Ultimo giorno di scuola: cosa fare?
La scuola sta finendo e i bambini non stanno più nella pelle. Ma dopo l’ultimo suono della campanella… cosa succede? Come affrontare giugno senza farci travolgere da noia, caos o cartoni animati infiniti? Ecco qualche spunto per vivere alla grande l’ultimo giorno di scuola. Cosa fare? Le idee non mancano, anche per organizzare le giornate di giugno con tuo figlio.
L’ultimo giorno di scuola non è solo una formalità. Cosa fare? È un momento simbolico, carico di emozioni: felicità, nostalgia, liberazione… a volte anche qualche lacrimuccia. Ecco come renderlo speciale:
Organizza una merenda di fine scuola
Che sia in casa, al parco o in giardino, basta poco: succhi, biscotti, qualche palloncino e magari una torta a tema. I bambini ameranno condividere questo momento con i compagni (o con te!).
Crea “la scatola dei ricordi”
Prendi una scatola e riempila insieme al tuo bambino con disegni, pagelle, foto, biglietti degli amici. È un modo per salutare l’anno passato… e conservarlo per il futuro.
Prepara un piccolo regalo simbolico
Un libro, una maglietta con la scritta “Ce l’ho fatta!”, un braccialetto dell’estate. Non serve spendere tanto, basta l’idea.
Scrivete una letterina alla maestra
Un gesto semplice, ma di grande valore. Dire “grazie” per tutto quello che si è vissuto durante l’anno fa bene a grandi e piccoli.
Non solo cosa fare l’ultimo giorno di scuola. Ora che è finita come organizzare le giornate?Innanzitutto mantieni una routine leggera. Non serve svegliarsi all’alba, ma tenere qualche orario di riferimento (colazione, pranzo, momenti di gioco, un po’ di lettura…) aiuta a dare ritmo alle giornate. Pensa ad attività creative ogni giorno. Disegni, lavoretti, collage, costruzioni: basta poco per stimolare la fantasia. Una “scatola della creatività” pronta all’uso può diventare l’alleata perfetta. Trova il tempo per leggere: un libro sotto l’ombrellone o in giardino è oro per la mente. Ma anche un po’ di sana noia, quella che fa nascere le idee, va lasciata respirare. Fai esplorazioni all’aperto. Picnic, gite in bici, cacce al tesoro, orti improvvisati sul balcone: giugno è il mese perfetto per stare fuori e scoprire il mondo.
E poi puzzle, yoga per bambini, giochi di logica: ideali nei momenti più caldi della giornata o quando serve un po’ di tranquillità. Approfittane per rafforzare il legame con tuo figlio. Puoi pure scrivere una “lista dei desideri dell’estate”: ogni volta che realizzate qualcosa, spuntatela. Sarà divertente
Figli: come organizzare la Prima Comunione
Organizzare la Prima Comunione dei propri figli è un momento speciale che unisce spiritualità, famiglia e festa. Tuttavia, tra chiesa, inviti e ristorante, il rischio di dimenticare qualcosa è alto. E’ importante sapere come fare.
Ecco una lista dettagliata di tutto ciò che serve e come fare per organizzare al meglio la Prima Comunione dei vostri figli, passo dopo passo.
1. Preparazione spirituale
- Iscrizione al catechismo: Assicurati che tuo figlio sia iscritto per tempo al corso parrocchiale.
- Partecipazione attiva: Frequentare con costanza la Messa e gli incontri preparatori.
- Confessione: Di solito viene fatta qualche giorno prima della cerimonia.
2. Organizzazione della cerimonia
- Data e orario: La parrocchia comunica con anticipo la data della cerimonia. Segnala tutto sul calendario.
- Documenti richiesti: Verifica se servono certificati di battesimo o altro.
- Abito per la Comunione: Informati se la parrocchia richiede un abito uniforme o se è possibile sceglierlo.
- Accessori: Rosario, libretto della Messa, eventuali guanti, velo o fascia per i capelli.
3. Lista invitati
- Stila un elenco degli ospiti: parenti, amici, padrino e madrina.
- Considera chi sarà presente solo alla cerimonia e chi parteciperà anche al pranzo o ricevimento.
4. Inviti
- Scelta degli inviti: Puoi optare per quelli cartacei o digitali.
- Spedizione o consegna: Fallo almeno un mese prima.
5. Location e rinfresco
- Prenotazione del ristorante o catering: Fallo con largo anticipo, soprattutto se la Comunione cade in primavera.
- Menù: Pensa anche a bambini e intolleranze alimentari.
- Alternativa in casa: Se organizzi a casa, pianifica catering, tavoli, sedie, stoviglie e decorazioni.
6. Fotografo o video
- Ingaggia un fotografo professionista oppure designa un familiare con una buona macchina fotografica.
- In alcune chiese, il fotografo è unico e scelto dalla parrocchia: informati per tempo.
7. Bomboniere e confetti
- Scelta delle bomboniere: Classiche, solidali, fai-da-te o moderne.
- Quantità: Considera almeno una per famiglia e qualcuna di scorta.
- Confetti: Bianchi alla mandorla o assortiti, da abbinare alle bomboniere o sistemare in un angolo confettata.
8. Decorazioni e tema
- Tema: Sobrio e adatto alla spiritualità dell’occasione.
- Colori: Bianco, oro, pastello sono i più usati.
- Fiori, centrotavola, palloncini: Solo se coerenti con il tono dell’evento.
9. Regali
- Regalo per il bambino: Tradizionali sono orologio, bracciale, libri religiosi o esperienze.
- Lista desideri: Può essere utile se gli invitati chiedono idee regalo.
10. Ringraziamenti
- Dopo la festa, dedica un pensiero di ringraziamento agli invitati, anche solo con un messaggio personalizzato o una foto ricordo.
Ragazzi liberi dal fumo
I ragazzi devono essere liberi dal fumo e lo dico io che sono, ahimè, un’ex fumatrice. E ho iniziato a 16 anni con le bionde. Il numero di giovani tra i 13 e i 15 anni che consumano tabacco nel mondo continua a crescere e questo è folle. Sono 37 milioni!
Il manifesto “GenZero Fumo” è un’iniziativa della LILT Milano Monza Brianza, lanciata in occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sui rischi del fumo e promuovere una generazione libera dal tabacco. Il manifesto si articola in sette punti chiave, ognuno rappresentato da illustrazioni colorate e messaggi diretti, pensati per coinvolgere e informare i ragazzi in modo efficace. Così che siano finalmente liberi dal fumo per loro scelta consapevole.
I 7 punti del manifesto “GenZero Fumo”:
- Scelgo la mia salute
Rifiuto il fumo per proteggere la mia salute e quella di chi mi circonda.
- Non mi faccio ingannare
Riconosco le strategie del marketing del tabacco e non mi lascio sedurre da esse.
- Non sono una moda
Non seguo le mode dannose; scelgo ciò che è meglio per me.
- Mi impegno per un pianeta più pulito
Evito il fumo per contribuire a un ambiente più sano e sostenibile.
- Proteggo la libertà di tutti
Rispetto la libertà altrui evitando di esporre gli altri al fumo passivo.
- Mi informo e informo
Cerco informazioni accurate sui danni del fumo e le condivido con gli altri.
- Siamo il cambiamento
Insieme possiamo creare una generazione libera dal fumo.
Questi punti mirano a responsabilizzare i giovani, incoraggiandoli a fare scelte consapevoli per la loro salute e quella della comunità. Svelare l’inganno del fumo è l’obiettivo del progetto Nicotine & Tobacco Free coordinato da LILT Milano, in collaborazione con l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e le associazioni provinciali di Campobasso, Firenze, Lecco, Napoli, Oristano, Trento, e con il contributo di LILT nazionale. La Giornata Mondiale senza Tabacco si celebra, come sempre il 31 maggio.
Bambini: colazione è fondamentale
La colazione è fondamentale nell’alimentazione dei bambini. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Lo sottolinea anche la biologa nutrizionista Alessia Postacchini a Il Resto del Carlino. “Il consiglio per i genitori è: non fate saltare mai la colazione ai vostri figli”, dice.
Anche la mia bimba, che ormai è una ragazza, spesso, per scappare via di corsa, al mattino, prima di andare a scuola, salta la colazione. E’ sbagliato: soprattutto nei bambini, ma anche in noi grandi, è fondamentale!
Una dieta sana è importante sin da subito, quando si è ancora bambini, quando si devono imparare le buone regole alimentari. E la colazione è fondamentale. “Nei primi anni di vita si instaura un rapporto con il cibo che ha anche una componente emotiva e mentale. E’ essenziale che i bambini approccino al cibo in modo salutare, senza sviluppare atteggiamenti di evitamento o restrizione verso determinati alimenti. L’obiettivo è educarli a una dieta varia ed equilibrata”, chiarisce l’esperta
“La giornata alimentare parte dalla colazione, che dovrebbe essere il più possibile completa, saziante ed equilibrata. Spesso capita che i bambini facciano colazioni veloci, a base di merendine, che portano a una fame precoce nelle prime ore di scuola”, continua Postacchini.
“E’ importante che la colazione comprenda una fonte di proteine, come latte o yogurt, e carboidrati, come pane o cereali, oltre alla frutta. Lo spuntino a metà mattina dovrebbe essere leggero, preferibilmente a base di frutta fresca o secca, o piccole quantità di cioccolato. Anche un’opzione salata, come pane e formaggio o uova, può essere valida, ma va calibrata in base alle esigenze del bambino”, precisa ancora la nutrizionista.
Bimbi stanchi a fine anno scolastico: rimedi fai da te
Con la primavera inoltrata, anche i bimbi appaiono stanchi: irritabilità e cali di concentrazione sono all’ordine del giorno. Soprattutto a fine anno scolastico. Le giornate si allungano, le temperature salgono, e le energie… calano. Ma niente panico: ci sono tanti piccoli rimedi naturali e fai da te per aiutare i più piccoli ad affrontare questo periodo con più leggerezza.
La regolarità è un’alleata potente. Anche se l’estate si avvicina, mantenere orari di sonno e pasti regolari aiuta i bimbi stanchi a sentirsi più sicuri e meno sbilanciati. Tra i rimedi fai da te, questo è al primo posto a fine anno scolastico. La sera, evita gli schermi e crea un piccolo rituale calmante: tisana alla camomilla, lettura di una favola, una luce soffusa. Vedrai che per loro andrà meglio
No agli zuccheri “veloci” che danno picchi e di seguito conseguenti crolli di energia. Sì a snack naturali e nutrienti, perfetti anche da preparare insieme:
- spiedini di frutta fresca
- yogurt bianco con miele e cereali
- frullati con banana, latte e un cucchiaino di cacao
- tartine con ricotta e miele
I bimbi stanchi a fine anno scolastico possono trovare giovamento pure stando all’aria aperta, con luce naturale e movimento moderato. Dopo le ore in classe, via libera a una passeggiata al parco, a una pedalata o a un picnic improvvisato in giardino. La natura rigenera corpo e mente, e li aiuta anche a dormire meglio. E’ uno dei rimedi fai da te che funziona!
Se i compiti sembrano una montagna infinita da scalare proponi qualche attività che rilassi senza “spegnere” il cervello:
- disegno libero
- piccoli lavoretti manuali (collage, origami, sabbia magica)
- impasti da cucina (pane, biscotti, pizzette)
- musica dolce di sottofondo mentre fanno i compiti
I bambini dimenticano spesso di bere, ma una leggera disidratazione può causare stanchezza, mal di testa e nervosismo. Coinvolgili preparando insieme:
- una “acqua aromatizzata” con frutta e foglie di menta
- una borraccia personalizzata
- un piccolo “rituale” del sorso ogni ora
A fine anno, anche le emozioni si affollano: eccitazione per l’estate, malinconia per la scuola che finisce, ansia per cambiamenti futuri. Bastano:
- 5 minuti di chiacchiere sotto le coperte
- un massaggino sulle spalle
- una frase gentile
- un momento “solo vostro”
Educare i bambini all’ascolto
In un mondo pieno di stimoli, suoni, notifiche e parole che si accavallano, educare i bambini all’ascolto è un gesto rivoluzionario. Non si tratta solo di dire di “stare zitti” quando parla un adulto, ma di insegnare l’arte dell’attenzione, dell’empatia e della comprensione. Come fare?
Ecco qualche semplice consiglio per educare i bambini all’ascolto da mettere in pratica insieme a loro, perché siamo sempre noi grandi il loro esempio, non dimenticatelo mai.
Come educare i bambini all’ascolto:
Dai il buon esempio. I bambini imparano ascoltando come ascoltiamo. Se interrompiamo, se non prestiamo attenzione quando parlano, se rispondiamo distrattamente, è probabile che faranno lo stesso. Guardiamoli negli occhi, mettiamo via il telefono e mostriamo con i gesti che le loro parole contano.
Ascoltare non è obbedire. Un errore comune è confondere l’ascolto con l’obbedienza. Educare all’ascolto significa insegnare a capire, non solo a rispondere ai comandi. Aiutiamoli a fare domande, a esprimere dubbi, a riflettere su ciò che sentono.
Usa storie, giochi e silenzi. Leggere fiabe, inventare racconti, proporre giochi d’ascolto (come “Simon dice”) o semplicemente fare silenzio insieme per ascoltare i suoni attorno… Tutto questo sviluppa la capacità di prestare attenzione in modo attivo e consapevole.
Rallenta la comunicazione Non bombardiamo i bambini con troppe parole tutte insieme. Parliamo in modo chiaro, semplice, e lasciamo il tempo di rispondere. L’ascolto ha bisogno di pause. Anche le orecchie, come il cuore, devono poter respirare.
Valorizza ogni ascolto. Quando un bambino ti racconta qualcosa, anche se è una storia confusa o un’osservazione apparentemente banale, dagli spazio. Mostra che ascoltare porta valore, connessione, presenza.
Ascoltare è un atto d’amore. E come ogni cosa preziosa, si impara con il tempo, la pazienza e l’esempio. Educarli in questo senso significa dar loro uno strumento per comprendere sé stessi e il mondo. E rendere tutti un po’ più gentili ed educati.
Latte materno contro la NEC
In occasione della Giornata mondiale di sensibilizzazione sull’Enterocolite Necrotizzante (NEC), celebrata il 17 maggio, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) richiama l’attenzione su una delle patologie più gravi che possono colpire i neonati prematuri. L’enterocolite necrotizzante, o NEC, è una vera e propria emergenza neonatale, caratterizzata da un’infiammazione intestinale che, nei casi più gravi, può portare alla necrosi e alla perforazione dell’intestino. Il latte materno è importantissimo contro la NEC.
La malattia si manifesta solitamente nelle prime settimane di vita, e la sua comparsa è tanto più probabile quanto minore è l’età gestazionale del neonato. Colpisce fino all’8% dei bambini con peso inferiore a 1000 grammi, ma può riguardare anche i nati a termine in presenza di fattori di rischio come cardiopatie congenite o complicanze perinatali.
Le opzioni terapeutiche variano dalla sospensione dell’alimentazione enterale e dalla somministrazione di antibiotici, fino all’intervento chirurgico nei casi più complessi. Ma è sul fronte della prevenzione che la medicina neonatale punta sempre più con decisione.
“Gli sforzi preventivi si sono concentrati sull’identificazione di interventi che possano ridurre il rischio, la frequenza e la gravità della NEC”, afferma Simonetta Costa, segretaria del Gruppo di Studio del Neonato Chirurgico della SIN. “Poiché la NEC si verifica prevalentemente nei neonati pretermine, la prevenzione della nascita pretermine avrebbe un impatto significativo sulla sua incidenza”, aggiunge.
Un ruolo cruciale contro la patologia è svolto dal latte materno, la cui efficacia preventiva è oggi sostenuta da un ampio consenso scientifico. La somministrazione di corticosteroidi prenatali alle donne a rischio di parto prematuro è già un importante strumento per ridurre l’incidenza della NEC, ma è l’alimentazione con latte umano a rappresentare un vero e proprio scudo naturale.
“Un altro strumento di grande importanza per la prevenzione della NEC è il latte umano”, sottolinea Massimo Agosti, presidente della SIN. “Secondo le raccomandazioni della nostra Società Italiana di Neonatologia e delle altre società scientifiche nazionali ed internazionali che si occupano di nutrizione neonatale, il latte della propria mamma è la prima scelta anche per i neonati prematuri”, aggiunge. Il latte materno contro la NEC è efficace.
“Se il latte materno non è disponibile, il latte umano donato – prosegue Agosti – rappresenta la prima alternativa, pur offrendo benefici protettivi leggermente minori a causa delle procedure cui è soggetto di congelamento, pastorizzazione e conservazione”.
I benefici del latte materno sono molteplici: abbassa il pH gastrico, migliora la motilità intestinale e contrasta la disbiosi, grazie alla presenza di componenti prebiotici e probiotici. La protezione, inoltre, è dose-dipendente: più latte materno viene somministrato, maggiore è la copertura offerta contro la NEC.
Una pratica emergente che sta guadagnando terreno è la terapia orale del colostro: piccole gocce del primo latte materno somministrate nella bocca del neonato entro le prime 24 ore di vita. Un gesto semplice, ma che secondo diversi studi può contribuire in modo significativo a ridurre il rischio di NEC.
Kangaroo Care riduce mortalità e infezioni
La Kangaroo Care è attualmente considerato uno dei migliori interventi in termini di efficacia e di costi per promuovere il benessere dei neonati pretermine, per i suoi tantissimi benefici. E’ realmente “un abbraccio che cura”. Come ribadito dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN). E come evidenziato anche dal claim di quest’anno della giornata mondiale, che ricorre il 15 maggio. “Tra le mie braccia, cresci”, con l’obiettivo di proteggere e nutrire ogni bambino attraverso il potere del contatto e il riconoscimento del profondo impatto della KC nel promuovere la guarigione, la stabilità e il benessere per tutta la vita del neonato. Riduce la mortalità e le infezioni del neonato, come sottolineato dalla SIN.
“La Kangaroo Care è una delle misure più efficaci che possono essere adottate per migliorare le prospettive di sopravvivenza dei bambini nati prematuri o di basso peso. Questo in tutti i contesti, nei paesi ad alto e basso reddito”. E’ quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) nel Global Position Paper dal titolo: “KMC A trasformative innovation in neonatal health care”. In occasione della Giornata Mondiale della Kangaroo Care, che, come ogni anno, si celebra il 15 maggio, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ribadisce l’importanza di questa attività. Ed il suo impegno nel promuovere, insieme con le associazioni dei genitori, le strategie di implementazione e tutte le modalità operative per il corretto svolgimento di questa cura. E sostenere la sua più ampia diffusione presso tutti i punti nascita in Italia.
E’ un vero e proprio metodo di cura. Si realizza attraverso il contatto pelle-a-pelle, tra mamma/papà e neonato, continuo e prolungato (da 8 a 24 ore al giorno, per quante più ore possibile). Va iniziato immediatamente dopo il parto. O quando le condizioni cliniche del neonato lo consentono. L’OMS raccomanda fortemente la KC per tutti i neonati pretermine o di basso peso come cura di routine. L’inizio il prima possibile dopo la nascita. Secondo le più recenti evidenze e numerose revisioni della letteratura, la KC iniziata in ospedale o a casa riduce la mortalità durante il ricovero alla nascita o a 28 giorni di età e, probabilmente, riduce le infezioni gravi tra i neonati pretermine e di basso peso alla nascita.
La KC, inoltre, comporta maggiori benefici, a medio e lungo termine, se dura almeno 8 ore al giorno. E se viene iniziata quanto prima possibile. Ormai diversi studi sostengono che la KC deve essere inserita nei bundle di miglioramento assistenziale e di outcome dei neonati prematuri per il livello di impatto a breve e lungo termine che essa ha. Nonostante i suoi comprovati benefici, le esperienze dirette di alcuni ospedali mostrano una grande variabilità nell’inizio della Kangaroo Care. E, spesso, difficoltà logistiche e professionali nell’eseguirla, soprattutto nei neonati pretermine. Per i neonati prematuri, infatti, è fattibile anche prima della stabilizzazione. Ma richiede formazione professionale, adattamento degli spazi e attrezzature per la rianimazione.
Tutto questo non può che confermare la necessità di un ulteriore impegno. Non solo per la promozione culturale e organizzativa dei punti nascita, ma anche nel promuovere azioni concrete presso i decisori delle politiche sanitarie. Ciò affinché la KC venga considerata una attività di cura essenziale tra gli standard di cura per tutti i neonati e per le loro famiglie.
“Purtroppo, sappiamo di casi di Terapie Intensive Neonatali che ancora impongono limitazioni di orari per l’accesso ai genitor. Addirittura alcune solo poche ore al giorno”, afferma il presidente SIN Luigi Orfeo. “Da anni sosteniamo l’apertura h24 delle TIN e il diritto di tutti i genitori di poter stare accanto al proprio figlio ricoverato per tutto il tempo che lo desiderano. I genitori sono parte integrante della cura. La kangaroo care ne è una dimostrazione concreta”. Il Gruppo di Studio della Care neonatale della SIN ha messo a disposizione di tutte le TIN italiane il documento “Kangaroo Care – Le Indicazioni nazionali della SIN”, con precise istruzioni per una corretta e sicura implementazione di questa importante pratica.