Colori costumi bambini
Sapevate che i colori dei costumi dei bambini possono fare la differenza? Possono aiutarci a individuarli più velocemente mentre fanno il bagno e, se ci sono pericoli in vista, a correre in loro aiuto il più prontamente possibile. Quando acquistiamo i costumi, quindi, dobbiamo fare attenzione. E, ne sono certa, qualcuno di voi anche a fine agosto ne starà comprando qualcuno, magari pensando agli ultimi giorni di vacanze, o perché no, già alla prossima estate.
Gli esperti dell’American Lifeguard Association che hanno effettuato uno studio sui colori dei costumi dei bambini, dicono di scegliere quelli brillanti: no all’azzurro, grigio o verde acqua marina, perché si avvicinano al colore delle varie acque prese in considerazione, ossia quelle del mare, dei laghi, dei fiumi o della piscina.
Dopo svariati test sui colori dei costumi dei bambini si è stabilito che in piscina sono preferibili di color arancione o fucsia. Bocciati il bianco e il celeste/azzurro. Al lago si vedono di più il giallo, il verde acceso o fluo e l’arancione. Bocciato il rosa shocking.
Non solo per tendenza e stile, quindi. Decidete anche pensando alla sicurezza quando andate in un negozio per comprare capi beachwear ai vostri piccoli, tenendo a mente questo piccolo accorgimento sui colori.
Imprevisti viaggiando: cinetosi
E’ uno degli imprevisti che più spesso capitano viaggiando con bambini, la cinetosi, o il male di movimento. Io ne soffrivo e i miei viaggi in auto da piccola erano un inferno. Come contrastarla?
La cinetosi è sicuramente tra gli imprevisti che accadono viaggiando uno di quelli più fastidiosi: può essere scatenata da qualsiasi tipo di trasporto. Automobile, treno, aereo, nave. La sensazione di malessere è terribile: sudorazione fredda, nausea e vomito. Il tutto aumenta se si scanena pure l’ansia e l’agitazione.
Viaggiando gli imprevisti possono essere sempre dietro l’angolo, ovviamente, la cinetosi però è spesso in agguato. Nei bimbi il periodo peggiore è tra i 3 e i 12 anni. Per quanto mi riguarda, lo dico, io ancora oggi in auto non posso leggere. Ma però meglio in treno e aereo. La nave, invece, la soffro tuttora.
Come poter prevenire questo disturbo? Il dottor Marco Deganello Saccomani, pediatra e gastroenterologo pediatrico all’Ospedale della Donna e del Bambino di Verona, a Uppa dà alcuni consigli.
- Mettersi in viaggio quando il bambino dorme o è ancora assonnato, per ridurre le stimolazioni esterne che possono causare la cinetosi.
- Fare in modo che il bambino guardi davanti a sé, nella direzione di moto del mezzo. Se il piccolo è abbastanza grande per applicare i consigli dei genitori, si può suggerirgli di non guardare dal finestrino laterale, o di non seguire corpi in movimento come le onde, ma di concentrarsi su un punto fisso.
- Evitare di farlo leggere o giocare con tablet e smartphone: tutte attività che possono peggiorare i sintomi. Via libera, invece, all’ascolto di musica o al canto.
- In auto, si può far sedere il bambino, se abbastanza grande, sul sedile anteriore, o comunque sul seggiolino (sempre seguendo le norme di sicurezza obbligatorie). Nel caso si viaggi in nave o in aereo, è da preferire la zona più stabile del mezzo, quindi quella centrale o in corrispondenza delle ali.
- In macchina, adottare il più possibile uno stile di guida fluido, senza brusche frenate o accelerazioni, soprattutto in curva.
- Favorire il ricambio d’aria: abbassare il finestrino in auto o in treno, uscire sul ponte in nave o aprire le bocchette di aerazione in aereo.
- Evitare odori forti, compresi i profumatori per auto, e gli ambienti affollati.
E ancora:
- Attenzione all’alimentazione. Sia il digiuno prolungato sia lo stomaco troppo pieno acuiscono i sintomi della cinetosi. Dopo un pasto leggero consumato prima della partenza, sarà bene proporre durante il viaggio ulteriori piccoli spuntini a intervalli regolari (preferibilmente alimenti che siano facilmente digeribili, come cracker o pane) accompagnati da sorsi d’acqua. Evitare bevande gasate e cibi ricchi di grassi.
- Tra le soluzioni per la cinetosi, alla comparsa delle prime avvisaglie durante un viaggio in macchina, si può ricorrere a una sosta (ovviamente in condizioni di sicurezza) per far scendere il bambino dal veicolo e dargli la possibilità di respirare e fare qualche passo. Generalmente questo è sufficiente a garantire una rapida risoluzione dei sintomi.
- Se invece si è in aereo, in treno o in nave, e dunque non è possibile fermarsi, una soluzione alla cinetosi è quella di far distendere il bambino, rassicurarlo e lasciarlo riposare fino a che non si riprende.
“In caso di bimbi molto sensibili, che debbano affrontare viaggi di lunga durata, su indicazione del proprio pediatra, si possono utilizzare farmaci a base di dimenidrinato, in forma di compresse o gomme da masticare, da somministrare prima della partenza o alla comparsa dei primi sintomi – chiarisce Deganello Saccomani – Possono dare beneficio anche gli integratori a base di zenzero, utile nel contrastare la nausea”.
Bambini: la noia fa bene
I bambini in estate sono liberi dagli impegni programmati. Sappiate che la noia fa bene, se, come spesso dicono, accade che si annoino. Lo sottolinea Alessandro Ghezzo all’Avvenire.
La noia fa bene ai bambini, li spinge a essere più creativi. Il neuropsichiatra infantile del Centro terapeutico di Antoniano spiega: “E’ da vivere come un bel dono dell’estate perché, stimolando a trovare soluzioni estemporanee nel mare del ‘tutto programmato’. Può essere una spinta per allenare la creatività, anzi un’opportunità per il pensiero creativo. Finalmente, e probabilmente solo per poche settimane, i bambini possono sperimentare una vita svincolata, almeno in parte, da un adulto esterno alla famiglia che dice loro cosa fare, che media sul come fare, che corregge gli errori”.
“Quand’ero piccolo le vacanze erano letteralmente interminabili. Inevitabile che la noia facesse capolino durante quelle eterne giornate, specie in quell’epoca pre-tutto (pre-computer, pre-smartphone e anche quasi pre-televisione, che iniziava alle 17 e durava solo un’ora e mezza circa). Quindi ci si doveva arrangiare per arrivare a sera. Chi si metteva a leggere (pochi, per la verità), chi a disegnare, chi a costruire missili spaziali con le sedie di casa, chi a fare la sentinella con un fucile di legno fabbricato manualmente dal nonno. Ma, soprattutto, si chiamava a gran voce l’amico da sotto casa sua, chiedendogli di scendere in cortile a giocare”, sottolinea il dottore.
La noia non è un sentimento negativo, né positivo. Ai bambini fa bene. “Di sicuro annoiarsi è uno stimolo potente all’apertura sociale. I bambini tendono a coinvolgere di più i genitori nelle loro attività e a giocare di più tra loro. Se un genitore gioca con il proprio figlio, vuol dire semplicemente che si passa più tempo assieme, possibilmente in attività divertenti e utili. In questi anni frenetici, non è cosa di poco conto”.
Con la noia, si può abusare dei device: “L’uso dei device elettronici in alcuni casi rischia di prendere il sopravvento. Sta ai genitori intervenire e vigilare su questo aspetto. Siamo tutti consapevoli che non è facile, spesso quasi impossibile, ma è assolutamente necessario farlo. In questo caso il genitore ha tutto il diritto e dovere di intervenire, togliendo di mano lo smartphone o staccando la presa del pc. Oppure indirizzandone l’utilizzo verso giochi o attività interessanti, facendosi coinvolgere in prima persona. Il web è pieno di giochi gratuiti per stimare l’attività cerebrale”.
L’esperto conclude: “Lasciamo ai bambini la possibilità di cercare spontaneamente vie di uscita dalla noia. Dedichiamo, noi genitori, del tempo per giocare di più insieme ai figli. Il consiglio è quello di dedicare questo tempo ‘dilatato’, insieme ai più piccoli, a tutte le attività che si fatica ad affrontare con calma durante l’anno, trasformandole però in divertimento e aiutando i bambini e le bambine a sviluppare un senso di responsabilità e comunità”.
Barrette riso soffiato e cioccolato
Si possono tenere in frigo e sono uno spuntino veloce e super buono per i nostri figlioletti. Le barrette riso soffiato e cioccolato potete farle insieme a loro e divertirvi un po’ in questi pomeriggio assolati in cui, soprattutto nelle ore più calde, è impossibile uscire, a meno che non siate al mare o ad alta quota in montagna.
Come realizzare le barrette riso soffiato e cioccolato a casa? Ecco cosa occorre avere:
550 grammi di cioccolato al latte
100 grammi di riso soffiato al naturale
20 grammi di burro
Spezzettate il cioccolato aiutandovi con un coltello. Vi ricordo che potete usare sia cioccolato al latte, che quello bianco o fondente. Fate decidere ai bimbi! Ora mettete a sciogliere in un pentolino a bagnomaria 100 g del cioccolato a pezzi. Mentre si scioglie, mescolate col cucchiaio. Foderate una teglia rettangolare 30×23 con carta da forno. Quando il cioccolato sarà fuso, versatelo dentro. Stendetelo, quindi, su tutta la teglia aiutandovi col dorso del cucchiaio. Ora sciogliete altri 300 g di cioccolato, quando si sarà sciolto aggiungete il burro. Quando sarà tutto amalgamato, togliete il pentolino dall’acqua del bagno Marie e mettetelo sul fuoco, acceso basso, aggiungete il riso soffiato e mischiate, finché il composto non sarà perfettamente amalgamato. Versate anche questo nella teglia stendetelo e comprimetelo usando una spatola o sempre il cucchiaio. Ora sciogliete i rimanenti 150 g di cioccolato, sempre a bagno maria, quando sarà fuso, versatelo nella teglia, stendendolo poi, a copertura. Lasciate che tutto si solidifichi fuori dal frigo per circa 5 ore, potete finalmente tagliare le barrette riso soffiato e cioccolato. Potrete conservarle in frigo per 5-6 giorni o addirittura congelarle.
Educazione digitale bambini
L’educazione digitale dei bambini deve essere sempre presente in famiglia. Oggi è necessario che i genitori siano preparati. E’ con questo scopo che è nato il decalogo di Neoconnessi, che la Società Italiana di Pediatria (SIP) ha messo a punto con WindTre.
Il decalogo regala 10 linee guida che possono dare una Manno alle mamme e ai papà nell’educazione digitale dei bambini.
La FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) ha capito quando fosse importante realizzare una guida sull’educazione digitale fruibile da pediatri, genitori, educatori. “Bambini e adolescenti in un mondo digitale” è nata per questa ragione. All’interno si evitare l’uso di internet in tutte le fasce d’età: dai 0 ai 3 anni, per permettere al bambino di costruire i suoi riferimenti spazio-temporali. Dai 3 ai 6 anni, per favorire la scoperta delle possibilità sensoriali e manuali attraverso il gioco con i coetanei. Dai 6 ai 9 anni, per aiutare il bambino a scoprire le regole del gioco sociale. Dai 9 ai 12 anni, per promuovere un’esplorazione sicura e adatta all’età dei contenuti presenti sui social network, sempre sotto la supervisione dei genitori.
Il decalogo dà un’ulteriore mano ai genitori e quindi ai bambini.
1 – Stai vicino ai bambini quando muovono i primi passi in Rete
2 – Mai più senza Parental e Self Control
3 – La qualità dei contenuti oltre alla quantità
4 – Facciamo i bravi… cittadini digitali. Anche in rete norme di rispetto ed educazione
5 – Sempre gentili, anche online
6 – Alleniamoci a non cadere nelle trappole del Web
7 – Insegniamo che la nostra identità online ha valore
8 – Facciamo i creativi… anche online
9 – Troviamo il giusto equilibrio fra digitale e reale
10 – Facciamoci raccontare le novità digitali dai più piccoli
Finestre di veglia bambini
Si regolano autonomamente. Le finestre di veglia dei bambini sono i momenti che i piccoli trascorrono svegli. Noi genitori non dobbiamo modificare le loro abitudini, spesso sbagliamo. “Alla nascita il bambino ha ancora il ritmo fetale, dorme a lungo, già a tre mesi avrà nel suo corpo il livello di melatonina di un adulto”, chiarisce a Fanpage il dottor Oliviero Bruni.
Esperto in medicina del sonno e neuropsichiatra infantile azienda Ospedaliera Sant’Andrea all’Università Sapienza di Roma, chiarisce: “Le finestre di veglia sono un termine che è stato coniato per definire il ritmo circadiano del bambino, che cambia con la crescita. Il bambino, soprattutto nel primo mese di vita mantiene il ritmo della vita fetale, il basic rest activity cycle. Esattamente come quando è nella pancia della mamma, per il primo mese di vita il bimbo ha 3-4 ore di immobilità che possiamo definire sonno, e un periodo che varia da 30 minuti ad un’ora di attività”.
“Dal primo al terzo mese di vita cambiano i ritmi sonno-veglia del bambino, perché il suo corpo inizia a produrre autonomamente la melatonina, che poi si stabilizza, raggiungendo i livelli che ha nell’adulto”, dice l’esperto. “In questo periodo si strutturano le fasi del sonno. E diventano relativamente simili a quelle dell’adulto. Le finestre di veglia si allungano naturalmente, passando da trenta minuti a novanta minuti”, precisa ancora..
Le ore di sonno di tutti i bambini non sono uguali ovviamente. “Sicuramente con la crescita le finestre di veglia si allungano. Nel senso che le ore di veglia aumentano nelle ore diurne e diminuiscono in quelle notturne, consentendo al bambino di avere un sonno più continuativo”, dice Bruni. I genitori devono rispettare le finestre di veglia dei loro bambini in funzione dei sonnellini: “Se un bambino non dorme o salta un sonnellino, la sua finestra di veglia si allunga. E saltando il sonno del pomeriggio può essere più irritabile e nervoso. E di conseguenza avere un sonno instabile e alterato anche nel corso della notte”.
“Le finestre di veglia si allungano attorno ai sei mesi. Quando il sonno viene portato nelle ore notturne, diventando molto più continuativo da lì in avanti. Successivamente attorno ad un anno di età iniziano a instaurarsi i sonnellini diurni per i bambin. Uno mattutino e uno pomeridiano. Con la crescita si manterrà solo quello del pomeriggio. A mio avviso un concetto che non esiste sono i power nap, far dormire i bimbi nel tardo pomeriggio. Perché poi si addormentino più tardi nella notte”, sottolinea il medico.
Torta cioccolatino
Io ho imparato a farla perché mia figlia predilige le torte col cioccolato. La torta cioccolatino può essere una bellissima idea anche per il compleanno estivo del vostro figlioletto. E’ molto semplice da preparare. I suggerimenti giusti a me li ha dati Cucina Italiana.
Ecco cosa serve per preparare la torta cioccolatino:
200 grammi di cioccolato fondente
200 grammi di panna fresca
125 grammi di biscotti secchi (tipo Oro Saiwa)
50 grammi di burro salato
Mettiamoci quindi all’opera Iniziate spezzettando i biscotti secchi e tritateli in un frullatore. Fate lo stesso col cioccolato fondente. Ora fondete il cioccolato a bagnomaria, in un pentolino sopra la classica pentola più grande piena d’acqua messa sul fuoco tenuto però basso. Unite la panna fresca e il burro salato. Mescolate sempre, fino a quando il composto non sarà cremoso. Unite il composto ben amalgamato ai biscotti tritati, continuate a mescolare.
Foderate una tortiera di circa 20 centimetri con la carta da forno, versate il composto livellandolo, aiutandovi o con una spatola o col fondo del cucchiaio. Mettere la torta cioccolatino in frigo e tenetela lì per almeno 5 ore. Servitela fredda, con la anna montata o con una pallina di gelato. Vedrete che figurone farete!
Budino freddo di ricotta e cioccolato
Un’idea sfiziosa per avere sollievo dal caldo. Il budino freddo di ricotta e cioccolato piacerà non solo ai vostri figli, ma pure a voi. Realizzarlo tra le mura domestiche è semplicissimo. Anche se siete in vacanza, in una casa al mare o in montagna, non perderete troppo tempo a metterlo in frigo, vi assicuro.
Ecco cosa serve per fare il budino freddo di ricotta e cioccolato:
300 g di ricotta vaccina
60 g di zucchero di canna
60 g di cacao in polvere fondente
60 g di cioccolato fondente a gocce
Siamo pronti. Iniziate versando la ricotta in una ciotola, poi aggiungete lo zucchero di canna, amalgamando bene gli ingredienti. Aggiungete il cacao in polvere fondente nella crema ottenuta e continuate a mescolare fino a quando la consistenza sia perfetta. Il budino freddo di ricotta e cioccolato è praticamente pronto. Non rimane che dividere il composto ottenuto in diversi stampini monoporzione. Aggiungete le gocce di fondente e mettete gli stampini in frigo raffreddare per circa 5 ore. Poi potrete servirlo ai vostri piccoli eroi di casa come merenda: è delizioso.