Sculacciate vietate per legge

Gen 03
Scritto da Annamaria avatar

Le sculacciate sono vietate per legge. Ben 52 Paesi al mondo le vietano. L’ultima ad aggiungersi alla lista è stata la Francia. Per gli psicologi minano l’autostima del bambino, in quanto la punizione corporale non educa mai.

Da mamma devo ammetterlo, qualche volta le sculacciate sono partite, ma forti, uno schiaffetto leggero, giusto per farsi ubbidire. Ora dovrò rifletterci su: sono vietate per legge, anche se non qui in Italia. E comunque con mia figlia che ha 10 anni ormai cerco sempre di dialogsre, per quanto alcune volte sia piuttosto difficile e snervante. Ha la testa dura!

Le sculacciate sono state vietate per legge per la prima volta nel 1979 in Svezia. La lista, poi, si è allungata parecchio: nel 1983 si è aggiunta la Finlandia, e via, via, la Tunisia, la Polonia, il Lussemburgo, l’Irlanda, l’Austria e molti altri Stati in tutto il mondo. Ultimi della lista, nel 2016, Mongolia, Paraguay e Slovenia. Nel 2014 è toccato anche alla Repubblica di San Marino.

In Italia non c’è un’apposita norma, ma una sentenza della Corte Costituzionale del 1996 si è espressa contro l’uso di percosse (sculacciata compresa) nei confronti dei bambini.

Per Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra, professore e presidente del CAF Onlus Centro Aiuto al Bambino Maltrattato: “Queste leggi sono utili quando nell’immaginario collettivo è già chiaro che il valore educativo del dolore, fisico quanto morale, sono pari allo zero. Siamo tutti d’accorso sul fatto che la sofferenza nei più piccoli non rafforza l’educazione e non migliora l’autostima. Anzi, può creare senso di colpa, paura e vendetta. Una legge può aiutare a formalizzare il comportamento da parte dei genitori che temono di essere troppo permissivi. Grazie a una decisione come quella del parlamento francese, ci si trova di fronte ad un “aiutino normativo” che assicura di stare nel giusto”.
Tilde Giani Gallino, psicologa dello sviluppo e autrice di saggi sui processi cognitivi, spiega: “E’ chiaro che non si può che essere favorevoli ad una legge che vieti la violenza, ma non bisogna neppure essere troppo liberali perché il rischio è che non esistano più vie di mezzo”. Come comportarsi? “Parlare. Naturalmente bisogna discutere con i ragazzi trattandoli come pari, dando loro dei consigli su come comportarsi e cercando di spiegare dove hanno sbagliato. Il problema ultimamente è che i genitori in casa sono troppo permissivi e quindi i bambini, abituati a vivere senza regole, quando arrivano in classe diventano un problema per gli insegnanti che non riescono più a gestirli”.

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