Tumore al seno prima dei 40 anni: maternità possibile

Gen 14
Scritto da Annamaria avatar

Se si ha un tumore al seno prima dei 40 anni la maternità non è affatto preclusa, rimane possibile. Purtroppo sono circa tremila le giovani donne italiane che ogni anno hanno la diagnosi: solo cinque su cento diventano madri dopo la malattia.

Il tumore al seno prima dei 40 anni rende comunque possibile la maternità. Le pazienti possono anche sospendere le cure ormonali per portare avanti una gravidanza. Al Policlinico San Martino di Genova sono arrivate alcune ricerche scientifiche che in tutto il mondo hanno migliorato l’approccio alla preservazione della fertilità.

Come si legge sul Corriere della Sera, “dopo aver dimostrato che è possibile avere un figlio sano senza rischi per la mamma curata per un tumore al seno, i ricercatori liguri hanno di recente fatto un passo avanti. Gli esiti dello studio “POSITIVE”, presentato durante il San Antonio Breast Cancer Symposium (il più importante convegno internazionale sul cancro al seno) che si è svolto a dicembre negli Stati Uniti, hanno infatti indicato che le giovani donne colpite da carcinoma mammario in stadio iniziale possono interrompere per due anni la terapia ormonale adiuvante (cioè successiva all’intervento chirurgico) per cercare una gravidanza. La ricerca ha coinvolto 518 donne di età pari o inferiore a 42 anni con carcinoma mammario in stadio iniziale positivo per i recettori ormonali. In questi casi, la terapia endocrina viene somministrata per ridurre il rischio che la malattia si ripresenti. Lo studio ha dimostrato che il tasso di recidiva a tre anni è stato dell’8,9%, simile a quello dello studio ‘SOFT/TEXT’ (9,2%) che aveva incluso donne in premenopausa sottoposte alla stessa terapia e utilizzato come confronto. Il 74% delle donne ha avuto almeno una gravidanza, che è terminata con successo nel 64% dei casi”.

“In circa il 70% dei casi il carcinoma della mammella presenta i recettori ormonali positivi e richiede per un periodo di cinque anni il trattamento adiuvante con la terapia endocrina, che da un lato riduce il rischio di recidiva, dall’altro sopprime la funzione ovarica e, quindi, la possibilità di avere un figlio — spiega Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia medica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova — Le sperimentazioni condotte fino a oggi avevano dimostrato la sicurezza della gravidanza al termine delle cure anticancro. Per la prima volta, lo studio ‘POSITIVE’ evidenzia che, dopo almeno un anno e mezzo, è possibile sospendere la terapia endocrina per due anni con l’obiettivo di avere un figlio, per poi riprendere il trattamento. Sono state osservate anomalie congenite nel 2% dei bambini, percentuale simile alla popolazione generale, e il 60% delle donne ha allattato”.

“Oggi, nel nostro Paese, la bassa percentuale di giovani pazienti che riescono ad avere un figlio dopo il tumore del seno contrasta nettamente con il 50% di donne che, al momento della diagnosi, dichiara di desiderare una maternità — continua Del Mastro — Quali i motivi? Sicuramente c’è il fatto che, prima dello studio ‘POSITIVE’, le donne con neoplasia endocrinoresponsiva dovevano aspettare almeno cinque anni prima di provare ad avere una gravidanza, andando quindi incontro a un’età più matura. Questo studio dimostra che la sospensione della terapia ormonale è una procedura sicura e può incrementare la percentuale di giovani donne che riescono ad avere un figlio prima di terminare le cure. Non solo. Nel nostro Paese vanno create collaborazioni strutturate fra le Oncologie e i Centri di Procreazione medicalmente assistita, per rispondere tempestivamente alle richieste delle pazienti. L’aspetto fondamentale delle tecniche di preservazione della fertilità è il tempismo: per esempio la crioconservazione degli ovociti deve avvenire prima dell’inizio della chemioterapia. La creazione di una Rete consente di definire percorsi dedicati e riconosciuti, oggi presenti solo in alcuni ospedali”.

Nonostante un tumore al seno prima dei 40 anni, la maternità è possibile. L’unica soluzione per avere figli, inoltre non è più quella di congelare gli ovuli prima della terapia per poi procedere, a guarigione avvenuta, alla fecondazione in vitro: oggi è possibile proteggere la funzione ovarica dagli effetti tossici della chemioterapia somministrando alle pazienti dei farmaci che mettono le ovaie ‘a riposo’ così che non siano danneggiate.

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Un commento per “Tumore al seno prima dei 40 anni: maternità possibile”

  1. avatar Helen says:

    Mio figlio è nato tramite maternità surrogata in una delle cliniche ucraine (Feskov). Ho trovato una legge ucraina tradotta in italiano. Consiglio a tutti di leggerlo. https://maternita-surrogata-centro.it/maternita_surrogata.pdf

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