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Bambini: obesità e solitudine dopo pandemia

Mag 02
Scritto da Annamaria avatar

E’ una triste realtà. Un nuovo rapporto dell’Oms Europa sottolinea quel che già purtroppo temevamo. Dopo la pandemia tra i bambini dai 7 ai 9 anni c’è stato un aumento dell’obesità e della solitudine.

bambini obesita e solitudine dopo pandemia

Col Covid, chiusi in casa, i bambini sono rimasti spesso davanti a uno schermo e hanno bloccato tutte le attività. La sedentarietà e l’isolamento hanno causato questo enorme danno. Aumento di obesità e solitudine dopo la pandemia. I nostri piccoli hanno sofferto.

“Lo studio, condotto insieme al Centro di collaborazione dell’Oms per la nutrizione e l’obesità infantile presso l’Istituto sanitario nazionale Dr Ricardo Jorge a Lisbona, Portogallo, si è svolto come detto in 17 dei 53 Stati membri della regione dal 2021 al 2023. Più di 50.000 bambini – per l’Italia iscritti a 270 scuole e di età tra i 7 e i 9 anni – hanno preso parte all’indagine”, scrive il Sole 24 Ore, che riporta la notizia.

La ricerca ha evidenziato, come sottolinea il quotidiano, che durante la pandemia:

• il 36% dei bambini ha aumentato il tempo trascorso guardando la televisione, giocando online o utilizzando i social media durante i giorni feriali, e il 34% ha aumentato il tempo trascorso davanti allo schermo a scopo ricreativo nei fine settimana;

• E ancora. Il 28% dei bambini ha riscontrato una diminuzione del tempo trascorso in attività all’aperto durante i giorni feriali e il 23% ha riscontrato una diminuzione nei fine settimana;

• le famiglie hanno segnalato un aumento nel consumo di pasti cucinati in casa (30%), nel mangiare insieme in famiglia (29%), nell’acquistare cibo sfuso (28%) e nel cucinare i pasti insieme ai bambini (26%);

  • il 42% dei bambini ha segnalato un calo della felicità e del benessere. Tanto che un bambino su 5 ha riferito di sentirsi triste più frequentemente e uno su 4 ha riferito di sentirsi solo più spesso.

L’Oms Europa raccomanda a tutti i Paesi di affrontare il problema. Dopo la pandemia l’aumento di obesità e solitudine dei bambini preoccupa. E’ necessario dare priorità all’alimentazione sana e all’attività fisica per i bambini in tutte le fasi dello sviluppo. Si richiede perciò una legislazione completa, multisettoriale e obbligatoria. 

“L’Oms raccomanda pratiche quali restrizioni alla commercializzazione e tasse sui prodotti non salutari, etichette nutrizionali chiare sugli alimenti e programmi scolastici per migliorare la dieta e promuovere l’attività fisica. Con l’auspicio che questi nuovi dati possano essere utilizzati ‘per informare e migliorare le politiche attuali in tutta la Regione e definire piani tanto necessari per future emergenze e pandemie che potrebbero portare all’interruzione dei processi educativi o alla chiusura delle scuole’”, fa sapere il giornale.

Centri estivi bambini: quanto costano

Apr 14
Scritto da Annamaria avatar

La fine della scuola si avvicina velocemente e subito si pensa ai centri estivi per i nostri bambini. Non sono per tutti. Quanto costano? Come rivela SkyTg24, i dati più recenti e indicativi sono quelli elaborati da Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) ed Eures – Ricerche economiche e sociali. Nell’estate scorsa hanno analizzato i costi medi dei centri estivi da Nord a Sud. Il focus su cinque città: Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari.

Il resoconto dell’indagine sui centri estivi riservati ai bambini e quanto costano non dà dati confortanti. In alcuni casi si può raggiungere e superare i 2mila euro. “Secondo la ricerca di Adoc ed Eures, pubblicata a luglio 2023, il costo medio in Italia per una famiglia che decide di mandare i propri figli in un centro estivo privato è pari a 140,50 euro per una settimana ad orario pieno. Il prezzo scende a 95,80 euro se si opta per la mezza giornata”, si sottolinea.

Facendo i conti, bisogna considerare che nel nostro Paese il periodo di chiusura delle scuole è di circa 12 settimane (rispetto alle 6/8 settimane in Germania, Francia e Regno Unito). Una coppia di genitori, anche prendendo le ferie sfalsate, riesce solitamente a coprire soltanto una parte di questo tempo. Quindi i costo medio che dovrebbe sostenere per un periodo di 8 settimane sarebbe pari a 1.124 euro. La spesa stimata arriva a circa 2.200 euro se si hanno due figli.

Chiaramente per i bambini ci sono i centri estivi convenzionati. Quanto costano? Molto meno, ma sono poche le famiglie che riescono ad accedere ai bandi. Al Nord si spende di più, con Milano città più cara. In estate, però, tornano le scuole aperte. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato il decreto che mette in campo 400 milioni di euro per finanziare attività di inclusione, socialità e potenziamento delle competenze per il periodo estivo in cui vengono sospese le lezioni. Il provvedimento interessa gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25 ed è destinato alle scuole primarie e secondarie statali e paritarie non commerciali.

Decalogo contro il cyberbullismo

Gen 09
Scritto da Annamaria avatar

Unieuro e Polizia di Stato hanno presentato a Roma il decalogo contro il cyberbullismo di #cuoriconnessi, il progetto nato nel 2016 per informare e sensibilizzare ragazzi, genitori e insegnanti a un uso corretto dei device connessi alla rete.

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Il decalogo contro il cyberbullismo è il risultato di un lavoro svolto dagli studenti che hanno raccolto l’invito contenuto nella ‘Storia di Madi’, prima dispensa estiva a fumetti in cui la protagonista è una ragazza vittima di bodyshaming, un fenomeno sempre più diffuso online. La narrazione è servita come spunto di riflessione per estrapolare dieci consigli utili per contrastare il cyberbullismo. L’obiettivo è quello di promuovere il rispetto reciproco e la lotta a tutte le forme di discriminazione, sempre più radicate all’interno degli ecosistemi digitali.

“Capire i ragazzi, oggi sempre più immersi nel mondo online, non è sempre per gli adulti un compito agevole, soprattutto quando si tratta di comprenderne i bisogni ed i modelli di riferimento”, afferma Renato Cortese, Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato. “Per fare della rete internet un luogo più sicuro crediamo che occorra diffondere una cultura della sicurezza e responsabilizzare i ragazzi su una navigazione più consapevole: è proprio in questo contesto che il decalogo presentato oggi si inserisce, per coinvolgere quanti più studenti possibile e sensibilizzarli su un tema così importante”.

“La grande partecipazione delle scuole e degli studenti alla realizzazione del decalogo conferma il valore del progetto #cuoriconnessi e dà ulteriore slancio al nostro impegno quotidiano, che ha l’intento di sensibilizzare e informare i giovani, gli insegnanti e i genitori su un utilizzo più consapevole e corretto della tecnologia. Dopo otto anni di collaborazione con Polizia di Stato siamo in grado di mantenere sempre alta l’attenzione su queste tematiche di straordinaria attualità per la nostra società”, spiega Marco Titi, Direttore Marketing di Unieuro.

Decalogo contro il cyberbullismo

1. Immedesimarsi nell’altro ci rende persone migliori.
2. Il sorriso e l’attenzione per il prossimo sono un segno di forza.
3. Mai dimenticarsi che le parole giuste, così come quelle sbagliate, esercitano un grande potere sulle nostre vite.
4. Se scopri che qualcuno è vittima di cyberbullismo aiutalo. Nella vita siamo responsabili di ciò che facciamo ma anche di ciò che fingiamo di non vedere.
5. Non accettiamo passivamente tutto ciò che leggiamo o vediamo online. Utilizziamo il nostro pensiero critico e poniamoci sempre delle domande.
6. Mai dimenticare che il mondo online è formato da altri esseri umani.
7. Usiamo lo smartphone in maniera prudente, non condividiamo le immagini intime ed
evitiamo sempre di offendere altre persone.
8. Quando si è vittime di bullismo e di cyberbullismo la solitudine è la nostra prima nemica. Chiedere aiuto è il primo passo verso la soluzione del problema.
9. Rispettiamo sempre le idee degli altri e se non siamo d’accordo parliamo! Gli haters sono dei deboli incapaci di confrontarsi.
10. Ricordiamoci che le persone forti sono quelle che non offendono gli altri ma li aiutano.

Il decalogo è disponibile presso i Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di tutta Italia, distribuito come materiale scolastico negli Istituti Scolastici e scaricabile nella versione digitale. 

Bambini iperattivi

Dic 27
Scritto da Annamaria avatar

In questi giorni di festa avete avuto a che fare per molto più tempo del solito con i vostri figli. Se siete genitori di bambini iperattivi, è importante sapere come gestirli al meglio. Spesso non è facile.

bambini iperattivi

La dott.ssa Alessia di Costanzo, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Domodossola, chiarisce alcuni punti. “Se vogliamo aiutare il bambino a regolarsi dobbiamo, in primis, imparare a regolare e modulare le nostre emozioni. L’adulto deve rappresentare per il bambino un facilitatore che possa supportarlo nell’interazione e contenerlo nell’attività. La prima cosa da fare quindi è lavorare sulle nostre emozioni, conoscere le nostre risposte emotive alle situazioni difficili o frustranti imparando ad individuare e riconoscere i segnali che il nostro corpo ci manda.   Non esiste uno strumento universale perché ognuno di noi vive e percepisce in maniera diversa ma partire dall’ascolto, di noi stessi e poi dei nostri bambini, è fondamentale per individuare quelli giusti. Nell’ottica dell’ascolto possiamo poi mettere in atto alcune facilitazioni concrete per supportare la regolazione. Possiamo individuare tre aree di intervento: gli spazi, le routine, il corpo”.

Noi adulti dobbiamo fare da filtro ai bambini iperattivi. “Dobbiamo creare per il bambino degli spazi di gioco sicuri e che possano facilitarlo nella regolazione. Innanzitutto, proviamo a ridurre i giochi a vista o a portata di mano affinché il bambino non passi continuamente da un’attività all’altra e se richiede di cambiare attività coinvolgiamolo attivamente nel riordino, cercando di fare in modo che ci sia sempre un unico materiale a disposizione a cui dedicarsi”, spiega l’esperta. 

“Può essere anche utile dare una collocazione e un limite chiaro alle attività creando degli ‘angoli’ di gioco definiti, ad esempio, ‘le costruzioni si usano sul tappeto’, ‘i pennarelli sul tavolino piccolo’, e via dicendo. In questo modo forniamo al bambino un contenimento visivo e spaziale. Anche creare uno spazio morbido sensomotorio dove sperimentare con il corpo può aiutare a incanalare l’energia motoria del bambino in un contesto positivo e di scoperta”, sottolinea ancora, parlando dei bambini iperattivi.

“Per i bambini che faticano a regolarsi è utile rendere ciò che avverrà prevedibile . E’ utile impostare delle routine per quei momenti della giornata nei quali il bambino ha difficoltà nel passaggio da una situazione ad un’altra”, dice ancora. Poi parla del corpo: “Spesso trascuriamo l’importanza che il nostro corpo gioca nelle comunicazioni e nella relazione con il bambino”. Deve trasmettere sicurezza e conforto. “Soprattutto coi bambini più piccoli, è fondamentale coinvolgerli in attività di scambio tonico-emozionale per rispondere al bisogno di contenimento fisico e sensoriale. Giochi di abbracci e di opposti (morbido-duro, forte-piano), li aiutano a comprendere come modulare il proprio corpo.  Nel giocare possiamo guidarli fisicamente mettendo la nostra mano sulla loro in modo che possano sentire la forza necessaria a svolgere l’attività. Ad esempio, quando riponendo i giochi li buttano con forza nella scatola, proviamo a guidarli nel movimento”. 

Resistenza antimicrobica

Nov 24
Scritto da Annamaria avatar

Nelle TIN sono i farmaci più utilizzati, l’antibiotico-resistenza può diventare un grande problema. Per i neonatologi l’uso va controllato e razionalizzato. La resistenza antimicrobica (AMR) si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti non rispondono più agli agenti antimicrobici. A causa della resistenza ai farmaci, gli antibiotici e gli altri agenti antimicrobici diventano inefficaci. E le infezioni diventano difficili o impossibili da trattare, aumentando il rischio di diffusione della malattia, a volte grave. In Italia, secondo il Rapporto nazionale AIFA, nel 2022 l’uso degli antibiotici sistemici risulta in ripresa, con un +24% rispetto al 2021. 

Per aumentare la consapevolezza e la comprensione della resistenza antimicrobica e promuovere le migliori pratiche per prevenirla e per affrontare un’emergenza già da tempo, purtroppo, globale, si celebra ogni anno, dal 18 al 24 novembre, la World AMR Awareness Week. Tema di quest’anno, come per il 2022, è “Prevenire insieme la resistenza antimicrobica. Rappresenta una minaccia per l’uomo, gli animali, le piante e l’ambiente.

“Per preservare l’efficacia degli antibiotici e ridurre in modo efficace la resistenza antimicrobica, è necessario promuovere una collaborazione intersettoriale”, afferma il Dott. Luigi Orfeo, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN). “Occorre una consapevolezza globale, in tutti i settori, che devono essere in grado di utilizzare gli antimicrobici in modo prudente e appropriato. Devono adottare misure preventive per ridurre l’incidenza delle infezioni. E seguire le buone pratiche nello smaltimento dei rifiuti contaminati”, continua.

E’ fondamentale che, non solo gli operatori sanitari e le istituzioni, ma anche i cittadini prendano piena coscienza della portata di questo fenomeno: solo collaborando, secondo un approccio One-Health, si può sperare di porre un freno allo sviluppo e alla diffusione della resistenza agli antibiotici. Un modo per farlo è quello di mettere in atto delle “azioni virtuose”, che possano contribuire a ridurre l’incidenza e l’impatto delle infezioni da batteri resistenti, in qualsiasi ambito.

Tutti possono farlo. Come le industrie farmaceutiche, con le giuste indicazioni d’uso e proponendo alternative agli antimicrobici. Il personale sanitario e i medici, implementando buone pratiche, informando i cittadini e prescrivendo antibiotici attenendosi alle linee guida. I cittadini e i pazienti, assumendo antibiotici solo dietro prescrizione medica, seguendone scrupolosamente le indicazioni. Le scuole, promuovendo la conoscenza del problema dell’antimicrobico-resistenza e dei metodi per contrastarla.

Oggi le infezioni neonatali rappresentano ancora un’importante causa di morbilità e mortalità. Dati recenti della letteratura mettono in evidenza che negli ultimi 30 anni c’è stato, nel mondo, un aumento dell’incidenza delle infezioni/sepsi neonatali del 13% circa con 6.31 milioni di casi stimati nel 2019 responsabili del 3.7% della mortalità in epoca neonatale.

Diversi patogeni possono essere trasmessi ai neonati verticalmente da madre a figlio in seguito allo sviluppo, da parte della madre, di un’infezione oppure orizzontalmente dai caregivers, in comunità o in ambito ospedaliero. In particolare, i neonati ricoverati nelle Terapie Intensive Neonatali (TIN) sono ad alto rischio di infezione a causa della fisiologica immaturità del sistema immunitario, della prolungata ospedalizzazione e delle necessarie pratiche diagnostiche-terapeutiche spesso invasive. Per questi motivi fino al 90% dei neonati pretermine con peso < 1000 g vengono sottoposti a terapia antibiotica empirica nel sospetto di una sepsi precoce, rappresentando questi ultimi un terzo della top ten dei medicinali più utilizzati durante la degenza.

“Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza per i neonati e in particolare per quelli ricoverati in TIN, rappresenta una delle principali preoccupazioni per noi neonatologi. Il 50% circa delle infezioni neonatali severe risultano, attualmente, resistenti alla prima ed alla seconda linea di trattamenti raccomandati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Il motivo è che gli antibiotici sono, effettivamente, tra i farmaci più utilizzati nelle terapie intensive neonatali. Anche se a volte non necessari, e seppur ad oggi valutati in modo più critico rispetto al passato, il loro uso rimane ancora significativo e prolungato, causando il rischio di insorgenza di alcune patologie come infezione tardiva, enterocolite necrotizzante o anche di morte”, continua il Dott. Orfeo.

“La prevenzione delle infezioni in ambito ospedaliero resta la miglior difesa per combattere la battaglia contro la resistenza antimicrobica. E l’igiene delle mani, in particolare, rappresenta la misura più importante per prevenirne la diffusione. Pertanto costituisce una pratica da diffondere ed incentivare il più possibile”, conclude.

Regole per non sprecare acqua

Giu 03
Scritto da Annamaria avatar

Ai bambini è necessario dare delle regole, quelle per non sprecare l’acqua sono basilari in un mondo in cui l’essere green è sempre più una necessità per sopravvivere. Una serie di piccoli gesti quotidiani porta sicuramente nella giusta direzione sia noi adulti che i nostri piccoli, gli adulti di domani.

regole per non sprecare acqua

Le regole per non sprecare l’acqua sono semplici e vanno seguite prima di tutto da noi genitori. Siamo chiamati sempre a dare il buon esempio. La prima è: chiudere sempre il rubinetto. Mentre si compiono altre operazioni, come insaponarsi le mani o usare lo spazzolino per lavarsi i denti, o in cucina, di tagliano delle verdure, spesso li si lascia aperti. Eppure questa semplice accortezza fa sì che per ogni minuto si risparmino circa 6 litri di acqua.

Preferire la doccia al bagno. Lo so che i bambini sono felici quando se ne stanno immersi dentro, ma la scelta della doccia fa diminuire il consumo di circa il 75% rispetto quella del bagno. E’ è tantissimo.

Sotto la doccia chiudere l’acqua quando ci si insapona, sia il corpo che i capelli. Non solo, tra le regole per non sprecare acqua anche il tempo impiegato durante la doccia è importante: va razionalizzato. Ogni minuto in più che si passa sotto la doccia con acqua corrente causa un consumo di acqua che va dai 5 ai 10 litri.

Insegnare ai piccoli a raccogliere l’acqua piovana, magari con una bella bacinella fuori, se si ha un giardino, o in balcone, e a riutilizzarla, per innaffiare quando ce n’è bisogno. Insegnare anche a giocare sì con l’acqua, ma senza mai esagerare. Noi dobbiamo salvaguardare il pianeta che ci ospita e dobbiamo curarlo, amarlo. Abbiamo visto cos’ha causato la siccità in questa primavera, come pure i disastri ora, invece, con l’eccessiva pioggia scatenata dai cambiamenti climatici.

Lista nascita green

Mag 27
Scritto da Annamaria avatar

La lista nascita green, eco-sostenibile, è una bella idea in tempi in cui tutti dobbiamo avere grande attenzione per il pianeta in cui viviamo. Cosa metterci dentro?

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Innanzitutto la lista nascita green prevede di dare uno stop a quelli che sono gli acquisti futili, non necessari. Bisogna scegliere prodotti amici dell’ambiente, come capi in cotone organico o bambù, realizzati con standard produttivi alti. Bisogna fare attenzione ai cosmetici, come pure a tutto il resto

Ecco cosa inserire in una lista nascita green:

Pannolini lavabili, che possano essere quindi riutilizzati.

Pannolini ecologici: se non vi piace l’idea del pannolino lavabile, allora prendete quelli che sono biodegradabili.

Bagno schiuma e shampoo ecologici, eco-bio, che tra l’altro sono l’ottimale, in quanto non provocano allergie o irritazioni.

Abbigliamento realizzato in fibre naturali: body, tutine e il resto, meglio se pure in cotoni neutri.

Cuscino per allattare biologico, imbottito, ad esempio di farro bio. O in cotone biologico sfoderabile.

Evitate di riempirvi di ciucci o biberon, ma sappiate che anche in questo caso sono presenti sul mercato prodotti rigorosamente green e in vetro. Questa lista nascita sarà il vostro piccolo dono alla Terra.

Vademecum borsa da spiaggia con bambini

Mag 25
Scritto da Annamaria avatar

Il vademecum riguardante la borsa da spiaggia con bambini al seguito è utilissimo: ci ricorda tutto, così da non dimenticare cose importantissime al mare.

Anche se questo maggio assai piovoso ha rimandato i weekend sotto il sole, ci siamo: il vademecum per la borsa da spiaggia con i bambini ci darà una mano. Ho avuto la fortuna di andare al mare all’estero due mesi e mezzo fa e, non ci crederete, un giorno sono arrivata allo stabilimento senza i teli. Ecco perché il vademecum per la borsa da spiaggia, soprattutto con bambini al seguito, andrebbe proprio stampato e portato sempre con sé.

Quando andiamo al mare dobbiamo portare con noi:

Teli da mare: meglio un paio per uno, soprattutto per i piccoli, che fanno tanti bagni e devono essere asciugati. Per mia comodità io scelgo quelli in microfibra, che occupano meno spazio. Chiaramente quelli in spugna assorbono maggiormente…

Creme solari: soprattutto all’inizio scegliete quelle con protezioni alte, se non totali, evitando così che i bambini si scottino, ma anche voi. E’ un attimo. Dopo il bagno, rimettetele ai vostri figli, anche se sono waterproof.

Stick di protezione per le labbra, che con salsedine e vento possono facilmente screpolarsi.

Pettine e/o spazzola anti nodi. La mia Bibi ha sempre avuto i capelli lunghi e senza questi oggetti, sarei stata persa.

Costume di ricambio: per i bimbi essenziale, per evitare gli arrossamenti e i fastidi rimanendo con quello bagnato addosso

Una borraccia per l’acqua: è vero che c’è il bar, così però vi sarà utile anche in auto ed eviterete di spendere tanto per avere acqua potabile e fresca da bere.

Fazzoletti monouso, meglio se quelli imbevuti, che aiutano a pulirsi meglio il faccino e le mani.

Frutta fresca e merende salutari: anche in questo caso, si può acquistare sul posto, ma avere in borsa qualcosa da mangiare quando si sta al mare con i bimbi è sempre meglio.

Cappellino: se il sole è forte, è opportuno proteggere la testa dei pargoletti. Anche per voi servirà nel caso. Potrete optare per un bel copricapo in paglia, di quelli trendy.

Occhiali da sole: anche di questi a volte non si sente l’esigenza, invece evitare le congiuntiviti è importante.

Giochi da spiaggia: così che non ci sia spazio per la noia. Io aggiungo anche un mazzo di carte. Dipende dall’età dei bambini.

Se si va al mare con neonati ricordate: pannolini di ricambio, salvagente adatto, un pagliaccetto di ricambio