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Creme solari: “Possibili rischi per bambini”

Lug 16
Scritto da Annamaria avatar

La polemica è servita. In un documento dell’Associazione culturale pediatri (Acp) si legge che l’utilizzo delle creme solari può causare “possibili rischi per i bambini”. E subito si accende la miccia, con l’Iss che dice di non essere stato consultato e fa una precisazione.

creme solari possibili rischi per bambini

L’Iss chiarisce che, pur essendo citato nel paper, “nessuno dei suoi esperti è stato consultato nella preparazione del documento, pertanto le posizioni espresse non possono essere associate a quelle dell’Istituto”. Al centro della discussione c’è questo documento che parla di possibili rischi per bambini riguardo alle creme solari.

Firmato da un team di pediatri e dermatologi, che ha preso in considerazione le ultime ricerche scientifiche disponibili in fatto di filtri solar, il documento è stato pubblicato sull’European Journal of Pediatric Dermatology. I pediatri sostengono che esporsi al “sole fa bene. Ma le scottature vanno assolutamente evitate, specialmente in giovane età”. Per evitare le scottature però, “l’unica strada non può e non deve essere il filtro solare, che può presentare rischi sottovalutati per la salute. Una revisione degli studi scientifici fino ad oggi condotti non ha dimostrato che l’uso di filtri Uv sia associata a un minor rischio di cancro alla pelle”. 

“Alla luce di quanto evidenzia una robusta e recente letteratura scientifica accreditata” i pediatri segnalano “la possibilità di danni alla salute per l’utilizzo di filtri solari chimici ma anche fisici se con formulazioni ‘nano’”. “Ci sono evidenze scientifiche che i filtri chimici attraversano la pelle e passano in circolo. E che molte di queste molecole hanno azione di interferenza endocrina. Quest’ultima costituisce un rischio importante soprattutto per esposizione durante la vita fetale, nella prima infanzia e in adolescenza. Tanto che la Fda, la Food and Drug Administration, non ha concesso la definizione di ‘efficacia e di sicurezza’ ai filtri chimici . L’American Academy of Pediatrics suggerisce di evitarli”, riporta il documento dell’Acp.

Sui social i genitori rimangono basiti. L’Iss così chiarisce: “Le creme solari vanno usate quando l’esposizione è inevitabile non perché siano considerate pericolose, ma perché la loro efficacia è limitata per vari motivi. Perché la protezione dagli Uv non è al 100%. Perché le persone non le utilizzano come previsto (cioè usandone in quantità adeguata e ripetendone l’applicazione come suggerito, questo anche per via del costo delle creme). E perché danno un falso senso di sicurezza che porta le persone a prolungare l’esposizione”.

“Le creme solari devono essere considerate come l’ultimo presidio quando tutte le altre misure preventive non vengono adottate. Per scelta o per impossibilità, consideriamo che ci sono anche persone che lavorano sotto il sole, non si parla solo di esposizioni ‘ricreative’. Una volta che si renda necessario l’utilizzo di creme solari, allora queste non vanno usate il meno possibile. Ma al contrario il più possibile, spalmandole in maniera abbondante e ripetendone l’applicazione”.

In una dichiarazione all’Adnkronos Salute, Stefania Manetti, presidente dell’Acp, ha sottolineato che non c’è “nessun conflitto con l’Iss” sulla questione dei possibili rischi per i bambini delle creme solari. “Anzi c’è piena collaborazione”. Ha ringraziato l’Istituto “per aver sollecitato un confronto su questo argomento”. 

Rotolo al limone

Lug 15
Scritto da Annamaria avatar

E’ un dolce che anche solo per il profumo è da considerarsi estivo. Ideale per la merenda dei bambini, il rotolo al limone è facile da realizzare in casa. Cosa occorre avere?

Per il rotolo:

4 uova

80 grammi di farina 00

115 grammi di zucchero

Scorza di 1 limone

Per la crema:

200 ml di latte intero

150 ml di succo di limone

80 grammi di zucchero

5 grammi di gelatina in fogli

20 grammi di zucchero a velo

25 grammi di maizena

Scorza di 2 limoni

3 tuorli d’uovo

250 grammi di panna liquida

Per preparare il rotolo al limone iniziate rompendo le uova in una ciotola. Sbattete con delle fruste elettriche aggiungete la scorza di 1 limone. Unite lo zucchero. Continuate a montare fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Incorporate la farina piano. Imburrate una leccarda e rivestitela con la carta forno, poi versate l’impasto e ricopriTe l’intera superficie. Cuocete in forno statico preriscaldato a 220° per 8-9 minuti. Sfornate la vostra pasta biscotto, trasferitela su un tagliare, coprite con un foglio di carta forno e capovolgete delicatamente la pasta biscotto. 

Ora la crema che servirà per farcire il rotolo al limone. Versate il latte in un pentolino, aggiungete la scorza di 2 limoni e il succo. Portate il tutto a sfiorare il bollore e nel frattempo mettete i fogli di gelatina a mollo in acqua fredda per almeno una decina di minuti; poi versate i tuorli in una ciotola, aggiungete lo zucchero semolato e sbattete uova e zucchero rapidamente . Setacciate l’amido direttamente nel composto di tuorli e zucchero e continuate a sbattere fino a che non otterrete una crema liscia. 

Quando il latte inizierà a bollire setacciatelo direttamente all’interno del composto. Poi mescolate con una frusta e versate nuovamente nel tegame. Continuate a cuocere per 4-5 minuti fino a che la crema non si sarà addensata, poi spegnete il fuoco strizzate i fogli di gelatina e aggiungeteli alla crema mescolando subito fino a farli sciogliere. Trasferite la vostra crema al limone all’interno di una ciotola, coprite con la pellicola trasparente e lasciate intiepidire.

A questo punto versate la panna fredda in una ciotola e montatela aggiungendo lo zucchero a velo. Una volta che la panna sarà ben ferma aggiungetela alla vostra crema al limone. A questo punto coprite con della pellicola trasparente e riponete la crema in frigorifero per almeno 1 ora a rassodare. Trascorso questo tempo anche la pasta biscotto sarà completamente fredda.  Staccate delicatamente la carta forno, poi versate la crema al limone e utilizzando una spatola spargetela in maniera uniforme su tutto il rotolo. A questo punto arrotolate sempre delicatamente dal lato più lungo, ponete il rotolo prima in un foglio di carta forno, avvolgetelo, per richiuderlo nuovamente nella pellicola trasparente, arrotolando poi le estremità per chiudere.Riponete in frigorifero a rassodare per almeno 2 ore prima di servirlo.

Viaggiare in aereo con bambini

Lug 11
Scritto da Annamaria avatar

Molte volte ci facciamo tante domande sul viaggiare in aereo con bambini (e neonati). La compagnia Vueling ha stilato un prontuario pieno di consigli per farlo. Così da abbattere le nostre ansie. Del resto viaggiare in aereo con i bambini è molto più semplice di quel che sembri. E se state per prenotare le vostre vacanze, allora non abbiate paura! Anzi, siate felici di salire a bordo con tutta la famiglia.

viaggiare in aereo con bambini
viaggiare in aereo con bambini

Viaggiare in aereo con bambini. Ecco i loro consigli qui di seguito.

1. Acquistare voli in partenza a metà giornata

Dopo tanti viaggi, abbiamo riscontrato che il momento migliore per prendere un aereo con bambini e neonati è intorno a mezzogiorno. Prima di tutto perché non occorre alzarsi presto, che ci farebbe solo viaggiare più stanchi. Vi raccomandiamo di cercare voli in partenza tra le 11 del mattino e le 4 del pomeriggio. In questo modo cercheremo di far coincidere il tempo di attesa in aeroporto o a bordo con un pasto (guadagnandoci un momento seduti e in tranquillità) e la durata del volo con il riposo o con un pisolino. E poi, ci assicureremo di arrivare a destinazione a un’ora ragionevole.

2. Spedire il passeggino, l’ovetto o la culla da viaggio

La maggior parte delle compagnie aeree permettono di registrare gratuitamente un collo per ogni neonato a bordo. Nel caso di Vueling, è possibile registrare gratuitamente un passeggino, l’ovetto o una culla pieghevole. Vi raccomandiamo anche il passeggino pieghevole, perché potrete portarlo con voi fino alla porta dell’aereo e, a seconda delle compagnie, vi permetteranno di trasportarlo in cabina o lo imbarcheranno gratuitamente in stiva.

Un altro ritrovato estremamente utile sono le imbottiture che proteggono i seggiolini per auto, che si possono appendere come uno zaino. In questo modo potrete portarli come bagaglio in stiva proteggendoli da urti e macchie.

3. A bordo senza fare la fila

Uno dei vantaggi di viaggiare in aereo con bambini è che non è necessario fare sempre la fila. Presso il terminal T1 dell’aeroporto di Barcellona-El Prat, ad esempio, c’è un accesso speciale al controllo di sicurezza riservato alle famiglie, che dispone anche di un piccolo box per lasciare i più piccoli mentre collochiamo i nostri oggetti personali nelle vaschette. Se viaggiate con bambini, nella maggior parte dei paesi vi agevoleranno anche il passaggio dal controllo passaporti. E quasi tutte le compagnie aeree, come nel caso di Vueling, offrono accesso prioritario a bordo alle famiglie.

4. Il marsupio porta-bimbo è indispensabile

Se viaggiate con un neonato o con un bimbo che ha appena cominciato a camminare, il marsupio può essere molto utile. Non solo durante i momenti di attesa, le formalità con i biglietti o le file, ma anche durante l’imbarco. Se avete spedito il passeggino, non ve lo restituiranno fino a quando non ritirerete il bagaglio a destinazione e con il marsupio potrete raggiungere i nastri di riconsegna in aeroporto più comodamente.

5. Viaggiare con un bagaglio leggero

Portare pochi bagagli o borse agevolerà la logistica in aeroporto. Vi consigliamo di portare 2-3 cambi per ciascuno e di lavare gli indumenti a destinazione. E come fare con bagagli, passeggino e una quantità di mani insufficiente? Noi ci siamo sempre trovati molto bene viaggiando con un trolley e uno zaino grande. Così uno dei due avrà sempre le mani libere per prendersi cura del neonato. In caso di famiglie monoparentali, il consiglio è quello di registrare il bagaglio o di portare un solo bagaglio a mano leggero e usare il marsupio.

6. Mussola di cotone o copertina per il volo

Un’altra raccomandazione per chi viaggia in aereo con un neonato è quella di portare una copertina o una mussola di cotone per avvolgerlo durante il volo. Di solito la temperatura all’interno della cabina scende e non sempre può essere regolata in modo da soddisfare le esigenze di tutti. Un paio di calzini di ricambio e un maglione più pesante possono essere sempre utili.

7. Dieci pannolini al massimo

Ci portiamo i pannolini o li acquistiamo a destinazione? Dipende dalla durata del viaggio, ma noi calcoliamo sempre che se restiamo fuori per 2-4 giorni possiamo portarli con noi (circa 10 pannolini) risparmiandoci l’acquisto di un pacco intero. E poi fa sempre comodo svuotare il bagaglio a metà viaggio, no? Se invece prevedete di stare fuori più di 5 giorni, vi raccomandiamo di portare i 5-6 pannolini indispensabili per il viaggio e di acquistare un pacco più grande una volta giunti a destinazione. Inoltre, ci sono molti paesi (soprattutto nel nord Europa) dove i pannolini e i prodotti per l’igiene infantile sono molto più economici che nel nostro paese.

8. Biberon e pappe

Un altro motivo di preoccupazione logistica quando si viaggia in aereo con un neonato è l’alimentazione. Naturalmente la soluzione più semplice è l’allattamento materno, perché non dovrete preparare niente. Se usate il biberon, sappiate che potete far passare una bottiglia d’acqua dal controllo di sicurezza senza restrizioni spiegando che vi serve per il neonato (sicuramente la controlleranno e basta). Se i piccoli hanno già cominciato lo svezzamento, vi raccomandiamo di portare un thermos con verdure o purè di verdure, ad esempio, e qualcosa da mordere che li faccia anche distrarre (ad esempio dei grissini). Non ci sono restrizioni al controllo di sicurezza per questo tipo di prodotti (anche se contenuti in barattoli di vetro). Sicuramente vi chiederanno di mangiarne un po’.

9. Giocattoli per il volo

Quali giocattoli portare a bordo? Non dimenticate il pupazzo preferito che li terrà tranquilli, ma anche qualcos’altro che possa aiutarci a farli distrarre. Ad esempio, a seconda dell’età, un po’ di plastilina, delle favole, colori, un quaderno o degli adesivi. Ma soprattutto che non siano giocattoli rumorosi, per evitare di dare fastidio agli altri passeggeri. Per giocare a destinazione, noi portiamo sempre qualche palloncino (poco spazio e distrazione assicurata), una piccola palla o un tubo per fare bolle di sapone.

10. Prevenire il mal d’orecchi

La variazione della pressione all’interno della cabina dà fastidio a tutti, ma soprattutto ai più piccoli che possono avvertire disturbi sull’orecchio interno e medio, manifestando certa inquietudine che può sfociare nel pianto. Prendere il latte materno o succhiare un ciuccio o un biberon può aiutarli durante la fase di salita dopo il decollo e in discesa prima dell’atterraggio. Se il tuo bimbo ha avuto infezioni all’orecchio o è stato sottoposto a chirurgia nelle ultime due settimane, è meglio consultare il pediatra prima di programmare un viaggio in aereo.

Bambini: quando andare a letto in vacanza

Lug 10
Scritto da Annamaria avatar

In estate i ritmo dei bambini cambiano: quando devono andare a letto in vacanza? Lo spiega con grande chiarezza la dottoressa Valentina Biffi al Corriere della Sera.

Little blond boy sleeping in his bed.

“Ci sono dei bambini che si adattano molto bene ai cambiamenti, altri un po’ meno. Sotto i due -tre anni, sarebbe bene non cambiare troppo gli orari e, nel caso, farlo gradualmente”, dice la pediatra IRCCS Ospedale San Raffaele.

Per noi genitori spesso è un dramma non sapere bene quando è ora di andare a letto in vacanza. I più piccoli spesso non vogliono saperne di dormire. “Già d’estate per esempio si cambiano gli orari della cena, viene più facile mangiare più tardi rispetto all’inverno. Quindi il consiglio è gradualmente di provare  a variare gli orari senza arrivare a stravolgere completamente quelle che sono le abitudini dei bambini per dieci giorni di vacanza. Serve comunque un po’ di regolarità”, precisa la Biffi.

Per preservare la salute dei bambini, è necessario sapere quando devono andare a letto in vacanza. “Alcuni bambini possono reagire a questo cambi con maggiore agitazione, maggior irritabilità e anche una maggiore difficoltà ad addormentarsi a un orario che non è il suo solito”, spiega il medico. “I cambi eccessivi non sono ben tollerati dai ritmi dei bambini, non bisogna forzare un cambiamento della routine”, aggiunge.

Japanese cotton cheesecake

Lug 08
Scritto da Annamaria avatar

E’ la versione del Sol Levante di un dolce americano, forse il più famoso. Stiamo parlando del japanese cotton cheesecake. Mia figlia ne va matta per la sua consistenza morbidissima, quasi stessi gustando una nuvola.

Per realizzare il japanese cotton cheesecake, che in estate, col caldo, va benissimo, occorre avere:

250 grammi di firmaggio fresco spalmabile

5 uova medie

160 grammi di zucchero

50 grammi di farina 00

100 ml di latte intero

1 grammo di cremor tartaro

100 grammi di burro

20 grammi di amido di mais

Zucchero a velo q.b.

Iniziamo col dire che tutti gli ingredienti devono essere a temperatura ambiente, quindi pensateci un po’ prima di realizzare il japanese cotton cheesecake. Mettete dell’acqua in una teglia capiente e scaldate in formoin modalità statica a 180°,così l’acqua sarà sufficientemente calda per la  cottura a bagnomaria del dolce. Prendete le uova e separate i tuorli dagli albumi: montate gli albumi con il cremor tartaro e aggiungete anche 80 grammi di zucchero con le fruste in funzion. Quando il composto sarà ben spumoso, spegnetele e pulitele.

In una ciotola versate il formaggio fresco spalmabile, unite la restante parte dello zucchero e lavorate il tutto utilizzando di nuovo le fruste pulite. Poi versate il latte mentre continuate a lavorare il composto. Quando si sarà assorbito, aggiungete anche il burro ammorbidito tagliato a pezzettini. Con la fruste sempre in funzione, aggiungete poco alla volta la farina e l’amido di mais.

Unite i tuorli, continuate a lavorare il composto per farli assorbire. Riprendete gli albumi montati in precedenza e uniteli in ciotola un po’ per volta e amalgamate via, via. Imburrate e infarinate uno stampo, versate il composto. Sistemate la pirofila nella teglia a bagnomaria. Infornate il tutto nel ripiano più basso del forno e cuocete quindi per 20 minuti a 180°, dopodiché abbassate la temperatura a 160° e proseguite per altri 70 minuti. Una volta cotto il dolce spegnete il forno, eliminate la teglia con il bagnomaria e lasciate raffreddare completamente la cheesecake. Quando sarà freddo, ponete in frigo per almeno 3 ore. Il gioco è fatto.

Linee guida per viaggiare sicuri con bambini

Lug 07
Scritto da Annamaria avatar

Dato che tra pochissimo in molti partiranno con la propria famiglia, è bene ricordare le linee guida per viaggiare sicuri con i bambini al seguito, quelle della SIP, Società Italiana di pediatria, e della SITIP, Società Italiana di Infettologia Pediatrica.

Le linee guida per viaggiare sicuri con i bambini sono assai utili sia se si rimane in Italia che se si dovesse scegliere una meta fuori dal Bel Paese. Così da non far andare in ansia le mamme e i papà.

linee guida per viaggiare sicuri con bambini

Linee Guida per viaggiare sicuri con bambini.

1. Cosa fare prima di un viaggio.

Un viaggio deve essere organizzato con largo anticipo. Raccomandiamo un incontro con il proprio pediatra di famiglia almeno 4-6 settimane prima della partenza, per valutare la storia clinica del bambino, il suo stato di immunizzazione, la necessità di somministrare vaccini o intraprendere profilassi antibiotica specifica. Per raccogliere informazioni dettagliate sul viaggio e identificare eventuali controindicazioni.
Raccomandiamo di rivolgersi ai Centri specializzati in Medicina dei Viaggi della propria regione in caso di viaggi molto avventurosi o di lunga durata, di viaggiatori con patologie croniche, immunocompromessi, neonati e donne in stato di gravidanza.

Le vaccinazioni prima di partire

E’ fondamentale che i genitori siano informati sui rischi e patologie più comuni che possono essere contratte in quel determinato Paese. Il bambino che viaggia dovrebbe aver eseguito le vaccinazioni di routine secondo il piano vaccinale del proprio Paese. Talvolta può essere necessario introdurre variazioni al calendario vaccinale, in modo da anticipare la protezione prima della partenza. In generale, le vaccinazioni di routine per i viaggiatori internazionali (a seconda del paese da visitare) sono per febbre gialla, tifo, colera, epatite A, polio, meningococco A, C, W135, Y, encefalite giapponese, meningoencefalite da zecca, rabbia, Tubercolosi in base alla seguente tabella:

2. Cosa mettere in valigia: 12 cose da non dimenticare.


E’ indispensabile mettere in valigia farmaci e presidi di uso comune che potrebbero non essere disponibili nel Paese di destinazione:

– soluzioni disinfettanti
– gel disinfettante per le mani
– analgesici e antipiretici
– pomate cortisoniche contro punture di insetti
– anticinetosici contro mal d’auto, d’aereo, di mare
– 1 antibiotico ad ampio spettro
– soluzioni reidratanti orali
– prodotti antizanzare
– antimalarici (se indicata la profilassi)
– creme solari ad alta protezione
– farmaci utilizzati abitualmente, in quantità sufficiente per tutta la durata del viaggio ed eventualmente un 10% di prodotti in più per far fronte ad eventuali imprevisti
– certificato di assicurazione sanitaria

3. Viaggio in aereo.

I bambini possono viaggiare tranquillamente in aereo, sconsigliato solo in caso di malattie infettive acute (sinusiti o infezioni dell’orecchio), interventi chirurgici recenti, malattie respiratorie croniche severe, neonati di età < 48 ore e donne in gravidanza dopo la 36a settimana di gestazione (dopo la 32a settimana, in caso di gravidanze multiple).

Durante un viaggio in aereo, soprattutto se a lunga percorrenza, occorre fare attenzione ad una serie di fattori che possono influenzare lo stato di salute e benessere del viaggiatore.  La variazione del fuso orario, per esempio, può provocare un complesso di sintomi da jet lag, come alterazioni del ritmo sonno-veglia, disturbi dell’attenzione, malessere generale.
Generalmente i bambini sopportano meglio degli adulti i cambiamenti di fuso, presentando sintomi più sfumati, ma è importante regolare le ore del sonno e dei pasti subito dopo l’arrivo e, se possibile, già nei due giorni che precedono la partenza.

In caso di viaggi a Est: nei giorni precedenti anticipare di 1-2 ore l’addormentamento e favorire l’esposizione alla luce la mattina;

In caso di viaggi a Ovest: nei giorni precedenti posticipare di 1-2 ore l’addormentamento e favorire l’esposizione alla luce la sera.

Prestare attenzione nel caso di assunzione di farmaci a orari prestabiliti, per esempio l’insulina nel bambino diabetico.
Le variazioni di pressione all’interno della cabina degli aerei, poi, possono comportare barotraumi, con comparsa di otalgia e acufeni, che possono essere ridotti con la deglutizione; per i lattanti e i bambini più piccoli è possibile minimizzare questi effetti dando loro del cibo o un succhiotto.

Il viaggio in aereo è raramente associato a sintomi di cinetosi (nausea, vomito), che comunque possono essere alleviati scegliendo posti a metà cabina, dove i movimenti sono meno pronunciati, e somministrando antiemetici prima della partenza.
Durante lunghi viaggi in ambienti ristretti è bene distrarre i bambini portando i loro libri e giocattoli preferiti, insieme al materiale da toilette – per farli stare sempre puliti – e a scorte di cibo e bevande.

4. Viaggio in macchina: sempre sul seggiolino.


Il bambino deve essere sempre assicurato nell’apposito seggiolino o adattatore; se l’auto viene noleggiata è necessario controllare l’efficienza di tali dispositivi.

Per prevenire i casi di nausea e vomito è fondamentale somministrare ai bambini una dieta leggera prima del viaggio e mantenere una buona areazione del veicolo. Tenere presente che in molti Paesi in Via di Sviluppo l’uso delle cinture di sicurezza e dei seggiolini per bambini è sconosciuto.

5. In montagna.


Le temperature della montagna, che in estate sono generalmente più miti che in città, sono adatte alle vacanze con i bambini. Con qualche precauzione da osservare.  Il mal di montagna acuto è la patologia più frequente in età pediatrica, caratterizzata da sintomi aspecifici (condizioni generali abbattute, irritabilità, anoressia, nausea, vomito, disturbi del sonno) e associata al raggiungimento in breve tempo di quote superiori ai 2.500 metri. Si può prevenire raggiungendo gradualmente quote particolarmente elevate, non è invece consigliata una profilassi farmacologica. Se compaiono sintomi lievi, si consiglia l’uso dei comuni analgesici. Se la sintomatologia peggiora è necessario scendere gradualmente verso quote inferiori ed eventualmente associare una terapia farmacologica dopo consulto medico.

Il soggiorno in alta quota può essere associato a problematiche clinicamente rilevanti per il bambino con patologie predisponenti, pertanto in caso di patologie cardiache o polmonari croniche deve essere previamente consultato il medico curante.
In generale, raccomandiamo durante i viaggi in montagna di considerare il fattore freddo perché i bambini sono più soggetti a rischio di ipotermia e il fattore sole proteggendo il bambino con occhiali, cappellini e creme solari ad alta barriera.

6. Cosa mangio? Attenzione alla “diarrea del viaggiatore”.


E’ tra le patologie infettive più diffuse durante un viaggio internazionale soprattutto in Paesi come Asia, Medio Oriente, Africa, Messico e America Centro-Meridionale. Si manifesta nel 90% dei casi entro le prime due settimane del viaggio.
I sintomi tipici sono: diarrea acquosa, in circa il 25% dei casi associata a febbre e vomito, dolori addominali crampiformi, tenesmo, emissione di feci mucose e/o ematiche, con risoluzione spontanea, nella maggioranza dei casi, in pochi giorni.
Il decorso clinico nei bambini è spesso più severo e prolungato, con il rischio di complicanze, tra cui la più temibile è la disidratazione.
La prevenzione della diarrea del viaggiatore e di altre malattie a carico dell’apparato gastrointestinale è fondamentale rispettando alcune semplici regole:

– bere solo acqua e bevande contenute in bottiglie sigillate; in alternativa l’acqua deve essere sterilizzata con l’ebollizione o con trattamenti chimici
– evitare l’uso di ghiaccio nelle bevande
– consumare solo latte bollito o pastorizzato
– evitare di assumere verdura cruda, frutta non sbucciata
– evitare panini preparati con carne fredda/verdura cruda
– evitare piatti con uova non cotte, gelati, dolci cremosi, budini e i succhi di frutta preparati artigianalmente
– evitare di lavare i denti con acqua potenzialmente infetta
– prima di preparare gli alimenti, lavarsi bene le mani con acqua e sapone o, se non disponibili, con salviettine sterilizzanti

Profilassi e terapia

In età pediatrica è sconsigliato l’uso routinario di farmaci nella profilassi della diarrea del viaggiatore. Talora può essere utile la somministrazione profilattica di probiotici, che potenzialmente interferiscono con la colonizzazione intestinale da parte di agenti patogeni. Soluzioni reidratanti orali sono indicate per prevenire la disidratazione. Non sono disponibili in tutti i Paesi, quindi è importante portarne con sé alla partenza (da sciogliere in acqua sicura). Una terapia antibiotica è indicata solo nei casi di diarrea più grave.

7. Chiare, fresche e dolci acque.


L’annegamento è la seconda causa di morte più diffusa nei bambini che viaggiano. È quindi fondamentale che indossino sempre dispositivi di sicurezza e soprattutto che siano strettamente supervisionati dai genitori.

In generale, i bagni di mare non comportano rischi di malattie infettive. Si raccomanda tuttavia di:

– effettuare bagni solamente in zone turistiche attrezzate
– indossare scarpette da bagno per proteggersi dalle punture di pesci, ricci di mare, crostacei e coralli
– evitare di allontanarsi con il bambino: in mare aperto c’è il pericolo delle correnti e delle maree
– non fare il bagno di prima mattina e dopo il tramonto, perché con il sopraggiungere del buio i grossi predatori si avvicinano alle spiagge

Animali acquatici

Soprattutto in Paesi tropicali fare attenzione a: gronghi, murene, piranha, squali, meduse, coralli, ricci di mare, pesci ragno, scorfani.

In caso di contatto con medusa:

– sciacquare la zona lesa con acqua salata
– applicare gel astringente al cloruro di alluminio o eventualmente pomate corticosteroidee (azione più ritardata 20-30 min)

In caso di contatto con animali con spine velenose:

– lavare la zona
– impacchi con acqua e aceto
– estrarre eventuali spine
– disinfettare l’area e iniziare eventualmente terapia antibiotica

Le acque dolci, invece, possono veicolare numerose infezioni e infestazioni parassitarie (leptospirosi, legionellosi, shigellosi, criptosporidiosi, ciclosporiasi, amebiasi) e andrebbero quindi evitate, soprattutto in aree a basso tenore igienico-sanitario e in zone endemiche per patologie veicolate dalle acque (es. schistosomiasi).

Sintomi quali diarrea, dolori addominali, disturbi urinari, possono presentarsi anche diversi mesi dopo il viaggio.

8. Punture di insetti.


Gli insetti possono avere un ruolo essenziale nella trasmissione di alcune malattie. Sebbene la maggior parte di queste patologie sia prevenibile con vaccinazioni o chemioprofilassi, è importante adottare norme comportamentali per evitare il contatto con questi vettori, soprattutto con le zanzare, più diffuse negli ambienti rurali, nelle ore notturne e durante la stagione delle piogge.

Si consiglia di:

– evitare l’esposizione alle zanzare, soprattutto nelle ore notturne, rimanendo in ambienti chiusi, preferibilmente con aria condizionata
– posizionare zanzariere alle finestre e intorno al letto, preferibilmente trattate con insetticidi (permetrina)
– indossare abiti di colore chiaro, che coprano braccia e gambe, preferire scarpe chiuse ai sandali
– utilizzare spray insetticidi, fornelletti elettrici con pastiglie a base di insetticidi e spirali antizanzare, solo in ambienti all’aperto o molto ventilati, per evitarne l’inalazione
– applicare repellenti sulla cute esposta e sui vestiti indossati. I repellenti andrebbero applicati ogni 3-4 ore, soprattutto in aree climatiche caldo-umide. Nei bambini va evitata l’applicazione dei repellenti sulle mani, per evitare l’ingestione involontaria del prodotto. La maggior parte dei repellenti può essere utilizzata per bambini di età superiore ai 2 mesi, ad eccezione dei prodotti a base di olio di limone e eucalipto. In ogni caso, nei bambini con età inferiore a 2 anni devono essere utilizzati i repellenti a concentrazione più bassa (a seconda del principio attivo).

9. Morsi di animali.


Morsi o ferite da animali possono essere molto dannosi e determinare la trasmissione di alcune malattie, principalmente la rabbia. Per evitare questi pericoli possono essere presi alcuni accorgimenti:

– prima della partenza è necessario accertarsi di essere in regola con la vaccinazione antitetanica e, ove sia presente il rischio di rabbia, eseguire la vaccinazione
– durante il viaggio evitare di avvicinare o nutrire animali non familiari, domestici e non
– in caso di morso di animale, la ferita va pulita e disinfettata
– ove presente il rischio di esposizione a rabbia, è necessario consultare una struttura sanitaria localmente per prendere in considerazione una profilassi post-esposizione antirabbia (vaccino/immunoglobuline) e dosi booster di antitetanica.

10. Cosa fare al rientro.


Al rientro da un viaggio, in particolare da Paesi ad alta endemia è consigliata una visita medica di controllo: diverse malattie possono manifestarsi anche a distanza di tempo come malaria e parassitosi intestinali.

Questa regola vale soprattutto per bambini affetti da patologie croniche (malattie cardiorespiratorie, diabete mellito, immunodeficienza), per coloro che sono stati esposti ad una malattia infettiva durante il viaggio o che hanno trascorso più di 3 mesi in un Paese in via di sviluppo.
È essenziale consultare il pediatra curante in presenza di febbre, diarrea persistente, vomito, ittero, sintomi urinari, manifestazioni cutanee.
In particolare, è bene sapere che la febbre al ritorno da un’area ad endemia malarica rappresenta una possibile emergenza medica ed è necessario consultare immediatamente il proprio medico curante.

E se il bimbo è molto piccolo …in viaggio con il neonato

Il neonato può affrontare vari tipo di viaggio, purché si presentino le condizioni necessarie al suo comfort.

In aereo

I bambini sani e nati a termine possono viaggiare in aereo a partire da 48 ore dopo la nascita, ma è preferibile aspettare almeno fino al settimo giorno di vita. Per quanto riguarda i neonati prematuri e i bambini con patologie polmonari e cardiache, andrebbe richiesto un parere medico prima di intraprendere il volo.

In automobile

I neonati possono viaggiare in auto, se le condizioni climatiche favorevoli sono garantite all’interno dell’abitacolo. Il neonato deve essere alloggiato nel suo “ovetto”, conforme alla normativa europea. Fino ai 9 chili di peso del bambino, il seggiolino deve essere installato obbligatoriamente in senso contrario a quello di marcia.

E’ preferibile porre il seggiolino sul sedile posteriore: il posto più sicuro per il bambino è il sedile centrale posteriore, più riparato in caso di urto sia frontale che laterale.

La posizione del seggiolino sul sedile posteriore è obbligatoria qualora la macchina possegga l’air bag in corrispondenza del sedile anteriore del passeggero. Non è raccomandabile tenere i bambini in braccio.

Non abusare con l’aria condizionata, ma posizionarla sempre a temperature non inferiori a 22-23 gradi.

Prevedere una sosta ogni due ore circa e ogni volta che il neonato debba essere alimentato.

In treno

Il treno è una soluzione comoda perché offre più spazio per muoversi, per passeggiare e per collocare il passeggino o l’ovetto in caso di necessità.

In montagna

Temperature adatte anche ai neonati in montagna. Tuttavia, è preferibile che non si tratti di periodi troppo brevi per consentire quei fisiologici adattamenti richiesti dal cambio di altitudine e di pressione atmosferica.  Altezze elevate (superiori a 2000/2500 mt) sono generalmente da evitare.

E’ sconsigliabile anche effettuare gite troppo lunghe o passeggiate impegnative con bambini di poche settimane. Ricordiamo, infatti, che il neonato non ha una struttura ossea e muscolare adatta ad essere trasportato “a spalla” da riservare invece per i bambini più grandicelli.

Cosa mangiare

In caso di allattamento materno: nessun problema. Nei casi di allattamento con formula considerare che, soprattutto nei Paesi tropicali l’acqua è una delle più frequenti fonti di malattie gastroenteriche, e molto spesso quella proveniente dagli acquedotti non è potabile. Va, quindi, utilizzata per la preparazione del latte acqua minerale contenuta in bottiglie sigillate.

Se l’acqua disponibile non è potabile, il metodo più sicuro per la potabilizzazione è quello dell’ebollizione che deve essere protratta per almeno 10 minuti; è necessario inoltre conservare l’acqua nello stesso recipiente fino al momento del consumo.

Raggi ultravioletti

Benché siano noti gli effetti benefici della luce solare in età pediatrica, i raggi ultravioletti possono essere anche pericolosi. Alcuni consigli:

i bambini di età < 6 mesi devono essere tenuti all’ombra e devono indossare vestiti che proteggano la maggior parte della superficie corporea; applicare una protezione solare totale nelle zone foto esposte come viso e mani i bambini di età > 6 mesi devono comunque applicare creme solari protettive verso UVA e UVB, da riapplicare sistematicamente dopo il bagno in mare o in piscina; tener presente che l’applicazione di repellenti per insetti riduce l’effetto protettivo delle creme solari. Far indossare sempre ai bambini occhiali da sole e cappelli.

Valore educativo centri estivi

Lug 06
Scritto da Annamaria avatar

Chiuse le scuole, molti dei ragazzini sono già lì, nei centri estivi. Chi sceglie di non mandarli, sbaglia perché hanno un grande valore educativo, come sottolinea il Corriere della Sera. Non lasciate i piccoli a casa davanti alla tv o magari con la babysitter. Molto meglio decidere per i centro estivi, tenendo ben presente il valore educativo che posseggono.

valore educativo centri estivi

Ma qual è il valore educativo dei centri estivi? “Non c’è dubbio, che favoriscano la socializzazione tra bambini, che siano in gruppi per età o gruppi misti. Le relazioni sociali vengono  favorite dall’ambiente relazionale intrinseco allo spirito dei centri estivi. Anche se è senza dubbio il fatto che possano crearsi, anche all’interno del gruppo,  relazioni più strette che sono poi importanti in ogni fase della crescita”, scrive il quotidiano. “Non bisogna poi dimenticare come l’essere al di fuori della sua zona di comfort significhi per il bambino (dai tre anni in su) sviluppare competenze per cavarsela da solo. Sviluppando quindi una maggiore autonomia e spirito di iniziativa, anche sotto la vigilanza di un responsabile di gruppo”, aggiunge.

E ancora: “Un altro aspetto da non sottovalutare nei centri estivi è quello che i bambini e i ragazzi vengono coinvolti nelle più diverse attività: da quelle creative alle motorie, a volte “nascoste” sotto l’aspetto più ludico. E infine molti camp danno e hanno la possibilità di far vivere il bambino all’aria aperta. Con la natura che è una palestra incredibile per le attività outdoor dei bambini (con il relativo potenziamento dei sensi) e per lo sviluppo di osservazione e creatività”.

“Congestione digestiva dei bambini non esiste”

Lug 03
Scritto da Annamaria avatar

“La congestione digestiva dei bambini non esiste. Lo dice il pediatra Francesco Silenzi a Fanpage. Parla di falsi miti. 

“La congestione digestiva non ha fondamenti scientifici o medici, i bambini in rarissime situazioni possono avere uno shock termico in estate, una condizione che non ha nulla a che fare, però, con la digestione”, chiarisce il medico. Quindi la congestione digestiva dei bambini non esiste.

congestione digestiva dei bambini non esiste

“Dal punto di vista scientifico il termine congestione digestiva non è appropriato, in quanto questa patologia non esiste – spiega il pediatra – Possiamo parlare di uno shock termico che avviene però in condizioni estreme. Se per esempio il bimbo sta giocando ad una temperatura di 38 gradi e poi si tuffa in acque gelide, che sul territorio italiano non esistono per quanto riguarda i mari, questa significativa escursione termica può causare uno shock nel corpo del piccolo”.

“Un tuffo in acqua fredda o l’ingresso in un ambiente con l’aria condizionata gelata non comportano alcun problema legato alla digestione del bambino. Il corpo che però vivrà queste condizioni estreme manifesterà anche sintomi  poco piacevoli. Il bimbo con uno shock termico trema, ha freddo, sente dei crampi, si sente affaticato, potrebbe in rari casi vomitare”, dice ancora Silenzi.

Questo malessere dei bambini “prima di tutto si risolve prevenendolo, è meglio per esempio acclimatare il bimbo alla temperatura dell’acqua in cui si tufferà, proponendogli di fare una doccia prima di tuffarsi. Poi è importantissimo che i genitori, mentre il bimbo è in acqua, non lo perdano mai di vista e non appena manifesta dei sintomi di malessere lo facciano uscire dall’acqua, lo asciughino e riscaldino per bene”. E conclude: “La situazione di malessere secondaria a un momentaneo shock termico dura da pochi istanti a pochissimi minuti, ma non ha alcuna relazione con l’aspetto digestivo”.