Pallanuoto: perché fa bene ai bambini
La pallanuoto è uno sport affascinante, completo e ricco di energia che unisce il nuoto alla tattica di squadra, al gioco con la palla e all’attività fisica intensa. Poco conosciuta rispetto ad altri sport più “popolari”, la pallanuoto è invece una disciplina straordinariamente formativa. Ecco perché fa bene ai bambini.
La pallanuoto è uno sport di squadra che si gioca in acqua, in una piscina profonda almeno 1,80 m, tra due squadre composte da 7 giocatori ciascuna, compreso il portiere. L’obiettivo è segnare nella porta avversaria, in un tempo di gioco suddiviso in quattro tempi da 8 minuti effettivi. I giocatori non toccano mai il fondo: nuotano continuamente e si mantengono a galla con una tecnica chiamata galleggiamento verticale o “stile pallanuotistico”.
Un bambino può iniziare ad avvicinarsi alla pallanuoto intorno ai 7-8 anni, purché abbia già acquisito una buona autonomia nel nuoto. Generalmente, si comincia con corsi di “mini-pallanuoto“, pensati per rendere lo sport un gioco divertente, con regole semplificate, palloni leggeri e porte più piccole. Tra i 10 e i 12 anni si può iniziare a praticare la pallanuoto con maggiore regolarità e impegno, in piccoli campionati giovanili, seguendo allenamenti più strutturati.
Perché la pallanuoto fa bene ai bambini? E’ considerata uno degli sport più completi in assoluto, ed è ideale per lo sviluppo fisico e mentale dei bambini. Sviluppa il fisico in modo armonico: si lavora su braccia, gambe, addominali, schiena. Ottimo per la postura e la coordinazione. Migliora la resistenza e la capacità respiratoria, grazie al continuo sforzo in acqua. Insegna la disciplina e il rispetto delle regole: è uno sport in cui il gioco di squadra è fondamentale.
Non è finita qui. La pallanuoto fa bene ai bambini perché favorisce la socializzazione: i bambini imparano a collaborare, sostenersi e condividere esperienze con i compagni. Allena la prontezza mentale e i riflessi, poiché richiede decisioni rapide e buone capacità di osservazione e strategia. Inoltre diverte i piccoli diverte, li rinfresca e li mette in contatto con un elemento naturale importantissimo come l’acqua.
Ippoterapia: benefici
L’ippoterapia migliora sotto tanti aspetti la vita di grandi e piccini. I benefici sono moltissimi, soprattutto in chi è affetto da disturbi psichici, alcune disabilità fisiche e autismo.
E’ una delle discipline pet therapy più utilizzate. L’ippoterapia si svolge in centri specializzati con cavalli selezionati e istruttori qualificati. Le sedute sono di circa un’ora: i piccoli si giovano di stare all’aria aperta e di affrontare al meglio i loro problemi, che piano, piano si risolvono o migliorano.. Quali sono nello specifico i benefici che apporta?
Ci sono prima di tutto i benefici socio-affettivi. Durante il percorso di ippoterapia, il paziente crea una vera e propria relazione con il cavallo, che nel tempo può trasformarsi anche in un legame affettivo. L’animale diventa un mediatore emozionale.: ciò contribuirà a migliorare le doti relazionali e sociali del bimbo che così aumenterà i livelli di comunicatività con le persone che lo circondano.
Dal punto di vista fisico, i benefici dell’ippoterapia sono davvero molti: miglioramento di equilibrio, tono muscolare, coordinazione e postura. Il bambino avrà maggiore coscienza del proprio corpo.
Ci sono poi i benefici conignitivi-sensoriali, gestendo l’animale i bambini svilupperanno pensiero induttivo e logica organizzativa, saranno concentrati, avranno maggiore sensibilità.
L’ippoterapia aumenta in chi la pratica sicurezza e autostima: il risultato è una maggiore stabilità emotiva. Miglioramento, pure delle capacità relazionali e dello stare in gruppo. Non ultimo, è un’attività che stimola il rilascio delle endorfine, riducendo così lo stress e calmando. Ci sono pure, quindi, benefici fisiologici.
Sport tutela i bambini dalla dipendenza digitale
Può essere importante e non smetteremo mai di ripeterlo. Lo sport tutela i bambini dalla dipendenza digitale. Non serve solo a migliorare il benessere fisico, mentale ed emotivo. E’ anche uno dei modi migliori, tra l’altro, per apprendere valori fondamentali nel proprio percorso di vita, come la disciplina, il cameratismo e il lavoro di squadra. Questo condividendo gioia, emozioni. E anche, purtroppo, delusioni, che però fanno crescere e strutturano il carattere.
Il direttore della sostenibilità sociale e ambientale della Uefa, Michele Uva nel suo intervento al panel ‘Human Change’ in corso a Davos (Svizzera) nell’ambito del World Economic Forum, lo sottolinea. Parla del potenziale del calcio e dello sport in genere che tutela i bambini dalla dipendenza dipendenza digitale. “Fare attività fisica non è solo la soluzione migliore per promuovere il benessere fisico, mentale ed emotivo dei bambini e dei ragazzi. Ma è anche un modo per apprendere valori importanti come il lavoro di squadra, il cameratismo e la disciplina. Attraverso lo sport i più giovani imparano a comunicare, a cooperare e a rispettare le barriere reciproche”, dice.
La campagna Human Change è un’iniziativa di sensibilizzazione global. Unisce esperti attorno a un impegno comune per aumentare la consapevolezza sui rischi posti dai social media e dai dispositivi digitali al benessere mentale dei bambini. Per Uva il calcio e gli altri sport sono un antidoto al senso di solitudine e isolamento sociale che può derivare dall’uso eccessivo dei dispositivi digitali, si legge sull’Ansa. “Il calcio ha un ruolo centrale da svolgere nel proteggere e influenzare i bambini. Federazioni, leghe, club e allenatori hanno uno strumento inestimabile per influenzare e ispirare le generazioni più giovani. – aggiunge Uva – Attraverso il calcio possiamo trasmettere messaggi essenziali sull’uso responsabile della tecnologia. Sull’importanza dell’ attività fisica e dei rapporti umani. E sull’importanza di proteggere i nostri figli dalla dipendenza digitale”. Lo sport tutela i bambini dalla dipendenza digitale, fatelo praticare ai vostri figli.