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Creme antiage adolescenti: non servono

Feb 18
Scritto da Annamaria avatar

In questi ultimi tempi sempre più adolescenti cercano di trattare la loro pelle con creme antiage. Non servono ed è sbagliato usarle. Lo sottolinea a gran voce al Corriere della Sera la dottoressa Laura Colonna. 

creme antiage adolescenti non servono

La responsabile dell’Unità operativa di Dermatologia clinica, correttiva e del benessere all’Idi, Istituto Dermopatico dell’Immacolata Irccs di Roma è categorica. No alle creme antiage per gli adolescenti: non servono affatto. “L’ossessione di questi ragazzi e ragazze è combattere l’invecchiamento, un concetto di per sé fuori luogo in quanto un bambino o un adolescente ha una pelle giovane e senza segni di ageing. Il messaggio (sbagliato) che arriva dai social, in primis da TikTok, è che tutti gli adolescenti hanno necessità di sottoporsi a trattamenti, spesso sponsorizzati dagli stessi influencer, per avere una pelle più luminosa. Vengono consigliati gli stessi trattamenti per tutti i tipi di cute, ovviamente senza preoccuparsi delle conseguenze, dato che l’obiettivo è spesso la vendita. In particolare vanno di moda non solo cosmetici arricchiti con vitamina A e C, ma soprattutto sieri e acidi come l’acido glicolico (AHA) e l’acido salicilico (BHA)”, spiega.

I pericoli per gli adolescenti che usano creme antiage senza un vero bisogno è dietro l’angolo, si possono sviluppare dermatiti e avere conseguenze, macchie. L’esperta ai giovanissimi precisa che non servono e dà alcuni consigli per curare la pelle: “Innanzitutto più attenzione alla salute della pelle. Quindi la visita dermatologica volta a capire le esigenze della propria cute e la presenza di eventuali patologie cutanee come acne, allergie, dermatiti”. 

“Per chi ha una cute sana è sufficiente una semplice routine per la pulizia del viso da eseguire due volte al giorno, mattina e sera, con detergenti non aggressivi – aggiunge la Colonna –  Essendo in età giovanile, una protezione solare e l’uso di una crema idratante leggera sono sufficienti. Quindi non c’è bisogno di arricchire la cute con acido ialuronico o altre sostanze indicate nelle pelli più mature. In pratica, l’acquisto di prodotti deve essere guidato da consigli di esperti professionisti del settore. E non deve coincidere con il business che c’è dietro la vendita di prodotti”.

E ancora: “Ragazze e ragazzi devono evitare l’utilizzo dei cosmetici prescritti ai genitori. Le creme che si prescrivono alle persone adulte possono essere arricchite da vitamina A e C, acido ialuronico e altre sostanze. Queste, però, possono risultare non solo inutili ma addirittura arrecare un danno alla cute dei più giovani, ricordiamo ad esempio le dermatiti periorali”.

“E’ necessario, sin da giovani, proteggere la pelle dai raggi ultravioletti del sole ed evitare le lampade abbronzanti – consiglia la dermatologa –. Quindi, non esporsi al sole nelle ore centrali della giornata e usare sempre la protezione solare, in modo da proteggersi dal danno causato dai raggi ultravioletti. Questo danno, infatti, può favorire sia l’invecchiamento cutaneo sia lo sviluppo di tumori cutanei”. Anche la crema solare deve essere scelta con cura, a seconda del tipo di pelle. Un’ultima raccomandazione: “Sono poi assolutamente sconsigliate le lampade abbronzanti in tutte le fasi della vita. Poiché favoriscono la predisposizione a macchie della pelle e ai tumori cutanei”.

Scuola: divieto unghie lunghe

Nov 17
Scritto da Annamaria avatar

Le unghie lunghe, quelle curatissime con il gel, sono una vera fissazione per le giovanissime. Non solo alle superiori, ma pure alle medie molte ragazze ormai non possono più farne a meno. Anche mia figlia, che però ora è in quarta liceo, le ha portate fino allo scorso settembre, per più di un anno. Sono riuscita a fargliele togliere, dato che sia l’accademia di danza che l’istituto non le amavano. E c’è di più: possono diventare delle vere ‘armi’. Arriva ora la notizia di divieto unghie lunghe in una scuola di Pozzuoli, in provincia di Napoli. Lo stesso istituto nei giorni scorsi aveva vietato anche di andare in classe coi jeans strappati. Chiaramente ne è nata una polemica.

Al fine di poter svolgere le attività di educazione motoria senza pericoli, è arrivata a scuola la circolare col divieto delle unghie lunghe. La pena? Un 2 in pagella. I genitori mugugnano. L’ avevano fatto pure quando un prof aveva attaccato dello scotch sui pantaloni di un alunno che i jeans strappati li aveva messi ugualmente, non rispettando la regola. 

“Riscaldamento guasto nei mesi invernali, una parte dei bagni costantemente otturata, ma se ti presenti all’assemblea di istituto con il jeans strappato, i collaboratori scolastici (ex bidelli) ti tappano i buchi dei jeans con il nastro adesivo per disposizioni della dirigente. Questa sì che è disciplina! Ma veramente fate?”, così aveva scritto su Facebook il padre di uno degli scolari. Si era scatenato un forte dibattito Poi era arrivata la risposta della dirigente: “Avrei preferito non replicare a questa polemica. Anche gli studenti sono rammaricati per le accuse e per quanto è stato scritto sui social. Da parte mia non ho obbligato nessuno, è stata un’iniziativa di un docente che in buona fede ha voluto evitare provvedimenti disciplinari a carico dei ragazzi visto che c’è un regolamento condiviso da tutti. Ho parlato con lui, ha fatto un’azione a fin di bene e dispiace che si sia arrivati a tutto questo”.

Il divieto di unghie lunghe e affilate a scuola crea scalpore in qualcuno, ma voi che ne pensate?

Disturbo primario del linguaggio

Ott 22
Scritto da Annamaria avatar

Il disturbo primario del linguaggio (DPL) è un disturbo del neurosviluppo che rende difficoltoso acquisire, comprendere e usare le parole in maniera fluida e corretta, in assenza di compromissione delle abilità sensoriali, motorie e intellettive. “Il DPL è una ‘disabilità nascosta’, caratterizzata da manifestazioni molto eterogenee che vanno da importanti difficoltà nella realizzazione dei suoni del linguaggio, a un vocabolario ridotto o all’uso di frasi poco elaborate. In alcuni casi il bambino o la bambina può addirittura fare fatica ad intrattenere una conversazione, associate a difficoltà di tipo espressivo, di produzione e/o di comprensione del linguaggio”, spiega Tiziana Rossetto, presidente della FLI, Federazione Logopedisti Italiani. Colpisce 1 bambino su 14, pari al 7,6% della popolazione generale.

disturbo primario del linguaggio

“Troppi bambini senza diagnosi e cura”, sottolinea la Rossetto. Il disturbo primario del linguaggio espone i bambini e gli adolescenti ad atti di bullismo. Le conseguenze non riguardano solo la lettura e la scrittura, ma pure le difficoltà di conversazione nel relazionarsi con gli altri e interagire. 

“Per questo è importante identificare precocemente le difficoltà linguistiche e garantire un supporto attraverso una presa in carico riabilitativa tempestiva – afferma Ilaria Ceccarelli, logopedista FLI –. Nonostante oggi il ritardo nelle prime acquisizioni del linguaggio sia uno dei motivi più frequenti di consultazione dei logopedisti e delle logopediste nel periodo precoce dello sviluppo, i tempi per accedere alle strutture sanitarie sono molto elevati. Sia per la diagnosi che per la riabilitazione. Molti bambini e molte bambine non ricevono ancora un intervento tempestivo nelle finestre temporali critiche e spesso, anche nel contesto scolastico, non sono adeguatamente sostenuti. Da qui il nostro appello alle istituzioni, ai clinici, ai familiari a unirsi in una azione condivisa di sensibilizzazione e conoscenza sulle necessità e gli ancora troppi bisogni non risolti di questo disturbo”.

La Società Internazionale sui Disturbi del Linguaggio (RaDLD) ha elaborato una guida in 10 punti per capirne di più sul disturbo primario del linguaggio:

  1. una persona con disturbo primario del linguaggio può raggiungere il successo scolastico, professionale e sociale se riceve un buon supporto;  
  2. chi ha un DPL non sembra diverso dagli altri e il disturbo può non essere subito evidente;
  3. imparare a leggere si basa sulle capacità linguistiche, che sono il problema principale per le persone con DPL; 
  4. una persona con DPL ha difficoltà di linguaggio, non di intelligenza; 
  5. il DPL interessa lo sviluppo di tutte le lingue parlate da una persona, non solo la lingua madre; 
  6. anche se lo sviluppo del linguaggio è la principale area di difficoltà, il DPL può spesso accompagnarsi a difficoltà in altre aree dello sviluppo; 
  7. la ricerca indica che gli adolescenti con DPL traggono beneficio da un supporto specialistico per incrementare le loro capacità di linguaggio;
  8.  il DPL interessa persone di tutti i popoli del mondo e di tutte le classi sociali; 
  9. nonostante l’alta prevalenza, l’esatta causa del DPL è ancora sconosciuta e può essere ricorrente nella famiglia e influenzato dalla genetica; 
  10. il DPL è una condizione che dura tutta la vita. 

Carenza magnesio sintomi

Ott 14
Scritto da Annamaria avatar

Il magnesio è importantissimo per il nostro organismo. Come si riconosce la carenza di questo minerale essenziale? I sintomi li svela il nutrizionista Luca Di Tolla al Corriere dello Sport.

carenza magnesio sintomi

Uomini e donne, in adolescenza o in età adulta: tutti hanno bisogno del magnesio. I sintomi di carenza sono evidenti: “Eccessivo senso di affaticamento, stanchezza, inappetenza, nausea, vomito, sono tra i primi sintomi della carenza di magnesio. La colite ulcerosa (infiammazione intestinale) e la stanchezza cronica sono quasi sempre associate a bassi livelli di magnesio. Altri possono invece per insonnia, lieve depressione, confusione, emicrania aritmia e, in certi casi, addirittura convulsioni”.

“Il magnesio è un minerale essenziale  che interessa numerosissimi aspetti del funzionamento del nostro organismo, in quanto interviene in circa 300 processi metabolici differenti. Questo minerale è presente infatti nella maggior parte delle cellule del nostro corpo ed è per questo motivo che la carenza di magnesio ha moltissimi effetti negativi, di cui, purtroppo, è semplice accusare i sintomi”, spiega Di Tolla.

“Il magnesio è essenziale, essendo coinvolto nella gran parte delle funzioni biologiche che coinvolgono i muscoli, i nervi, l’apparato digerente e quello cardiaco. Ha inoltre un ruolo chiave anche nell’assorbimento del calcio, del sodio, del fosforo, del potassio e della vitamina D. Questo minerale costituisce anche un validissimo aiuto nella cura dell’aritmia, in quanto tende a mantenere costante il battito cardiaco ed aiuta ad abbassare la pressione sanguigna e a ristabilire l’equilibrio del sistema nervoso. Assieme alla vitamina D e al calcio, il magnesio è un valido supporto nella prevenzione o nella cura dell’osteoporosi”, chiarisce ancora l’esperto.

“L’integrazione di magnesio è utilizzata o suggerita per trattare stati d’ansia e nervosismo e/o attacchi di panico: avendo un effetto calmante sulle cellule nervose. Trattare disturbi gastrici/intestinali, aiutando la peristalsi, attenua stati infiammatori e riporta ad un equilibrio del PH dell’intestino. Viene consigliato in caso di stipsi. Mantenere la salute ossea ed evitare infiammazioni. Essendo impiegato nella fissazione del calcio sia a livello di organi interni, sia a livello di tessuti, permette di evitare malattie legate all’invecchiamento, stati infiammatori e di contrastare le calcificazioni”, continua il nutrizionista. 

E ancora: “Problemi di digestione. Questo minerale rende efficienti gli enzimi addetti al corretto assorbimento dei nutrienti, favorendo, di fatto, la digestione dei cibi. Migliorare il metabolismo. Il magnesio riporta un equilibrio cellulare, evita così scompensi che provochino un aumento di trigliceridi nel tessuto adiposo e, anzi, aumenta la lipolisi (il processo con cui vengono “bruciati” i grassi). Ridurre la concentrazione di glucosio nel sangue: il magnesio influenza l’insulina, l’ormone che regola la glicemia. Favorire la sintesi proteica e costruzione della massa muscolare; fondamentale nella riparazione e nella costruzione di cellule muscolari. Coadiuvare l’organismo in periodi di stress e stanchezza: essendo un cofattore di enzimi coinvolti nella produzione di energia nei mitocondri, aiuta a sentirsi meno affaticati dopo le sessioni di allenamento, dando più energia e garantendo un recupero migliore e prevenire i crampi”.

Dove si trova? “Nei cibi ricchi di magnesio che sono: semi di sesamo, legumi, cacao, datteri, spinaci, noci, riso integrale, cereali integrali, semi di zucca, banane. Per gli uomini adolescenti e adulti il range consigliato è di 270-400 mg/giorno, mentre per le donne adolescenti e adulte il range raccomandato è di 280-300 mg/al giorno”.

‘Occhio’ al diabete

Ott 13
Scritto da Annamaria avatar

In occasione della Giornata Mondiale della Vista i diabetologi hanno lanciato un appello per sottolineare l’importanza dell’adesione agli screening oftalmologici da parte delle persone con diabete. Sono infatti gli adulti in età lavorativa (tra 16 e 65 anni) i soggetti a maggior rischio di sviluppare problemi della vista. E 1 milione quelli con retinopatia conclamata nel nostro Paese. Occhio al diabete quindi.

La retinopatia diabetica, infatti, è una nota e grave complicanza del diabete sia di tipo 1 che 2, determinata da fattori di rischio come la durata della malattia, specialmente se non adeguatamente controllata, elevati livelli di emoglobina glicata e ipertensione. E’ necessario, pertanto, tenere d’occhio il diabete.

“Il danno alle delicate strutture della retina è spesso silente e asintomatico. Il che rende la retinopatia sotto diagnosticata. Quando la persona sperimenta il calo della visione è segno che l’edema maculare o la retinopatia sono già in stadio avanzato. Per questo è importante motivare le persone con diabete a sottoporsi agli screening periodici. Sia al momento della diagnosi che a intervalli stabiliti dal diabetologo e dall’oftalmologo (in genere ogni uno o due anni a seconda dei casi). La tempestività di diagnosi permette di effettuare una presa in carico e limitare la perdita della visione” , ha sottolineato il Prof. Angelo Avogaro Presidente SID. 

La prevalenza di complicanze a carico dell’occhio interessa tra il 30% e il 50% delle persone con diabete, con una incidenza annuale tra il 2 e il 6%. L’1% dei pazienti è interessato da una complicanza oculare grave. Una lunga storia di malattia (specie se non controllata dalle terapie) è un fattore di rischio. I dati ci dicono infatti che la prevalenza di retinopatia è in media  del 20% dopo 5 anni di malattia, del 40-50% dopo 10 anni e di oltre 90% dopo 20 anni [dati USA].

“Ancora troppi – sottolinea ill Presidente Avogaro – se pensiamo che la prevenzione della cecità secondaria al diabete è una priorità di salute pubblica in Europa dal 1989. Quando fu stilata la Dichiarazione di Saint Vincent, principale riferimento internazionale per la lotta al diabete realizzato sotto l’egida dell’OMS. Oggi abbiamo l’obiettivo di ridurre di almeno un terzo il numero di casi. Questo per limitare la disabilità dei pazienti e diminuire i costi sanitari. Il paziente con retinopatia costa il doppio di uno con solo diabete. Per non parlare dei costi sociali e dell’impatto drammatico sulla qualità di vita. Eppure secondo alcune indagini solo il 30% delle persone con diabete sono sottoposte regolarmente a monitoraggio”.

Occhio al diabete. Lo screening sì esegue tramite l’esame del fondo oculare, semplice e non invasivo. Le immagini possono essere catturate da retinografi ed essere refertati a distanza grazie a strumenti di telemedicina. L’obiettivo è individuare tempestivamente segni di edema maculare. Le terapie vanno dalla fotocoagulazione laser all’uso di glucocorticoidi o farmaci anti-angiogenetici, che sì sono mostrati efficaci nella prevenzione della cecità.

Ragazzi sui social 2-3 ore al giorno

Apr 04
Scritto da Annamaria avatar

I dati sono sempre più allarmanti. Il 50% dei ragazzi sta sui social 2-3 ore al giorno. Si rischia una società piena zeppa di ‘eremiti digitali’ che vivono nello spazio del web invece che vivere realmente.

Il 50% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni trascorre 2-3 ore al giorno sui social e chattando. Nel 2018 erano ‘solo’ il 43%. E’ quanto emerge dal rapporto ‘Tra realtà e Metaverso. Adolescenti e genitori nel mondo digitale’ elaborato da Telefono Azzurro e presentato a Milano, in occasione del Safer Internet Day, la giornata mondiale dedicata all’uso consapevole e responsabile di Internet. (altro…)

Regole trucco adolescenti

Set 20
Scritto da Annamaria avatar

Ci sono passata e ci sto passando. Mia figlia ha iniziato già dai 13 anni a usare il make up: ora ne ha quasi 16 e vi lascio immaginare. Non perché esageri, ma per l’importanza che dà al trucco, più di me che sono adulta. Ci sono delle regole, però, per il trucco delle adolescenti: innanzitutto i prodotti da scegliere devono essere di alta qualità perché è un periodo di crescita ormonale quello a partire dai 12-13 anni. Molti prodotti in vendita contengono sostanze chimiche dannose che potrebbero aumentare vistosamente i problemi dermatologici, quali pelle impura, acne, punti neri, arrossamenti. 

Tra le regole riguardanti il trucco delle adolescenti o degli adolescenti in genere, c’è n’è una importantissima:  quella che consiglia di comprare prodotti biologici, realizzati con ingredienti naturali di alta qualità, senza l’aggiunta di componenti chimici e conservanti. Evitare reazioni allergiche è alla base. (altro…)

Scuola: regole anti Covid

Ago 31
Scritto da Annamaria avatar

L’Istituto Superiore di Sanità dà alcuni consigli per il rientro a scuola dei bambini, regole anti Covid per far sì che vada tutto bene. E’ rivolto soprattutto ai piccoli degli asili nidi e delle scuole dell’infanzia.

Le 6 regole anti Covid sono le misure più importanti da tenere a mente per un ritorno a scuola senza intoppi. Serve sempre la massima cautela contro il Coronavirus.

La prima delle regole anti Covid riguardanti i bambini è che la permanenza a scuola è consentita solo senza sintomi o febbre e senza test positivo. Poi a seguire: (altro…)