Induzione al parto

L’induzione al parto quando è necessaria? Vi si ricorre se si sono superate, generalmente, le 40 settimane e non c’è stato alcun sintomo dell’inizio del travaglio, dolori, contrazioni. Non è sempre così, comunque, ci sono anche alcuni casi in cui i medici decidono di procedere con l’induzione al parto anche prima di questa data.
Di solito, però si sceglie per l’induzione al parto se si sono superate le due settimane dalla data presunta del parto. Accade perché la placenta comincia a invecchiare e potrebbe non nutrire più in maniera giusta il bambino. Il peso del bambino, poi, potrebbe cominciare a diventare eccessivo in questo modo aumenterebbe il rischio di complicanze durante il parto e di ricorso a un cesareo. Si ricorre all’induzione al parto anche se le acque si sono rotte ma il travaglio non è cominciato.
L’induzione al parto viene praticata anche nei casi in cui la futura mamma soffre di preeclampsia o di diabete, ipertensione o una malattia renale. Altro caso: se la placenta ha cominciato a invecchiare precocemente.
Ci sono due modi per indurre al travaglio: meccanico e farmacologico, dipende dallo stato della cervice: se è morbida e matura si tenta di indurre direttamente il travaglio, se è immatura si inizia col tentare di ammorbidirla per poi procedere con un’induzione al parto.
Metodi meccanici
Il catetere di Foley: un catetere dotato di una specie di palloncino sgonfio. Una volta inserito in vagina, viene riempito d’acqua e va a premere sulla cervice stimolando la produzione di prostaglandina, così che la cervice si apra e sia ammorbidisca.
Scollamento delle membrane: il medico inserisce in profondità un dito nella cervice per separare la sacca amniotica dall’utero. Questa manovra favorisce la produzione di prostaglandina che accelera il processo di maturazione della cervice e spesso dà il via al travaglio
Rottura delle membrane (amniorexi): si pratica nel caso in cui la cervice è dilatata almeno un po’. Il medico inserisce uno strumento di plastica ad uncino che rompe il sacco amniotico. Nei casi in cui la cervice è pronta ciò provoca l’inizio del travaglio, altrimenti si procede con un’iniezione di pitocina.
Metodi farmacologici
Consistono in un’iniezione per endovena di pitocina, si tratta di una versione sintetica dell’ossitocina, l’ormone del viene prodotto dall’organismo durante il travaglio.
Questo metodo viene praticato solo se la cervice è matura. Se la cervice non è pronta, invece, si procederà con l’inserimento nella vagina di un gel a base di prostaglandina che favorisce la comparsa delle contrazioni.
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