Adolescenti iper-connessi

Nov 28
Scritto da Annamaria avatar

E’ un male della società. La Rete ha portato tantissimi vantaggi nel nostro quotidiano, ma pure molti problemi. Gli adolescenti, ad esempio, sono iper-connessi. Ed è un disagio che vivo io stessa: mia figlia sta per compiere 13 anni e diventerà ufficialmente una ‘teen’. Internet ha una parte focale nella sua vita e in quella dei suoi amici.

Finché tutto rimane nel giusto, non ci sono timori. Ma tra gli adolescenti iper-connessi, alcuni giovanissimi spesso si sentono più soli. Aumenta il ricorso ad ansiolitici e antidepressivi o ad atti di autolesionismo. E’ quanto emerge da un’indagine su oltre 10.000 studenti, illustrata da Carlo Foresta, ordinario di Endocrinologia dell’Università degli Studi di Padova. L’indagine è il risultato del Progetto DigitPro – il Disagio giovanile e la sua prevenzione – sviluppato dalla Fondazione Foresta Onlus.

Come riporta l’Adnkronos,“si tratta di dati raccolti nella popolazione studentesca negli anni 2017-2018 in diverse città d’Italia (Padova, Lecce, Napoli, Bari, Taranto)”, come spiega Foresta. “Abbiamo raccolto in questo periodo questionari anonimi sottoposti a oltre 10.000 studenti dell’ultimo anno delle superiori; dati che permettono di fotografare con una certa precisione i comportamenti, le abitudini e le problematiche dei giovani italiani”. Le diverse espressioni del disagio giovanile che emergono sono la frequente sensazione di solitudine descritta dai giovani, soprattutto dalle ragazze (36% nei maschi e 62% nelle femmine); frequente anche il ricorso all’assunzione di farmaci ansiolitici e antidepressivi (7% dei ragazzi e 13% delle ragazze).

Secondo gli esperti è continuo il “ricorso a Internet per socializzare, per avere informazioni sulla sessualità o per sex addiction. Ma anche la presenza di disturbi della sessualità, molto più frequenti nei ragazzi (26% dei ragazzi e 7% delle femmine); problematiche di disforia di genere (2,3%) e manifestazioni di autolesionismo, soprattutto nelle ragazze (7% dei maschi e 20% delle femmine)”.

Gli adolescenti iper-connessi si sentono più soli a causa della “diffusione della società virtuale”, ma pure per “una netta trasformazione della famiglia, caratterizzata da figli molto spesso unici (15%), genitori separati (14%) e in ogni caso impegnati in attività lavorative”, aggiungono i ricercatori.

Il 7% dei maschi e il 20% delle ragazze hanno detto di aver avuto esperienze di autolesionismo, “questa forma di violenza su se stessi è considerata un tentativo di combattere, con il dolore, una sofferenza emotiva che non si riesce a gestire e sopportare – scrivono gli studiosi in una nota – In alcuni casi l’autolesionismo può diventare una forte dipendenza al pari di una sostanza stupefacente”. Ricorrono a Internet per il sesso, soprattutto i maschi (44%), e i più accaniti ammettono una dipendenza (18%) che porta pure a problemi seri legati alla sessualità (26%).

Tra gli adolescenti iper-connessi l 2,5% degli intervistati si definisce transgender o gender-fluid, a fronte di medie internazionali che oscillano tra lo 0,4 e 1,3%. “Le differenze potrebbero però essere legate alla specifica fascia di età presa in considerazione e alla modalità di raccolta del dato”, precisano i ricercatori. Dai questionari emergono le difficoltà dei giovani nel relazionarsi con la famiglia e con la società. Il coming-out è da loro ritenuto un percorso molto difficile.

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