Colazione da studenti
La colazione da studenti è quella che regala maggiore lucidità sin dal mattino. Qual è quella ideale? Innanzitutto è importante che questo pasto non venga saltato mai. Sicuramente va però bilanciato.
“Una revisione sistematica della letteratura su effetti cognitivi e performance scolastica associati alla prima colazione indica migliori risultati per memoria visiva, logica e creatività in presenza di apporti energetici per la prima colazione maggiori del 20% dell’energia totale della giornata”, dice Francesca Scazzina, professore associato di Nutrizione umana all’università di Parma, al Corriere della Sera.
La colazione da studenti, quella ideale, ha degli standard fissi. “Dolce o salata, la colazione dovrebbe includere almeno tre gruppi di alimenti. Cereali integrali per il maggiore contenuto di fibra, vitamine e sali minerali. Frutta fresca e verdura per fornire acqua, vitamine e componenti bioattivi. Frutta secca per fibra e grassi polinsaturi essenziali. Latte o derivati per le proteine di alto valore biologico e per il calcio. Oggi è invece alto elevato il consumo di prodotti raffinati, con eccesso di zuccheri, grassi e sale mentre l’assunzione di latte e yogurt è inferiore ai livelli desiderabili”, sottolinea l’esperta.
“La colazione dovrebbe avere contenuto calorico compreso tra il 15 e il 25% del fabbisogno energetico quotidiano (30% in assenza di spuntino) per evitare di arrivare a pranzo troppo affamati. Studi condotti su bambini di 9-12 anni hanno dimostrato che chi la salta mangia più spuntini, assumendo da questi ultimi circa il 40% dell’energia giornaliera, con un consumo elevato di zuccheri semplici”, conclude la Scazzina.
La Società Italiana di Nutrizione Umana e quella di Scienze della Alimentazione hanno proposto alcuni esempi di colazioni equilibrate adatte ai bambini. Eccoli qui di seguito. La colazione da studenti dovrebbe seguirli:
1) una tazza di latte con un cucchiaino di cacao, biscotti frollini oppure cereali da prima colazione, un frutto fresco;
2) uno yogurt, cereali da prima colazione, frutta fresca e frutta secca a guscio;
3) una tazza di latte, un toast, un frutto;
4) una spremuta di frutta fresca, una fetta di pane con ricotta e pomodoro.
Disturbo primario del linguaggio
Il disturbo primario del linguaggio (DPL) è un disturbo del neurosviluppo che rende difficoltoso acquisire, comprendere e usare le parole in maniera fluida e corretta, in assenza di compromissione delle abilità sensoriali, motorie e intellettive. “Il DPL è una ‘disabilità nascosta’, caratterizzata da manifestazioni molto eterogenee che vanno da importanti difficoltà nella realizzazione dei suoni del linguaggio, a un vocabolario ridotto o all’uso di frasi poco elaborate. In alcuni casi il bambino o la bambina può addirittura fare fatica ad intrattenere una conversazione, associate a difficoltà di tipo espressivo, di produzione e/o di comprensione del linguaggio”, spiega Tiziana Rossetto, presidente della FLI, Federazione Logopedisti Italiani. Colpisce 1 bambino su 14, pari al 7,6% della popolazione generale.
“Troppi bambini senza diagnosi e cura”, sottolinea la Rossetto. Il disturbo primario del linguaggio espone i bambini e gli adolescenti ad atti di bullismo. Le conseguenze non riguardano solo la lettura e la scrittura, ma pure le difficoltà di conversazione nel relazionarsi con gli altri e interagire.
“Per questo è importante identificare precocemente le difficoltà linguistiche e garantire un supporto attraverso una presa in carico riabilitativa tempestiva – afferma Ilaria Ceccarelli, logopedista FLI –. Nonostante oggi il ritardo nelle prime acquisizioni del linguaggio sia uno dei motivi più frequenti di consultazione dei logopedisti e delle logopediste nel periodo precoce dello sviluppo, i tempi per accedere alle strutture sanitarie sono molto elevati. Sia per la diagnosi che per la riabilitazione. Molti bambini e molte bambine non ricevono ancora un intervento tempestivo nelle finestre temporali critiche e spesso, anche nel contesto scolastico, non sono adeguatamente sostenuti. Da qui il nostro appello alle istituzioni, ai clinici, ai familiari a unirsi in una azione condivisa di sensibilizzazione e conoscenza sulle necessità e gli ancora troppi bisogni non risolti di questo disturbo”.
La Società Internazionale sui Disturbi del Linguaggio (RaDLD) ha elaborato una guida in 10 punti per capirne di più sul disturbo primario del linguaggio:
- una persona con disturbo primario del linguaggio può raggiungere il successo scolastico, professionale e sociale se riceve un buon supporto;
- chi ha un DPL non sembra diverso dagli altri e il disturbo può non essere subito evidente;
- imparare a leggere si basa sulle capacità linguistiche, che sono il problema principale per le persone con DPL;
- una persona con DPL ha difficoltà di linguaggio, non di intelligenza;
- il DPL interessa lo sviluppo di tutte le lingue parlate da una persona, non solo la lingua madre;
- anche se lo sviluppo del linguaggio è la principale area di difficoltà, il DPL può spesso accompagnarsi a difficoltà in altre aree dello sviluppo;
- la ricerca indica che gli adolescenti con DPL traggono beneficio da un supporto specialistico per incrementare le loro capacità di linguaggio;
- il DPL interessa persone di tutti i popoli del mondo e di tutte le classi sociali;
- nonostante l’alta prevalenza, l’esatta causa del DPL è ancora sconosciuta e può essere ricorrente nella famiglia e influenzato dalla genetica;
- il DPL è una condizione che dura tutta la vita.
‘Occhio’ al diabete
In occasione della Giornata Mondiale della Vista i diabetologi hanno lanciato un appello per sottolineare l’importanza dell’adesione agli screening oftalmologici da parte delle persone con diabete. Sono infatti gli adulti in età lavorativa (tra 16 e 65 anni) i soggetti a maggior rischio di sviluppare problemi della vista. E 1 milione quelli con retinopatia conclamata nel nostro Paese. Occhio al diabete quindi.
La retinopatia diabetica, infatti, è una nota e grave complicanza del diabete sia di tipo 1 che 2, determinata da fattori di rischio come la durata della malattia, specialmente se non adeguatamente controllata, elevati livelli di emoglobina glicata e ipertensione. E’ necessario, pertanto, tenere d’occhio il diabete.
“Il danno alle delicate strutture della retina è spesso silente e asintomatico. Il che rende la retinopatia sotto diagnosticata. Quando la persona sperimenta il calo della visione è segno che l’edema maculare o la retinopatia sono già in stadio avanzato. Per questo è importante motivare le persone con diabete a sottoporsi agli screening periodici. Sia al momento della diagnosi che a intervalli stabiliti dal diabetologo e dall’oftalmologo (in genere ogni uno o due anni a seconda dei casi). La tempestività di diagnosi permette di effettuare una presa in carico e limitare la perdita della visione” , ha sottolineato il Prof. Angelo Avogaro Presidente SID.
La prevalenza di complicanze a carico dell’occhio interessa tra il 30% e il 50% delle persone con diabete, con una incidenza annuale tra il 2 e il 6%. L’1% dei pazienti è interessato da una complicanza oculare grave. Una lunga storia di malattia (specie se non controllata dalle terapie) è un fattore di rischio. I dati ci dicono infatti che la prevalenza di retinopatia è in media del 20% dopo 5 anni di malattia, del 40-50% dopo 10 anni e di oltre 90% dopo 20 anni [dati USA].
“Ancora troppi – sottolinea ill Presidente Avogaro – se pensiamo che la prevenzione della cecità secondaria al diabete è una priorità di salute pubblica in Europa dal 1989. Quando fu stilata la Dichiarazione di Saint Vincent, principale riferimento internazionale per la lotta al diabete realizzato sotto l’egida dell’OMS. Oggi abbiamo l’obiettivo di ridurre di almeno un terzo il numero di casi. Questo per limitare la disabilità dei pazienti e diminuire i costi sanitari. Il paziente con retinopatia costa il doppio di uno con solo diabete. Per non parlare dei costi sociali e dell’impatto drammatico sulla qualità di vita. Eppure secondo alcune indagini solo il 30% delle persone con diabete sono sottoposte regolarmente a monitoraggio”.
Occhio al diabete. Lo screening sì esegue tramite l’esame del fondo oculare, semplice e non invasivo. Le immagini possono essere catturate da retinografi ed essere refertati a distanza grazie a strumenti di telemedicina. L’obiettivo è individuare tempestivamente segni di edema maculare. Le terapie vanno dalla fotocoagulazione laser all’uso di glucocorticoidi o farmaci anti-angiogenetici, che sì sono mostrati efficaci nella prevenzione della cecità.
Covid: nuove regole scuola
I contagi da Covid, come ogni autunno, tornano a salire e subito ci si preoccupa. Con il ritorno a scuola, pur non essendosi più alcuna emergenza, per tutelare i piccoli, ma pure chi ha fragilità bisogna seguire le nuove regole.
Le misure anti Covid non esistono più, anche per la scuola è lo stesso: le nuove regole sono in realtà indicazioni, consigli. Il Consiglio dei Ministri del 7 agosto 2023 ha approvato un provvedimento (Decreto-legge 10 agosto 2023 , n. 105), che abroga il divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora alle persone sottoposte alla misura dell‘isolamento perché risultate positive al Covid-19, come era previsto dal Decreto legge 52 del 2021 all’articolo 10 ter. Quindi non esiste alcun obbligo di quarantena per chi risulta positivo al tampone.
Il Ministero della Salute l’11 agosto ha pubblicato una circolare che dà comunque nuove regole a una persona che contrae il Covid. Si consiglia di indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie, mascherina chirurgica o FFP2, se si entra in contatto con altre persone. Se si è sintomatici, l’indicazione è di rimanere a casa fino al termine dei sintomi. Si consiglia anche vivamente di applicare una corretta igiene delle mani e di evitare ambienti affollati.
L’Associazione presidi è intervenuta sull’argomento contagi Covid per quel che riguarda la scuola. Mario Rusconi non parla di nuove regole, ma fa sapere che “l’indicazione che arriva dai presidi ai professori e bidelli è quella di evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola. In molte scuole poi a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel disinfettante”. Rusconi spiega che “l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è consigliato ai docenti e alunni con fragilità . Il nostro è un invito in quanto l’utilizzo non è obbligatorio”.
Ragazzi sui social 2-3 ore al giorno
Il 50% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni trascorre 2-3 ore al giorno sui social e chattando. Nel 2018 erano ‘solo’ il 43%. E’ quanto emerge dal rapporto ‘Tra realtà e Metaverso. Adolescenti e genitori nel mondo digitale’ elaborato da Telefono Azzurro e presentato a Milano, in occasione del Safer Internet Day, la giornata mondiale dedicata all’uso consapevole e responsabile di Internet. (altro…)
Must per ritorno a scuola
Per il ritorno a scuola di bambini e ragazzi un po’ più grandi ci sono i must della stagione da rispettare. Il New York Times negli States li elenca, come pure Vogue Teen: sono quelli in voga anche qui da noi
I must, gli irrinunciabili, per il ritorno a scuola sul fronte moda vedono al primo posto la tuta, un classico intramontabile per ragazzi e ragazze. Vanno tutte bene, anche quelle acquistate nei grandi magazzini, certo, se griffata meglio: deve essere comoda e versatile. Le ragazze amano le gonne, soprattutto a strati sovrapposti, e le camicie oversize, che vanno bene pure per i ragazzi. (altro…)
Scuola: regole anti Covid
L’Istituto Superiore di Sanità dà alcuni consigli per il rientro a scuola dei bambini, regole anti Covid per far sì che vada tutto bene. E’ rivolto soprattutto ai piccoli degli asili nidi e delle scuole dell’infanzia.
Le 6 regole anti Covid sono le misure più importanti da tenere a mente per un ritorno a scuola senza intoppi. Serve sempre la massima cautela contro il Coronavirus.
La prima delle regole anti Covid riguardanti i bambini è che la permanenza a scuola è consentita solo senza sintomi o febbre e senza test positivo. Poi a seguire: (altro…)
Salute mentale minori: disturbi raddoppiati
La salute mentale dei minori è a rischio. Uno studio condotto dall’Agia, l’ISS e il Ministero dell’Istruzione ha rivelato che i disturbi negli ultimi anni sono addirittura raddoppiati.
E’ colpa soprattutto della pandemia e il conseguente lockdown, ma le tendenze che mettono in pericolo la salute mentale dei minori sono allarmanti: secondo i ricercatori, le patologie più diffuse sarebbero tendenze suicide, autolesionismo e disturbi alimentari. Secondo l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, i problemi che riguardano il neurosviluppo e la salute mentale dei minori si stanno diffondendo, i disturbi sono raddoppiati rispetto al passato e potrebbero divenire cronici. (altro…)