Articoli taggati come ‘il bambino’

Giovani: e-cig causano seri rischi salute

Giu 30
Scritto da Annamaria avatar

Aumenta tra i giovani l’utilizzo delle e-cig, ma queste e il tabacco riscaldato possono causare seri rischi per la salute.

giovani e cig causano rischi salute

I medici internisti mettono in guardia, l’aumento delle e-cig tra i giovani preoccupa.  Esistono seri rischi per la salute, dalle infiammazioni delle vie respiratorie fino alle alterazioni del Dna. E’ questo l’allarme lanciato dalla Società Italiana di Medicina Interna (Simi) in merito alla diffusione del fumo tra i più giovani.

“Purtroppo l’uso di e-cig e prodotti a tabacco riscaldato sta aumentando in maniera preoccupante tra i giovani e gli adolescenti, che rischiano di sviluppare una dipendenza dalla nicotina e di avvicinarsi in seguito al fumo tradizionale. Il loro uso nei giovanissimi deve essere ristretto con tutti i mezzi”, sottolinea Antonello Pietrangelo, past president della Simi.

“L’aumento di dipendenza dal fumo porta a rischi come l’infiammazione delle vie aeree e l’aumento della suscettibilità alle infezioni virali. Inoltre, anche se in modo diverso rispetto alle sigarette tradizionali, e-cig e prodotti a tabacco riscaldato contengono sostanze chimiche in grado di alterare il Dna e questo potrebbe favorire la comparsa di tumori, a distanza di anni. Gli utilizzatori di e-cig hanno poi rispetto ai non fumatori una maggior incidenza di asma e Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e sintomi peggiori. Un fatto che fa cadere il mito dell’innocuità di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato”, precisano ancora gli esperto di Simi. Le e-cig causano seri rischi alla salute: i giovani devono esserne consapevoli.

Bambini mancini

Giu 25
Scritto da Annamaria avatar

Una volta venivano corretti. I bambini mancini devono essere assecondati. Antonella Costantino, Direttore dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Policlinico di Milano, lo spiega a Fanpage.

Sul perché alcuni bambini siano mancini la dottoressa spiega: “Si tratta di un complesso concerto di componenti genetiche a ambientali. Anche se la predisposizione specifica mantiene un peso rivelanti molto infatti, anche abitudini o comportamenti durante la crescita possono influire sulla preponderanza dalla destra o della sinistra. Oggi, ad esempio, vediamo molto più mancinismo proprio perché è caduto l’obbligo a non usare la mano sinistra”.

Si inizia a vedere molto presto se i bambini saranno mancini : “Quando iniziano a manipolare gli oggetti o a fare i primi scarabocchi. Certo, nei primissimi anni c’è ancora una fase in cui si utilizzano entrambe le manine, tuttavia un osservatore attento può già notare una certa preferenza. Intorno ai cinque/sei anni poi la predominanza appare bene evidente”.

Non bisogna correggere i piccoli, è una forzatura assolutamente evitabile. Il consiglio finale dell’esperta: “Il mondo è effettivamente strutturato per prediligere i destri, tuttavia, almeno da bambini, non è necessario assecondare la predisposizione alla sinistra con oggetti specifici o differenti strategie educative. L’importante è lasciare spazio ai piccoli per poter sperimentare con entrambe le mani (e anche i piedi) e fare in modo che trovino il funzionamento che risulta loro più congeniale”.

In estate tablet e tv 30 minuti al giorno

Giu 21
Scritto da Annamaria avatar

In estate tablet e tv vanno limitati a 30 minuti al giorno. Lo consiglia sulle pagine del Corriere della Sera Ugo Giordano. Il responsabile dell’Unità operativa di Medicina dello sport all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma sottolinea che per in bambini è importantissima l’attività fisica quotidiana.

in estate tablet e tv 30 minuti al giorno

“E’ importante che svolgano tutti i giorni un’ora di attività fisica di intensità moderata, che includa qualche momento più vigoroso, e almeno per tre volte alla settimana mezzora di esercizio più intenso, come corsa o nuoto a ritmo sostenuto, una partita di pallavolo, basket, tennis o calcio”, spiega l’esperto.

Il medico invita caldamente in estate a “limitare l’uso di tablet e tv a massimo 30 minuti al giorno e a “non esporre a schermi digitali i bambini sotto i 3 anni”. Giordano, oltre a sottolineare quanto sia importante in estate ridurre l’uso dei tablet e tv a 30 minuti al giorno, dà anche consigli per far stare i piccoli sotto il sole.

“Evitare di giocare e muoversi nelle ore più calde della giornata, dalle 12 fino alle 17, per non incorrere in colpi di calore”. I colpi di calore accadono col rapido aumento della temperatura corporea causato da caldo molto intenso e alti tassi di umidità che impediscono all’organismo di disperdere il calore interno provocando tachicardia, confusione mentale, ipersudorazione, nausea, fino alla perdita di coscienza. 

“Bere 2-3 sorsi d’acqua ogni circa 20 minuti se si è in movimento, pari a circa mezzo litro in un’ora – avverte Giordano –. Bisogna bere per non avere mai sete. Avere sete è già un sintomo di disidratazione, piuttosto frequente nei bambini perché si muovono più spesso e sudano di più”.

Bambini: 8 regole buona educazione

Giu 16
Scritto da Annamaria avatar

Ci sono 8 regole di buona educazione da insegnare ai nostri bambini. Paolo Crepet le elenca una per una a Bimbi Sani e Belli. Lo psichiatra, autore del libro Prendetevi la luna, edito da Mondadori, ne è profondamente convinto.

bambini 8 regole buona educazione

Quali sono le 8 regole della buona educazione da infondere nei bambini. Per noi genitori il compito è sempre più arduo con le nuove generazioni. Ma è necessario dare loro i cosiddetti paletti.

Ecco le 8 regole per una buona educazione dei bambini secondo Crepet.

1 – “L’esempio: ecco il primo grande segreto, lo strumento educativo da cui non si può prescindere in relazione a qualunque aspetto dell’esistenza. Non si può insegnare a essere gentili, se si agisce con maleducazione, non si può insegnare a prendere in considerazione il punto di vista degli altri se ci si mostra prevaricatori, aggressivi, indifferenti verso il prossimo. C’è una frase su cui tutti i genitori dovrebbero riflettere e che considero molto esplicativa: dentro a ogni Suv parcheggiato in doppia fila o su un marciapiede davanti a una scuola c’è un bambino che facilmente più avanti diventerà un bullo”.

2 – “A mano a mano che il bambino cresce occorre porgli dei limiti . I ‘no’ servono a questo. I paletti, se pochi, ragionevoli e giusti, regalano al bambino la sicurezza di avere le spalle coperte, di non essere abbandonato a sé stesso, di avere qualcuno che davvero tiene a lui. Mettere precisi confini significa aprire i figli ai futuri orizzonti”.

3 – Le regole vanno ripetute. “Un errore di valutazione che fanno spesso i genitori è quello di pensare che il bambino non rispetti le regole perché è capriccioso e mosso dalla precisa volontà di non ascoltarli, mentre è solo che prima di un certo lasso di tempo non può riuscirci”.

4- Il bambino non va accontentato in tutto. “Il più bel dono che si può fare a un figlio è lasciare che abbia un desiderio non esaudito”.

5 – Il bimbo va ascoltato. “L’ascolto vero implica entrare in sintonia con le emozioni dei figli e con il loro punto di vista, capire le loro emozioni e interpretare nel modo giusto quello che passa per la loro mente e non è certo poco”.

6 – Abituare i figli a riconoscere le proprie emozioni, anche e soprattutto quelle negative e non sottovalutatele mai.

7 – Farovire il suo legame con gli amici del cuore. “Così imparerà in fretta il piacere della condivisione e a trarre il vero divertimento dal gioco di gruppo, dalla frequentazione di altri bambini. E non dalla tivù e dalla realtà virtuale. Imparerà che l’amicizia è un bene preziosissimo e che il più grande dei privilegi non è possedere tanti giocattoli (e più avanti tanta tecnologia) ma avere degli amici”.

8 – “Stimolate la sua creatività disegnando, ballando, cantando con lui, leggendogli le fiabe e aiutandolo a inventarne altre”. E raccontategli di voi.

Bambini affetti da ecoansia

Giu 13
Scritto da Annamaria avatar

Il 95% dei bambini sono preoccupati per il futuro dell’ambiente, affetti da una vera e propria ecoansia. E’ quanto emerge dai risultati di un recente studio italiano, nato nel contesto del progetto educativo di Scuolattiva Onlus “A Scuola di Acqua”. E’ realizzato da nove anni in collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino. Attraverso ‘A Scuola di Acqua: sete di futuro’ promuove da anni iniziative per stimolare nelle nuove generazioni comportamenti responsabili legati a un consumo corretto e consapevole di acqua. Questo per educarli al riciclo e alla tutela ambientale.

“Lo studio realizzato dall’Università di Pavia aggiunge, quindi, un nuovo tassello a questa iniziativa mostrando la preoccupazione dei bambini per il futuro del Pianeta, insieme alla convinzione che il loro contributo possa fare la differenza. Siamo, infatti, convinti che i progetti di formazione ricoprano un ruolo fondamentale nel creare consapevolezza su questi temi. Attraverso l’informazione e la formazione dei più piccoli, si possono gettare le basi per costruire un futuro più sostenibile”, spiega Fabiana Marchini, Head of Sustainability del Gruppo Sanpellegrino.

La ricerca è stata condotta sotto la supervisione scientifica del Laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia. In collaborazione con Triplepact Società Benefit, ha previsto la somministrazione di una survey realizzata con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interview). Ha coinvolto un campione di circa 1000 bambini tra i 5 e gli 11 anni. Diverse ricerche internazionali hanno suggerito una suddivisione in tre categorie per comprendere come i cambiamenti climatici influenzino la salute mentale. Impatti diretti, indiretti e vicari. Finora, gran parte della ricerca scientifica ha focalizzato l’attenzione sugli impatti diretti, quelli che si manifestano dopo eventi climatici estremi come alluvioni, terremoti o uragani. Tuttavia, sempre più persone stanno vivendo un senso di angoscia legato alla crisi climatica globale anche senza essere direttamente o indirettamente colpite.

Questo emerge chiaramente anche nello studio di Scuolattiva: l’ecoansia nei bambini non è necessariamente correlata a esperienze realmente vissute,. Piuttosto è frutto della comunicazione e informazione sui temi del climate change che influenzano la percezione del problema da parte dei più piccoli. In altre parole, solo conoscere le conseguenze dei cambiamenti climatici attraverso i media può influenzare la salute mentale. Ne sono quindi affetti.

Nonostante lo stato di marcata preoccupazione, i bambini si sentono strettamente connessi all’ambiente (nel 78% dei casi). Il loro approccio al fenomeno non è passivo ma, al contrario, connotato da un forte spirito di protagonismo e di motivazione ad agire. La quasi totalità del campione si percepisce infatti direttamente responsabile della situazione (95.6%) e pensa che il proprio contributo possa fare la differenza (97.2%).

Non solo, agli occhi dei bambini, la soluzione sta nella partecipazione di tutti. Anche gli adulti, nei quali è riposta la fiducia del 72% dei più piccoli, devono contribuire attivamente alla salute del Pianeta. Lo studio sottolinea quindi l’importanza di promuovere l’engagement delle nuove generazioni nella tutela dell’ambiente e nel contrasto ai cambiamenti climatici attraverso iniziative formative e di sensibilizzazione.

“Assistere alle conseguenze del cambiamento climatico può generare sofferenza e preoccupazioni per il futuro. Insieme a senso di impotenza e frustrazione per l’incapacità di arrestare questo fenomeno o di fare la differenza. Per questo diventa sempre più necessario investire su iniziative formative e di sensibilizzazione che favoriscano l’empowerment dei cittadini e, soprattutto delle nuove generazioni, in merito al valore dei comportamenti di ciascuno di noi nel contrasto agli effetti del cambiamento climatico. Ciò può proteggere le persone dall’esperienza di ecoansia. Non è ovviamente una patologia ma rappresenta tuttavia un fattore di rischio per disturbi della salute mentale”, chiarisce la professoressa Serena Barello. 

“E’ infatti un fattore di stress che può’ spingere gli individui a reagire all’ansia cambiando non solo il loro comportamento quotidiano, ma anche la loro prospettiva sul mondo e le aspettative per il futuro”, sottolinea la direttrice del laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia coordinatore scientifico dello studio.

Migliori creme solari bambini

Giu 08
Scritto da Annamaria avatar

Il sole diventa forte e allora è meglio proteggersi con le creme solari. Soprattutto bisogna preservare la pelle dei nostri piccolini. Quali sono le migliori per i bambini? Altroconsumo ha stilato la classifica.

migliori creme solari bambini

Sono 15 le creme solari per bambini migliori sul mercato secondo l’organizzazione di consumatori. Dal test di laboratorio tra l’altro, viene fuori che 2 creme solari per bambini su 15 non proteggono quanto promettono.

Tra le creme solari bambini migliori, quelle promosse, SPF 50+ vince come Migliore del Test Angstrom Bambini Latte spray solare idratante 50+ (175 ml) e come Miglior Acquisto Nivea Sun Babies & Kids Sensitive Protect 5 in 1 Spray 50+ (270 ml) e Garnier Ambre Solaire Sensitive Advance Kids Spray 50+ (300 ml).

Dal test di laboratorio emerge che 2 creme solari per bambini su 15, Nivea Sun Kids Ultra Protect & Play Crema 50+ e Bilboa Bimbi Spray 50+, non proteggono quanto promettono, in quanto la protezione corrisponderebbe a un indice di protezione Spf 30 (alta), quindi inferiore a quello dichiarato in etichetta 50+ (molto alta).

Pur essendo efficaci nella protezione, altre due delle creme testate sono sono state penalizzate nel giudizio di qualità globale, in quanto contengono degli ingredienti non raccomandati, Leocrema Bimbi tripla protezione spray 50+ che contiene octocrylene, un filtro solare molto discusso per la sicurezza d’uso e Bilboa Bimbi Spray Solare Multi-posizione 50+ che contiene ethylhexyl methoxycinnamate, un filtro solare che è considerato un potenziale interferente endocrino.

Sculacciate bambini: “Vanno vietate”

Mag 29
Scritto da Annamaria avatar

Le sculacciate ai bambini vanno vietate. Lo afferma chiaramente il pediatra Italo Farnetani all’Adnkronos. Nei giorni scorsi in Uk, dopo la presa di posizione dei pediatri del Royal College of Pediatrics and Child Health (Rcpch), è stata richiesta una modifica legislativa. E’ finalizzata a rimuovere il concetto di ‘punizione ragionevole’ e a “proibire ogni punizione fisica verso i bambini in Inghilterra e Irlanda del Nord”. La Scozia e il Galles sono nel gruppo degli “oltre 60 Paesi del mondo che hanno adottato misure per garantire ai bambini la stessa protezione dalle aggressioni che hanno gli adulti”. In Inghilterra e Irlanda del Nord ancora “un genitore può avvalersi della difesa della ‘punizione ragionevole’ per giustificare la punizione fisica di un bambino in certe circostanze”.

sculacciate bambini vanno vietate

Farnetani concorda: le sculacciate ai bambini vanno vietate, “non solo per un motivo di scelta pedagogica, ma ancora prima per evitare proprio una violenza nei confronti dei bambini, per evitare l’autoritarismo da parte degli adulti di riferimento (genitori, insegnanti)”.

“Qualunque tipo di punizione corporale nei confronti di un bambino o di un adolescente è una forma di violenza, di sopraffazione e di autoritarismo. E non ha nessuna giustificazione dal punto di vista psicopedagogico”, evidenzia il professore.

L’ordinario di pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta aggiunge: “Fa solo cadere l’autostima del bambino e sicuramente non ottiene effetti educativi. Non li deve adottare nessuno, tantomeno i genitori. Perché se lo fanno sono genitori violenti, non autorevoli. I genitori autorevoli mettono i limiti ai figli: sono i famosi ‘no che aiutano a crescere’”.

“I limiti sono fondamentali per l’educazione del bambino e i genitori li devono mettere e li devono far rispettare dai figli. Ma devono farlo spiegando loro le motivazioni. Attuare un dialogo e convincerli delle ragioni per cui hanno imposto delle regole. Il genitore autorevole non ha bisogno della violenza delle percosse per educare il figlio, dunque, ma del dialogo continuo con loro”, continua Farnetani.

Le sculacciate vanno vietate: ai bambini fanno male, più che fuori, dentro. “I genitori devono spiegare i limiti imposti e farli rispettare in modo preciso senza ricorrere ad altro che a parole ferme e autorevoli. Perché non va dimenticato che da violenza nasce violenza. E anche una sculacciata lancia un messaggio in questo senso”, dice il medico. E conclude: “Anziché ottenere risultati, questi genitori avranno l’effetto opposto di allevare figli violenti”.

Abuso social bambini

Mag 24
Scritto da Annamaria avatar

Ci si chiede come sconfiggere l’abuso dei social riguardante i bambini. Federico Tonioni, psichiatra, dice la sua a Fanpage. L’UOC di Psichiatria Clinica e d’Urgenza al Policlinico Gemelli, ricercatore di Psichiatria per la Facoltà di Medicina e chirurgia Università Cattolica, ha le idee chiare a riguardo. “Più che di dipendenza io parlerei di abuso. – sottolinea- La dipendenza implica dolore mentale e nasconde sempre un dolore più grande. I bambini invece abusano degli schermi, i genitori si preoccupano molto quando dovrebbero invece imparare a condividere il loro tempo insieme anche lì”.

abuso social bambini

“Non esistono linee guida al corretto utilizzo della tecnologia per tutti i bambini. Questo perché i bambini e i genitori sono tutti diversi, bisogna fare attenzione alle linee guida che standardizzano dei comportamenti – chiarisce Tonioni – Quando si dà una regola a un bambino, la cosa importante è non darla mai per ridurre il bimbo all’obbedienza, o per vincere sul bambino, si può invece dare al piccolo delle regole per insegnare il senso del limite, e chiedere scusa se si fallisce”.

L’abuso dei social nei bambini è un problema che affligge molti. Tonioni precisa ancora: “La distanza più pericolosa per tra adulti e figli non è la dipendenza da social network ma i sensi di colpa inconsci di cui siamo pieni. Quindi è bene condividere lo smartphone con i figli. Condividere i social, passare del tempo insieme ai bambini, senza pensare di condividerlo per forza al parco ma anche guardando un Tiktok insieme, se il bimbo lo desidera. Il mondo va visto dagli occhi dei bambini, non dai nostri. Il punto è condividere senza mai farsi sostituire dal tablet che non può sopperire le nostre assenze, anche se spesso cellulari e tablet vengono utilizzati in sostituzione della baby-sitter”.

Quando preoccuparsi? “Per i ragazzi bisogna rivolgersi ad un esperto se ci sono dei segnali di ritiro sociale, una volta raggiunta l’adolescenza piena.Perché spesso prima i bimbi non escono perché i genitori hanno paura a lasciarli fuori casa da soli. La reazione però non deve essere quella di togliergli giochi o tecnologia, altrimenti lo si rende solo più  aggressivo. Dobbiamo ricordare che quando un bimbo sta online tutto il giorno realizza lì le sue uniche relazioni possibil. Lì si consola, bisogna dunque armarsi di pazienza. E creare delle nuove possibilità al ragazzo, con l’aiuto di un tecnico del settore”. 

Il medico conclude: “Ma si deve intervenire solo in presenza di dolore mentale e mai facendo ricatti. La distanza più sana dagli adolescenti è la fiducia non il controllo. A volte un genitore che darebbe la sua vita per i figli ma risulta controllante. Sta mettendo in atto una frequenza affettiva che viaggia su una sintonia che il ragazzo non coglierà mai”