“Vaccinazioni importanti in gravidanza”
Le vaccinazioni sono importanti in gravidanza. A sottolinearlo ancora una volta è il prof. Pantaleo Greco, Direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del S. Anna. “Le vaccinazioni effettuate in gravidanza possono proteggere la madre da malattie infettive che possono essere potenzialmente pericolose, come l’influenza e SARS-CoV-2, in quanto la gravidanza rende le donne più suscettibili a peggioramento delle condizioni generali ed a maggiori complicazioni respiratorie”, spiega a InSalute News.
Molte donne rimangono dubbiosa, ma sempre riguardo alle vaccinazioni in gravidanza, importanti e basilari, il medico aggiunge: “Diversi studi hanno ormai escluso ogni tipo di ripercussione negativa del vaccino SARS-CoV-2 sulla salute del neonato, sia alla nascita sia nei sei mesi successivi, periodo nel quale non si è verificato nessun eccesso di ricoveri nel gruppo di bambini nati da madri vaccinate in gravidanza. Al contrario, si è dimostrato l’effetto protettivo del vaccino rispetto ai neonati non esposti al vaccino. In poche parole proteggendo la mamma da Covid si difende anche il bambino dalle sue conseguenze indirette”.
“Tra le altre vaccinazioni raccomandate in gravidanza ricordiamo poi il vaccino antipertosse (raccomandato dalla 28 alle 36esima settimana di gravidanza) che stimola la formazione e quindi il passaggio di anticorpi, trasmessi dalla madre al feto attraverso il circolo placentare, che possono offrire una protezione temporanea al neonato, riducendo il rischio di infezioni e di complicanze respiratorie, purtroppo anche molto gravi, nelle prime settimane di vita”, sottolinea ancora il dottore.
Anche le persone vicine alle donne incinte dovrebbero capire che sono importanti: “Le persone vicine alle donne in gravidanza, come i familiari e i caregiver, potrebbero essere portatori di malattie infettive senza saperlo. La vaccinazione riduce il rischio di trasmettere queste malattie alla madre o al neonato. Inoltre, quando un numero sufficiente di persone è vaccinato, si crea una ‘immunità di gregge’ che riduce la diffusione delle malattie infettive all’interno dell’intera comunità. Ciò protegge indirettamente anche le persone che non possono essere vaccinate, come i neonati e coloro che hanno condizioni mediche che impediscono la vaccinazione”.
La scelta di Deborah
E’ una storia che commuove e coinvolge tutti. La scelta di Deborah Vanini emoziona. La donna ha scoperto di avere un tumore nel giorno in cui ha anche scoperto di essere incinta. Ha deciso di rinunciare alle cure e portare a termine la gravidanza. Il compagno ha condiviso il suo desiderio. La bambina è nata due mesi fa e sta benissimo. Lei a solo 38 anni è deceduta: è morta il 25 novembre scorso.
Ci si domanda quante farebbero la scelta di Deborah e quante, invece, si sottoporrebbero alla terapia per cercare di sconfiggere il cancro, rinunciando a dare la vita, perdendo la propria. Non è facile rispondere.
La scelta di Deborah è forse la più complicata che ci possa essere. Lei, dopo aver accolto tra le sue braccia il 18 settembre la piccola, pochi giorni dopo sul social in un post scriveva: “Il giorno in cui ho scoperto di essere incinta, ho scoperto anche di avere un tumore al quarto stadio. Uno choc. Avevo una vita da sogno fino al giorno precedente. Dalla notizia più bella alla più brutta in 25 secondi netti. Dalla gioia più grande alla disperazione più assoluta. Dall’estasi alle pene dell’inferno. Da lì il buio”.
“Mesi e mesi di esami, giorni in ospedale, visite estenuanti e dolorose, impedimenti fisici, farmaci, una valanga di farmaci, la maggior parte non compatibili con una gravidanza. Scelte. Scelte più grandi di noi, sulla vita che avevamo creato. Messi davanti alla più difficile al mondo per un genitore, decidere per la vita o meno dei propri figli. Ho pianto notti intere per la paura, per la tensione, per i dubbi e ho perso la via, mi sono disperata, chiesto perché proprio a me a noi”, proseguiva la Vanini.
“Ho toccato veramente il fondo, ma poi.. con l’aiuto di uno staff Niguarda a dir poco favoloso, amici di vecchia e nuova data, la mamma, il mio angelo Katia Gianquinto e la vera roccia della mia vita, il mio compagno (che non mi ha abbandonata per 1 solo secondo, stando con me h24 anche in ospedale per settimane, e dormendo persino per terra), sono riuscita a trovare anche dei lati postivi in tutto questo, perché ci sono sempre nonostante tutto…Benvenuta piccola M. Forse tu non lo sai ancora, ma mi ha letteralmente salvato la vita”, concludeva. L’arrivo della bambina, pur non curandosi, le ha restituito la parte vera della sua esistenza.
Falsi miti sui farmaci in gravidanza e allattamento
Ci sono molti falsi miti riguardanti i farmaci in gravidanza e allattamento. Irene Cetin, direttrice dell’Ostetricia, e Monica Fumagalli, direttrice della Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, del Policlinico di Milano li sfatano a uno a uno.
I falsi miti sui farmaci in gravidanza e allattamento fanno venire molti dubbi alle mamme, ecco il motivo per cui vanno ‘abbattuti’. Le credenze generano solo e sempre caos, soprattutto se, appunto, sbagliate.
Uno tra i falsi miti racconta sui farmaci in gravidanza e in allattamento che sono pericolosi, ma non è così, o almeno non tutti sono pericolosi: “Non tutti i farmaci sono vietati. Molti non rappresentano un rischio e sono necessari per gestire condizioni cliniche che potrebbero avere conseguenze peggiori se non trattate, come l’ipertensione o il diabete gestazionale. E’ importante prima di tutto leggere sempre il foglietto illustrativo del farmaco che prevede sempre una voce dedicata a ‘Gravidanza e allattamento’ e consultare sempre il ginecologo e il pediatra prima di assumere qualsiasi terapia”.
Si dice che invece i rimedi naturali e omeopatici siano sempre sicuri. E’ falso: “I rimedi omeopatici possono avere effetti collaterali o interagire con altri farmaci, sia per la madre che per il bambino. Alcune erbe, come il ginseng o l’iperico, possono interferire con la produzione di latte o avere effetti indesiderati sul neonato. Bisogna quindi comportarsi come per tutti gli altri farmaci”.
Un’altra raccomandazione: “Anche se un farmaco è stato sicuro durante la gravidanza, non è detto che lo sia anche in allattamento perché, dopo il parto, può cambiare il modo in cui viene metabolizzato, sia per la mamma che per il neonato. Anche in questo caso è bene parlarne con il pediatra per confermare la sicurezza del farmaco anche durante l’allattamento”.
Non è vero che se si è incinta o si allatta non si possa mai prendere un antidolorifico: “Alcuni antidolorifici, come il paracetamolo (o acetaminofene), sono considerati sicuri per un uso occasionale in gravidanza, soprattutto per trattare dolori lievi o febbre. Altri, come gli antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’ibuprofene, possono essere sconsigliati, soprattutto nel terzo trimestre. Per quanto riguarda l’allattamento, ibuprofene e paracetamolo sono considerati sicuri se usati nelle dosi raccomandate, non comportando rischi significativi per il neonato. Anche in questo caso, è importante consultare il ginecologo e il pediatra prima di assumerli”.
E’ invece assolutamente vero che è possibile ridurre il passaggio dei farmaci nel latte materno: “Esistono strategie per minimizzare l’esposizione del piccolo ai farmaci. Ad esempio, si può assumere il farmaco subito dopo una poppata, così il livello del farmaco nel latte alla successivamente sarà più basso. Inoltre, in alcuni casi, il medico può aiutarti a scegliere farmaci con caratteristiche specifiche come una breve emivita, cioè che si eliminano rapidamente dal corpo”.
Vaccini pre e post gravidanza
I vaccini pre e post gravidanza, come pure quelli durante la gestazione, possono offrire una protezione sia alla mamma che al bebè. E’ bene sempre ricordare quale sono quelli raccomandati dai medici.
Qui di seguito una lista di tutti i vaccini pre e post gravidanza, ma pure quelli consigliati durante il pancione a tutte le donne.
Vaccini pre e post gravidanza (e non solo)
Prima della gravidanza
- E’ consigliata la vaccinazione contro morbillo, parotite, rosolia e varicella a tutti gli adulti non vaccinati e che non hanno avuto queste malattie.
- Dopo la vaccinazione deve essere evitato l’inizio di una gravidanza per almeno un mese.
- Queste malattie contratte in gravidanza possono essere gravi sia per la mamma che per il bambino.
- E’ importante che anche i partner siano protetti verso questi virus.
Durante la gravidanza
Le vaccinazioni raccomandate sono:
Vaccino contro la Pertosse
- La vaccinazione contro la pertosse fatta tra la 27° e la 32° settimana di gestazione può proteggere il neonato dalle complicanze di questa pericolosa malattia proprio quando i rischi per la salute sono più alti.
- Il modo più efficace per proteggere il neonato contro la Pertosse è vaccinare la mamma durante la gravidanza
- Gli anticorpi specifici prodotti dalla mamma passeranno al bambino attraverso la placenta e lo proteggeranno in attesa che possa ricevere le prime dosi vaccinali pediatriche.
- I primi mesi di vita sono quelli più a rischio per le complicanze di questa malattia e nel 2024 i casi di pertosse in Italia sono in aumento.
- Il vaccino è sicuro ben tollerato, contiene anche difterite e tetano (dTPa) e può essere somministrato ad ogni gravidanza, anche in caso di gravidanze ravvicinate. Leggi la scheda informativa dTPa.
- La vaccinazione è raccomandata anche per tutte le persone che accudiscono un neonato che possono accedere agli ambulatori vaccinali tramite prenotazione Cup e CupTel.
- Per le donne in gravidanza la vaccinazione è in libero accesso in tutti gli ambulatori vaccinali per adulti dell’Ausl di riferimento negli orari di apertura.
Vaccino anti-influenza
- L’influenza durante la gravidanza può causare gravi complicazioni per la mamma (polmoniti severe con insufficienza respiratoria) e per la gravidanza (aborto o parto prematuro).
- La vaccinazione invece è sicura e ben tollerata ed è raccomandata in qualsiasi trimestre di gravidanza a tutte le gravide nel periodo di circolazione dei virus influenzali.
- La vaccinazione può essere effettuata dal Medico di medicina generale o presso gli ambulatori vaccinali per adulti dell’Ausl di riferimento anche in concomitanza con la vaccinazione contro la pertosse.
- La vaccinazione è raccomandata anche per tutte le persone che sono in contatto con una donna in gravidanza e con un neonato.
Vaccino anti-Covid
La vaccinazione anti-covid19 con vaccino a mRNA è raccomandata a tutte le donne in gravidanza in qualsiasi momento della gestazione purchè siano trascorsi almeno 120 giorni dall’ultima dose di vaccino o dalla malattia.
Post gravidanza
Se prima della gravidanza non erano stati eseguiti i vaccini contro Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella, e la donna non è immune, è raccomandato vaccinarsi prima della dimissione dall’ospedale o fissare un appuntamento per la vaccinazione postpartum.
È possibile vaccinarsi anche durante l’allattamento.
In caso di dubbi o necessità di ulteriori informazioni, è consigliabile consultare il proprio ginecologo o contattare il Servizio igiene pubblica dell’Azienda USL di riferimento.
La Buona Nascita
Lei si definisce “ostetrica innamorata delle donne e del femminile. Ibclc, consulente babywearing. Esperta in gravidanza e post partum” se si va a guardare il suo profilo Instagram, dove parla di bambini che vengono al mondo e si racconta. La sua esperienza Arianna Ciucci ora l’ha messa per iscritto con La Buona Nascita – Come scoprirsi genitori giorno dopo giorno, un libro edito da San Paolo.
“Talvolta nella vita accadono cose inaspettate che ti rendi conto essere un’occasione unica e un dono. E’ quello che mi è successo in quest’anno. Una proposta , una sfida, un’avventura: scrivere un libro. ‘Io un libro? Ne sarò capace? Avrò argomenti interessanti da proporre? Caspita, forse è più semplice far nascere un bimbo!’. Sono solo, questi, alcuni dei timori che hanno assalito la mia mente all’inizio di questa avventura Poi, delle ottime compagne di viaggio, mi hanno aiutato a far emergere il cuore e la mente dell’ostetrica, della donna e della madre che sono. E così, pagina dopo pagina, è nato ‘La Buona Nascita. Come scoprirsi genitori giorno dopo giorno’”, racconta in un post.
“Un libro che sa di relazioni che nascono, di pelle e corpi che parlano, di mani e di sguardi che si incontrano – continua l’autrice – Un libro che ha il sapore della meraviglia ma anche della fatica e della crisi. Non un manuale di istruzioni…ne abbiamo fin troppi, ma un libro che invita a prendersi un tempo di riflessione, di crescita, di ascolto e che rimette al centro le persone con le proprie sensazioni ed emozioni. Un libro che sa di vita che passa e che fa nascere. In tutte le librerie dal 29 ottobre”.
La Ciucci è una vera professionista. Nella sua biografia si legge: “da sempre innamorata della maternità e della cura della madre, si è diplomata in ostetricia nel 1992. Per 26 anni ha svolto la professione in una grande maternità di Milano. Dal 2018 è responsabile ostetrica dell’Associazione GEPO, dove dirige anche l’Ambulatorio Allattamento, uno spazio sempre aperto per supportare le mamme e i bebè durante l’allattamento. E’ anche mamma di tre figli, infermiera, consulente allattamento certificata IBCLC, consulente babywearing e insegnante di massaggio neonatale”.
La Buona Nascita è un libro che aiuterà i neo genitori a capire. E farà lo stesso anche con cui i figli già ce li ha. “Come affrontare l’arrivo di un figlio al giorno d’oggi? Come pensare a una Buona Nascita? Cosa serve per recuperare quegli aspetti più caratteristici, fisiologici, storici e umani che la nascita di un figlio porta con sé? Senza edulcorare i racconti, senza diluire le riflessioni, crediamo che sia necessario avere il coraggio di prendere posizione su cosa voglia dire l’attesa, il dare alla luce, l’essere genitori, sul fatto che non esistono scorciatoie per fare meglio le cose, su come si possa sempre cambiare rotta, leggere la propria storia e assumere un ruolo importantissimo verso i propri figli e verso la società”, si legge nella sinossi.
E ancora: “In questo libro, narrativo e non manualistico, completo di storie reali e spunti concreti, si vogliono accompagnare le donne e i loro partner nella scoperta – e nella ri-scoperta – del percorso della gravidanza, mettendo in luce le ambivalenze, raccontando ciò che ci si aspetta non venga taciuto, affrontando cosa bisognerebbe socializzare di questa esperienza”.
“Un libro che propone la Buona Nascita come il modo per poter avviare il più bel percorso che si possa fare: quello di una vita insieme. Perché se tutta la gravidanza è una storia, un percorso ‘in relazione’ e ‘di relazioni’, allora non possiamo affidarci solo all’esperienza scientifica. Ma dobbiamo recuperare il ruolo del partner, dei fratelli, della rete, del villaggio, del bambino stesso che stiamo aspettando. E quindi la relazione con noi stesse. Per rimettere al centro la persona, con il suo peso specifico di essere, di bisogni, di sensazioni, di emozioni. Di vita che passa e che fa nascere”, si conclude.
Esposoma urbano una vera calamità
L’esposoma urbano è una vera calamità. Sui bambini ha effetti sin dalla nascita e sono purtroppo a lungo termine. La SIN lancia un allarme: sono necessari interventi drastici per garantire città più sostenibili e sicure per tutelare la salute dei piccoli.
L’inquinamento ambientale e il cambiamento climatico hanno un impatto negativo sulla salute dei neonati, già durante la gravidanza, con effetti che possono protrarsi a lungo termine nei bambini. Numerosi studi recenti confermano che feti e neonati, per loro naturale vulnerabilità, sono particolarmente esposti ai rischi legati all’inquinamento atmosferico. La categoria dei bambini è particolarmente suscettibile agli effetti nocivi dell’esposoma urbano. E’ così definito l’insieme dei fattori ambientali a cui coloro che vivono nelle città sono esposti nel corso della propria vita. Questi fattori, combinati con variabili sociali, comportamentali e biologiche, possono avere un impatto significativo sulla salute. E’ quindi una vera calamità.
L’esposizione all’inquinamento può iniziare già in utero, con conseguenze potenzialmente gravi sia nel breve termine, che nel lungo termine. Alcuni degli effetti includono natimortalità, prematurità, basso peso alla nascita, riduzione dell’allattamento al seno, malattie polmonari, cardiovascolari e neurologiche. Fino a un aumento del rischio di paralisi celebrale. L’elevata frequenza respiratoria e l’immaturità fisiologica degli organi in via di sviluppo rendono i neonati più vulnerabili agli inquinanti rispetto agli adulti. Allo stesso modo, l’immaturità dei meccanismi di termoregolazione li rende particolarmente sensibili alle temperature estreme, una delle conseguenze del cambiamento climatico.
Secondo dati UNICEF, ogni settimana in Europa e Asia Centrale oltre 90 bambini sotto l’anno di età muoiono per cause legate all’inquinamento atmosferico. L’esposizione precoce compromette lo sviluppo polmonare, aumenta il rischio di asma e altre malattie croniche. E influisce negativamente sul sistema cardiovascolare e sullo sviluppo neurologico.
Nel 2021, 377 bambini sono morti in Europa e Asia Centrale per cause riconducibili allo stress da calore. Le temperature elevate, in combinazione con l’inquinamento, aggravano le malattie respiratorie croniche e aumentano il numero di ricoveri ospedalieri. L’esposizione precoce e persistente all’inquinamento acustico può avere un impatto significativo sullo sviluppo neurologico dei bambini. Così contribuendo a problemi di apprendimento, difficoltà di concentrazione, disturbi comportamentali e del ritmo sonno-veglia.
“L’esposizione prenatale all’inquinamento atmosferico comporta una persistente perdita di salute anche a bassi livelli di concentrazione e spesso impiega anni per manifestarsi pienamente”, afferma il dott. Luigi Orfeo. Il Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), in occasione del XXX Congresso Nazionale a Padova aggiunge: “Per nascere e crescere sani, sono necessari interventi concreti e condivisi, in grado di garantire città ed ambienti più sostenibili e meno esposti ad agenti inquinanti e nocivi. Come indicato anche nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, promosso dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”.
“Non c’è più tempo da perdere”, dice il Prof. Fabio Mosca, Presidente della Commissione SIN-Safe. “Per questo, insieme ad altre 35 Società Scientifiche ed Associazioni dell’area pediatrica, di cui è capofila la Società Italiana di Pediatria (SIP), a settembre di questo anno, con il progetto AMBO, Alleanza per un Ambiente a Misura di Bambino, abbiamo preso un impegno nei confronti dei nostri neonati e delle loro famiglie: collaborare per garantire loro un futuro migliore, più sostenibile e più sicuro per la salute”.
Secondo stime dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), oltre il 90% della popolazione urbana è esposta a livelli di particolato fine superiori ai limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).L’UNICEF raccomanda che ogni bambino, indipendentemente dall’area della città in cui vive, abbia accesso ad uno spazio verde pubblico sicuro e accogliente ad una distanza facilmente raggiungibile a piedi.
Un recente studio di ricercatori spagnoli ha messo a punto una nuova linea guida, nota come la regola “3-30-300”, secondo la quale ogni persona dovrebbe poter vedere almeno 3 alberi dalla propria casa, vivere in un quartiere con una copertura arborea del 30% e avere accesso ad uno spazio verde di qualità entro 300 metri. La progettazione di città sostenibili richiede la cooperazione attiva tra governi, istituzioni e cittadini, investendo in soluzioni ambientali che riducano l’inquinamento, mitighino il cambiamento climatico, aumentino gli spazi verdi e tutelino la salute pubblica.
“Per ridurre l’inquinamento dell’aria e quello acustico e contribuire ad abbassare le temperature, un primo passo potrebbe essere quello di implementare la presenza di parchi, giardini pensili ed orti urbani, che promuovono anche uno stile di vita attivo, contrastando la sedentarietà. Solo con un impegno collettivo sarà possibile affrontare le sfide attuali e garantire un futuro urbano sostenibile, equo e vivibile per le generazioni future, favorevole alla loro crescita e al loro sviluppo in salute”, conclude Orfeo. SE si continua così non va affatto bene: l’esposoma urbano è da considerarsi una vera calamità. Non c’è dubbio.
Pesce e frutti di mare in gravidanza?
Pesce e frutti di mare si possono mangiare in gravidanza? La scienza dice di sì, con alcune accortezze.
Uno studio pubblicato su Nutrients con coinvolta l’Università di Roma Tor Vergata ha dimostrato i benefici del consumo di pesce in gravidanza, purché non sia contaminato dal mercurio. Anche l’American College of Obsteticians and Gyencologist raccomanda 2-3 porzioni di pesce per le donne in gravidanza o che allattano, ma ripete di stare attenti al mercurio.
Pesce e frutti di mare quindi si possono mangiare in gravidanza? Come si legge su La Gazzetta dello Sport, che spesso si occupa anche di nutrizione, “sono da evitare in gravidanza frutti di mare e molluschi crudi come le vongole, le cozze, le ostriche perché potrebbero contenere microrganismi pericolosi. Gamberi e aragoste, se ben cotti, sono invece fonte di proteine e minerali a ridotto contenuto di grassi e quindi consigliati. Anche seppie, polpi e calamari dietro adeguata cottura, possono essere mangiati in gravidanza.
“Sarde, sgombri, palamito, aringhe sono tra i pesci a ricco contenuto di Omega 3 consigliati in gravidanza ma tutto deve essere cotto, quindi meglio evitare le alici marinate. Si può mangiare anche il pesce bianco come il merluzzo, le sogliole, la platessa, le orate, le trote e le spigole, mentre sono da evitare il tonno e il pesce spada, infatti entrambi hanno molto mercurio. Naturalmente va evitato il sushi in gravidanza”.
Pesce e frutti di mare in gravidanza? Sì, quindi solo al primo, molte limitazioni per i secondi.
Mangiare pesce in gravidanza aiuta a prevenire autismo
Mangiare pesce fa bene a tutti, è bene sottolinearlo ancora una volta. Uno studio per di più evidenzia che in gravidanza aiuta a prevenire l’autismo, ridurrebbe il rischio di ben il 20%.
Le donne incinta devono saperlo: l’alimentazione sana è uno dei pilastri fondamentali per prevenire le malattie e avere un corpo sano. E, in questo caso, regalarlo pure al proprio bebè.
Mangiare pesce in gravidanza aiuta a prevenire l’autismo. Lo sostiene uno studio fatto dal programma del progetto Echo (Environmental influences on Child Health Outcomes) del National Institutes of Health americano. La ricerca è stata pubblicata di recente su una rivista internazionale: l’American Journal of Clinical Nutrition. L’introduzione di pesce nella dieta della donna incinta consentirebbe di favorire lo sviluppo neurocognitivo del feto e quindi ridurrebbe i rischi di disturbi dello spettro autistico.
Gli acidi grassi omega-3 di cui il pesce è ricco possono influire sul feto e sulla sua crescita. Lo studio è stata eseguito su 4000 donne in gestazione. Come scrive il Corriere della Sera, “i ricercatori hanno preso in esame il consumo di pesce e l’uso di integratori di omega-3 da parte di queste donne. Il tutto dopo aver suddiviso il campione in quattro diversi gruppi di controllo. La creazione dei gruppi è stata guidata dalla frequenza di consumo di pesce da parte delle donne”.
“In un gruppo sono state inserite le donne che lo mangiavano meno di una volta al mese. Nell’altro coloro che lo consumavano più di una volta al mese ma meno di una volta alla settimana. Un terzo gruppo comprendeva chi almeno una volta alla settimana sceglieva il pesce. Mentre il quarto le signore che lo mettevano a tavola due o più volte a settimana. Nel campione solo un 20% non aveva l’abitudine di mangiare pesce o di assumere integratori di omega-3 o olio di pesce”.
Dopo la nascita dei bimbi, i ricercatori rivolgendosi alle mamme dei diversi gruppi, hanno ricavato i tratti comportamentali legati all’autismo attraverso la Social Responsiveness Scale (SRS). I risultati sono stati chiari. Mangiare pesce in gravidanza era effettivamente associato aiuta a prevenire l’autismo. Secondo gli esperti, però, solo il pesce fresco aveva un effetto, mentre assumere gli omega-3 non dava alcun risultato positivo.