Articoli taggati come ‘aborto’

“In Italia più facile abortire che partorire”

Mar 29
Scritto da Annamaria avatar

In Italia più facile abortire che partorire, sottolinea la ministra della Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella. A margine di un convegno di Farmindustria sulla natalità la politica fa le sue considerazioni.

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“In Italia è più difficile trovare un ospedale dove andare a partorire piuttosto che uno dove andare ad abortire, come dice la Relazione annuale delle Regioni al Parlamento. Quindi, se vogliamo porci un problema di salute e femminile – sottolinea – dobbiamo porcelo a tutto tondo e quindi anche sul parto e non soltanto sull’interruzione di gravidanza”.

“L’applicazione della legge 194 è in capo soprattutto alle Regioni – precisa Roccella – Basta leggere la Relazione al Parlamento che viene fatta ogni anno e che parte da una raccolta dati che non ha eguali in Europa. E’ una raccolta dati molto puntuale e dettagliata. Tra l’altro non manipolabile sul piano politico, perché viene fatta da tutte le Regioni. E poi attraverso l’Istat e l’Istituto superiore di sanità i dati vengono elaborati”. Relazione “che dice esattamente il contrario di quello che chiedono gli interroganti”.

“L’accesso all’aborto è assolutamente garantito. – chiarisce la ministra – Fra l’altro si sottolinea che, in una situazione in cui ci sono contenziosi su tutti gli ambiti della sanità, non ci sono contenziosi per quanto riguarda l’Ivg. Quindi con relativa richiesta dei risarcimenti. Anche questo aspetto va sottolineato. Ma comunque il carico di lavoro per i non obiettori, cioè per chi materialmente esegue l’interruzione volontaria di gravidanza, è di meno di un aborto a settimana, lo 0,9%. Quindi non c’è questo carico di lavoro che evidentemente crea un problema sull’obiezione di coscienza”.

“Il problema demografico italiano è enorme – continua Roccella – e non si risolve soltanto con interventi di Governo. Il governo Meloni ha fatto la sua parte e anche con buoni risultati: vediamo l’aumento dei posti di lavoro dell’occupazione femminile. In questo anno e mezzo siamo intervenuti sui congedi, sugli asili, sulla decontribuzione per le donne con due figli.Perché sappiamo che la discriminazione e le dimissioni dal lavoro si intensificano proprio al secondo figlio. Ma tutto questo non riuscirà a raggiungere l’obiettivo, se non c’è una collaborazione con le aziende, con gli enti locali, i sindacati, i non profit. Insomma, con chiunque in questo ambito possa giocare un ruolo. Farmindustria è un ottimo esempio della collaborazione che noi chiediamo, in particolare al mondo del lavoro, al mondo produttivo, ma non soltanto. Anche a tutti gli attori che possono avere un ruolo sulla questione della natalità”.

“Farmindustria si è occupata di natalità da tempo. C’è il dato positivo della longevità, ma dall’altro c’è quello dell’invecchiamento complessivo della popolazione che vuol dire tante cose. Non soltanto il venir meno della sostenibilità del welfare, ma anche meno innovazione, capacità di stare al passo coi tempi, meno energie fresche. Farmindustria ha da tempo questa consapevolezza. Quest’incontro che fa ogni anno è importante. Ma soprattutto è importante quello che molte aziende farmaceutiche fanno per la conciliazione fra lavoro e vita privata”, prosegue. 

“Proprio adesso – conclude – Farmindustria ha aderito al codice deontologico che noi abbiamo lanciato. Noi abbiamo due iniziative. Una è la certificazione di genere, su cui abbiamo ottimi risultati, in quanto è stato già raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti per il 2026. Sono oltre 1.500 le aziende che hanno aderito, e sono ufficialmente certificate. L’altra è il lancio del codice deontologico che è invece ad adesione volontaria e non prevede premialità, ma implica uno sforzo di collaborazione da parte delle aziende per raggiungere l’obiettivo dell’incremento di natalità”.

Stanza anti-aborto a Torino

Ago 03
Scritto da Annamaria avatar

Qui di solito parliamo di chi cerca o ha un bambino. Non ci soffermiamo mai di chi invece, incinta, decide di rinunciarvi. La cronaca, però, offre buoni spunti. A Torino all’ospedale Sant’Anna arriva la stanza anti-aborto. Sarà pronta il prossimo settembre. E’ dedicata all’ascolto. Serve per “contribuire a far superare le cause che potrebbero indurre all’interruzione di gravidanza”.

Decidere di non portare avanti una gravidanza rimane una scelta difficile, dolorosa, che ti segna. Ma è assolutamente legittima per una donna. E’ per questo che la stanza anti aborto a Torino genera polemica. “Presso l’Ospedale Sant’Anna di Torino nasce una stanza per offrire supporto concreto e vicinanza alle donne in gravidanza, contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre alla interruzione della gravidanza (L. 194 art. 2 lettera d)”. Lo annuncia l’assessorato alle Politiche Sociali della Regione Piemonte.

“La finalità è di fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità. Nell’ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza alle donne che vivono il momento con difficoltà e che potrebbero quindi prendere in considerazione la scelta dell’interruzione di gravidanza o che addirittura si sentono costrette a ricorrervi per mancanza di aiuti”, spiegano dalla Regione.

“Ogni volta che una donna abortisce perché si è sentita abbandonata di fronte alla sfida della maternità siamo di fronte a una drammatica sconfitta delle istituzioni”, spiega l’assessore regionale alle Politiche sociali Maurizio Marrone. “Per questa ragione aprire nel principale ospedale ostetrico ginecologico del Piemonte uno spazio dove donne e coppie in difficoltà possano trovare aiuto nei progetti a sostegno della vita nascente è una conquista sociale per tutta la comunità. Soprattutto in questa stagione di preoccupante inverno demografico. La convenzione con l’AOU Città della Salute completa il ciclo di iniziative lanciate dal 2020 con lo stop alla RU486 nei consultori raccomandata dalle linee guida Speranza, con la registrazione dei Centri di Aiuto alla Vita presso le Asl e l’avvio del fondo regionale Vita nascente, consacrando il Piemonte come avanguardia della tutela sociale della maternità, che diverse altre regioni italiane stanno prendendo a modello”, aggiunge.

“Credo che questo sia un passaggio storico molto importante, non solo per il Movimento per la Vita, ma per l’autentica tutela della donna, della maternità e della vita nascente“, dichiara il presidente regionale della Federazione del Movimento per la Vita (FederviPA) Claudio Larocca. “In qualche modo è un successo per ogni cittadino piemontese. – prosegue – Mi auguro diventi un buon esempio per altre realtà in Italia, anche alla luce della grave emergenza demografica. I nostri volontari saranno opportunamente formati e, forti della lunga esperienza maturata dai nostri Centri, opereranno con empatia, rispetto e discrezione, accanto alle donne che sono troppo spesso vittime della solitudine, del disagio sociale e della precarietà economica. Ci impegneremo perché ogni donna, se lo richiederà, possa valutare alternative che non la facciano sentire costretta a ricorrere all’aborto. Permettendole di non essere sola e di avere così la forza e i mezzi per accogliere il proprio figlio”.

“L’attività verrà svolta da volontari scelti tra quelli con maggiore esperienza nell’accompagnamento in gravidanze difficili. E appositamente formati per questo nuovo ruolo. Eventualmente anche con il supporto ed il coordinamento del personale sanitario a ciò disponibile. Nel concreto i volontari opereranno su appuntamento all’interno dell’Ospedale Sant’Anna, in una stanza dedicata all’accoglienza e all’ascolto”, fanno sapere dalla regione.

“Le utenti potranno essere indirizzate al servizio direttamente dal personale sanitario della struttura. O potranno contattare direttamente i volontari attraverso il numero verde e la chat Sos Vita. Individuate le criticità nel colloquio, si potranno fornire ascolto, vicinanza e aiuti concreti, materiali ed economici. Potendo anche contare sulla rete dei Centri dislocati in tutto il Piemonte, sul fondo ‘Vita Nascente’ della Regione Piemonte (che consente il rimborso di spese legate alla gravidanza e ai primi anni di vita del bambino) e su progetti economici messi a disposizione dal Movimento per la Vita, come il ‘Progetto Gemma’”, concludono dall’assessorato alle Politiche Sociali della Regione Piemonte.

Dopo la firma della convenzione tra Città della Salute e Federazione del Movimento per la Vita, alcuni appartenenti ad altri gruppi politici o a movimenti con un pensiero diverso riguardo alla stanza anti-aborto a Torino insorgono. E commentano: “Da eccellenza al Medioevo” e “Una forma di violenza psicologica istituzionalizzata”. Voi cosa ne pensate?

Gravidanza dopo aborto spontaneo

Lug 16
Scritto da Annamaria avatar

Si può riprovare subito ad avere una gravidanza dopo un aborto spontaneo? Gli esperti assicurano di sì, non c’è bisogno di aspettare a lungo in questo caso.

Dopo un aborto spontaneo non serve incupirsi, anche se il dolore per alcune può essere grande. Ci vorranno circa 4-6 settimane per avere il successivo periodo mestruale. Quando sarà ci si può mettere tranquillamente al ‘lavoro’ con il proprio partner per cercare una gravidanza, a meno di indicazioni specifiche del medico curante. (altro…)

Aborto terapeutico

Mag 17
Scritto da Annamaria avatar

L’aborto terapeutico in Italia, per la legge 194 del 1978, è quello che avviene dopo i primi 90 giorni di gestazione, il primo trimestre di gravidanza. Viene effettuato solo se ci sono rischi per la salute della donna incinta, sia fisica che mentale. Serve una certificazione medica.

L’aborto terapeutico avviene mediante l’induzione di un travaglio. Può essere praticato in due casi: (altro…)

Gravidanza: dormire sulla schiena triplica rischio aborto

Apr 11
Scritto da Annamaria avatar

In gravidanza dormire sulla schiena triplica il rischio di aborto. E’ quanto viene fuori da una ricerca condotta presso l’Università neozelandese di Auckland e pubblicato sulla rivista EClinicalMedicine. 

Io dormo di lato, anche incinta ho continuato, dormire sulla schiena non mi è mai piaciuto. Ora, però, anche chi adora fare così dovrà cambiare le proprie abitudini: dormire sulla schiena in gravidanza triplica il rischio di aborto. (altro…)

Vitamina D favorisce gravidanza dopo aborto

Giu 05
Scritto da Annamaria avatar

La vitamina D, fondamentale per l’assorbimento del calcio, perché è uno dei costituenti delle ossa, favorisce la gravidanza dopo un aborto spontaneo. Lo dimostra una nuova ricerca condotta dall’Università del Maryland.

Stando ai dati dell’Associazione Americana Gravidanza, il 25% delle donne non riesce a portare a termine la gravidanza perdendo il bambino entro le prime 20 settimane di gestazione. In queste situazioni, i medici consigliano di attendere almeno 10 o 12 settimane per riprovarci. La vitamina D favorisce la gravidanza dopo un aborto. (altro…)

Nausea in gravidanza, minor rischio aborto

Set 28
Scritto da Annamaria avatar

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Se si ha la nausea in gravidanza c’è un minor rischio di aborto.
Potete stare serene. E’ quanto emerso da una ricerca effettuata
da un gruppo di ricercatori dell’Eunice Kennedy Shriver National
Institute of Child Health and Human Development (NICHD) del
National Institutes of Health (NIH) (Nel Maryland, USA), insieme
con altri istituti e pubblicata sul JAMA Internal Medicine.

Lo so, con la nausea si soffre molto, ma con la nausea in
gravidanza è il minor rischio d’aborto che deve rendervi felici.
Gli studiosi hanno usato i dati raccolti per un’altra ricerca, nella quale si consideravano gli eventuali effetti dell’aspirina nella prevenzione dell’aborto. (altro…)

Aborto ritenuto e nuova gravidanza

Ago 22
Scritto da Annamaria avatar

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Può accadere dopo la difficile esperienza di un aborto spontaneo di desiderare subito una nuova gravidanza. Bisogna, però, conoscere bene i tempi fisiologici per provare a rimanere nuovamente incinta.

Con l’aborto ritenuto, detto pure interno, che si verifica entro la quinta settimana, quindi precoce, è necessario il raschiamento. Lo si fa in anestesia generale per via transvaginale: bisogna, infatti, pulire l’utero da tutti gli annessi embrionali e placentari così da non correre il rischio di infezioni.
Non pensate sia una cosa rara che la gestazione si interrompa, gli esperti hanno stimato che la percentuale di gravidanze che si interrompono precocemente e spontaneamente sia pari al 15-20 per cento del totale. Per questa ragione l’aborto ritenuto può capitare anche alla donna più forte e in salute. (altro…)