Controllo al cuore in gravidanza

Mar 12
Scritto da Annamaria avatar

Il controllo al cuore in gravidanza è fondamentale. Inizia da prima di avere il pancione. La visita cardiologica e aritmologica con ecg ed ecocolordopller cardiaco va fatta a tempo zero, ovvero appena ci si accorge di essere gravida e poi a 6 mesi e 9 mesi, ovvero pre-partum per un totale di 3 controlli del cuore. Un holter ecg delle 24 ore e della pressione arteriosa va fatta sempre a tempo zero come pure gli esami genetici per trombosi ed esami ematochimici, entrambi appena scoperta la dolce attesa.

Non bisogna essere superficiali, il controllo al cuore in gravidanza serve a evidenziare qualsiasi problema e a porvi rimedio in tempo. L’elettrocardiogramma durante la gestazione viene prescritto dal medico intorno alle 37esima settimana se il parto è previsto più o meno al termine della 40esima settimana, ma in caso di parto cesareo programmato è possibile sottoporsi a quest’esame anche prima. Genericamente, è consigliato a tutte le donne in dolce attesa, in via preventiva, in particolar modo a coloro che hanno problemi cardiovascolari, considerate gestanti ad alto rischio. Inoltre è fortemente consigliato a chi ha superato i 35 anni, a fronte di un trascorso da fumatrice e a coloro che non hanno eseguito il test negli ultimi 3 anni.

“La gravidanza può modificare il sistema cardiovascolare della donna, con effetti che si protrarranno anche nel post-partum. La gravidanza determina infatti tutta una serie di modificazioni emodinamiche, necessarie a soddisfare le esigenze nutritive nel feto. Tra queste ricordiamo l’aumento del volume di sangue circolante, della gittata sistolica e della frequenza cardiaca. Entro certi limiti, l’aumento della frequenza cardiaca nel corso dei nove mesi di gravidanza può essere considerato fisiologico, la frequenza salirà di circa 15 battiti al minuto rispetto ai valori pre-gravidici, mentre un quinto del sangue circolante materno affluirà costantemente all’utero. Una leggera tachicardia è correlata allo sviluppo fetale: già nelle prime fasi della gestazione, i battiti del cuore materno accelerano per fornire al bambino un apporto adeguato di ossigeno e nutrienti. Per tale motivo, nei primi mesi dopo il concepimento, la tachicardia appare più lieve e contenuta, mentre nella seconda parte della gravidanza si presenta in misura maggiore. In alcuni casi però, la tachicardia in gravidanza può essere aggravata da diversi fattori, tra cui ansia, disidratazione e aumento di peso, o può suggerire un problema di fondo come cardiopatie, disfunzioni tiroidee o anemia”, spiega il il Prof. Aldo Agnetti, Responsabile dell’Ambulatorio di Cardiologia Pediatrica al Salus Hospital di Reggio Emilia.

Mai tralasciare il periodico controllo al cuore in gravidanza e considerarlo un qualcosa di estremamente normale, che non deve creare alcun tipo di preoccupazione.

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