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Bambini: colpo di calore

Lug 02
Scritto da Annamaria avatar

Con queste temperature e non solo l’Italia, ma Europa ‘infiammata’ dai raggi roventi del sole, bisogna fare attenzione al cosiddetto colpo di calore. Estrema cautela per i grandi, massima attenzione per i nostri bambini.

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Durante l’estate, i bambini trascorrono molto tempo all’aria aperta, tra giochi, mare, passeggiate e giornate in piscina. Ma quando le temperature si alzano troppo e l’umidità è elevata, può aumentare il rischio di colpo di calore, una condizione che può diventare pericolosa se non viene riconosciuta e trattata tempestivamente.

Il colpo di calore (o ipertermia) è un aumento anomalo della temperatura corporea, dovuto all’incapacità del corpo di dissipare il calore in modo efficace. Nei bambini, il rischio è maggiore perché il loro sistema di termoregolazione è ancora immaturo e sono più sensibili agli sbalzi termici, soprattutto in caso di esposizione prolungata al sole o in ambienti molto caldi e poco ventilati.

Come riconoscere i sintomi

I segnali da non sottovalutare includono:

  • Febbre alta (anche sopra i 39°C) senza segni di infezione
  • Pelle arrossata, calda e secca (il bambino non suda più)
  • Debolezza, stanchezza estrema o confusione
  • Mal di testa, nausea o vomito
  • Respirazione rapida e battito accelerato
  • Irritabilità o letargia
  • Nei casi più gravi: crampi, svenimenti o convulsioni

Questi sintomi possono comparire all’improvviso, anche se il bambino ha giocato solo pochi minuti sotto il sole cocente.

Cosa fare immediatamente

  • Porta subito il bambino in un luogo fresco e ombreggiato
  • Sdraiato con le gambe leggermente sollevate
  • Rimuovi vestiti o indumenti troppo pesanti
  • Raffredda il corpo con panni bagnati, ventilatori o una doccia tiepida (non fredda)
  • Offri da bere, preferibilmente acqua fresca (non ghiacciata), se il bambino è cosciente e in grado di bere

Se i sintomi sono gravi o non migliorano rapidamente, chiama immediatamente il 118 o recati al pronto soccorso.

Come prevenirlo

La prevenzione è l’arma più efficace:

  • Evita di uscire nelle ore più calde (dalle 11 alle 17)
  • Vesti il bambino con abiti leggeri, chiari e traspiranti
  • Assicurati che beva spesso, anche se non ha sete
  • Prediligi cibi freschi come frutta e verdura
  • Usa cappellini a tesa larga e occhiali da sole
  • In spiaggia o al parco, cerca sempre zone d’ombra e fai pause frequenti

Proteggere occhi in estate

Lug 01
Scritto da Annamaria avatar

In estate il sole, il vento e l’acqua salata possono causare danni agli occhi. Proteggere è importante, lo spiega l’oculista Paola Vastarella, direttrice dell’Unità di Oculistica dell’ospedale Vecchio Pellegrini, a Il Mattino.

I raggi ultravioletti possono avere effetti dannosi “anche su retina e cristallino, favorendo degenerazione maculare e cataratta soprattutto per le persone con occhi chiari, meno protetti per la scarsità di pigmento e quindi più esposti agli effetti di Uva e Uvb”, spiega l’esperto. Proteggere gli occhi in estate è quindi importantissimo.

“E’ fondamentale l’utilizzo di occhiali da sole adeguati”, sottolinea. Devono avere lenti con filtro UV400 certificato. Chi è affetto da maculopatie, deve rivolgersi al proprio ottico per filtri solari specifici. Sulle lenti a contatto chiarisce: “E’ estremamente rischioso dormire con le lenti, perché la cornea si ossigena attraverso l’aria e la prolungata ipo-ossigenazione può favorire lesioni e infezioni anche gravi”.

Con le lentine raccomandata la corretta igiene: “Prima di rimuovere le lentine è consigliabile idratarle con lacrime artificiali o soluzione fisiologica per evitare che, soprattutto dopo molte ore di utilizzo, si provochino microtraumi sulla superficie corneale, facilitando l’ingresso di germi”. Meglio le lenti giornaliere ed evitare il contatto con l’acqua di rubinetto.

“La disidratazione provocata dal caldo o dall’esposizione prolungata ad ambienti ventilati può accentuare disturbi lacrimali, bruciore e sensazione di un corpo estraneo”. Se accade aiutarsi con colliri lubrificanti. Per i bimbi, invece, vanno bene colliri antistaminici o con filtri protettivi contro i raggi UV in caso di fotoallergie. I sintoni sono prurito e arrossamenti, soprattutto dopo l’esposizione al sole.

Mi raccomando: proteggere gli occhi in estate è basilare. In caso di problemi è sempre consigliato rivolgersi a uno specialista.

Estate e bambini: come proteggerli dai malanni

Giu 25
Scritto da Annamaria avatar

Estate e bambini è il binomio perfetto: i piccoli si sentono liberi e leggeri come l’aria. Ma con il caldo e l’umidità aumentano anche i rischi per la salute dei più piccoli. I bambini possono facilmente andare incontro a disturbi tipici della stagione. Come proteggerli dai malanni di stagione? A spiegare a Leggo come affrontarli è la dottoressa Elena Bozzola, pediatra e presidente dell’onlus Il Bambino e il Suo Pediatra, nonché coordinatrice della Commissione Dipendenze Digitali della Società Italiana di Pediatria.

estate e bambini come proteggerli dai malanni

Tra le problematiche più temute dai genitori c’è il colpo di calore, un rischio concreto per i più piccoli, che non riescono ancora a regolare bene la temperatura corporea. “I bambini, insieme agli anziani, sono i più esposti alle alte temperature perché hanno una capacità ridotta di termoregolare il proprio corpo, soprattutto in caso di esposizione diretta al sole. Il rischio aumenta con l’umidità e la mancanza di ventilazione”, spiega. Le precauzioni da adottare? Semplici ma efficaci: evitare le ore più calde, farli bere spesso, scegliere ambienti freschi e ventilati, proporre pasti leggeri e ricchi di frutta e verdura. “Meglio evitare succhi confezionati: l’acqua è la scelta migliore, insieme alla frutta come spuntino”, precisa Bozzola.

Anche l’insolazione, spesso sottovalutata, può causare fastidi importanti: “Portare il bambino all’ombra, idratarlo subito, rinfrescarlo con acqua e, se i sintomi sono importanti come vomito e svenimenti, consultare il medico”.

Molte famiglie approfittano delle vacanze per togliere il pannolino ai bimbi, ma al mare è bene fare attenzione. “Evitare di lasciare il bambino nudo sulla sabbia – avverte la pediatra – meglio usare un costume o un telo. La sabbia può contenere piccoli acari che provocano prurito, oppure batteri che, attraverso il grattamento, possono generare infezioni come l’impetigine o infezioni fungine”.

Un altro disturbo molto comune è la sudamina, ovvero la comparsa di puntini rossi pruriginosi dovuti al sudore: “E’ importante non farli grattare e mantenere la pelle pulita e asciutta. Non consigliamo l’uso di creme barriera, spesso inutili o addirittura irritanti”.

E quando si va in piscina o si fa il bagno al mare? Attenzione all’otite del nuotatore: “L’acqua stagnante, specie se non pulita, favorisce la crescita di microrganismi e può causare dolore e arrossamento. Meglio evitare l’immersione in acque solo all’apparenza pulite e asciugare bene le orecchie dopo il bagno”.

In estate non mancano problemi gastrointestinali legati a batteri e intossicazioni: “Durante l’estate aumenta il rischio di infezioni come la salmonella. E’ importante prestare attenzione all’igiene, alla conservazione dei cibi e alla qualità dell’acqua che si beve”.

Punture di insetti? La regola è niente panico: “La reazione più comune è un ponfo con prurito e bruciore. Si può alleviare con un impacco di acqua fredda. Se compaiono sintomi sistemici, come nausea o vomito, è necessario rivolgersi subito al medico”. E in caso di medusa? “Non bisogna mai strofinare la zona né usare sostanze come ammoniaca. Lavare con acqua di mare, fare impacchi freddi e applicare un gel al cloruro d’alluminio per dare sollievo”.

Anche il mal d’auto può rovinare il viaggio: “Programmare bene il viaggio, scegliere orari freschi, fare pause regolari e garantire una buona ventilazione, anche con l’aria condizionata, purché senza sbalzi. Non è necessario tenere il bambino a digiuno: meglio optare per spuntini leggeri e limitare gli stimoli visivi”.

E in aereo? La pressione può dare fastidio alle orecchie. Il consiglio: “E’ utile far succhiare il latte, il succhiotto o masticare una caramella durante decollo e atterraggio”.

Infine, attenzione a chi parte per destinazioni esotiche: le vaccinazioni raccomandate vanno fatte per tempo. Anche restando in Italia, è bene essere pronti: verso la fine dell’estate possono tornare virus come la varicella. “La buona notizia è che oggi è sotto controllo grazie al vaccino. Ma attenzione anche agli enterovirus, che — come dice il detto — non vanno mai in vacanza”.

Per affrontare al meglio ogni giornata, è utile preparare uno zaino da estate: non devono mancare cappellino, occhiali da sole, crema solare, acqua fresca, frutta o spuntini leggeri, salviette, asciugamano, costume di ricambio, gel al cloruro d’alluminio, bustine di sali reidratanti, cerotti, disinfettante delicato e una maglietta pulita. E, sempre a portata di mano, tessera sanitaria e libretto del bambino: perché anche in vacanza, prevenzione e organizzazione fanno la differenza.

Prima visita ginecologica

Giu 16
Scritto da Annamaria avatar

E’ una domanda che anche io, con una figlia femmina, mi sono posta prima di darmi una mossa: la prima visita ginecologica quando va fatta? Tiziana Casalena, ginecologa di Humanitas Medical Care di Varese, fa chiarezza al Corriere della Sera.

prima visita ginecologica

La prima visita ginecologica quando va fatta? “In Italia, a differenza di quanto avviene negli Stati Uniti, dove esistono Linee guida che indicano di iniziare nella fascia di età tra i 13 e i 15 anni, non ci sono indicazioni ufficiali”, chiarisce Casalena. 

“Bisogna farsi guidare dal buonsenso. Se il menarca è avvenuto in un’età compresa tra gli 11 e i 13 anni, il ciclo non è eccessivamente abbondante, il dolore è gestibile con semplici antidolorifici e i cicli sono abbastanza regolari, pur non rispettando sempre i 28 giorni, non vi è generalmente motivo di preoccupazione. Può essere utile effettuare un emocromo e la ferritina per escludere un’eventuale anemia da carenza di ferro. In questi casi la prima visita può essere rimandata a quando la ragazza inizia ad avere un partner o ha da poco intrapreso l’attività sessuale”, aggiunge. 

La dottoressa chiarisce: “Il primo incontro con lo specialista non sarà invasivo, ma si baserà principalmente su un counseling, che può includere informazioni su contraccezione, prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e corretti stili di vita. Spesso sono le madri a chiedere consiglio per le figlie adolescenti”.

La prima visita ginecologica in adolescenza può non essere completa: “Si parte sempre da un confronto con la ragazza, rispettando i suoi tempi e le sue esigenze. In molti casi è sufficiente un’osservazione dei genitali esterni per verificare la normale anatomia e un’ecografia pelvica transaddominale a vescica piena, una tecnica non invasiva”. L’esperta sottolinea inoltre: “La visita ginecologica può essere un’occasione preziosa per promuovere l’autopalpazione del seno, fondamentale per imparare a conoscere il proprio corpo”.

Inappetenza bambini

Giu 15
Scritto da Annamaria avatar

L’inappetenza, riduzione o mancanza di appetito, nei bambini può essere normale in alcune fasi transitorie. E’ necessario accorgersi, invece, quando diventa preoccupante.

Quali sono le cause più comuni dell’inappetenza nei bambini?

  • Dentizione o mal di gola: passeggeri e risolvendosi in pochi giorni .
  • Infezioni lievi: influenza, stomatiti, gastroenteriti o tonsilliti 
  • Stress o cambiamenti: arrivo di un fratellino, inserimento all’asilo, trasloco 
  • Problemi nutrizionali cronici: malassorbimento, allergie, anemia
  • Malattie organiche: cardiopatie, patologie renali o epatiche.
  • Disturbi psicologici: anoressia infantile e disagio emotivo persistente 

Quando invece dobbiamo preoccuparci dell’inappetenza dei bambini?

  • Perdita significativa di peso o arresto nella crescita
  • Inappetenza persistente oltre qualche giorno, specialmente senza altri segni evidenti 
  • Segnali di malnutrizione o disidratazione: scarsa produzione di urina, occhi infossati, pelle secca, apatia 
  • Rifiuto selettivo estremo: durata lunga dei pasti, paura di nuovi cibi, evitamento per consitenze/colori 
  • Sintomi associati: vomito, diarrea, febbre ricorrenti 

Noi genitori non dobbiamo assolutamente forzare: evitare pressioni per terminare il piatto, che possono aumentare ansia. Possiamo adottare alcune strategie positive a tavola:

  • Eliminare distrazioni come TV e tablet 
  • Introdurre almeno un alimento semplice e gradito e variare gradualmente 
  • Renderla un’esperienza rilassante e conviviale .
  • Orari regolari per pasti e spuntini

Possiamo pure coinvolgere il bambino: farlo partecipare a scelte culinarie o preparazioni semplici può stimolare l’interesse. Dobbiamo Limitare premi e anche punizioni.

Se l’inappetenza dura più di pochi giorni senza miglioramenti, c’è perdita di peso, crescita rallentata o sintomi preoccupanti, emergono segni di malnutrizione o disidratazione, rivolgiti immediatamente a uno specialista .

Prevenzione osteoporosi

Giu 09
Scritto da Annamaria avatar

La prevenzione dell’osteoporosi deve partire sin da piccoli: alimentazione sana e corretta e attività fisica per ridurre i rischi di malattia sono basilari.

prevenzione osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia dello scheletro che rende le ossa fragili e più esposte al rischio di fratture. Anche se colpisce soprattutto in età avanzata, la sua prevenzione comincia da piccoli, puntando su una buona alimentazione e uno stile di vita sano.

Infatti, il cosiddetto picco di massa ossea – cioè la quantità massima di tessuto osseo che una persona raggiunge – si costruisce soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, e si completa intorno ai 30 anni. Un buon picco osseo, secondo gli esperti, può ritardare l’insorgenza dell’osteoporosi anche di 15 anni.

Dopo i 30 anni, la massa ossea si stabilizza per circa 15 anni. Ma, con l’arrivo della menopausa (e, in misura minore, dell’andropausa), inizia un declino fisiologico che può portare alla comparsa della malattia.

“Alle diverse fasi della vita – spiega il prof. Domenico Rendina, del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli – corrispondono diverse esigenze nutrizionali”. Già da piccoli, sono fondamentali calcio, fosforo, magnesio, proteine (soprattutto da latte), rame, zinco e ferro per la formazione dell’osso”. Il prof. Rendina sottolinea anche l’importanza del giusto equilibrio: poco sale, molto potassio, frutta, verdura fresca e, soprattutto in età puberale, attenzione a non eccedere con bevande zuccherate.

Ma non basta mangiare bene: attività fisica regolare e esposizione al sole, in sicurezza, aiutano l’organismo ad assorbire meglio la vitamina D, fondamentale per il metabolismo osseo.

In età adulta, “una dieta equilibrata – continua il professore – deve includere proteine, frutta e verdura fresche, calcio (950-1100 mg al giorno) e, ove necessario, 2-3 porzioni di latticini”. E attenzione anche al sale, da mantenere sotto i 5 g al giorno come raccomandato dall’OMS.

Se con la dieta e il sole non si riesce a raggiungere livelli adeguati di vitamina D, si può ricorrere a integratori, come colecalciferolo, ergocalciferolo o calcifediolo, con dosaggi personalizzati.

Infine, uno studio presentato al 45° Congresso Nazionale della SINU, Società Italiana di Nutrizione Umana, ha confermato che le persone con osteoporosi e fratture hanno una minore aderenza alla dieta mediterranea, consumano troppo sale e troppo poco calcio. Seguire questo modello alimentare resta dunque una delle strategie più efficaci per proteggere le ossa, in ogni età della vita.

Attività fisica dopo il parto

Giu 03
Scritto da Annamaria avatar

Riprendere l’attività fisica dopo il parto è un viaggio personale. Ascolta te stessa per ritrovare forma, ma soprattutto benessere. Come iniziare?

attivita fisica dopo il parto

Per riprendere l’attività fisica in modo sicuro e graduale dopo il parto, prima di iniziare qualsiasi programma di allenamento, è fondamentale consultare il proprio medico o ginecologo. Se hai avuto un parto cesareo o complicazioni è assolutamente necessario. Generalmente, dopo un parto naturale, si può iniziare con esercizi leggeri già dopo 4-6 settimane. Se hai avuto un cesareo, invece, è consigliabile attendere almeno 6-8 settimane. 

Non avere la fretta di fare tutto e subito. Inizia con dolcezza! Nei primi giorni, concentrati su esercizi di respirazione diaframmatica e sul rafforzamento del pavimento pelvico. Questi esercizi aiutano a ristabilire la connessione con il tuo corpo e a migliorare la postura. 

Camminare tanto aiuta moltissimo. La camminata è un’attività semplice, ma efficace pee riprendere l’attività fisica dopo il parto. Inizia con brevi passeggiate, magari spingendo il passeggino, e aumenta gradualmente la durata e l’intensità. Evita attività ad alto impatto come la corsa o il salto fino a quando non ti sentirai pronta. 

Se hai finalmente avuto il via libera dal medico, puoi introdurre esercizi di rafforzamento muscolare. Concentrati su esercizi che coinvolgono più gruppi muscolari, come squat, affondi e plank modificati. Ricorda di ascoltare sempre il tuo corpo e di procedere con gradualità. 

Da non dimenticare: se stai allattando, è consigliabile allattare o estrarre il latte prima dell’allenamento per evitare disagi. Indossa un reggiseno sportivo adeguato e mantieniti sempre assolutamente idratata durante l’attività fisica.

Nuova piramide alimentare dieta mediterranea

Mag 31
Scritto da Annamaria avatar

La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha presentato una nuova versione della piramide alimentare della dieta mediterranea, con l’obiettivo di contrastare il calo di adesione a questo modello alimentare, soprattutto tra bambini e adolescenti.

nuova piramide alimentare dieta mediterranea

Le novità della nuova piramide alimentare riguardante la dieta mediterranea enfatizza maggiore consumo di alimenti vegetali: frutta, verdura, legumi e cereali integrali dovrebbero costituire la base dell’alimentazione quotidiana. Riduzione di carne rossa e salumi: consumo limitato a 1-2 porzioni a settimana. Moderazione nell’uso di zuccheri e sale: limitare l’assunzione di dolci e alimenti ad alto contenuto di sale. Promozione di prodotti locali e stagionali: preferire alimenti freschi, di stagione e provenienti da filiere corte. Integrazione di aspetti culturali e ambientali: la piramide considera anche la sostenibilità ambientale e le tradizioni culinarie locali.

Secondo i dati raccolti dalla SINU:

  • Il 9% dei bambini e ragazzi in Italia non consuma mai verdura.
  • Il 7% non mangia frutta.
  • Il 26% non include cereali integrali nella dieta.
  • Il 14% evita latte e latticini.
  • Il 47% consuma più di tre porzioni di carne alla settimana.

Questi dati evidenziano una scarsa adesione ai principi della dieta mediterranea, aumentando il rischio di carenze nutrizionali e malattie croniche.

La nuova piramide alimentare dieta mediterranea non è solo un modello nutrizionale, ma anche uno stile di vita che promuove la salute individuale e la sostenibilità ambientale. Adottare questo schema alimentare significa fare una scelta consapevole per il proprio benessere e per quello del pianeta.

Struttura della nuova piramide alimentare dieta mediterranea

1. Base – Alimenti da consumare quotidianamente:

  • Frutta e verdura fresche: almeno 5 porzioni al giorno, preferibilmente di stagione e locali.
  • Cereali integrali: pane, pasta, riso, couscous, meglio se integrali.
  • Legumi: consigliati ogni giorno, anziché 2-3 volte a settimana come in precedenza.
  • Olio extravergine d’oliva: principale fonte di grassi.
  • Acqua: almeno 1,5-2 litri al giorno.
  • Attività fisica: esercizio regolare, convivialità e riposo adeguato sono elementi fondamentali dello stile di vita mediterraneo.

2. Livello intermedio – Alimenti da consumare con moderazione:

  • Latticini: latte, yogurt e formaggi in quantità moderate.
  • Pesce e pollame: 2-3 porzioni a settimana.
  • Uova: fino a 4 porzioni settimanali.

3. Vertice – Alimenti da consumare occasionalmente:

  • Carne rossa e salumi: limitare a 1-2 porzioni a settimana.
  • Dolci e zuccheri raffinati: consumo sporadico.
  • Vino: in quantità moderate e solo durante i pasti, se non controindicato.