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Il bambino non vuole andare a scuola? Consigli

Set 28
Scritto da Annamaria avatar

Il primo giorno di scuola porta con sé emozioni contrastanti: entusiasmo, ma anche pianti e paure. Scene comuni, che segnano un passaggio delicato verso l’autonomia. Se il bambino non vuole andare a scuola, spesso noi genitori non sappiamo che pesci prendere, a darci una mano i consigli dell’esperta. “Quando un bambino cambia ambiente, è normale che abbia bisogno di tempo per adattarsi”, spiega Maria Antonietta Gulino a Leggo. Il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. Aggiunge: “Mamma e papà sono figure sicure, ma anche la scuola deve diventare un posto familiare”.

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Come aiutare i piccoli? “Va comunicato loro che non si tratta di un abbandono. È importante rispettare il pianto, consolarli e spiegare. Sono i primi passi verso l’autonomia”, dice l’esperta. Il rientro dopo le vacanze può essere altrettanto difficile: “Bisogna ricordare ai bambini le esperienze positive dell’anno precedente. L’obiettivo è farli sentire sicuri”, aggiunge.

E se il rifiuto persiste? “Le ansie dei genitori si riflettono sui figli. In questi casi può essere utile il supporto di uno psicologo”, chiarisce Gulino. Gli insegnanti hanno un ruolo chiave: “Sono un punto di riferimento fondamentale, aiutano i bambini a sentirsi parte del nuovo contesto”.

E sui capricci Gulino è chiara: “Hanno diritto a farli. L’adulto deve mantenere regole e confini: un no, dato con coerenza, è fondamentale”. Le strategie cambiano con l’età. “A due anni servono rassicurazioni semplici. A quattro è importante spiegare il senso della scuola come opportunità. A sei anni, se ben accompagnati, i bambini avranno già acquisito nuove competenze”.

Infine, attenzione ai segnali da non ignorare: “Se smettono di mangiare, dormono male, si isolano o mostrano un disagio costante, è bene parlarne con insegnanti e, se serve, con uno psicologo”. Per Gulino, la chiave è la prevenzione: “Servirebbero psicologi scolastici in tutti i cicli. Se un bambino non sta bene a scuola, come potrà affrontare il mondo del lavoro domani?”.

Primo giorno di scuola: consigli

Set 14
Scritto da Annamaria avatar

Il ritorno a scuola porta con sé emozioni contrastanti: la sveglia all’alba, la fine delle vacanze, la routine che ricomincia. Per molti bambini è uno stress vero, non solo per i programmi da recuperare ma per il cambiamento emotivo che comporta. Corriere della Sera, nella sezione Genitori & Figli, offre consigli preziosi per mamme e papà che vogliono rendere questo momento il più sereno possibile, senza ansie inutili. Il primo giorno di scuola non deve essere fonte di stress: ecco alcuni consigli.

“Stabilire orari regolari per i pasti, per lo svolgimento dei compiti, per le attività extrascolastiche e il momento del sonno aiuta a ricreare un equilibrio – spiega Deny Menghini –. Anche la creazione di un calendario condiviso, che preveda impegni e spazi liberi, permette ai bambini e ai ragazzi di comprendere che la giornata non è fatta solo di doveri, ma anche di pause e momenti ricreativi. È fondamentale non occupare ogni momento della giornata. Il tempo libero, compreso quello per annoiarsi, ha un valore formativo: stimola la creatività, favorisce il recupero delle energie e contribuisce a un equilibrio sano tra impegni e svago”.

Il responsabile UOS di Psicologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù aggiunge: “Dopo un’estate ricca di contatti e libertà, è utile favorire occasioni di incontro con i pari, specie in caso di cambi di ciclo scolastico. In questi casi è bene promuovere l’inserimento attraverso momenti di relazione. Il genitore può fungere da facilitatore, coinvolgendo le altre mamme in caso di figli piccoli o suggerendo ai più grandi di studiare insieme ai compagni”.

“Il timore del giudizio, la preoccupazione per il confronto con i coetanei o la paura di non ritrovare legami lasciati in sospeso durante l’estate sono fattori che alimentano l’ansia sociale – chiarisce l’esperta -. Anche per questo è importante non limitarsi a chiedere del rendimento scolastico, ma aprire spazi di dialogo sull’aspetto relazionale ed emotivo del ragazzo. Non basta domandare ‘com’è andata a scuola?’, quanto piuttosto ‘come ti senti?’, ‘ti è piaciuto oggi?’”.

Meneghini precisa: “L’ansia, in realtà, è una componente comune sia nei bambini che negli adulti. Può avere un ruolo positivo, perché attiva e favorisce l’efficienza, ma diventa problematica quando si traduce in disturbi del sonno, alterazioni dell’alimentazione o paure tali da compromettere il benessere quotidiano. In questi casi, se i segnali persistono per settimane, possono nascondere un problema. Bisogna sempre accogliere le emozioni dei figli senza sminuirle”.

E conclude: “Se nei primi anni di scuola primaria il bambino ha bisogno di essere guidato, crescendo deve imparare a gestire i propri compiti e la propria organizzazione. È importante dividere gli ambiti: il centro formatore è la scuola. Attività come preparare lo zaino, leggere il diario, ordinare il materiale o affrontare per primi i compiti più impegnativi sviluppano senso di responsabilità e sicurezza. In questo modo si consolida l’idea di potercela fare da soli. Anche la cura dello spazio fisico dedicato alla scuola, come una scrivania ordinata, materiali etichettati e facilmente reperibili, contribuisce a rafforzare la percezione di controllo e quindi a ridurre l’ansia”.

Back to school: come riempire lo zaino

Set 08
Scritto da Annamaria avatar

Con il back to school, uno dei temi più importanti per studenti e genitori è lo zaino: non solo un accessorio indispensabile, ma un vero e proprio compagno di viaggio che, se riempito nel modo sbagliato, può diventare un problema per la salute della schiena. Come riempire lo zaino, quindi?

back to school come riempire lo zaino

Secondo gli esperti, i ragazzi devono imparare sin da piccoli a sistemare i libri e il materiale scolastico nel modo corretto. Come aveva spiegato in una precedente intervista a Fanpage.it Andrea Bernetti, Professore Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa e Vicepresidente della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa: “È importante che i bambini imparino a riempire lo zaino nel modo corretto, posizionando i libri più pesanti vicino alla schiena e quelli più leggeri nella parte esterna”.

Oltre alla disposizione dei volumi, è utile pesare periodicamente lo zaino, anche a scuola, per rendersi conto concretamente di quanto incida sul corpo. In alcune realtà educative vengono organizzati persino momenti di sensibilizzazione. Attraverso esempi pratici, i ragazzi possono osservare come la postura cambi quando il carico supera i limiti consigliati.

Un altro accorgimento utile è non portare materiale non necessario, evitando di trasformare lo zaino in un “contenitore tuttofare”. Meglio selezionare giorno per giorno solo ciò che serve davvero.

Consigli pratici per riempire e portare lo zaino

Per aiutare i ragazzi a proteggere la loro schiena, ecco alcune regole semplici ma fondamentali:

  • Distribuire bene i pesi: i libri e i quaderni più grandi e pesanti vanno messi a ridosso della schiena, quelli più leggeri nella parte esterna.
  • Utilizzare tutti gli scomparti: penne, astucci e oggetti piccoli dovrebbero essere sistemati negli spazi dedicati per evitare squilibri.
  • Limitare il carico: lo zaino non dovrebbe superare il 10-15% del peso corporeo del bambino o del ragazzo.
  • Regolare bene gli spallacci: devono essere larghi e imbottiti, e lo zaino va portato su entrambe le spalle, non su una sola.
  • Altezza corretta: la parte bassa dello zaino non dovrebbe scendere sotto la zona lombare.
  • Cinturino in vita o al torace: se presente, aiuta a distribuire meglio il peso.

Bernetti aveva inoltre sottolineato l’importanza di dedicare attenzione agli screening posturali durante la crescit. Un controllo regolare può individuare precocemente eventuali alterazioni, permettendo di intervenire con programmi di prevenzione mirati. Così da proteggere il benessere dei ragazzi sul lungo periodo.

Imparare a gestire lo zaino non significa solo avere meno peso sulle spalle, ma anche costruire sane abitudini che accompagneranno bambini e adolescenti per tutta la vita.

Scuola: stop ai cellulari in classe

Set 06
Scritto da Annamaria avatar

Con l’inizio del nuovo anno scolastico si concretizza una delle novità più discusse degli ultimi mesi: lo stop ai cellulari in classe, voluto dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Una misura che ha acceso un acceso dibattito nel mondo della scuola, ma che, sorprendentemente, trova il favore della maggior parte dei genitori.

scuola stop ai cellulari in classe

Non si tratta solo di parole: gli istituti si stanno già attrezzando. All’ingresso gli studenti consegneranno i propri dispositivi, che verranno riposti in armadietti di sicurezza, chiusi a chiave, per poi essere riconsegnati a fine giornata. Un piccolo rito quotidiano che promette di cambiare profondamente il modo di vivere la scuola.

Per molti genitori si tratta di una liberazione. La maggioranza vede in questo divieto una possibilità concreta di riportare l’attenzione sui libri, sulla relazione con i compagni e con gli insegnanti. Via chat, notifiche, social: insomma, via le distrazioni continue che hanno reso più difficile concentrarsi durante le lezioni. E non manca chi intravede in questa scelta un’occasione per reimparare a vivere la scuola come spazio “protetto”, diverso dalla vita fuori.

Naturalmente, restano le incognite. Per i ragazzi il cellulare non è solo un oggetto: è identità, comunicazione, talvolta anche rifugio. Privarsene, seppur solo per le ore scolastiche, significherà imparare a gestire diversamente tempo e relazioni. È qui che si gioca la vera sfida: non tanto custodire gli smartphone sotto chiave, quanto restituire agli studenti la capacità di abitare la scuola senza la mediazione costante di uno schermo.

Il divieto voluto da Valditara, insomma, non è soltanto una regola: è un esperimento culturale. Se funzionerà, sarà perché avrà saputo ridare centralità alla scuola come luogo di ascolto, di concentrazione e di crescita collettiva. E perché, forse, avrà insegnato anche agli adulti che educare non significa solo dire “no”, ma creare le condizioni perché quel “no” si trasformi in un “sì” a qualcosa di più grande.

Back to school: capi indispensabili per i bambini

Set 01
Scritto da Annamaria avatar

Settembre segna sempre un nuovo inizio. Per i bambini, il ritorno a scuola è un momento fatto di emozioni, aspettative e piccoli riti che scandiscono l’inizio dell’anno scolastico. E tra questi c’è senza dubbio lo shopping: scegliere i capi giusti diventa non solo una necessità, ma anche un modo per accompagnarli con entusiasmo nelle loro giornate. Quali sono quelli indispensabili, quindi, per il back to school?

La parola chiave è praticità, ma senza dimenticare lo stile. I bambini di oggi amano sentirsi comodi ma anche un po’ “cool”, e i genitori cercano soluzioni intelligenti che uniscano qualità, resistenza e versatilità.

Ecco allora la lista dei capi indispensabili per i bambini per affrontare il back to school con il guardaroba perfetto.

  • T-shirt basic: bianche, colorate, con stampe divertenti o motivi grafici. Sono il capo passe-partout che non stanca mai, facili da lavare e da abbinare.
  • Felpe con cappuccio o senza: ideali per il cambio di stagione, perfette sopra la t-shirt e sotto il giubbotto. Le versioni con zip sono pratiche anche per i più piccoli.
  • Jeans e pantaloni jogger: i primi sono un classico, i secondi una coccola di comodità. L’ideale è alternarli, così da unire look più casual e look più sportivi.
  • Sneakers versatili: un paio in tinta neutra (bianco, nero o grigio) che si abbini a tutto è sempre la scelta vincente.
  • Giubbino leggero o bomber: indispensabile per il clima ballerino di settembre e ottobre.
  • Zaino resistente ma leggero: non è un capo di abbigliamento, ma senza di lui nessun back to school è completo. Ormai è diventato quasi un accessorio di stile.
  • Cappellini o berretti: soprattutto per chi fa sport all’aperto o resta molto tempo fuori, proteggono e completano il look.

Per le bambine, si possono aggiungere leggings morbidi e qualche abito pratico in cotone da portare con le sneakers; per i maschi, una camicia in jeans o a quadri da indossare sopra la t-shirt può diventare un must.

Insomma, non serve riempire l’armadio: bastano pochi pezzi scelti con cura, facili da mixare, capaci di seguire i bambini nelle loro mille avventure quotidiane. Perché il back to school non è solo un ritorno sui banchi, ma un vero e proprio rito di stile.

Caro scuola

Ago 26
Scritto da Annamaria avatar

Settembre si avvicina e con lui il ritorno a scuola, un momento sempre carico di emozioni contrastanti: da un lato la voglia di ricominciare, dall’altro l’ansia delle famiglie per affrontare il cosiddetto caro scuola. Non è un segreto che ogni anno i costi legati a libri, quaderni e accessori scolastici pesino sempre di più sul bilancio familiare, soprattutto per chi ha più di un figlio. Basta entrare in una cartoleria o in una libreria per rendersi conto di quanto la spesa lieviti rapidamente: tra testi scolastici obbligatori, astucci, penne, diari, zaini e quaderni di ogni tipo, il conto può arrivare a cifre importanti, con aumenti che sembrano non fermarsi mai.

caro scuola

Per i genitori diventa allora un esercizio di equilibrio tra esigenze pratiche e desideri dei bambini, che spesso vorrebbero l’accessorio alla moda, lo zaino del loro personaggio preferito o il diario firmato che “hanno tutti”. Cedere a queste richieste significa spesso spendere molto di più, ma negarle può generare delusione. È una sfida continua cercare di conciliare il risparmio con la voglia di rendere il ritorno a scuola un momento speciale e motivante anche per i più piccoli.

C’è anche un altro aspetto da considerare: molte famiglie si organizzano con i mercatini dell’usato o con lo scambio di libri e materiali tra amici e conoscenti, una pratica che oltre a far risparmiare promuove una forma di sostenibilità. Altre cercano di anticiparsi acquistando con largo anticipo per evitare rincari, oppure approfittano delle promozioni dei grandi magazzini. Ma nonostante questi accorgimenti, il caro scuola resta un problema concreto e molto sentito.

In fondo, il ritorno sui banchi non dovrebbe trasformarsi in una corsa a chi spende di più, ma rimanere soprattutto un momento di crescita, di curiosità e di condivisione. Forse la vera sfida, oggi, non è soltanto contenere le spese, ma riuscire a trasmettere ai bambini il valore delle cose, insegnando loro che non è lo zaino firmato a fare la differenza, ma l’entusiasmo con cui si affronta un nuovo anno scolastico.

Come difendersi?

Alcune strategie concrete – suggerite da Codacons e consumatori – possono aiutare a contenere la spesa fino al 40% in meno:

  • Evitare i prodotti di marca: spesso hanno prezzi gonfiati solo per il logo e non una qualità superiore.
  • Ridurre il materiale acquistato in anticipo: molti articoli non servono subito e possono essere comprati gradualmente
  • Preferire materiali usati o scambiati tramite gruppi locali o mercatini online, strumenti ormai indispensabili in tante comunità.
  • Le grandi catene (supermercati online o fisici) spesso propongono sconti anche fino al 20% su libri e materiale

Quanto dovrebbe pesare lo zaino di scuola

Ago 24
Scritto da Annamaria avatar

Settembre si avvicina e con lui il ritorno sui banchi… e sulle spalle. Perché sì, lo zaino di scuola, spesso, rischia di diventare più una zavorra che un alleato. Ma quanto dovrebbe pesare davvero per non causare problemi alla schiena dei nostri figli?

quanto dovrebbe pesare lo zaino di scuola

Secondo pediatri, fisiatri e ortopedici, lo zaino non dovrebbe mai superare il 10-15% del peso corporeo del bambino o ragazzo. Ossia: se un bambino pesa 25 kg, lo zaino non dovrebbe pesare più di 2,5-3,5 kg. Se un ragazzo di medie o superiori pesa 45 kg, lo zaino dovrebbe restare tra i 4,5 e i 6,5 kg massimo.

Tutto ciò che supera questi valori può, nel tempo, affaticare la colonna vertebrale, provocare dolori a schiena e spalle, alterare la postura e, nei casi più seri, causare disturbi muscoloscheletrici. Spesso il problema non è solo lo zaino in sé, ma la somma di libri, quaderni, astucci e accessori. E poi ci sono le borracce termiche, il pranzo da casa, magari anche un cambio d’abbigliamento per l’educazione fisica. Risultato? Bambini e ragazzi camminano piegati in avanti, caricati come non mai. Inoltre, lo zaino a volte viene portato su una sola spalla (peggio ancora), o non viene regolato correttamente: troppo basso, troppo largo, troppo rigido. Ne sa qualcosa mia figlia a riguardo…

E’ importante sapere quale zaino scegliere: deve avere schienale ergonomico e spallacci larghi e imbottiti. Meglio se con cinghia frontale o lombare per scaricare il peso. Deve stare aderente alla schiena, ben centrato tra le scapole e non scendere sotto la vita. Ricordate, poi: gli zaini trolley sono comodi, ma attenzione a trascinarli sempre dallo stesso lato, perché possono causare asimmetrie posturali.

Per alleggerire lo zaino puoi insegnare ai tuoi figli a portare solo il necessario, organizzare una revisione settimanale dello zaino per eliminare ciò che non serve. Se la scuola lo consente, far portare ai ragazzi il tablet, lasciando i libri a casa.

E se tuo figlio si lamenta spesso di mal di schiena, ha una postura curva, si stanca facilmente o cammina inclinato da un lato, vale la pena fare una visita fisiatrica o ortopedica per escludere problemi posturali. Fai attenzione!

Scuola, che rivoluzione!

Ago 11
Scritto da Annamaria avatar

Sì, avete letto bene nei giorni scorsi sui vari quotidiani (e visto e ascoltato nei vari servizi in tv e radio): da quest’anno la condotta torna protagonista tra i banchi di scuola. Non è più solo quella voce un po’ trascurata nella pagella che si guardava distrattamente a fine anno. Stavolta fa davvero la differenza. E’ proprio il caso di esclamare: Scuola, che rivoluzione!”.

scuola che rivoluzione

La nuova riforma voluta dal Ministero dell’Istruzione è chiara: se uno studente prende 5 in condotta, viene bocciato, anche se la la suffucienza in tutte le materia. Ma non solo, perché chi ha un voto inferiore al 9 in comportamento non potrà ambire al massimo dei crediti scolastici, cosa che va ad influire sul voto finale alla maturità. E chi invece prende 6 in condotta? Niente scrollata di spalle: scatterà un percorso di educazione civica personalizzato, con tanto di esame finale: l’esame di cittadinanza.

In pratica, si ricomincia a dare peso non solo a quello che si sa, ma anche a come ci si comporta. Perché andare a scuola significa anche imparare a convivere con gli altri, rispettare le regole, ascoltare, costruire relazioni sane e mature.

È una svolta che arriva in un momento in cui, ammettiamolo, la scuola spesso si trova a fronteggiare episodi di maleducazione, mancanza di rispetto e atteggiamenti aggressivi. Non sempre, certo. Ma abbastanza spesso da spingere le istituzioni a dire: basta, si cambia rotta.

Personalmente trovo che sia una novità importante. È un messaggio chiaro: essere bravi a scuola non significa solo fare bene i compiti, ma anche essere cittadini responsabili, persone corrette, capaci di stare in un’aula e nella società con rispetto.

E poi, diciamolo, anche da mamma questa scelta suona come una buona occasione per ritrovare il valore educativo della scuola. Una scuola che non forma solo studenti, ma persone. Che ne pensate? È davvero tempo di restituire alla “condotta” il posto che merita?