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4 zuccheri ‘amici’

Feb 22
Scritto da Annamaria avatar

Lo zucchero porta dipendenza. Ormai è cosa arcinota. Io, ad esempio, l’ho ridotto al minimo indispensabile. Ma se noi mamme, e anche i papà vogliamo ridurre il girovita e, soprattutto, non vogliamo che i nostri bambini crescano in modo sbagliato, è indispensabile porci un freno. L’esperta Caterina Negro a La Gazzetta dello Sport rivela i 4 zuccheri ‘amici’ della dieta sana ed equilibrata.

4 zuccheri amici

“Secondo le linee guida dell’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità, la quota di zuccheri semplici introdotta ogni giorno con la dieta dovrebbe essere al massimo il 10% dei carboidrati totali. Nella vita di tutti i giorni, non si può parlare di ‘zuccheri amici della dieta’”, sottolinea la nutrizionista e biologa. Poi aggiunge: “Per fortuna; in natura non esistono alimenti composti da soli zuccheri semplici. Ecco quattro alimenti dolci da consumare in pace con dieta e coscienza”.

La Negro parla dei 4 zuccheri ‘amici’. “Pur contenendo una grande quantità di zuccheri semplici, in particolare fruttosio, la frutta apporta acqua, fibre, sali minerali, vitamine e fito-nutrienti. Scegliere frutta non troppo matura, biologica e varia. Tra i frutti meno zuccherini ci sono le fragole e i frutti di bosco e che tra quelli con più zucchero rientrano mango, cachi e mandarini”. Lancia pure un’idea per il dessert: “Frulla una banana congelata con due cucchiai di yogurt greco”. 

Non è tutto. Tra i 4 zuccheri ‘amici c’è anche il latte senza lattosio: “E’un alimento completo che può soddisfare il desiderio di dolcezza. L’idea in più? L’aggiunta di un cucchiaio di cacao”. Poi c’è il miele: “”A differenza dello zucchero da cucina contiene però vitamine, minerali, antiossidanti e proprietà antibatteriche. Ogni diverso miele ha specifici effetti benefici: quello di eucalipto è alleato contro le infezioni urinarie, di castagno aiuta la digestione, di tarassaco ha proprietà depurative. Il suo elevato potere calorico richiede di non abusarne, ma la rapida assimilabilità lo rende perfetto prima di un allenamento o durante un endurance: in questi momenti un cucchiaio di miele fornisce, con estrema dolcezza, la giusta carica di energia”.

Ultimo, ma solo nella lista, è un cibo che si considera erroneamente molto calorico: “In realtà la zucca è un frutto, fornisce poche calorie, la varietà mantovane circa 18kcal per 100 grammi; tutti però conoscono la sua dolcezza. L’avete mai usata come ingrediente principale in torte, muffin o biscotti? Fatelo; rimarrete soddisfatti”.

Dieta dello yogurt

Feb 02
Scritto da Annamaria avatar

Tra i tanti programmi nutrizionali che assicurano di tornare in forma in un battibaleno, sta facendo molto parlare la dieta dello yogurt. Gli esperti dicono che chi la fa può perdere addirittura fino a 10 chilogrammi in due settimane. E’ bene sottolineare che prima di affrontare un piano alimentare è sempre meglio rivolgersi a uno specialista che ci possa seguire. La dieta dello yogurt, però, incuriosisce molte donne, mamme o non.

Numerosi studi hanno certificato che un pasto ricco di proteine rende più attivo il metabolismo e fa bruciare più velocemente le calorie. Il Messaggero, parlando della dieta dello yogurt, scrive: “Lo yogurt è particolarmente povero di grassi, ma ricco di preziose proteine. Inoltre, si dice che il calcio contenuto nello yogurt abbia anche un effetto positivo sulla combustione dei grassi. Ciò impedisce al corpo di produrre troppa insulina, l’ormone che fa ingrassare. L’effetto non è insignificante: secondo uno studio, le donne che includono lo yogurt nella loro dieta perdono fino all’81% in più di grasso della pancia”.

L’assunto della dieta è combinare yogurt con cibi a basso contenuto di carboidrati in ogni pasto. Va abbinata chiaramente all’esercizio fisico per avere maggiori risultati. Il quotidiano romano fa anche un prospetto della dieta dello yogurt, basandosi sui consigli di My Personal Trainer, che sottolinea i benefici di questo tipo di alimentazione. Il menù di due giorni della settimana, per far capire meglio come funziona:

Giorno 1

Appena svegli: un bicchiere di acqua tiepida
Colazione: tè senza zucchero, 300g di yogurt magro
Pranzo: brodo vegetale, 300g di yogurt magro
Metà pomeriggio: 300g di yogurt magro, tè senza zucchero, 1 frutto
Cena: minestrone di verdura, 300g di yogurt magro
Prima di coricarsi: camomilla senza zucchero, 3 prugne secche

Giorno 2

Appena svegli: un bicchiere di acqua naturale
Colazione: tè amaro, 300g di yogurt magro con 2 cucchiai di cereali
Pranzo: brodo vegetale, 300g di yogurt magro, 1 frutto
Metà pomeriggio: 300g di yogurt magro, tè senza zucchero, 1 frutto
Cena: 200g di pesce al cartoccio, insalata verde con 1 cucchiaio di olio di oliva, spremuta senza zucchero, 1 panino integrale
Prima di coricarsi: camomilla senza zucchero, 3 prugne secche.

Bambini più bassi: importanza sport

Gen 17
Scritto da Annamaria avatar

I bambini inglesi sono più bassi di quelli coetanei di altri Paesi. “Negli ultimi dieci anni, secondo i dati, pubblicati da The Guardian, l’altezza media dei bambini inglesi di cinque anni  (110,9 cm) è scesa di 33 posti nelle classifiche internazionali, fino alla posizione 102. Per le bambine, si registra invece un calo di 27 posizioni, per un’altezza media di 109,9 cm”, si legge su La Gazzetta dello Sport. Colpa di povertà e malnutrizione. In Italia la situazione non è florida. L’altezza media non aumenta da 35 anni. L’importanza dello sport e di una dieta sana sicuramente aiuta.

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Majid Ezzati, professore di Salute globale all’Imperial College di Londra, in merito ai bambini più bassi al Times dice: “La causa della crescita rallentata dei bambini? Sembra essere la loro malnutrizione, soprattutto nelle comunità più povere del Paese. Sempre meno famiglie britanniche possono permettersi il cibo nutriente che aumenta lo sviluppo dei bambini senza farli ingrassare, come legumi, pesce, frutta e carne magra”. Tra i deterrenti alla crescita ci sono la sedentarietà e l’alimentazione. Per questo l’importanza dello sport diventa fondamentale.

E’ bene sottolineare che l’altezza è geneticamente determinata. L’importanza dello sport sta nel fatto che impegnandosi si può migliorare ad esempio la propria postura, stando così più eretti e quindi spingendo il corpo alla massima altezza possibile. Bambini più bassi? Genetica a parte, è indispensabile che migliorino la dieta e sviluppino muscoli e ossa, così da essere notevolmente più sani, e stando dritti, anche un po’ più alti.

Cibi della longevità

Dic 29
Scritto da Annamaria avatar

I cibi della longevità sono quelli che ci permettono di vivere più a lungo. Da genitori attenti dovremmo adottarli nella nostra dieta per il nostro completo benessere. Karen Cummings-Palmer, nutrizionista e specialista in ageless beauty, gestione dell’età e del peso, ne ha menzionati 6 a Vogue.

I cibi della longevità consigliati dall’esperta sono: i frutti di bosco, le nozi e i semi, le verdure a foglia verde, i funghi, il matcha, la curcuma.

cibi della longevita

Karen Cummings-Palmer ne spiega, uno a uno i benefici. Ecco perché ogni giorno dovremmo mangiare questi cibi della longevità.

“I frutti di bosco, e in particolare i mirtilli, sono in cima alla mia lista dei dei cibi della longevità – chiarisce la nutrizionista – Ricchi di vitamine A, C, K e di minerali come il manganese, i frutti di bosco favoriscono la salute della pelle, delle ossa, del cuore e del cervello. Hanno un sapore naturalmente dolce anche se sono poveri di zuccheri, e sono facilmente reperibili e versatili. Suggerisco di acquistarli possibilmente biologici, di congelarli, e di aggiungerne una manciata generosa a un frullato, qualche giorno alla settimana”.

“Le noci (mandorle, nocciole, noci, anacardi, pistacchi, noci di macadamia e del Brasile) e i semi (come quelli di zucca o di girasole), ricchi di Omega 3, fibre, calcio, magnesio e zinco, sono una portentosa fonte di energia nutrizionale benefica per la salute della pelle fino a quella del cervello, da incorporare in qualsiasi dieta: gustate una piccola manciata di noci crude, e cospargete i semi su zuppe, stufati e insalate; o tostateli leggermente con un po’ di olio d’oliva e una spolverata di sale dell’Himalaya, per una deliziosa alternativa agli snack industrializzati normalmente serviti con i drink”, continua l’esperta.

“Le verdure a foglia verde, in particolare gli spinaci e il kale (cavolo riccio), sono ottime fonti di luteina e zeaxantina, antiossidanti che svolgono entrambi un ruolo fondamentale nella protezione naturale dai raggi UV; consumatele preferibilmente dopo una leggera cottura. Incoraggio i miei clienti a puntare su un piatto pieno per il 50% di una palette di cibi verdi”, sottolinea.

“I funghi sono ricchi di potenti antiossidanti, come l’ergotioneina e il glutatione. Favoriscono la rigenerazione cellulare e le funzioni cognitive, fornendo al contempo un supporto al fegato – dice Cummings-Palmer – Sono un ingrediente versatile da incorporare nella dieta tre o quattro volte alla settimana. Provate i funghi portobello in una frittata, e assumete i funghi Reishi in forma di integratore, per esempio. Come gli esseri umani, i funghi hanno la capacità di assorbire la vitamina D dal sole, quindi esporre i funghi alla luce solare per almeno trenta minuti è un ottimo modo per sostenere la salute delle ossa, senza compromettere la salute della pelle”.

“Il Matcha è ricco di antiossidanti, e di un composto chiamato EGCG, un flavonoide che aiuta a prevenire i danni cellulari. I superpoteri del Matcha risiedono anche nelle sue molecole vegetali. Una volta digerite, aumentano la nostra capacità di combattere le malattie e i segni negativi dell’invecchiamento. Incoraggio i miei clienti a bere una o due tazze di Matcha al giorno”, dichiara la nutrizionista.

“La curcuma, ricca di curcumina, è un potente antinfiammatorio e antiossidante in grado di fornire una protezione cellulare vitale, e di alleviare le affezioni respiratorie. Combinate questa spezia con un po’ di olio di cocco e una macinata di pepe nero per massimizzare la biodisponibilità.  Abbinata a zenzero, cannella e latte di cocco, la curcuma è anche un’ottima base per stufati riscaldanti. E aggiungete la radice di curcuma fresca, insieme a un po’ di zenzero e succo di limone, nel vostro frullato preferito”, conclude Cummings-Palmer.

Novel food sicuri anche per bambini

Dic 28
Scritto da Annamaria avatar

Si chiamano novel food, sono gli alimenti a base di insetti. L’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha assicurato che quattro di questi sono sicuri anche per i bambini, come riportato da Italian Journal of Pediatrics. Ma i dubbi dei medici permangono.

I novel food nascono per proteggere il Pianeta, cercando nuove fonti di proteine. Come scrive il Corriere della Sera, “tra il febbraio 2022 e il febbraio 2023, la Commissione europea ha autorizzato l’Unione europea (UE) a immettere sul mercato quattro prodotti derivati da insetti che fanno parte dei cosiddetti nuovi alimenti o ‘novel food’. Espressione con cui ci si riferisce a qualsiasi cibo o ingrediente non utilizzato per il consumo umano su scala significativa nell’UE prima del 15 maggio 1997”.

Quelli approvati, ritenuti sicuri per tutti, anche per i bambini, dall’EFSA sono: verme giallo essiccato (larva di Tenebrio molitor); formulazioni di locuste (Locusta migratoria) congelate ed essiccate; formulazioni di grilli interi (Acheta domesticus) congelate ed essiccate; polvere di grilli (Acheta domesticus) parzialmente sgrassata. 

I novel food sono effettivamente sicuri anche per i bambini? I pediatri rimangono dubbiosi. “L’analisi dell’EFSA dei nuovi alimenti non è specifica per età. E questo è uno dei motivi di preoccupazione per un possibile inserimento di questi prodotti nella dieta dei bambini”, spiega Lorenzo Norsa, pediatra gastroenterologo. Il coordinatore dell’area di Nutrizione della Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP) e coautore della ricerca chiarisce: “L’analisi è basata su una applicabilità su ampia scala sul mercato europeo di tali cibi. E su un principio di non pericolosità. Non sono però presi in considerazione nello specifico i fabbisogni nutrizionali di alcune fasce di età particolari come i lattanti e i bambini. Nonché le differenze territoriali che determinano differenti schemi dietetici. Come la dieta mediterranea tipica della nostra area”.

Le proteine sono fondamentali per la crescita dei piccoli, le farine di insetti ne contengono molte. Ma c’è un ma. “Sul versante nutrizionale non disponiamo di alcuno studio che ci dimostri che un loro impiego in sostituzione di altre fonti di proteine in bambini normalmente alimentati con una dieta bilanciata come quella mediterranea possa rappresentare un reale beneficio”, precisa Norsa. “Al contrario. Sembra indiscutibile il vantaggio potenziale sulla sostenibilità ambientale e sull’ecologia di questa forma di proteine che non necessita di grandi terreni per la coltivazione e che non produce alte quantità di materiale da smaltire”.

“Il potenziale rischio allergico deriva dall’integrazione di un nuovo alimento che comunque è stato descritto come causale di reazioni anafilattiche in studi provenienti dall’Oriente”, sottolinea ancora Norsa. “Inoltre ci può essere una potenziale sovrapposizione allergica di alcuni componenti della farina di insetti con i crostacei,. Sono alimenti con un alto potenziale allergogeno. L’attenzione deve, quindi, essere posta in particolare per le prime somministrazioni in pazienti piccoli”.

“E’ importante, per pensare di introdurre alimenti nuovi sul mercato soprattutto nelle fasce di popolazione in crescita come i bambini, disporre di evidenze convincenti sulla loro sicurezza. Ma anche sul possibile impatto benefico in termini nutrizionali”, spiega ancora il medico. 

“I novel food, e non parlo solo di insetti, che vengono introdotti in modo massivo nella nostra alimentazione sono un fenomeno recente. E destinato a svilupparsi sempre di più nei prossimi anni”, precisa Claudio Romano. E’ presidente SIGENP e direttore di Gastroenterologia e fibrosi cistica pediatrica all’Università di Messina. Il coautore dello studio citato aggiunge: “Non basta indagare se sono indicati nella dieta degli adulti. E’ necessario chiarire specificamente, e senza lasciare zone d’ombra, se possono essere inclusi nell’alimentazione dell’infanzia. E quali sono le eventuali cautele. Questo è un compito nuovo e molto delicato che riguarda proprio i pediatri nutrizionisti. E quindi la nostra società scientifica. Direi una nuova area di lavoro”.

Come sopravvivere alle abbuffate natalizie

Dic 22
Scritto da Annamaria avatar

Le feste sono praticamente arrivate. Come sopravvivere alle abbuffate natalizie? La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha preparato, con il supporto del dott. Umberto Scognamiglio, membro del Consiglio Direttivo SINU e Primo Ricercatore CREA Centro di ricerca alimenti e nutrizione, alcuni suggerimenti utili per sapere esattamente come sopravvivere alle feste natalizie e alle relative abbuffate senza stress e sensi di colpa per la overdose di cibo.

Christmas new year dinner group concept

Ecco qui di seguito i consigli della SIMU. Se volete sapere come sopravvivere alla abbufate natalizie leggeteli con attenzione.

I giorni di festa

Se contiamo i giorni realmente festivi del Natale, le date sono essenzialmente quattro: le due vigilie e i relativi Natale e Capodanno. Anche se in questi quattro giorni dovessimo “abbuffarci” come se non ci fosse più un domani, la quantità di calorie ingerite non giustificherebbe mai quei chili in eccesso che siamo soliti lamentare dopo le feste. La ragione è nel fatto che i giorni delle abbuffate hanno inizio il 24 dicembre e proseguono sino al 7 di gennaio. Le cause? Spesso acquistiamo troppo, più del dovuto! Acquistiamo scegliendo la quantità e puntando meno che alla qualità. La paura, poi, di buttare o i sensi di colpa di non sprecare fanno il resto. Allora ecco che le cene e i pranzi si moltiplicano per l’intero periodo festivo. 

Sarebbe utile, invece, alternare ai pranzi e cene “liberi” dei giorni strettamente di festa, un regime alimentare più leggero e secondo i principi della dieta mediterranea per il resto del periodo, in modo da ridurre i giorni dedicati agli eccessi e seguire una alimentazione sana ed equilibrata.

Gli acquisti

Quello degli acquisti è un terreno scivoloso. Da una parte c’è il mondo produttivo che spinge ad acquistare di più, dall’altro il tema della sostenibilità ambientale che ci sensibilizza ad evitare gli sprechi. Stando alle stime di Coldiretti, lo scorso anno gli italiani hanno speso quasi 2,7 miliardi di euro per i cibi e le bevande da portare in tavola tra la cena della vigilia e il pranzo di Natale. Con una preferenza del pesce nel menù della vigilia e a Natale una maggiore proposta di carne con bolliti, arrosti e fritti, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, pizze rustiche e i dolci. 

La previsione di spesa per quest’anno, sebbene condizionata da una inflazione media del 12% sui prezzi dei principali prodotti alimentari natalizi, sarà, secondo le prime stime effettuate dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, di 169,00 euro (dato pressoché invariato rispetto allo scorso anno).

Spreco alimentare

L’indagine CREA sullo spreco alimentare nelle famiglie, condotta dall’Osservatorio sulle eccedenze sui recuperi e sugli sprechi alimentari (OERSA), dichiara che il 77% delle famiglie intervistate getta via cibo. A finire nel cassonetto sono principalmente frutta, verdura e pane. 

Stando agli analisti di Ener2Crowd, quest’anno, nel periodo delle feste, si getteranno oltre 500mila tonnellate di cibo, corrispondenti a più di 80 euro per nucleo familiare: uno spreco enorme che porta anche a un’impennata del livello di inquinamento, dal momento che ogni tonnellata di rifiuti alimentari produce 4,2 tonnellate di CO2. Si calcola che circa il 5% dei cibi che compriamo durante le feste di Natale non verrà consumato e sarà buttato. 

Avere un’idea più chiara su cosa scegliamo di cucinare e soprattutto per quante persone dobbiamo preparare, ci consentirà di fare acquisti più ragionati. La classica lista delle cose da comprare è sempre una valida strategia! Poniamo attenzione alle adescanti offerte del 3×2 ed evitiamo di essere tentati dalla “gola”. Meglio a questo punto recarsi a fare la spesa dopo aver mangiato! Attenzione, inoltre, a chi ha i figli piccoli, questi ultimi spesso hanno una grande influenza sugli acquisti della famiglia, anche di cose non strettamente salutari dal punto di vista nutrizionale!

Stare a dieta o muoversi di più?

In questi giorni leggiamo moltissime proposte di diete-prenatalizie per arrivare pronti alle feste. Ci sono quelle tradizionali del digiuno, declinato in tutte le sue varianti, alle diete detossificanti, o a quelle con tisane “sgonfianti”, ma anche le più fantasiose come quella dei “sette giorni prima del Natale” o quelle dell’avvento. Una sorta di allenamento dietetico per arrivare pronti alle abbuffate natalizie. 

Forse vale la pena ricordare che il termine “dieta” si riferisce a “stile di vita” ovvero a una dieta bilanciata, combinata a uno stile di vita attivo, che preveda la pratica quotidiana di attività fisica, aiuta a mantenere un peso corporeo adeguato, permettendo una crescita più armoniosa da un punto di vista fisico e più serena da un punto di vista psicologico. Appare chiaro che i diversi tentativi di “diete” pre e post natalizie a nulla servono, se non inserite in un cambiamento delle abitudini di vita.

Più che la dieta del prima o dopo le feste, sarà importante pensare a fare più esercizio fisico e a tale scopo possono tornare utili le indicazioni contenute in questa breve tabella, che riportano alcuni esempi del tempo necessario a smaltire le calorie di alcune pietanze tipiche del periodo natalizio. 

Chilocalorie apportate da alcuni alimenti e tempo necessario per smaltirle svolgendo alcune attività

AlimentoQuantitàEnergia KcalStare in piedi inattivoCamminare velocementeAndare in bicicletta
Tortellini in brodo100 g5065h 49’ 2h 10’ 1h 26’ 
Coscio di agnello cotto al forno100 g1181h 21’ 30’20’
Fritto misto di gamberi e calamari150 g2552h 55’ 1h 5’ 43’
Cotechino con lenticchie 100 g4875h 34’ 2 h 1h 22’ 
Frutta secca 30 g1952h 14’ 49’33
Pandoro100 g4024h 36’ 1h 42’ 1h 8’ 
Panettone 100 g3373h 51’ 1h 25’ 57’
Spumante125 ml1091h 15’ 28’18’

Se aumentiamo il livello di attività fisica, otteniamo due risultati: l’aumento del dispendio energetico, ma anche lo sviluppo e il mantenimento della massa muscolare, che a sua volta aumenta il metabolismo di base.

Tra i buoni propositi per il 2024 potremmo, quindi, inserire questi importanti elementi: Ridurre i giorni di pranzi e cene, sprecare meno e muoversi di più!

Colazione da studenti

Nov 02
Scritto da Annamaria avatar

La colazione da studenti è quella che regala maggiore lucidità sin dal mattino. Qual è quella ideale? Innanzitutto è importante che questo pasto non venga saltato mai. Sicuramente va però bilanciato.

colazione da studenti

“Una revisione sistematica della letteratura su effetti cognitivi e performance scolastica associati alla prima colazione indica migliori risultati per memoria visiva, logica e creatività in presenza di apporti energetici per la prima colazione maggiori del 20% dell’energia totale della giornata”, dice Francesca Scazzina, professore associato di Nutrizione umana all’università di Parma, al Corriere della Sera.

La colazione da studenti, quella ideale, ha degli standard fissi. “Dolce o salata, la colazione dovrebbe includere almeno tre gruppi di alimenti. Cereali integrali per il maggiore contenuto di fibra, vitamine e sali minerali. Frutta fresca e verdura per fornire acqua, vitamine e componenti bioattivi. Frutta secca per fibra e grassi polinsaturi essenziali. Latte o derivati per le proteine di alto valore biologico e per il calcio. Oggi è invece alto elevato il consumo di prodotti raffinati, con eccesso di zuccheri, grassi e sale mentre l’assunzione di latte e yogurt è inferiore ai livelli desiderabili”, sottolinea l’esperta.

“La colazione dovrebbe avere contenuto calorico compreso tra il 15 e il 25% del fabbisogno energetico quotidiano (30% in assenza di spuntino) per evitare di arrivare a pranzo troppo affamati. Studi condotti su bambini di 9-12 anni hanno dimostrato che chi la salta mangia più spuntini, assumendo da questi ultimi circa il 40% dell’energia giornaliera, con un consumo elevato di zuccheri semplici”, conclude la Scazzina.

La Società Italiana di Nutrizione Umana e quella di Scienze della Alimentazione hanno proposto alcuni esempi di colazioni equilibrate adatte ai bambini. Eccoli qui di seguito. La colazione da studenti dovrebbe seguirli:


1) una tazza di latte con un cucchiaino di cacao, biscotti frollini oppure cereali da prima colazione, un frutto fresco;
2) uno yogurt, cereali da prima colazione, frutta fresca e frutta secca a guscio;
3) una tazza di latte, un toast, un frutto;
4) una spremuta di frutta fresca, una fetta di pane con ricotta e pomodoro.

La frittura fa bene

Set 19
Scritto da Annamaria avatar

Mia mamma, quando ero bambina, mi diceva sempre di non mangiarla perché faceva male al fegato. La frittura in realtà fa bene. E’ un metodo di cottura che deve far parte di na dieta sana, sia per quanto riguarda gli adulti che i bambini. Così sottolineano i nutrizionisti.

la frittura fa bene

La frittura fa bene, possiamo sorridere e anche i piccoli sono liberi di farlo, finalmente! Migliora il funzionamento del fegato stimolandone le funzioni depurative e le capacità metaboliche. Se è ben fatta, è leggera, in quanto la crosticina impedisce che gli alimenti siano inzuppati di olio. C’è poi la carta assorbente che ne elimina l’eccesso. E assorbe una quantità di grassi non superiore al 10%, quindi una patata lessa è più calorica di una patatina fritta.

“Quando la frittura è fatta con una pastella di sola acqua e farina (senza l’aggiunta di uovo) risulta del tutto priva di colesterolo. In realtà non solo la frittura non apporta colesterolo ma può addirittura contribuire a farlo diminuire, andando a stimolare l’unica via metabolica che possediamo per eliminarlo: ovvero la produzione e secrezione di bile. I sali biliari che la compongono, infatti, sono prodotti a partire dal colesterolo; quando mangiamo una frittura il fegato riceve un potente stimolo a secernere bile nell’intestino; di questa, una parte verrà riassorbita, e un’altra sarà eliminata con le feci, contribuendo così alla rimozione di una quota di colesterolo”, si legge sul Gambero Rosso.

Non fa affatto male al fegato: “Quando mangiamo la frittura, inoltre, diamo al fegato la possibilità di eliminare attraverso la bile le tossine cosiddette ‘liposolubili’, assunte dall’ambiente o prodotte dai nostri metabolismi, che, sciogliendosi solo nei grassi, non potremmo mai espellere attraverso le urine o il sudore”. Inoltre non è tossica, mantiene l’integrità dell’alimento. La si può consumare 1 o 2 volte la settimana, soprattutto se fatta ad hoc in casa con olio d’oliva. La frittura fa bene, quindi preparatevi a leccarvi i baffi.