Decalogo prenatalizio per preparare i bambini
Il periodo che sta per arrivare è uno dei momenti più magici dell’anno: luci, profumi, musica, attesa e tradizioni che si tramandano da generazioni. Ma il Natale non è solo regali e consumismo: può diventare un’occasione preziosa per insegnare ai piccoli di casa valori importanti come la gentilezza, la gratitudine, la condivisione e la cura degli altri.

Ecco quindi un decalogo prenatalizio semplice e divertente, per preparare i bambini al Natale in modo giocoso ma anche profondo, vivendo ogni giorno della preparazione come parte della magia.
1. Preparare insieme un calendario dell’attesa creativo
Non solo cioccolatini! Realizzate un calendario fai-da-te con bigliettini, lavoretti o piccoli impegni quotidiani. Ogni casella può contenere un messaggio positivo o un gesto da compiere.
2. Raccontare il senso del Natale con parole semplici
Che si affronti da punto di vista religioso, tradizionale o culturale, il bambino ha bisogno di capire perché stiamo festeggiando, non solo come.
3. Allestire la casa con decorazioni “narrate”
Ogni addobbo può avere una storia: da dove viene, perché si usa, cosa rappresenta. Dare un significato trasforma l’ambiente in un luogo vivo, non in una semplice vetrina.
4. Introdurre il valore della gratitudine
Un piccolo rituale quotidiano può bastare: ogni sera, scrivere (o disegnare) una cosa per cui si è grati. Il Natale parte dal cuore, non dai pacchi.
5. Organizzare attività manuali più che “shopping”
Saltare un pomeriggio al centro commerciale e sostituirlo con una giornata creativa: biscotti, disegni, biglietti, pupazzi, stelle di carta.
Il ricordo dura più di un acquisto.
6. Parlare di sostenibilità
Scegliere decorazioni riutilizzabili, carte regalo riciclate, doni utili o esperienziali: una scelta consapevole fa parte della magia moderna.
7. Inserire momenti di lettura condivisa
I libri natalizi — fiabe, racconti, albi illustrati — trasportano nella dimensione dell’immaginazione, nutrendo emozioni e fantasia.
8. Allenare la gentilezza
Creare la “missione della gentilezza”: per esempio, aiutare un compagno, fare un complimento, donare qualcosa a chi ne ha bisogno, coccolare un animale.
Il vero spirito natalizio è un superpotere quotidiano.
9. Coinvolgerli nei gesti di dono
Non solo ricevere, ma anche scegliere o realizzare un regalo per qualcuno, imparando l’emozione del “pensare all’altro”.
10. Godersi l’attesa senza fretta
La magia sta nel percorso, non nel giorno clou. Spegnere i ritmi, rallentare, sorseggiare una cioccolata calda guardando le luci: questo è crescere con il cuore pieno.
Ghirlanda Miracolata
L’8 dicembre è alle porte, e con lui il magico (e leggermente caotico) momento in cui i bambini pretendono colla, glitter e… controllo totale dell’arredamento di casa. Se vuoi un’attività creativa che li tenga impegnati, non distrugga la cucina e magari aggiunga un tocco di decorazione natalizia, ecco la soluzione: la Ghirlanda Miracolata dell’Immacolata. Perché “miracolata”?
Perché è un miracolo se a fine attività non c’è glitter persino nel frigorifero.

Occorrente (sparso in giro per casa, ovviamente)
- Un piatto di carta
- Forbicine a prova di bambino
- Colori, pastelli, pennarelli o quello che sopravvive in fondo al cassetto
- Colla vinilica (non farti ingannare: verrà usata su qualunque superficie tranne quella giusta)
- Bottoni, fiocchetti, pezzi di carta regalo, foglie trovate in giardino, qualsiasi cosa che “profuma di Natale” secondo i tuoi figli
- Un nastrino per appendere la ghirlanda al muro… o al gatto, se non stai attento
Prendi il piatto di carta e ritaglia il centro, così da lasciarti solo il bordo. I tuoi figli ti diranno: “Ma perché lo rompi?!”. Tu sorridi e vai avanti. Lascia che dipingano o colorino la ghirlanda come vogliono. Potresti ottenere qualcosa che ricorda un bosco incantato. Oppure un’esplosione atomica di rosso e verde. È il momento preferito dei bambini: incollare qualsiasi cosa respirabile. Bottoni? Sì. Cotone? Assolutamente. Un dinosauro di plastica? Perché no: è pur sempre una ghirlanda con personalità. E via col tocco finale di glitter!
Aggancia un nastrino in cima per poterla appendere. Se i bimbi vogliono scrivere “Buona Immacolata”, lascia fare. Se vogliono scrivere “Buon Natale alla mia maestra e al mio cane”, lascia fare lo stesso.
Post parto: quando tornare al lavoro?
Il post parto è sempre un momento delicato per tante ragioni. Molte neomamme si domandano: quando è opportuno tornare al lavoro? Non esiste lo stesso tempo per tutte. Ci sono alcuni elementi importanti da considerare per prendere una decisione consapevole e sostenibile.

Dopo il parto il corpo ha bisogno di tempo per recuperare. Oltre al recupero fisico, c’è quello emotivo: l’arrivo di un bambino porta gioia, ma anche stanchezza, cambiamenti ormonali, nuove responsabilità.
Molte donne sentono la necessità di prendersi tutto il congedo a disposizione; altre avvertono il desiderio di tornare prima alla routine lavorativa. Entrambe le scelte sono valide: l’importante è che la mamma si ascolti e consideri il proprio benessere complessivo.
Nei primi mesi il neonato dipende completamente dai genitori. L’allattamento, i ritmi irregolari di sonno, la necessità di contatto e sicurezza rendono il periodo iniziale particolarmente intenso.
Una mamma può valutare il rientro al lavoro anche in base a:
- modalità di alimentazione del bambino e loro compatibilità con gli orari di lavoro;
- possibilità di affidarlo a una persona di fiducia o a un servizio educativo adeguato;
- equilibrio tra tempo passato con il bambino e qualità dell’accudimento.
Le condizioni di lavoro giocano un ruolo centrale:
- Flessibilità degli orari
- Possibilità di lavoro da remoto
- Ambiente comprensivo verso le esigenze familiari
- Tutele previste dal contratto
Più un ambiente è favorevole, più può essere sereno un eventuale rientro anticipato. Al contrario, in contesti rigidi o molto stressanti, prendersi tutto il tempo concesso può essere una scelta più salutare.
Per molte famiglie, il ritorno al lavoro è legato anche a considerazioni economiche. Il costo di eventuali servizi per l’infanzia, il livello di sostegno familiare disponibile o altre spese possono influenzare la decisione.
È importante anche considerare come organizzare la vita quotidiana una volta rientrati: gestione dei turni, dei compiti domestici e del tempo libero.
In Italia la normativa tutela la salute di mamma e bambino con:
- Congedo di maternità obbligatorio
- Congedo parentale facoltativo
- Pausa per l’allattamento nei primi mesi dal rientro
- Tutele per lavori considerati a rischio
Conoscere i propri diritti aiuta a sentirsi più sicure e a pianificare con tranquillità.
Decidere quando tornare al lavoro non è solo una questione di tempi, ma soprattutto di equilibrio personale. Parlare con persone di fiducia, condividere dubbi e aspettative con il partner, confrontarsi con altre mamme può aiutare a chiarire la propria posizione. Per dubbi specifici sulla salute fisica o emotiva, è utile rivolgersi al proprio medico o a una figura sanitaria di riferimento.
Giornata Mondiale Prematurità
“Garantire ai neonati prematuri il miglior inizio possibile per un futuro in salute”. È questo il claim della Giornata Mondiale della Prematurità 2025, che si celebrerà il 17 novembre e che, grazie alla Global Foundation for the Care of Newborn Infants GFCNI,è stata inserita ufficialmente nel calendario dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità),riconoscendo a livello globale la nascita pretermine come priorità sanitaria.

I primi giorni e mesi di vita rappresentano un periodo delicato e decisivo, nel quale si pongono le basi per la crescita, lo sviluppo cognitivo e la salute a lungo termine del neonato. Garantire il miglior inizio possibile è ancora più fondamentale per i neonati prematuri, che hanno bisogno di cure di elevatissima qualità fin dai primi istanti e assistenza personalizzata, il più possibile a contatto con i genitori.
La nascita pretermine, definita come un parto che avviene prima delle 37 settimane complete di gestazione, comporta significativi fattori di rischio per la salute dei bambini, che possono influire non solo sulla prima infanzia, ma anche sullo sviluppo a lungo termine. Ogni anno nel mondo circa 13,4 milioni di neonati vengono alla luce prima della 37ª settimana di gestazione, ovvero 1 bambino su 10. Malgrado gli sforzi a livello internazionale, il tasso globale di nascite pretermine non è diminuito in modo significativo nell’ultimo decennio: la riduzione annuale stimata è di circa lo 0,14% tra il 2010 e il 2020.
La prematurità è la principale causa di mortalità neonatale nei bambini sotto i 5 anni di vita in tutto il mondo, ma ancora con forti disuguaglianze. Uno studio del 2025 mostra che la sopravvivenza fino alla dimissione dagli ospedali dei neonati estremamente pretermine (<29 settimane) è circa il 70% nei paesi ad alto reddito, ma solo il 44% nei paesi a basso e medio reddito. In Italia, la sopravvivenza alla dimissione è già del 74% a 24-27 settimane di età gestazionale e sale al 93% a 28-29 settimane, al 97% a 30-31 settimane e > 99% sopra le 32 settimane (Report INNSIN 2024).
I bambini nati molto pretermine (≤28 settimane) sono a rischio di disabilità neurocognitive. Tuttavia, negli ultimi anni, la ricerca sul loro sviluppo neurologico ha consolidato evidenze chiare sull’utilità di interventi precoci e pratiche di cura che migliorano gli esiti a breve e lungo termine:
- favorire il più possibile il contatto precoce e prolungato genitore-bambino (Kangaroo Care) durante il ricovero;
- implementare programmi di intervento precoce che coinvolgano e istruiscano i genitori nelle attività di stimolazione sensomotoria e relazionale;
- gestire il dolore, attraverso protocolli sistematici, per la protezione sensoriale e per la dimissione con piano di follow-up neuroevolutivo;
- assicurare continuità di cura territoriale e accesso rapido a servizi di riabilitazione, quando necessari.
Anche la cura nutrizionale dei neonati prematuri rappresenta oggi un tassello cruciale per garantire crescita adeguata, sviluppo neurocognitivo ottimale e riduzione delle complicanze. La nutrizione del neonato prematuro non è solo una questione di “sopravvivenza”, ma di ottimizzazione della crescita, dello sviluppo e della salute a lungo termine. Recenti linee guida confermano che un approccio nutrizionale precoce, mirato e multidisciplinare è un pilastro fondamentale della cura della prematurità. Le raccomandazioni dell’European Society for Paediatric Gastroenterology Hepatology and Nutrition (ESPGHAN) e di linee guida nazionali (come quelle della Società Italiana di Neonatologia (SIN) del 2016 e della Sociedade Portuguesa de Neonatologia del 2023) sottolineano l’importanza dell’alimentazione con latte materno o in alternativa con latte umano donato.
Il latte materno è un dono prezioso per iniziare la vita in salute per ogni neonato, e ancor più, accanto alle terapie farmacologiche, per quelli più fragili, come i prematuri. A tal proposito, il governo italiano ha recentemente recepito il documento “Disponibilità del latte umano donato”, a cura del Gruppo di Lavoro per il monitoraggio dell’appropriatezza operativa e gestionale delle Banche del Latte Umano Donato in Italia (costituito con decreto direttoriale del Ministero della Salute nel 2022), realizzato per mettere in atto una serie di interventi che possano contribuire a qualificare e rendere più efficace il sistema delle banche del latte umano donato nel nostro Paese (GU n° 47 del 26 febbraio 2025).
Tali interventi potranno essere utili affinché il latte umano donato possa essere trasportato alle Terapie Intensive Neonatali sprovviste di banca del latte. Ugualmente importante è l’attenzione alla nutrizione nel corso dei primi anni di vita, poiché la nascita pretermine può costituire un fattore predisponente all’insorgenza di problematiche metaboliche a lungo termine, quali il sovrappeso e l’obesità.
Per ridurre l’impatto della prematurità e migliorarne gli esiti è fondamentale un approccio articolato e globale, da parte di tutti gli operatori coinvolti, comprese le istituzioni politiche:
– prevenzione primaria: migliorare la salute materna (nutrizione, assistenza prenatale, gestione delle infezioni e delle complicanze ostetriche), promuovere gravidanze sicure e informate;
– miglioramento dei dati e del monitoraggio: molti paesi non dispongono di dati affidabili sulla gestazione, peso alla nascita e assistenza neonatale; ciò limita la pianificazione e l’intervento;
– assistenza neonatale di qualità: per i nati pretermine, accesso a cure neonatali (tutte le settimane di gestazione), terapia intensiva se necessaria, supporto allo sviluppo (ad es. Kangaroo Care);
– riduzione delle disuguaglianze: potenziare i sistemi sanitari nei paesi a basso medio reddito, garantire che ogni neonato — ovunque nasca — abbia accesso alle cure necessarie;
– follow-up e supporto dello sviluppo: garantire che i bambini nati pretermine abbiano accesso a screening per lo sviluppo neurocognitivo, interventi precoci e sostegno educativo e sociale quando necessario.
“Dobbiamo offrire ad ogni bambino che nasce troppo presto non solo la sopravvivenza, ma anche una qualità di vita la migliore possibile”, afferma il Presidente SIN, Prof. Massimo Agosti. “Questa sfida è tanto sanitaria, quanto etica e sociale: ridurre le problematiche legate alla prematurità e attenuarne gli effetti significa investire nel futuro dell’umanità. In questa prospettiva, i primi momenti di vita rappresentano il cuore dei primi mille giorni e sono determinanti per la salute futura dei neonati. La SIN ribadisce la necessità di un impegno concreto da parte delle Istituzioni nazionali e regionali per potenziare le reti perinatali, assicurare risorse adeguate alle Terapie Intensive Neonatali e garantire la continuità assistenziale dopo la dimissione”. “Investire nella cura dei neonati pretermine significa investire nel futuro del Paese: in termini di salute, sviluppo e inclusione sociale”, conclude Agosti.
Le iniziative per la Giornata Mondiale della Prematurità 2025
“NEL TUO ABBRACCIO”: DIECI FILASTROCCHE RACCONTANO LA CARTA DEI DIRITTI DEL NEONATO PREMATURO
Un vero e proprio “viaggio in rima” all’interno della Carta dei Diritti del Bambino Nato Prematuro: “Nel tuo abbraccio” è il nuovo libro, voluto da Vivere ETS Coordinamento nazionale delle associazioni dei genitori, con la collaborazione di tutte le 25 associazioni che rappresenta, con il contributo e la supervisione scientifica della Società Italiana di Neonatologia. Edito da Carthusia, con l’autrice Anna Sarfatti e l’illustratrice Sophie Fatus, ha ricevuto il patrocinio, oltre che della SIN, anche di SIN INF, SIMP, SIP, AOGOI e SIGO.
Dieci filastrocche, con piccoli passi poetici e tenere illustrazioni, per celebrare i 15 anni della Carta dei Diritti del Bambino Nato Prematuro, la prima dedicata ai neonati in Terapia Intensiva Neonatale (TIN), nata dalla collaborazione tra associazioni di genitori, operatori e società scientifiche. Questa raccolta, pensata per accompagnare le famiglie nel loro viaggio in TIN, tra diritti, cure e sostegno, è adatta a progetti di lettura in reparto, ma è rivolta a tutti e ha lo scopo di sensibilizzare, anche opinione pubblica e istituzioni, su un tema così importante come la nascita prematura. “Nel tuo abbraccio” è distribuito nelle librerie e attraverso Vivere ETS e le Associazioni locali.
L’ITALIA SI COLORA DI VIOLA!
Da Sud a Nord, il 17 novembre tutta l’Italia si colorerà di viola, colore ufficiale della giornata, per i neonati prematuri e le loro famiglie. Ospedali, reparti di Terapia Intensiva Neonatale, Comuni, piazze, monumenti ed edifici accenderanno una luce viola, aderendo alla Giornata Mondiale della Prematurità. Già in tantissimi hanno manifestato piena adesione all’iniziativa, mostrando sensibilità alla causa e disponibilità a promuovere la giornata, con l’illuminazione e attraverso siti web, social e canali istituzionali.
SIN e Vivere ETS hanno, inoltre, realizzato una raccolta digitale, il KIT VIOLA PER I NEONATI PREMATURI, con i file della campagna ufficiale di sensibilizzazione per la Giornata Mondiale della Prematurità 2025, utilizzabili sui social o da stampare. C’è poi il MINI KIT VIOLA DIGITALE, pensato a supporto delle attività dedicate ai bambini, per scuole, associazioni, ecc., con file, schede informative, disegni da colorare, immagini e video sul tema dei nati prematuri, per spiegare anche ai più piccoli e in modo semplice che cosa è la prematurità.
E per chi lo desidera, potrà inviare una propria interpretazione creativa della prematurità (disegni, testi, immagini, foto, video, ecc.), in formato digitale, partecipando all’iniziativa “LA PREMATURITÀ PER ME”, un altro modo per riflettere e raccontare, secondo il punto di vista dei più piccoli, la nascita prematura. La Giornata Mondiale della Prematurità sarà raccontata, supportata e condivisa attraverso i social ufficiali della SIN, su cui saranno pubblicate tutte le foto e i video ricevuti degli eventi in TIN e in città e dei siti illuminati o colorati di viola.
Educazione sessuale a scuola
Il tema dell’educazione sessuale a scuola è tornato al centro del dibattito politico dopo la presentazione di un emendamento da parte della Lega al disegno di legge sul consenso informato in ambito scolastico, promosso dal Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione.

Con l’emendamento depositato dalla Lega, viene cancellato il divieto imposto precedentemente alle scuole medie (scuola secondaria di primo grado) di svolgere attività di educazione sessuale e affettiva. Al contempo, rimane il divieto per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria, segnando una differenza netta tra ordini di scuola. In pratica, nelle scuole medie e superiori potranno essere svolti percorsi di educazione all’affettività e sessualità, ma subordinati al consenso informato dei genitori, i quali dovranno essere preventivamente informati sui contenuti, i relatori e il materiale didattico utilizzato.
Il disegno di legge è attualmente in discussione alla Camera e nei prossimi giorni passerà all’esame del Senato. Sarà fondamentale verificare la versione finale del testo e il modo in cui verrà applicata nelle scuole. Ma perché è importante l’insegnamento dell’educazione sessuale a scuola?
L’educazione sessuale a scuola aiuta bambini e adolescenti a crescere in modo più consapevole, sicuro e rispettoso verso se stessi e gli altri. Non si tratta solo di parlare di sesso, ma di affrontare temi che riguardano il corpo, le emozioni, l’affettività e il rispetto reciproco.
Ecco perché è fondamentale:
1. Promuove la consapevolezza del proprio corpo
Fin dall’adolescenza, i ragazzi vivono profondi cambiamenti fisici e ormonali. L’educazione sessuale fornisce informazioni scientificamente corrette, aiutandoli a comprendere cosa accade al proprio corpo, a riconoscere ciò che è normale e a non provare vergogna o paura.
2. Insegna il rispetto e il consenso
Uno degli aspetti centrali è il rispetto dei confini personali e il concetto di consenso. I giovani imparano che ogni relazione deve basarsi sulla libertà, sulla fiducia e sull’ascolto reciproco — un passo essenziale per prevenire comportamenti di abuso o violenza.
3. Combatte i falsi miti e le informazioni sbagliate
Molti ragazzi si formano un’idea della sessualità attraverso internet o i social, dove spesso circolano messaggi distorti. La scuola, invece, offre uno spazio sicuro e guidato da esperti, in cui si possono porre domande e ricevere risposte corrette, senza giudizi.
4. Previene gravidanze precoci e malattie sessualmente trasmissibili
L’educazione sessuale riduce il rischio di comportamenti a rischio, promuovendo l’uso consapevole dei metodi contraccettivi e l’importanza della prevenzione. I dati internazionali mostrano che nei Paesi dove esiste una formazione strutturata e continua, si registrano meno gravidanze indesiderate e meno infezioni.
5. Aiuta a costruire relazioni sane
Parlare di emozioni, identità e orientamento sessuale aiuta i giovani a riconoscere le proprie esigenze affettive e a rispettare quelle degli altri. Questo contribuisce a ridurre fenomeni come il bullismo, l’omofobia o la discriminazione di genere.
6. È un diritto riconosciuto a livello internazionale
Secondo l’OMS e l’UNESCO, l’educazione sessuale è parte integrante del diritto alla salute e allo sviluppo. Non significa “anticipare” esperienze, ma fornire strumenti per scegliere in modo consapevole e responsabile.
Diabete tipo 2 in aumento tra giovani e adolescenti
Sono dati preoccupanti quelli emersi dagli ultimi congressi. Il diabete di tipo 2 è in aumento tra i giovani e gli adolescenti. Il quadro è davvero allarmante. “Stiamo assistendo ad una traslazione dell’incidenza verso età sempre più giovani che non ha precedenti”, commenta la professoressa Raffaella Buzzetti a Leggo.

La Presidente della Società Italiana di Diabetologia e Ordinario di Endocrinologia alla Sapienza Università di Roma aggiunge: “Se non invertiamo questa tendenza, rischiamo di avere generazioni future con una aspettativa di vita inferiore a quella dei propri genitori a causa delle complicanze croniche del diabete. Di vedere cioè nei prossimi anni dei trentenni con complicanze tipiche della mezza età, come retinopatia, nefropatia e malattie cardiovascolari. Il diabete di tipo 2 pediatrico è infatti ancora più aggressivo di quello dell’adulto”.
Le cause di questo fenomeno, in crescita in tutto il mondo e con picchi più marcati in alcune minoranze etniche sono ormai sotto gli occhi di tutti. Il diabete di tipo 2 in età giovanile è il risultato di una “tempesta perfetta”: l’epidemia di obesità infantile, alimentata da cibi ultra-processati, junk food e sedentarietà digitale.
“I dati del Global Burden of Disease Study – ricorda la professoressa Buzzetti – mostrano una correlazione diretta tra l’aumento dell’indice di massa corporea (BMI) nei bambini e l’incidenza del diabete di tipo 2”.
“Il tessuto adiposo in eccesso, specialmente quello viscerale, promuove uno stato di infiammazione cronica e insulino-resistenza. Il consumo elevato di cibi ultra-processati, bevande zuccherate, grassi saturi e carboidrati raffinati è molto diffuso tra i giovani e i giovanissimi. Uno studio presentato al congresso dell’ADA e pubblicato su JAMA Pediatrics ha evidenziato che anche un modesto consumo quotidiano di bevande zuccherate aumenta significativamente il rischio di insulino-resistenza negli adolescenti”, sottolinea l’esperta.
All’alimentazione “diabetogena” si aggiunge l’aumento dello screen time, cioè del tempo trascorso davanti allo schermo del cellulare, che ha progressivamente sostituito il gioco attivo all’aperto. “Una serie di ricerche presentate all’EASD – ricorda l’endocrinologa – hanno evidenziato che, oltre che ridurre il dispendio energetico, questo si associa a pattern di sonno irregolari che a loro volta correlano con un’alterazione del metabolismo degli zuccheri”.
Stanza neonato: nuove tendenze
Preparare la stanza del neonato è un momento prezioso: è l’ambiente dove nasceranno i primi sorrisi, dove si farà la nanna e si vivrà l’infanzia. Nel 2025, arredare la cameretta del piccolo non significa più solo scegliere una culla e qualche peluche, ma creare uno spazio che unisca stile, funzionalità e comfort per mamma, papà e bebè. Ecco quali sono le nuove tendenze.

Tra le novità più “in” per le camerette in arrivo: colori ispirati alla natura, come verde salvia, terracotta, crema, insieme a materiali caldi come legno chiaro, vimini e rattan. L’altro grande filone è la sostenibilità: mobili ecologici, tessuti naturali, finiture non trattate. Questo perché l’ambiente del neonato sia sano e rispettoso del pianeta. Infine, la funzionalità è un must: spazi intelligenti, arredi trasformabili, angoli che possano crescere con il bambino.
Che cosa non deve proprio mancare nella cameretta?
- Culla o letto sicuro: struttura stabile, materasso ben adattato, materiali anallergici.
- Zona cambio funzionale: fasciatoio, cassettoni o scaffali a portata di mano per pannolini, salviette, vestitini.
- Arredi che crescono con lui/lei: un comodino modulare, un lettino che si trasforma in letto per bambini, scaffali bassi per giochi.
- Angolo relax per mamma/papà: una poltrona comoda, luce soffusa per la poppata o il libro della buonanotte.
- Controllo della luce e del rumore: tende oscuranti, tappeti che attutiscono i rumori, giochi educativi poco invasivi.
- Arredamento sicuro: spigoli arrotondati, fissaggi a parete, vernici atossiche.
- Decorazioni personali: stampe, peluche e cuscini che raccontano piccole storie, con tessuti naturali e texture morbide come il bouclé.
Serve qualche consiglio per non sbagliare?
- Scegli una palette neutra “che cresce” con il bambino: crema, salvia e un tocco caldo come la terracotta.
- Mescola un mobile vintage (ad esempio un cassettone anni ’50) con un pezzo nuovo eco-friendly: dà carattere e personalità.
- Fai dell’angolo lettura un piccolo salotto nel salotto: tappetino morbido, pouf, libri illustrati. Sarà un ricordo condiviso.
- Punta sulla qualità più che sulla quantità: meglio un bel mobile ben progettato che dieci accessori sparsi.
- Ricorda: la stanza riflette la tua famiglia. Se ami lo stile minimal, ma vuoi qualcosa di accogliente, scegli mobili essenziali e accessori tattili che invitano a toccare.
10 consigli per seguire la Dieta Mediterranea
Il 16 novembre 2025 ricorre il quindicesimo anniversario del riconoscimento della Dieta Mediterranea come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Questo importante traguardo celebra non solo un modello alimentare sano e sostenibile, ma anche un insieme di saperi, pratiche, tradizioni e valori condivisi dalle comunità del Mediterraneo. La SINU, Società Italiana di Nutrizione Umana, propone 10 consigli per seguire la Dieta Mediterranea e farsi del bene.

1. Quello che non deve mai mancare in dispensa
Per cucinare piatti sani e secondo le ricette della tradizione mediterranea, ci sono alcuni alimenti essenziali che non dovrebbero mai mancare in dispensa: olio extravergine d’oliva, pomodori pelati, legumi secchi o in barattolo, preferibilmente in vetro, pasta e riso integrali, farro, cereali, spezie come origano, basilico, rosmarino.
2. La lista della spesa “mediterranea”
Per una migliore gestione, è consigliato organizzare la lista settimanale della spesa con prevalenza di: frutta e verdura fresche e di stagione, pesce azzurro (alici, sgombro, sardine), yogurt bianco, uova, carni bianche, formaggi freschi (ad es. mozzarella, ricotta), pane integrale o ai cereali. Quando possibile, privilegiare prodotti locali e di filiera corta, per sostenere l’economia del territorio, ridurre l’impatto ambientale dei trasporti e garantire maggiore freschezza e qualità agli alimenti.
3. Un menù settimanale antistress e salva tempo
Seguendo le indicazioni della Piramide Alimentare SINU, relativamente alla frequenza di consumo dei diversi alimenti, è facile organizzare un menu settimanale personalizzato, che aiuterà a risparmiare tempo, evitare scelte impulsive e a ridurre lo stress di “cosa cucino oggi?”.
4. La riscoperta delle ricette dell’antica tradizione mediterranea
La nostra tradizione è ricca di tante ricette tipiche, tramandate di generazione in generazione. Riscoprirle, prepararle, in famiglia o con amici, magari con una reinterpretazione moderna, aiuterà a rendere la cucina un momento creativo, piacevole e di condivisione.
5. Spuntini semplici e salutari
Frutta fresca e secca (noci, mandorle, ecc.), yogurt naturale, ma anche una fetta di pane con olio e pomodoro sono la scelta più pratica e sana per una merenda gustosa e genuina.
6. Cucinare in doppia dose
Cucinare legumi, riso, cereali o verdure richiede lunghe preparazioni e cotture. Prevedere una quantità maggiore e conservarla in frigorifero o freezer, in contenitori preferibilmente in vetro, aiuterà a risparmiare tempo e avere sempre a disposizione piatti sani.
7. Un “kit aromatico” per dare più sapore
Alla base della cucina mediterranea ci sono i sapori e i profumi del nostro territorio. Cipolla, aglio, prezzemolo, sedano e carota, tritati e conservati in frigorifero o freezer e pronti all’uso, saranno il mix perfetto per dare più sapore ai piatti in pochi secondi, riducendo anche l’uso di sale.
8. Il piatto unico contiene tutti i nutrienti necessari
Un piatto unico ben bilanciato, come un’insalata di farro con verdure e feta o una pasta con ceci e spinaci, racchiude tutti i nutrienti essenziali in una sola preparazione, semplificando la cucina quotidiana: riduce il numero di pentole da usare, accorcia i tempi di preparazione e cottura e consente di risparmiare energia e acqua, contribuendo anche a uno stile di vita più sostenibile.
9. La tecnologia è a sostegno della Dieta Mediterranea
Sfruttare gli elettrodomestici moderni come la friggitrice ad aria per verdure croccanti senza olio, la pentola a pressione per legumi pronti in 30 minuti o i robot da cucina per tritare, impastare, frullare, è una validissima scelta e un aiuto in cucina, per risparmiare tempo e soprattutto fatica.
10. Mangiare insieme
La Dieta Mediterranea non è solo un insieme di alimenti, ma un vero e proprio stile di vita che valorizza anche la convivialità. Mangiare insieme, in famiglia o con amici, favorisce la condivisione, rallenta il ritmo dei pasti, migliora la qualità dell’alimentazione e il benessere psicologico. Anche il momento del pasto può diventare un’occasione per educare i più piccoli a scelte alimentari sane, rafforzare i legami e riscoprire il piacere di stare a tavola, lontano da schermi e distrazioni.

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