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Kangaroo Care riduce mortalità

Mag 14
Scritto da Annamaria avatar

La Kangaroo Care riduce la mortalità dei nati pretermine e le infezioni. La SIN è impegnata da sempre in prima linea per la più ampia diffusione in tutti i punti nascita italiani di questa cura essenziale in particolare per i neonati prematuri.

kangaroo care riduce mortalita

“La Kangaroo Care è una delle misure più efficaci che possono essere adottate per migliorare le prospettive di sopravvivenza dei bambini nati prematuri o di basso peso. Questo in tutti i contesti, nei paesi ad alto e basso reddito”. Questo è quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) nel Global Position Paper dal titolo: “KMC A trasformative innovation in neonatal health care”.

In occasione della Giornata Mondiale della Kangaroo Care, che, come ogni anno, si celebra il 15 maggio, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ribadisce l’importanza di questa attività. E il suo impegno nel promuovere, insieme con le associazioni dei genitori, le strategie di implementazione. E tutte le modalità operative per il corretto svolgimento di questa cura. Sostiene la sua più ampia diffusione presso tutti i punti nascita in Italia.

E’ un vero e proprio metodo di cura, che si realizza attraverso il contatto pelle-a-pelle, tra mamma/papà e neonato, continuo e prolungato. Va da 8 a 24 ore al giorno, per quante più ore possibile. Va iniziato immediatamente dopo il parto, o quando le condizioni cliniche del neonato lo consentono. L ’OMS raccomanda fortemente la KC per tutti i neonati pretermine o di basso peso come cura di routine e l’inizio il prima possibile dopo la nascita. 

Secondo le più recenti evidenze e numerose revisioni della letteratura, la Kangaroo Care, iniziata in ospedale o a casa, riduce la mortalità durante il ricovero alla nascita o a 28 giorni di età. Probabilmente, riduce le infezioni gravi tra i neonati pretermine e di basso peso alla nascita. La KC, inoltre, comporta maggiori benefici, a medio e lungo termine, se dura almeno 8 ore al giorno. E se viene iniziata quanto prima possibile. 

Ormai diversi studi sostengono che la KC deve essere inserita nei bundle di miglioramento assistenziale e di outcome dei neonati prematuri per il livello di impatto a breve e lungo termine che essa ha.

Nonostante i suoi comprovati benefici, le esperienze dirette di alcuni ospedali mostrano una grande variabilità nell’inizio della Kangaroo Care. E spesso difficoltà logistiche e professionali nell’eseguirla. Soprattutto nei neonati pretermine. Per i neonati prematuri, infatti, è fattibile anche prima della stabilizzazione. Ma richiede formazione professionale, adattamento degli spazi e attrezzature per la rianimazione.

Tutto questo non può che confermare la necessità di un ulteriore impegno non solo per la promozione culturale e organizzativa dei punti nascita. Ma anche nel promuovere azioni concrete presso i decisori delle politiche sanitarie, affinché la KC venga considerata una attività di cura essenziale tra gli standard di cura per tutti i neonati e per le loro famiglie.

“Purtroppo, sappiamo di casi di Terapie Intensive Neonatali che ancora impongono limitazioni di orari per l’accesso ai genitori. Addirittura alcune solo poche ore al giorno – afferma il presidente SIN Luigi Orfeo – Da anni sosteniamo l’apertura h24 delle TIN. E il diritto di tutti i genitori di poter stare accanto al proprio figlio ricoverato per tutto il tempo che lo desiderano. I genitori sono parte integrante della cura e la kangaroo care ne è una dimostrazione concreta”.

Il Gruppo di Studio della Care neonatale della SIN ha messo a disposizione di tutte le TIN italiane il documentoKangaroo Care – Le Indicazioni nazionali della SIN”. Ci sono all’interno precise istruzioni per una corretta e sicura implementazione di questa importante pratica. Riduce la mortalità e le infezioni: è importantissima.

Cura degli occhi sin dalla nascita

Ott 11
Scritto da Annamaria avatar

Bisogna aver cura degli occhi sin dalla nascita. Per questo sono importantissimi gli screening neonatali, come sottolinea la SIN.

#loveyoureyes è l’hashtag scelto per la Giornata Mondiale della Vista, che ricorre domani, 12 ottobre 2023. E’ promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB). E’ sostenuta dal Ministero della Salute. Il tema proposto per quest’anno è l’importanza della salute oculare sul luogo di lavoro. In Italia la campagna di sensibilizzazione scelta è molto impattante. Un’immagine completamente nera con una scritta bianca: “NON SERVONO IMMAGINI PER DESCRIVERE IL BUIO. La vista è un bene prezioso. Siamo al tuo fianco per custodirla”.

La prevenzione e la cura degli occhi sono fondamentali in tutte le fasi della vita, sin dalla nascita. Per questo la Società Italiana di Neonatologia sostiene la diffusione, su tutto il territorio nazionale, degli screening neonatali, tra cui anche quelli oculari e visite oculistiche regolari e frequenti, soprattutto durante i primi mesi di vita, volte all’identificazione precoce e alla presa in carico tempestiva di patologie gravi.

C’è una categoria di neonati per la quale la tutela della salute degli occhi risulta ancora più delicata, quelli ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) e sub intensiva, sia per il rischio di insorgenza di malattie gravi, come ad esempio la retinopatia della prematurità (ROP) e la cataratta congenita, sia perché proprio durante il periodo di ricovero avviene la maturazione dell’organo di senso. E’ basilare che la cura degli occhi inizi sin dalla nascita, in questo caso ancor di più.

Gli Standard Assistenziali per la Salute del Neonato, la cui diffusione ed applicazione è attualmente seguita da una commissione istituita ad hoc dalla SIN, definiscono diversi criteri per la progettazione di ambienti di degenza in grado di proteggere il neonato dallo stress. Incluso quello visivo. E migliorare il sonno, con ottimizzazione dello sviluppo neurologico a distanza.

In particolare, i livelli di illuminazione ambientale negli spazi dedicati ai neonati devono essere regolabili, individualizzabili, attraverso comandi di accensione/spegnimento e di attenuazione. Qesto in base alle necessità, al comfort e ai ritmi circadiani. Le sorgenti luminose devono avere uno spettro di colori appropriato ed essere posizionate in modo da ridurre al minimo abbagliamento, ombre e sfarfallio. 

Radiazioni ultraviolette o infrarosse non necessarie possono essere evitate utilizzando lampade, lenti o filtri appropriati. Ogni posto letto per neonato dovrebbe essere munito di una sorgente di illuminazione separata, da utilizzare per le procedure e regolabile. Dovrebbe essere assicurato l’accesso immediato alla luce del giorno, senza dover lasciare la TIN. In ogni spazio o stanza dedicati al bambino, o nelle postazioni di lavoro adiacenti, si dovrebbe prevedere almeno una fonte di luce naturale proveniente da una finestra o da un lucernario. Per tutte le finestre del reparto, che danno sull’esterno, dispositivi di oscuramento di colore neutro, al fine di minimizzare la distorsione del colore.

“Bisogna accrescere la consapevolezza sul valore delle cure, che devono essere sempre più mirate ed accurate per tutti i neonati e continuare ad investire sulla prevenzione con gli screening neonatali”, afferma il Dott. Luigi Orfeo, Presidente della SIN. “Il compito di noi neonatologi è tutelare i più piccoli, in particolare nelle TIN e le loro famiglie, allo scopo di ridurre sempre più l’incidenza di queste patologie, molto gravi e spesso invalidanti”, precisa ancora.

Neonati prematuri: abbraccio può salvare vita

Nov 17
Scritto da Annamaria avatar

I neonati prematuri devono avere il contatto pelle a pelle con i propri genitori: un abbraccio può salvare loro la vita.

“Viola” è nata molto prima della 37ª settimana di gestazione, dopo soli 6 mesi di gravidanza, piccola e fragile, lotta come un leone nella sua incubatrice in Terapia Intensiva Neonatale (TIN). La sua vita è attaccata a fili e tubicini, i giorni scorrono lenti, con il sottofondo di un “bip” costante di macchinari e monitor. C’è una luce per riscaldarla e lo sguardo attento di neonatologi ed infermieri per curarla e proteggerla. Dovrà aspettare qualche mese, forse, per poter lasciare l’ospedale e tornare a casa con la sua mamma e il suo papà, che con i loro abbracci, il loro contatto, la loro voce, possono, però, partecipare in modo determinante alle sue cure in TIN, fin dai primi giorni di vita. (altro…)