di supporto medico? La risposta non è unica, ma si intreccia con un desiderio di intimità, rispetto dei tempi naturali, e protagonismo femminile. Vediamo insieme i motivi principali per cui molte famiglie oggi optano per il parto tra le mura di casa.

Partorire in casa significa trovarsi nel proprio spazio, circondate da oggetti, profumi, suoni e persone che fanno parte della propria quotidianità. Questo può rendere l’esperienza del parto più serena, rilassata e meno medicalizzata, riducendo stress e paura.Molte donne raccontano di aver vissuto un senso di potere e connessione profonda con il proprio corpo durante un parto a domicilio, grazie all’assenza di orari rigidi, luci fredde e protocolli ospedalieri.
Nel parto a domicilio, la donna è al centro. Non viene “gestita” secondo schemi standard, ma accompagnata nei suoi tempi, nei suoi movimenti, nelle sue scelte.Non ci sono interventi inutili o accelerazioni forzate, se non in caso di reale necessità. Il travaglio può avvenire dove e come preferisce: in acqua, in piedi, camminando o stesa nel suo letto. Il corpo viene ascoltato, non interrotto.
Un parto in casa non è mai un salto nel vuoto. È sempre accompagnato da ostetriche esperte, spesso due, che seguono la mamma fin dalla gravidanza e restano anche dopo, nelle ore e nei giorni successivi al parto.Questa continuità assistenziale crea un rapporto di fiducia forte, che è fondamentale nel momento più delicato della nascita. Inoltre, le ostetriche portano con sé il materiale necessario per affrontare eventuali imprevisti e sono preparate a valutare tempestivamente quando un trasferimento in ospedale si rende necessario.
Anche per il bambino, nascere in un ambiente tranquillo e silenzioso può essere meno traumatico. Subito dopo la nascita, il contatto pelle a pelle con la mamma non viene interrotto, e l’attaccamento al seno avviene in modo naturale, senza interferenze. Tutto avviene con calma, nel rispetto dei ritmi del neonato, che viene accolto dolcemente in un ambiente privo di rumori forti o luci aggressive.
Il parto a domicilio è sicuro per le gravidanze fisiologiche, ossia senza complicazioni. Le ostetriche valutano con attenzione lo stato di salute della mamma e del bambino prima di confermare che ci siano le condizioni per procedere. In caso di emergenza, il trasferimento in ospedale è previsto e organizzato con rapidità. I dati statistici confermano che, in caso di gravidanze selezionate, i parti in casa non presentano rischi superiori a quelli in ospedale.
Scegliere un parto così non è una moda né un capriccio, ma una decisione informata e consapevole. È il desiderio di molte donne di vivere la nascita in modo naturale, rispettoso e personale. Come ogni scelta importante, va condivisa con il partner, valutata con i professionisti di fiducia e considerata solo se ci sono le condizioni di sicurezza.
Parto in casa: cresce la domanda

Cresce la domanda per il parto in casa. Questa tendenza, che in Italia si stima essere intorno allo 0.05-0.1%, sembra essersi incrementata negli ultimi mesi dalla volontà di evitare gli ospedali.
“L’ospedale è sempre il posto più sicuro dove partorire”, sottolinea il Prof. Fabio Mosca, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN) in occasione della Giornata Internazionale del Parto in casa, che ricade il 6 giugno. “Anche in tempo di Coronavirus, i nostri punti nascita sono più che mai protetti, con personale dedicato e percorsi separati per accettazione ostetrica, sale parto, puerperio e nido”. (altro…)
Parto in casa per la SIN da evitare

Il parto in casa è rischioso. Per la SIN, Società Italiana di Neonatologia, è da evitare. Lo sottolinea ancora una volta, precisando che l’ospedale è il luogo più sicuro dove dare alla luce un bambino.
La scelta di partorire in casa rappresenta lo 0.5-2% dei casi a seconda delle aree geografiche. In Italia non ci sono dati precisi, ma si stimano circa 500 parti all’anno a domicilio o in casa maternità, quindi lo 0,1% dei circa 450.000 nati l’anno. Alcune donne optano per il parto in casa, in una visione più olistica della gravidanza, da vivere in un ambiente più intimo e confortevole, come quello domestico. Da quando è iniziata la diffusione del parto in ospedale, grazie alla costruzione degli stessi durante la metà del secolo scorso, tuttavia, si è considerevolmente ridotta la mortalità e la morbilità materna e neonatale, che attualmente hanno raggiunto in Italia livelli di assoluta eccellenza. (altro…)
Parto in casa meno sicuro che in ospedale

Il parto in casa è meno sicuro che quello in ospedale. Secondo uno studio israeliano il rischio di mortalità del neonato cresce di oltre due volte e mezzo rispetto al secondo. “Nonostante gli avanzamenti tecnologici, il parto è inevitabilmente un momento ad alto rischio per mamma e bebè; in clinica però è possibile monitorare entrambi ed essere pronti a intervenire subito in caso di bisogno. In passato la differenza fra partorire in casa o in ospedale era meno evidente, perché le conoscenze mediche erano inferiori; oggi è netta”, spiega l’autore della ricerca, Eyal Sheiner dell’università del Negev. (altro…)
Parto in casa sicuro non per tutte

Il parto in casa è sicuro per molte donne, ma non per tutte. Ma molto di moda in questi ultimi tempi, è anche in qualche modo ritenuto romantico da alcune mamme e papà, che vogliono vedere nascere il figlio nel loro letto, tra le mura domestiche. Va però sottolineato che il parto in casa non è sicuro per tutte, ancora una volta. Non va quindi scelto con leggerezza. (altro…)
Parto in casa: consigli per non rischiare

Il parto in casa diventa sempre più ‘in’. I consigli per non rischiare della Società italiana di neonatologia (Sin) sono utili. Perché è bellissimo e tenero il parto in casa, ma meglio stare tranquille.
Per dire di sì al parto in casa bisogna che la gestante non abbia patologie particolari. Soprattutto è necessario affidarsi a ostetriche formate e sapere che in caso di necessità è possibile raggiungere facilmente una struttura attrezzata per le emergenze.
Maurizio Bonati, Responsabile del Dipartimento di Salute Pubblica dell’IRCCS Istituto Di ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, ha spiegato: “Oggi sono circa un migliaio ogni anno i bambini che nascono in casa in Italia. Un fenomeno che interessa solo alcune Regioni e pochi genitori molto determinati a contrastare la medicalizzazione talvolta eccessiva del percorso nascita”. (altro…)
Parto in casa

Il parto in casa diventa sempre più una valida alternativa al classico parto in clinica. Ora anche uno studio sottolinea tutti i suoi benefici. Per le gestanti in buona salute sarebbe addirittura preferibile, la scelta ideale.
Uno studio del NICE, il National Institute for Health and Care Excellence, istituito inglese che si occupa di sanità ed eccellenza nelle cure mediche afferma che il parto in casa è super. La pubblicazione, intitolata ‘Intrapartum care: care of healthy women and their babies during childbirth’, riportata dalla rivista pediatrica UPPA. precisa che “le donne dovrebbero partorire senza dottori”. Il parto più sicuro sarebbe quello in casa o nei centri per la nascita, solo le gestanti ad alto rischio dovrebbero partorire in ospedale. Il documento dice pure a chiare lettere che scegliere dove partorire è un diritto sacrosanto di ogni donna. (altro…)
Nel Lazio 800 euro per chi partorisce in casa

La Regione Lazio ha subito sottolineato che è un semplice rimborso, non un incentivo, comunque chi d’ora in poi deciderà di partorire il proprio bebè in casa avrà un bonus di 800 euro, per coprire in parte la spesa per ostetriche o altro personale che opera privatamente.
In Italia, secondo il rapporto “Cedap” del Ministero della Salute, la percentuale di parti in casa è molto bassa, arriva al massimo allo 0,4% in Friuli Venezia Giulia. Ogni anno nel nostro Paese circa 1.500 donne fanno questa scelta. Solo alcune regioni, Piemonte, Emilia Romagna, Marche e da pochi giorni appunto il Lazio, oltre alle province di Bolzano e Trento, garantiscono un rimborso parziale delle spese. La possibilità di partorire tra le roprie mura – è spiegato nel decreto – è percorribile solo nel caso sia accertato dal ginecologo che si tratti di un parto naturale senza problemi.
Nonostante queste raccomandazioni, è già polemica.