Adolescenti iper-connessi

E’ un male della società. La Rete ha portato tantissimi vantaggi nel nostro quotidiano, ma pure molti problemi. Gli adolescenti, ad esempio, sono iper-connessi. Ed è un disagio che vivo io stessa: mia figlia sta per compiere 13 anni e diventerà ufficialmente una ‘teen’. Internet ha una parte focale nella sua vita e in quella dei suoi amici.
Finché tutto rimane nel giusto, non ci sono timori. Ma tra gli adolescenti iper-connessi, alcuni giovanissimi spesso si sentono più soli. Aumenta il ricorso ad ansiolitici e antidepressivi o ad atti di autolesionismo. E’ quanto emerge da un’indagine su oltre 10.000 studenti, illustrata da Carlo Foresta, ordinario di Endocrinologia dell’Università degli Studi di Padova. L’indagine è il risultato del Progetto DigitPro – il Disagio giovanile e la sua prevenzione – sviluppato dalla Fondazione Foresta Onlus.
Come riporta l’Adnkronos,“si tratta di dati raccolti nella popolazione studentesca negli anni 2017-2018 in diverse città d’Italia (Padova, Lecce, Napoli, Bari, Taranto)”, come spiega Foresta. “Abbiamo raccolto in questo periodo questionari anonimi sottoposti a oltre 10.000 studenti dell’ultimo anno delle superiori; dati che permettono di fotografare con una certa precisione i comportamenti, le abitudini e le problematiche dei giovani italiani”. Le diverse espressioni del disagio giovanile che emergono sono la frequente sensazione di solitudine descritta dai giovani, soprattutto dalle ragazze (36% nei maschi e 62% nelle femmine); frequente anche il ricorso all’assunzione di farmaci ansiolitici e antidepressivi (7% dei ragazzi e 13% delle ragazze).
Secondo gli esperti è continuo il “ricorso a Internet per socializzare, per avere informazioni sulla sessualità o per sex addiction. Ma anche la presenza di disturbi della sessualità, molto più frequenti nei ragazzi (26% dei ragazzi e 7% delle femmine); problematiche di disforia di genere (2,3%) e manifestazioni di autolesionismo, soprattutto nelle ragazze (7% dei maschi e 20% delle femmine)”.
Gli adolescenti iper-connessi si sentono più soli a causa della “diffusione della società virtuale”, ma pure per “una netta trasformazione della famiglia, caratterizzata da figli molto spesso unici (15%), genitori separati (14%) e in ogni caso impegnati in attività lavorative”, aggiungono i ricercatori.
Il 7% dei maschi e il 20% delle ragazze hanno detto di aver avuto esperienze di autolesionismo, “questa forma di violenza su se stessi è considerata un tentativo di combattere, con il dolore, una sofferenza emotiva che non si riesce a gestire e sopportare – scrivono gli studiosi in una nota – In alcuni casi l’autolesionismo può diventare una forte dipendenza al pari di una sostanza stupefacente”. Ricorrono a Internet per il sesso, soprattutto i maschi (44%), e i più accaniti ammettono una dipendenza (18%) che porta pure a problemi seri legati alla sessualità (26%).
Tra gli adolescenti iper-connessi l 2,5% degli intervistati si definisce transgender o gender-fluid, a fronte di medie internazionali che oscillano tra lo 0,4 e 1,3%. “Le differenze potrebbero però essere legate alla specifica fascia di età presa in considerazione e alla modalità di raccolta del dato”, precisano i ricercatori. Dai questionari emergono le difficoltà dei giovani nel relazionarsi con la famiglia e con la società. Il coming-out è da loro ritenuto un percorso molto difficile.
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