Articoli taggati come ‘bambini’

Gelato bites fatti in casa

Giu 26
Scritto da Annamaria avatar

Con l’arrivo dell’estate, le merende si fanno più fresche e leggere, ma senza rinunciare al gusto. Se sei alla ricerca di un’idea divertente e sana per i tuoi bambini, i gelato bites sono la soluzione perfetta! Si tratta di piccoli bocconcini di gelato fatti in casa senza gelatiera, ideali per una pausa golosa e rinfrescante. Coinvolgi i bimbi nella preparazione: sarà un modo divertente per trascorrere del tempo insieme e renderli più curiosi verso la cucina.

gelato bites fatti in casa

Ingredienti per circa 12 gelato bites:

  • 250 ml di panna fresca da montare (non zuccherata)
  • 150 ml di latte condensato
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 manciata di gocce di cioccolato (facoltative)
  • Biscotti secchi tipo digestive o frollini (per la base o il topping)
  • Frutta a pezzetti (banana, fragole, mirtilli…)
  • Cioccolato fondente da sciogliere (per la copertura, opzionale)

Prepara la base cremosa. Monta la panna ben fredda con le fruste elettriche finché è soffice. Unisci il latte condensato e l’estratto di vaniglia, mescolando delicatamente con una spatola per non smontare il composto. Incorpora gocce di cioccolato o piccoli pezzetti di frutta fresca. Puoi anche aggiungere biscotti sbriciolati per una consistenza più croccante. Versa il composto negli stampini da ghiaccio in silicone o in mini pirottini di carta. Se vuoi una base più croccante, inserisci sul fondo un dischetto di biscotto o un pezzetto di frollino. Lascia i gelato bites in freezer per almeno 4-5 ore, meglio ancora tutta la notte.

Se proprio vuoi strafare, una volta congelati, puoi tuffare i dolcetti velocemente in cioccolato fuso e poi rimetterli in freezer per 15 minuti o cospargerli con granella di nocciole o cocco grattugiato.

Estate e bambini: come proteggerli dai malanni

Giu 25
Scritto da Annamaria avatar

Estate e bambini è il binomio perfetto: i piccoli si sentono liberi e leggeri come l’aria. Ma con il caldo e l’umidità aumentano anche i rischi per la salute dei più piccoli. I bambini possono facilmente andare incontro a disturbi tipici della stagione. Come proteggerli dai malanni di stagione? A spiegare a Leggo come affrontarli è la dottoressa Elena Bozzola, pediatra e presidente dell’onlus Il Bambino e il Suo Pediatra, nonché coordinatrice della Commissione Dipendenze Digitali della Società Italiana di Pediatria.

Tra le problematiche più temute dai genitori c’è il colpo di calore, un rischio concreto per i più piccoli, che non riescono ancora a regolare bene la temperatura corporea. “I bambini, insieme agli anziani, sono i più esposti alle alte temperature perché hanno una capacità ridotta di termoregolare il proprio corpo, soprattutto in caso di esposizione diretta al sole. Il rischio aumenta con l’umidità e la mancanza di ventilazione”, spiega. Le precauzioni da adottare? Semplici ma efficaci: evitare le ore più calde, farli bere spesso, scegliere ambienti freschi e ventilati, proporre pasti leggeri e ricchi di frutta e verdura. “Meglio evitare succhi confezionati: l’acqua è la scelta migliore, insieme alla frutta come spuntino”, precisa Bozzola.

Anche l’insolazione, spesso sottovalutata, può causare fastidi importanti: “Portare il bambino all’ombra, idratarlo subito, rinfrescarlo con acqua e, se i sintomi sono importanti come vomito e svenimenti, consultare il medico”.

Molte famiglie approfittano delle vacanze per togliere il pannolino ai bimbi, ma al mare è bene fare attenzione. “Evitare di lasciare il bambino nudo sulla sabbia – avverte la pediatra – meglio usare un costume o un telo. La sabbia può contenere piccoli acari che provocano prurito, oppure batteri che, attraverso il grattamento, possono generare infezioni come l’impetigine o infezioni fungine”.

Un altro disturbo molto comune è la sudamina, ovvero la comparsa di puntini rossi pruriginosi dovuti al sudore: “E’ importante non farli grattare e mantenere la pelle pulita e asciutta. Non consigliamo l’uso di creme barriera, spesso inutili o addirittura irritanti”.

E quando si va in piscina o si fa il bagno al mare? Attenzione all’otite del nuotatore: “L’acqua stagnante, specie se non pulita, favorisce la crescita di microrganismi e può causare dolore e arrossamento. Meglio evitare l’immersione in acque solo all’apparenza pulite e asciugare bene le orecchie dopo il bagno”.

In estate non mancano problemi gastrointestinali legati a batteri e intossicazioni: “Durante l’estate aumenta il rischio di infezioni come la salmonella. E’ importante prestare attenzione all’igiene, alla conservazione dei cibi e alla qualità dell’acqua che si beve”.

Punture di insetti? La regola è niente panico: “La reazione più comune è un ponfo con prurito e bruciore. Si può alleviare con un impacco di acqua fredda. Se compaiono sintomi sistemici, come nausea o vomito, è necessario rivolgersi subito al medico”. E in caso di medusa? “Non bisogna mai strofinare la zona né usare sostanze come ammoniaca. Lavare con acqua di mare, fare impacchi freddi e applicare un gel al cloruro d’alluminio per dare sollievo”.

Anche il mal d’auto può rovinare il viaggio: “Programmare bene il viaggio, scegliere orari freschi, fare pause regolari e garantire una buona ventilazione, anche con l’aria condizionata, purché senza sbalzi. Non è necessario tenere il bambino a digiuno: meglio optare per spuntini leggeri e limitare gli stimoli visivi”.

E in aereo? La pressione può dare fastidio alle orecchie. Il consiglio: “E’ utile far succhiare il latte, il succhiotto o masticare una caramella durante decollo e atterraggio”.

Infine, attenzione a chi parte per destinazioni esotiche: le vaccinazioni raccomandate vanno fatte per tempo. Anche restando in Italia, è bene essere pronti: verso la fine dell’estate possono tornare virus come la varicella. “La buona notizia è che oggi è sotto controllo grazie al vaccino. Ma attenzione anche agli enterovirus, che — come dice il detto — non vanno mai in vacanza”.

Per affrontare al meglio ogni giornata, è utile preparare uno zaino da estate: non devono mancare cappellino, occhiali da sole, crema solare, acqua fresca, frutta o spuntini leggeri, salviette, asciugamano, costume di ricambio, gel al cloruro d’alluminio, bustine di sali reidratanti, cerotti, disinfettante delicato e una maglietta pulita. E, sempre a portata di mano, tessera sanitaria e libretto del bambino: perché anche in vacanza, prevenzione e organizzazione fanno la differenza.

Educazione sessuoaffettiva

Giu 23
Scritto da Annamaria avatar

In Italia l’educazione sessuoaffettiva non va benissimo. Gli svedesi fanno meglio di noi. “Ampliando la visuale e allargando l’ambito dalle lenzuola all’educazione sessuoaffettiva in generale, in Svezia lo fanno meglio”, dice Flavia Restivo. La politologa e attivista è founder del progetto Italy Needs Sex Education, che punta a introdurre in modo sistematico e strutturato questo tipo di educazione nelle scuole italiane E’ pure autrice del saggio Gli svedesi lo fanno meglio, edito da Rizzoli. Ne parla a Vanity Fair.

educazione sessuoaffettiva

“La Svezia è un esempio di progressismo ed efficienza. L’educazione sessuale obbligatoria a scuola, a partire da quella dell’infanzia, affidata a esperti qualificati in materia e che modulano il linguaggio in base ai propri uditori, ne fa una delle prime nazioni al mondo per parità di genere e sviluppo sociale ed economico”, spiega Restivo.

“L’educazione alla sessualità, come già accennato, è praticata in tutte le classi scolastiche, dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria superiore, ovviamente con argomenti e programmi declinati in base all’età”, precisa.

E ancora: “Sin da piccolissimi, i bambini e le bambine vengono educati a riconoscere e rispettare i confini del proprio corpo e di quello altrui. Apprendono nozioni fondamentali, come il concetto di ‘spazi personali’ e l’importanza del consenso anche in interazioni semplici come toccarsi o abbracciarsi. Ecco, un messaggio didattico centrale è che ogni bambina e bambino ha il diritto di dire “no” quando non vuole essere toccato, anche in situazioni non strettamente sessuali. Questo aiuta i piccoli a sviluppare un senso di autonomia e sicurezza nei confronti del proprio corpo”.

Restivo chiarisce: “La consapevolezza della propria sessualità passa anche e soprattutto attraverso la conoscenza del corpo umano: ecco che ai bambini s’insegnano tempestivamente i nomi corretti di tutte le parti dell’organismo umano, incluse quelle genitali. Inoltre, attraverso giochi e attività appropriate all’età, i bambini imparano che ci sono differenze tra i corpi di maschi e femmine, senza entrare in dettagli espliciti. Questo approccio riduce la stigmatizzazione e i tabù legati a questo campo, e al tempo stesso promuove una maggiore comprensione anche reciproca”.

“Per sconfiggere gli stereotipi, in molte scuole dell’infanzia svedesi viene adottato un approccio neutrale dal punto di vista del genere”, aggiunge. Questo tipo di aducazione sessuoaffettiva dà i suoi frutti: “la Svezia è tra i Paesi con il più basso tasso europeo di gravidanze adolescenziali, dato da attribuire con certezza all’educazione sessuale precoce e all’accesso facilitato ai servizi di contraccezione”.

“Oltre l’80% dei ragazzi, infatti, utilizza metodi contraccettivi durante i rapporti sessuali (al primo posto il preservativo, seguito dalla pillola anticoncezionale). Infine, anche i tassi di malattie sessualmente trasmissibili tra i giovani in Svezia sono relativamente bassi, tra i più contenuti in Europa, soprattutto per quanto riguarda infezioni come l’HIV”.

Gelato alla Nutella fatto in casa

Giu 21
Scritto da Annamaria avatar

Ora lo si può acquistare bello e pronto. Ma sapevate che il gelato alla Nutella fatto in casa è altrettanto buono? E per farlo non serve neanche la gelatiera.

gelato alla nutella fatto in casa

Come fare il gelato alla Nutella fatto in casa. Per la ricetta, veloce e semplice, vi occorre avere:

  • 250 ml di panna fresca da montare (meglio se fredda da frigo)
  • 170 g di latte condensato
  • 200 g di Nutella (o altra crema spalmabile alla nocciola)
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia (facoltativo)
  • Un pizzico di sale (per esaltare il gusto)

Scalda leggermente la Nutella. Mettila in una ciotola e scaldala per pochi secondi al microonde o a bagnomaria: sarà più facile amalgamarla. Ora mescolala col latte condensato. Unisci i due ingredienti in una ciotola capiente, aggiungendo anche il pizzico di sale e la vaniglia. Mescola fino a ottenere una crema liscia. In un’altra ciotola, monta la panna fredda fino a consistenza semi-ferma (non troppo soda). Usa le fruste elettriche per velocizzare il lavoro. Aggiungi poco per volta la panna montata al composto di Nutella e latte condensato, mescolando dal basso verso l’alto con una spatola per non smontarla.

Trasferisci il gelato in un contenitore di metallo o vetro (coperto da pellicola o coperchio) e lascia in freezer per almeno 6 ore, meglio se tutta la notte. Per servirlo al meglio, tira fuori dal freezer 5-10 minuti prima di gustarlo il gelato alla Nutella fatto in casa: avrai così una consistenza più cremosa. I bambini lo adoreranno!

Pallanuoto: perché fa bene ai bambini

Giu 18
Scritto da Annamaria avatar

La pallanuoto è uno sport affascinante, completo e ricco di energia che unisce il nuoto alla tattica di squadra, al gioco con la palla e all’attività fisica intensa. Poco conosciuta rispetto ad altri sport più “popolari”, la pallanuoto è invece una disciplina straordinariamente formativa. Ecco perché fa bene ai bambini.

La pallanuoto è uno sport di squadra che si gioca in acqua, in una piscina profonda almeno 1,80 m, tra due squadre composte da 7 giocatori ciascuna, compreso il portiere. L’obiettivo è segnare nella porta avversaria, in un tempo di gioco suddiviso in quattro tempi da 8 minuti effettivi. I giocatori non toccano mai il fondo: nuotano continuamente e si mantengono a galla con una tecnica chiamata galleggiamento verticale o “stile pallanuotistico”.

Un bambino può iniziare ad avvicinarsi alla pallanuoto intorno ai 7-8 anni, purché abbia già acquisito una buona autonomia nel nuoto. Generalmente, si comincia con corsi di “mini-pallanuoto“, pensati per rendere lo sport un gioco divertente, con regole semplificate, palloni leggeri e porte più piccole. Tra i 10 e i 12 anni si può iniziare a praticare la pallanuoto con maggiore regolarità e impegno, in piccoli campionati giovanili, seguendo allenamenti più strutturati.

Perché la pallanuoto fa bene ai bambini? E’ considerata uno degli sport più completi in assoluto, ed è ideale per lo sviluppo fisico e mentale dei bambini. Sviluppa il fisico in modo armonico: si lavora su braccia, gambe, addominali, schiena. Ottimo per la postura e la coordinazione. Migliora la resistenza e la capacità respiratoria, grazie al continuo sforzo in acqua. Insegna la disciplina e il rispetto delle regole: è uno sport in cui il gioco di squadra è fondamentale.

Non è finita qui. La pallanuoto fa bene ai bambini perché favorisce la socializzazione: i bambini imparano a collaborare, sostenersi e condividere esperienze con i compagni. Allena la prontezza mentale e i riflessi, poiché richiede decisioni rapide e buone capacità di osservazione e strategia. Inoltre diverte i piccoli diverte, li rinfresca e li mette in contatto con un elemento naturale importantissimo come l’acqua.

Inappetenza bambini

Giu 15
Scritto da Annamaria avatar

L’inappetenza, riduzione o mancanza di appetito, nei bambini può essere normale in alcune fasi transitorie. E’ necessario accorgersi, invece, quando diventa preoccupante.

inappetenza bambini

Quali sono le cause più comuni dell’inappetenza nei bambini?

  • Dentizione o mal di gola: passeggeri e risolvendosi in pochi giorni .
  • Infezioni lievi: influenza, stomatiti, gastroenteriti o tonsilliti 
  • Stress o cambiamenti: arrivo di un fratellino, inserimento all’asilo, trasloco 
  • Problemi nutrizionali cronici: malassorbimento, allergie, anemia
  • Malattie organiche: cardiopatie, patologie renali o epatiche.
  • Disturbi psicologici: anoressia infantile e disagio emotivo persistente 

Quando invece dobbiamo preoccuparci dell’inappetenza dei bambini?

  • Perdita significativa di peso o arresto nella crescita
  • Inappetenza persistente oltre qualche giorno, specialmente senza altri segni evidenti 
  • Segnali di malnutrizione o disidratazione: scarsa produzione di urina, occhi infossati, pelle secca, apatia 
  • Rifiuto selettivo estremo: durata lunga dei pasti, paura di nuovi cibi, evitamento per consitenze/colori 
  • Sintomi associati: vomito, diarrea, febbre ricorrenti 

Noi genitori non dobbiamo assolutamente forzare: evitare pressioni per terminare il piatto, che possono aumentare ansia. Possiamo adottare alcune strategie positive a tavola:

  • Eliminare distrazioni come TV e tablet 
  • Introdurre almeno un alimento semplice e gradito e variare gradualmente 
  • Renderla un’esperienza rilassante e conviviale .
  • Orari regolari per pasti e spuntini

Possiamo pure coinvolgere il bambino: farlo partecipare a scelte culinarie o preparazioni semplici può stimolare l’interesse. Dobbiamo Limitare premi e anche punizioni.

Se l’inappetenza dura più di pochi giorni senza miglioramenti, c’è perdita di peso, crescita rallentata o sintomi preoccupanti, emergono segni di malnutrizione o disidratazione, rivolgiti immediatamente a uno specialista .

Dolce mattone

Giu 14
Scritto da Annamaria avatar

Il dolce mattone, conosciuto anche come mattonella di biscotti, è un classico senza cottura, perfetto da preparare con i bambini: è semplice, divertente e buonissimo! Ecco la ricetta passo dopo passo, pensata proprio per coinvolgere i più piccoli.

dolce mattone

Per realizzare il dolce mattone a casa, ingredienti per circa 8 porzioni, occorre avere:

  • 200 g di biscotti secchi tipo Oro Saiwa
  • 150 g di burro morbido
  • 100 g di zucchero
  • 2 uova (oppure 100 ml di latte per una versione senza uova)
  • 30 g di cacao amaro in polvere
  • 2 cucchiai di latte (per ammorbidire i biscotti)

E ora iniziamo! Preparate la crema. In una ciotola capiente, mescolate il burro ammorbidito con lo zucchero fino ad avere una crema liscia. Aggiungete le uova (o il latte) e il cacao amaro. Mescolate tutto con una frusta o un cucchiaio fino ad ottenere una crema omogenea. Spezzettate i biscotti con le mani in pezzi grossolani. Non devono essere polvere, ma nemmeno troppo grandi. 

Versate i biscotti nella crema al cacao e mescolate bene con un cucchiaio di legno. Se il composto è troppo asciutto, aggiungete un cucchiaio o due di latte. Versate il composto su un foglio di carta forno. Aiutandovi con le mani o una spatola, formate un panetto compatto, tipo “mattonella”. Avvolgete il dolce nella carta forno, come una caramella gigante, e mettetelo in frigo per almeno 3 ore. Poi il dolce mattone sarà pronto! Slurp…

Bimbi: ogni quanto spalmare crema solare

Giu 13
Scritto da Annamaria avatar

Per i bimbi questo sarà un weekend a tutto mare, date le temperature già caldissime. Noi mamme spesso ci chiediamo ogni quanto spalmare la crema solare ai piccoli. La pediatra e ricercatrice Elena Scarpato lo chiarisce a Fanpage.

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Oltre a chiedervi ogni quanto spalmare la crema solare, ricordate che deve essere applicata con cura non solo su gambe, braccia e torso dei bimbi, ma pure su testa, collo e persino dietro alle orecchie.

La dottoressa dissipa tutti i dubbio su ogni quanto spalmare la crema solare ai bimbi: “Dovrebbe essere applicata più o meno ogni trenta o quaranta minuti. Se però il bambino fa il bagno in mare o si toglie la crema giocando con l’acqua, allora bisogna subito rimettere uno strato di crema per garantire la giusta protezione”.

“In età pediatrica – ricorda la specialista – è bene utilizzare sempre una crema solare con SPF pari ad almeno 50, indipendentemente dal fototipo del bambino”. Nei primi 6 mesi di vita la pelle del neonato è delicatissima, se il vostro piccolino rientra in questa fascia d’età, evitate la sua esposizione al sole!