Criptofasia
Cos’è la cripotofasia? La parola, di derivazione greca, è composta delle parole cripto, ovvero “segreto”, e phasia, che significa “discorso”. Si definisce criptofasia quel linguaggio segreto che spessissimo è proprio dei gemelli, un modo di relazionasi privato che comprendono soprattutto loro.
La criptofasia può stabilirsi non solo tra gemelli, ma pure tra fratelli o sorelle nati a poca distanza l’uno dall’altro. Anche se il più delle volte è innocua, può nascondere delle insidie, portando questi bimbi a rinchiudersi in un mondo tutto loro e a isolarsi dagli altri, soprattutto i coetanei.
L’intervento dei genitori è fondamentale: con gentilezza e fermezza è opportuno spingerli a utilizzare parole di senso compiuto, comprensibili da tutti, proprio per evitare difficoltà di linguaggio e di relazione sociale. Gli esperti consigliano di far interagire i gemelli, o i fratelli nati vicini, anche con altri bambini, soprattutto quando cominciano a dire le prime pare. Alla scuola dell’infanzia, poi, sarebbe opportuno metterli in classi diverse. Se il problema risultasse grave, è’ sempre consigliabile comunque rivolgersi ad uno specialista.
Gli studiosi sottolineano che circa il 50% dei gemelli comunica attraverso questo linguaggio segreto che neanche mamma, papà e nonni riescono a capire
Un progetto per diagnosticare subito l’autismo
Dei problemi legati all’autismo abbiamo già parlato, ma è giusto dare grande risalto al progetto Non invasive tools for early detection of Autism Spectrum Disorders, affidato alla ricercatrice dell’ISS Maria Luisa Scattoni, vincitrice del premio Giovani ricercatori, e finanziato dal Ministero della Salute.
Partirà nel 2011 e servirà per scoprire fin dalla nascita i primi segni dell’autismo nei bimbi. Coinvolgerà il reparto Imaging molecolare e cellulare dell’ISS, l’IRCCS Stella Maris, l’ospedale Bambino Gesù e l’Università di Firenze, secondo quanto annunciato al convegno internazionale “Autism from research to policy”, svoltosi lunedì 11 ottobre all’Istituto Superiore di Sanità.
Lo studio sarà rivolto a duecento bambini appena nati, a un mese e a sei mesi. Non sarà invasivo. I piccoli saranno osservati con un sistema di registrazione file video e audio nei general movements, nel pianto e in altre azioni direttamente da casa loro. (altro…)