Articoli della categoria ‘GRAVIDANZA’

Post parto: no ad attività aerobiche intense

Apr 21
Scritto da Annamaria avatar

Nel post parto è importantissimo riprendere a muoversi, l’attività fisica fa bene ed è una forma di prevenzione anche per le malattie. No, però, ad attività aerobiche intense o troppo faticose.

post parto no ad attivita aerobiche intense

“Sia chi ha avuto un parto naturale sia chi ha avuto un parto cesareo dovrebbe evitare, nei primi tempi, di svolgere attività aerobiche troppo intense e di utilizzare carichi durante l’allenamento. Inoltre, non bisognerebbe nemmeno sollevare pesi eccessivi”, sottolinea il dottor Marco Grassi a La Gazzetta dello Sport.

Il ginecologo del Reparto di Ginecologia dell’Ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno rassicura le neo mamme. Il post parto deve essere tranquillo, senza strafare. No ad attività aerobiche intense, ma non bisogna neppure preoccuparsi anche se si è ancora gonfie. “Durante la gestazione si verifica nell’organismo della donna un aumento dei fluidi corporei utili a soddisfare le esigenze del feto. Perché questi liquidi siano smaltiti dopo il parto occorrono alcune settimane, quindi non ci si deve preoccupare se si osservano ritenzione idrica, piedi, caviglie e mani gonfie”, chiarisce il medico.

 “Dopo il parto lo sport non solo aiuta a perdere i chili di troppo che non sono stati smaltiti subito, ma contribuisce anche ad aumentare il benessere psicologico. E’ però fondamentale riprendere a bassi ritmi, da intensificare a poco a poco in base alle risposte fornite dal fisico”, raccomanda il dottor Grassi. 

Fate con calma nel post parto. No ad attività aerobiche intense. Sì all lunghe camminate, la ginnastica dolce, lo yoga, il pilates e il nuoto.

Cosa mangiare in gravidanza secondo la PNEI

Apr 19
Scritto da Annamaria avatar

Si parla sempre più di alimentazione giusta col pancione. Cosa mangiare in gravidanza è basilare. Secondo la PNEI, la Psiconeuroimmunologia Clinica, ci sono regole facili e precise. 

La PNEI riguarda l’interazione tra psiche, neurologia, endocrinologia e immunologia, molto uniti tra di loro. Si occupa proprio di questa interazione reciproca tra il comportamento, l’attività mentale, il sistema nervoso, il sistema endocrino e la risposta immunitaria degli esseri umani. Secondo la PNEI l’epigenetica è basilare: in gravidanza mangiare bene farà sì che il neonato, ereditando la genetica dalla mamma, crescerà sano, basta sapere cosa.

Cosa mangiare in gravidanza secondo la PNEI quindi?

Verdure fresche e crude: gli ortaggi ci forniscono vitamine e minerali di qualità, oltre a facilitare la digestione e il transito intestinale. Per cena, è meglio optare per le verdure cotte dato che sono più facili da digerire, e danno all’organismo fibra non infiammatoria e ad azione prebiotica. 

Ogni mattina a colazione una porzione di frutta di vario tipo. Ma, dati gli zuccheri, solo a colazione, appunto.

A ogni pasto va aggiunta una porzione di proteine di qualità, come uova, pesce, carne e legumi, da alternare per poter beneficiare della varietà dei loro componenti.

Come fonte di grassi sani, usare l’olio extravergine d’oliva, le olive, l’avocado, il burro e la frutta secca (che, oltre al grasso, apportano minerali e calcio).

Limitare farine, zuccheri e ridurre drasticamente il consumo di latticini: il loro carico ormonale può essere dannoso.

Post-parto: quando chiedere aiuto

Apr 18
Scritto da Annamaria avatar

Il post-parto, col rientro a casa di una neomamma, deve essere soprattutto sereno. E’ chiaro che ogni donna abbia mille dubbi, timori, anche qualche paura, ma lo stress non aiuta. Va bene occuparsi del neonato, ma è opportuno prendersi qualche minuto per sé durante la giornata. Quando chiedere aiuto? Ci sono sintomi che devono considerarsi dei campanelli d’allarme.

post parto quando chiedere aiuto

Nel post-parto è semplice sapere quando è necessario chiedere aiuto a uno specialista. E’ bene consultare il medico, di base o ginecologo o l’ostetrica, se si ha:

  • febbre pari o superiore a 38°C;
  • dolore al basso ventre;
  • perdite vaginali maleodoranti;
  • pesanti emicranie;
  • aumento delle perdite di sangue;
  • bruciore o prurito durante la minzione;
  • dolore a polpacci o gambe:
  • fiato corto.

Il bambino impegna tanto. Ma non serve preoccuparsi per un nonnulla. Nel post-parto tutto ciò fa vivere malissimo. Quando è necessario chiedere aiuto al pediatra quindi per il bebè? Anche in questo caso alcuni sintomi possono essere rivelatori, come si legge su Dire33:

  • febbre pari o superiore a 38ºC;
  • difficoltà respiratorie;
  • vomito frequente;
  • poco attivo/non risponde agli stimoli;
  • troppo agitato;
  • non mangia;
  • è pallido, le labbra sono blu;
  • non ha movimenti intestinali per 48 ore nella prima settimana.

Pressione bassa in gravidanza: rimedi

Apr 16
Scritto da Annamaria avatar

Col caldo che arriva, incinta, si può essere vittima della pressione bassa. In gravidanza ci sono rimedi per sconfiggerla?

pressione bassa in gravidanza rimedi

Prima di parlare dei possibili rimedi in caso di pressione bassa in gravidanza va detto che sono il più delle volte cause fisiologiche a scatenarla, oltre che ai cambiamenti climatici di stagione: la variazione ormonale, le mutazioni della circolazione sanguigna i sintomi della gestazione fanno sì che accada. I sintomi sono: 

  • Vertigini e possibili svenimenti
  • Stato confusionale e difficoltà a concentrarsi
  • Nausea
  • Vista offuscata
  • Fiato corto
  • Ronzio alle orecchie
  • Pelle pallida e sudori freddi
  • Aumento del senso di sete
  • Fatica e stanchezza, aggravate da sindrome da gambe stanche e pesanti
  • Irritabilità

La pressione bassa in gravidanza va combattuta con alcuni rimedi, a partire, come sempre, dall’alimentazione. Mangiare alimenti ricchi di vitamina C. Kiwi, agrumi e fragole, spinaci, lattuga e carciofi migliorano la pressione arteriosa. Anche quelli con vitamina B sono ottimi: carne, nel pesce, nelle uova e nei prodotti caseari. Poi pensare a cibi che contengano ferro, magnesio e potassio, senza rinunciare ai carboidrati e alle proteine.

Dietro consiglio del medico si può aumentare l’apporto di sale o si può mangiare più liquirizia e cioccolato fondente. Per porre rimedio alla ipotensione in dolce attesa il ginecologo o il medico può consigliare l’assunzione di integratori alimentari ricchi di vitamine, minerali e folati.

Danzare in gravidanza

Apr 13
Scritto da Annamaria avatar

Chi ama ballare, durante una gestazione è possibile che si domandi se danzare in gravidanza sia possibile, senza incorrere in rischi evitabili. Muoversi fa solitamente bene col pancione, ma con una certa accortezza.

Il dottor Antonio Simone Laganà, ginecologo, a Di Lei spiega: “Durante il periodo di gestazione, sarebbe preferibile evitare di andare in discoteca, per i rischi che potrebbero essere connessi a tale attività: essendo le discoteche generalmente affollate, si potrebbero ricevere inavvertitamente colpi al pancione tra la folla. Inoltre più  i suoni sono forti, maggiore sarà la reazione del bebè”. La musica altissima può influire negativamente sul feto e far male.

Danzare in gravidanza però ha i suoi benefici: “Mantenimento di un corretto peso corporeo, il miglioramento del tono muscolare e rinforzamento delle articolazioni di gambe, spalle e bacino”. Non solo: “L’adeguato esercizio della danza può portare ad un miglioramento dei problemi posturali che possono insorgere durante la gravidanza. Infine, si possono avere benefici anche dal punto di vista circolatorio/cardiovascolare, respiratorio, della resistenza fisica e della sfera emotiva e psicologica”.

I rischi sono nei salti, da evitare, anche perché c’è il pericolo di cadute, con tutto quel che ne può conseguire. “Sono consigliabili balli come danza del ventre, latino-americano, balli di coppia come liscio, valzer, ma anche danza moderna e il ballo spontaneo, purché non prevedano movimenti intensi, bruschi o pericolosi come, ad esempio, i salti, limitandosi ai passi che si conoscono già e che si è certi di poter eseguire, evitando anche lo sforzo fisico eccessivo”, dice l’esperto. Danzare in gravidanza? Si può, con moderazione. Chiaramente se si hanno problemi, rivolgersi al proprio medico di fiducia, quello che si segue durante la gestazione.

Gravidanza: come smettere di fumare

Apr 09
Scritto da Annamaria avatar

Se piacciono le bionde, può essere un problema in gravidanza. Come smettere di fumare? Per me è stato facile: appena sono rimasta incinta mi è venuta la nausea per le cose che erano per me fondamentali, le sigarette e il caffè, quindi ho detto automaticamente stop. Per tante però è diverso

gravidanza come smettere di fumare

Come smettere di fumare in gravidanza? Prima di tutto è bene sapere che, se la dolce attesa si programma, sarebbe opportuno farlo almeno tre mesi prima di rimanere incinta. Ma non sempre è possibile o il desiderio diviene immediatamente realtà, quando si parla di cicogna. Allora, in caso contrario, è basilare farlo appena si scopre la gestazione.

E’ importante, se si hanno dubbi, sapere come smettere di fumare durante una gravidanza. Si può intervenire sul piano psicologico e motivazionale di una futura mamma tramite counseling psicologico e pratiche di supporto come mindfulness, pratiche di respirazione e yoga meditativo, che aiutano a sconfiggere la dipendenza e a calmarsi anche con la meditazione. Se fosse piuttosto complicato e non bastasse, allora si può usare terapia nicotinica nel dosaggio minimo e per il tempo minore possibile, sempre consultando il proprio medico però.

L’utilizzo di terapia nicotinica al bisogno, è meglio sotto forma di gomme da masticare, caramelle o inalatore., evitando così il cerotto. Ma se si avessero problemi al cavo orale o gastrici, è possibile usare anche il cerotto a basso dosaggio.

Posizioni vietate in gravidanza

Apr 06
Scritto da Annamaria avatar

In gravidanza il nostro corpo cambia, ecco perché ci sono posizioni vietate, che è meglio non assumere. Quali sono?

posizioni vietate in gravidanza

Prima magari in quel modo si stava comodissima, ma in gravidanza, nei nove mesi di gestazione, meglio di no. Tra le posizioni vietate col pancione, sicuramente c’è quella che prevede di tenere le gambe accavallate. Se lo si fa, aumenta infatti la possibilitàin di far formare coaguli di sangue e di sviluppare una trombosi venosi profonda, a causa dell’eccessiva pressione esercitata sugli arti inferiori. E’ fondamentale favorire il benessere delle gambe e della circolazione sanguigna della madre. Bisogna stare attenti al ritorno venoso.

In gravidanza un’altra delle posizioni vietate è quella del piegamento in avanti: meglio piegare le ginocchia e abbassarsi in modo lento, pensando a mantenere la schiena dritta. Non stare mai, poi’ per troppo tempo sedute: alzarsi almeno ogni ora, così che la circolazione di riattivi. 

Quando si dorme, non adottare mai la posizione da prona, con la pancia verso il basso quindi, ma neppure quella supina, a pancia all’insù. L’eccessiva pressione esercitata proprio dalla pancia, può determinare dolore alla schiena, emorroidi e anche un abbassamento della pressione. Attenzione anche a dormire sl fianco destro, per il possibile schiacciamento della vena cava, che potrebbe provocare un rischi di salute al bebè che si porta in grembo.

Doula

Apr 03
Scritto da Annamaria avatar

Cos’è una Doula. La parola, originaria della cultura greca, letteralmente significa “donna che serve”. Questa figura accompagna le donne nel percorso della maternità, occupandosi del suo benessere.

La Doula è una presenza costante accanto non solo alla donna incinta, ma alla coppia per l’intero percorso che renderà genitori. Offre un sostegno empatico, ma non giudicante. Non sostituisce il alcun modo i professionisti sanitari, il suo ruolo è solo ascoltare attivamente, rassicurare, mettersi al servizio di chi la sceglie sia nel corso della gestazione, sia durante il parto che nel post-partum.

doula

“Uno dei contributi più preziosi che una Doula può apportare in gravidanza, è dare valore a ciò che la madre sente e percepisce, nutrendo così la sua fiducia nelle proprie sensazioni. Questo le tornerà molto utile al parto e, successivamente, nell’accudimento del bambino. Certi tipi di assistenza alla gravidanza e al parto, purtroppo, possono invece sortire l’effetto totalmente contrario. E intaccare questo ascolto interiore, andando a rinsaldare il senso di incapacità e inadeguatezza e generando quindi poi ansia e paura. Stare accanto ad una madre in questa fase, significa quindi creare un ambiente empatico e accogliente, nel quale la donna si senta libera di esprimere le proprie emozioni. I timori, le paure e le preoccupazioni legate alla gravidanza. In modo tale da mantenere uno stato d’animo positivo e favorire un’esperienza di nascita più gratificante”, spiega Simona, che ha scelto di avere questo ruolo, a Vogue Italia.

E ancora: “In questa fase la Doula può offrire informazioni sulla fisiologia, consigliare letture. Rspondere alle domande sulla gravidanza e il parto, aiutando la madre a comprendere i suoi diritti. A prendere decisioni informate sulle opzioni di assistenza in questo momento delicato e nella cura del neonato che maggiormente rispecchiano le sue preferenze, desideri e obiettivi”.

Dopo aver protetto la serenità della donna durante la gravidanza, il sostegno della Doula durante il parto mira a fornire un ambiente sicuro, confortevole ed empatico, promuovendo la fiducia e l’autonomia della madre nel processo della nascita. La sua presenza rassicurante e fiduciosa contribuisce a: custodire la pace e il silenzio del luogo della nascita; ridurre le interferenze durante il parto; farsi portavoce dei desideri e delle preferenze della madre fungendo da mediatrice con il personale sanitario”, continua.

“Nel post parto, in particolare nei primissimi giorni, madre e bambino gettano le basi della loro relazione. Hanno quindi bisogno di calma per dedicarsi alla scoperta reciproca. Per questo risulta preziosa la presenza di una figura come la Doula che possa proteggere e favorire questa intimità. In questa fase la Doula può offrire sia un supporto pratico tanto nel disbrigo delle faccende domestiche quanto nell’affrontare le sfide dell’allattamento. Sia facilitare il recupero emotivo, offrendo uno spazio sicuro per l’elaborazione dell’esperienza del parto e aiutando la donna a ritrovarsi nella sua nuova veste di madre, infondendo in lei sicurezza e fiducia”, precisa ancora..