Carnevale 2025

Come ogni anno arriva il tormentone: quando inizia il Carnevale 2025? Quest’anno c’è ancora da attendere poco meno di un mese. E per questo viene definito “tardivo”, accade quando la Pasqua cade, infatti, ad aprile.

Il Carnevale 2025 inizia con la Domenica di Settuagesima, che segna l’avvio del Tempo di Carnevale nella Chiesa cattolica. Questo periodo precede la Quaresima. Prende il via il 16 febbraio. Quindi i nostri bambini dovranno aspettare ancora un pochino per mascherarsi: magari farà anche leggermente più caldo, chissà. E dovranno pure aspettare per giocare all’aperto, nei cortei’ o alle feste e a lanciare i coriadoli.
Il Carnevale 2025 si conclude con il Martedì Grasso, quaranta giorni prima della Pasqua. Cade il 4 marzo. Il giorno successivo, il Mercoledì delle Ceneri, dà ufficialmente il via alla Quaresima.
Ecco tutte le date qui elencate:
- Domenica di Carnevale: 16 febbraio 2025
- Giovedì Grasso: 27 febbraio 2025
- Martedì Grasso: 4 marzo 2025 (scuole chiuse in molte regioni)
- Mercoledì delle Ceneri: 5 marzo 2025
La Santa Pasqua sarà, invece, domenica 20 aprile.
Bambini più autonomi: 5 consigli

Molti di noi a volte si interrogano sul come fare a crescere bambini più autonomi e indipendenti. La terapeuta americana Joanna Seidel regala 5 utili consigli.
L’indipendenza, per avere bambini più autonomi, deve ovviamente essere proporzionata all’età e al livello di coscienza che hanno i piccoli. I 5 consigli della psicologa riguardano azioni quotidiane che possono aiutarci.
Tra i 5 consigli della Seidel c’è il primo che parla chiaro nel rendere i bambini più autonomi: insegnare loro a prendersi cura di se stessi. Come? Iniziare facendogli lavare i denti e scegliere a soli gli abiti da indossare per andare a scuola, poi, magari, coinvolgerli in lavoretti domestici alla loro portata. In questa maniera si sentiranno responsabilizzati e acquisiranno anche qualche competenza pratica.
Consentire di scegliere piccole cose: se lavarsi i denti prima o dopo aver messo in pigiama, la musica da ascoltare per un breve tragitto. Così accresce la loro fiducia. Se più grandicelli fargli scegliere di andare e/o tornare da soli nel tragitto per la scuola.
La Seidel ricorda che dagli errori si impara, quindi non essere giudicanti, ma farli riflettere sugli sbagli per poi trovare una soluzione.
Il nostro intervenire continuamente non li aiuta, come anche la ricerca della perfezione. Dobbiamo far sì che svolgano da soli i compiti che possono svolgere: è esperienza.
Abbiamo il compito difficile ci coltivare la loro mentalità in crescita: ogni competenza va migliorata, così che anche da grandi vedranno una sfida come uno stimolo per superare i proprio limiti e non si abbatteranno.
Mommy bag

La mommy bag ormai sembra indispensabile per chi sta per diventare mamma o chi già lo è. Quale deve essere quella ideale? Ecco qualche consiglio per sceglierne una perfetta sul mercato.

La mommy bag per madri super organizzate deve essere spaziosa per metterci dentro pannolini, biberon, cambi vestiti, giocattoli. Deve avere scomparti ben dividi, così che ogni cosa sia esattamente al proprio posto, deve essere facile da pulire e avere pure uno stile iconico.
Una mommy bag super deve contenere tutto quel che serve nella giornata col bimbo: un fasciatoio pieghevole, un porta biberon termico, la tracolla deve essere regolabile. La si usa per l’ospedale, quando ci si va per partorire, ma non solo. Diventa indispensabile quando si è in git al parco o durante la visita dal pediatra. E’ con noi nei weekend in viaggio, ma anche mentre si fa shopping in città. Deve avere equilibrio tra funzionalità e stile, essere adatta per qualsiasi situazione.
Ce ne sono moltissime in vendita e per tutti i prezzi. Cercate di risparmiare, ma ricordatevi cosa la rende unica, quindi non lesinate. Deve pure essere resistente, perché per un po’ sarà sempre tra le nostre mani.
Ippoterapia: benefici

L’ippoterapia migliora sotto tanti aspetti la vita di grandi e piccini. I benefici sono moltissimi, soprattutto in chi è affetto da disturbi psichici, alcune disabilità fisiche e autismo.

E’ una delle discipline pet therapy più utilizzate. L’ippoterapia si svolge in centri specializzati con cavalli selezionati e istruttori qualificati. Le sedute sono di circa un’ora: i piccoli si giovano di stare all’aria aperta e di affrontare al meglio i loro problemi, che piano, piano si risolvono o migliorano.. Quali sono nello specifico i benefici che apporta?
Ci sono prima di tutto i benefici socio-affettivi. Durante il percorso di ippoterapia, il paziente crea una vera e propria relazione con il cavallo, che nel tempo può trasformarsi anche in un legame affettivo. L’animale diventa un mediatore emozionale.: ciò contribuirà a migliorare le doti relazionali e sociali del bimbo che così aumenterà i livelli di comunicatività con le persone che lo circondano.
Dal punto di vista fisico, i benefici dell’ippoterapia sono davvero molti: miglioramento di equilibrio, tono muscolare, coordinazione e postura. Il bambino avrà maggiore coscienza del proprio corpo.
Ci sono poi i benefici conignitivi-sensoriali, gestendo l’animale i bambini svilupperanno pensiero induttivo e logica organizzativa, saranno concentrati, avranno maggiore sensibilità.
L’ippoterapia aumenta in chi la pratica sicurezza e autostima: il risultato è una maggiore stabilità emotiva. Miglioramento, pure delle capacità relazionali e dello stare in gruppo. Non ultimo, è un’attività che stimola il rilascio delle endorfine, riducendo così lo stress e calmando. Ci sono pure, quindi, benefici fisiologici.
Bambini: un progetto per sognare

I bambini posso crederci “fino alle stelle”. Arriva un progetto educativo per sognare in grande. Pan di Stelle, love brand del Gruppo Barilla, lancia “Sogna e credici fino alle stelle”. Mira a coinvolgere docenti e studenti di oltre 2.000 classi della scuola primaria di tutta Italia.
E’ un progetto per sognare dedicato ai bambini. Attraverso questa iniziativa, il messaggio di Pan di Stelle “Sogna e credici fino alle stelle”, che invita a coltivare i propri sogni senza perdere fiducia e speranza ed è promosso anche nella campagna di comunicazione del brand, si evolve ed entra nelle scuole. ”Questo progetto educativo intende sottolineare, attraverso una guida ad hoc per i docenti e attività didattiche mirate, l’importanza dei sogni nella crescita personale e invitare ogni bambina e bambino a trovare, inseguire e condividere i propri sogni, come stelle che guidano alla ricerca del proprio sé, nonostante i fallimenti e le difficoltà”, si legge sull’Adnkronos.
Protagonisti di questa iniziativa, quattro speciali ambassador: la tennista Jasmine Paolini, la cantante e Big di Sanremo 2025 Clara, lo street artist Giulio Rosk e l’aspirante astronauta Linda Raimondo, ‘Dreamers’ nei mondi dello sport, dello spettacolo, dell’arte e della scienza. Tornano nella scuola che frequentavano da bambini per inaugurare le ‘Aule dei sogni’, spazi arricchiti con strumenti musicali, libri e materiali creativi, ideati e donati da Pan di Stelle per regalare alle scuole un ambiente dedicato ai sogni, al confronto e alle passioni.
Le scuole selezionate si trovano principalmente in luoghi che spesso restano ai margini delle grandi città. Qui sognare può essere più complesso, ma anche più necessario. Un’opportunità, dunque, per i talent per raccontare il loro percorso ai giovanissimi, ispirare le nuove generazioni e dimostrare che proprio tra i banchi di scuola nascono i sogni più grandi. Lo conferma una survey AstraRicerche per Pan di Stelle su un campione di 801 giovani dai 7 ai 14 anni: la scuola è il luogo dove prima di tutto si apprendono competenze utili per il futuro (42,8%), si sviluppa il confronto con gli altri (27,6%), si scopre sé stessi (17,6%) e si coltivano nuove passioni (12,0%).
La ricerca ‘I sogni dei ragazzi per il proprio futuro’, condotta da AstraRicerche per Pan di Stelle ha analizzato le aspirazioni dei ragazzi, focalizzandosi sul lavoro ideale, sull’influenza delle figure di supporto e sul ruolo della scuola. Tra i principali desideri emersi, un lavoro gratificante (51,9%), la creazione di una famiglia felice (47,3%), mantenersi in salute per tutta la vita (44,6%) e l’ambizione di contribuire a migliorare il mondo (32,8%).
Le professioni più ambite dai ragazzi mostrano una grande varietà di interessi. Il 20,8% predilige lavori legati a Internet e ai social media, come lo youtuber, l’influencer o videogiocatore professionista, seguiti dalle carriere di scienziato o ricercatore (18,0%) e dallo sport (17,6%), con una netta preferenza per il ruolo di calciatore (11,4%). Il mondo dello spettacolo attira il 17,1% dei giovani, in particolare le bambine tra i 7 e i 9 anni, che sognano di diventare cantanti e musicisti (8,6%) o attori (6,8%). Anche il ruolo dell’artista (15,6%) è molto desiderato, insieme a professioni come il veterinario (14,3%), il medico o infermiere (14,2%) e l’insegnante (13,5%). Tra le aspirazioni emergono anche il pilota di aereo (11,5%) e l’astronauta (7,5%).
Guardando al futuro, il desiderio più grande è un mondo senza odio, conflitti e guerre (55,2%). Seguono l’aspirazione a un mondo più sicuro e rispettoso dell’ambiente (39,2%) e a un mondo equo, con pari opportunità intese come risultati personali basati sull’impegno (37,9%, con picchi tra i 13-14enni). Infine, dovendo indicare il sogno più grande per la loro vita, i ragazzi desiderano viaggiare di più (22,2%), avere tanti amici (18,5%) e trascorrere più tempo con la famiglia (17,2%).
Il progetto educativo che rappresenta l’evoluzione della campagna integrata ‘Sogna e credici fino alle stelle’, firmata Armando Testa, per dare continuità e concretezza al messaggio creativo, ha preso il via oggi a Serradifalco (CL), nella Scuola primaria ‘G. Verga’. La campagna entra oggi nelle scuole, coinvolgendo i più giovani e trasformando l’invito a sognare in un’esperienza tangibile di crescita e ispirazione.
L’iniziativa, promossa da Pan di Stelle e realizzata in collaborazione con D&F è inaugurata da Giulio Rosk, street artist siciliano che ha mosso i primi passi artistici proprio nella scuola di Caltanissetta e le cui opere oggi colorano i muri di città come Palermo (dove spicca il celebre progetto che ritrae Falcone e Borsellino), Miami, Rio de Janeiro, Parigi e New York.
Per l’occasione, Rosk ha realizzato un murale-manifesto per la scuola e incontrato gli alunni per raccontare come ha trasformato il suo sogno in realtà. L’opera, che simboleggia la scuola come luogo di creatività e speranza, celebra il potere dei sogni nella crescita personale. “Dove non è tutto facile, i sogni prendono più coraggio e possono gridare forte anche attraverso un muro”, ha dichiarato l’artista.
Durante l’evento di lancio è stata anche inaugurata la prima ‘Aula dei sogni’, uno spazio progettato per offrire agli studenti un ambiente ricco di stimoli, libri e colori, dove i giovani possano immaginare, confrontarsi e coltivare le proprie passioni.
“E’ fondamentale che la scuola offra opportunità concrete per aiutare i giovani a prendere consapevolezza delle proprie potenzialità e risorse, orientandoli in modo stimolante verso le loro scelte future. Oggi, i docenti lavorano sulle competenze trasversali per promuovere non solo il ‘sapere’ e il ‘saper fare’, ma anche quel ‘saper essere’ che è essenziale per il raggiungimento delle aspirazioni personali. Pan di Stelle si muove proprio in questa direzione, supportando un progetto educativo che ispiri i giovani a credere nei propri sogni e a costruire il futuro con passione. La ricerca ha confermato come la scuola giochi un ruolo fondamentale per sviluppare i propri i sogni e come i laboratori creativi (39,9%), l’approfondimento di nuove materie (39,5%) e i progetti di gruppo (38,3%) siano le attività scolastiche più apprezzate dai giovanissimi: il nostro contributo vuole andare proprio in questa direzione”, ha commentato Chiara Pisano, Marketing Director Pan di Stelle.
Enrico Galiano, insegnante e scrittore, osservatore privilegiato del mondo della scuola grazie alla sua esperienza quotidiana in aula, in occasione del lancio della campagna Pan di Stelle, invita i giovanissimi a vedere i sogni come stelle, guide luminose nei momenti difficili, proponendo un vademecum in 5 preziosi consigli.
“E’ importante per i giovanissimi abbracciare gli errori come opportunità di crescita e scoprire la forza unica che ognuno ha dentro di sé. Con coraggio, pazienza e fiducia, ogni bambino può affrontare le sfide, scalare la salita dei propri desideri e costruire un cielo pieno di sogni, diventando la persona che sogna di essere”, commenta Galiano.
Il progetto prevede un tour nazionale nelle scuole di origine degli altri Dreamers coinvolti, dove ogni tappa offrirà l’opportunità di condividere esperienze di vita ispiratrici e inaugurare tre nuove ‘Aule dei sogni’. Il 21 gennaio a Travedona Monate (VA), Clara, cantante e attrice, vincitrice di Sanremo Giovani 2023 e tra i big di Sanremo 2025, parlerà dei sogni come stelle che illuminano il cammino, incoraggiando i ragazzi a non smettere mai di sognare.
Il 4 febbraio a Bagni di Lucca (LU), Jasmine Paolini, tra le prime quattro tenniste al mondo, oro olimpico nel doppio e finalista in due Slam nel 2024, condividerà la sua esperienza, motivando i giovani a credere in se stessi, abbracciando i propri fallimenti. Il 20 febbraio ad Almese (TO), Linda Raimondo, laureata in fisica e volto della divulgazione scientifica su Rai Ragazzi, racconterà come da bambina sognava di raggiungere le stelle e ispirerà i ragazzi a inseguire i propri sogni senza paura.
Dal 9 gennaio al 16 maggio, i docenti delle scuole primarie d’Italia potranno iscrivere le proprie classi per partecipare gratuitamente al progetto ‘Sogna e credici fino alle stelle’. Il percorso offre un kit didattico, composto da una guida dettagliata per l’insegnante e una serie di slide di supporto, sviluppate con la supervisione dello psicologo Matteo Lancini e il contributo di un team di insegnanti.
Il progetto offre l’opportunità di integrare le ore di Educazione Civica con attività didattiche mirate a sviluppare competenze trasversali fondamentali: dal pensiero divergente, che valorizza diversità, unicità e immaginazione, alla motivazione e all’impegno; dall’accettazione del fallimento e la resilienza alla conoscenza di sé, per promuovere la consapevolezza delle proprie inclinazioni e aspirazioni come basi per il proprio sviluppo personale.
Entro il 16 maggio 2025, gli insegnanti potranno caricare sulla piattaforma ascuolaconpandistelle.it i sogni degli alunni, creando un firmamento digitale visibile nella gallery online. Ogni sogno inviato consentirà di partecipare al contest finale, che assegnerà a una scuola vincitrice una speciale Aula dei sogni, come quelle donate alle scuole primarie dei 4 Dreamers.
Rientro a scuola dopo pausa natalizia

Stanno per terminare e già si legge la tristezza sul volto dei nostri figli. La mia, poi, a giugno affronterà l’esame di maturità, quindi sa che per lei questo rientro a scuola dopo la pausa natalizia sarà senza respiro… Le vacanze giungono al termine, ecco qualche consigli per una ripresa che non affligga troppo i piccoli.

Il rientro a scuola dopo la pausa natalizia incute quasi timore: si entra nel vivo dell’anno scolastico, come riabituare i bimbi alla routine? A darci una mano c’è Italo Farnetani che offre dieci consigli utilissimi ad Adnkronos che possiamo seguire:
Vademecum per il rientro a scuola dopo la pausa natalizia del pediatra
“La colazione è un momento molto trascurato e invece è importante perché deve fornire le energie per l’attività mentale richiesta nelle ore di scuola – avverte Farnetani – A colazione è importante quanto si mangia e il suggerimento è assecondare le preferenze di bimbi e ragazzi. Il top del gradimento è di solito la cioccolata spalmabile, utile perché fornisce energia in modo rapido. Come accompagnarla? In linea generale consiglio biscotti, l’ideale sarebbe la crostata al cioccolato, ma si può spalmare anche in un cornetto. In questa fase della giornata è importante che assumere nutrienti per l’apporto energetico. E per far funzionare il cervello vale la pena anche concedere una piccola trasgressione”.
“Altro momento clou – puntualizza il pediatra – perché fra prima colazione e spuntino si devono introdurre il 25% delle calorie giornaliere fornendo un ‘supporto energetico’ per l’apprendimento scolastico. Quindi stessa linea: anche in questo caso facciamoci guidare dai gusti del bambino. Alcuni lo spuntino lo preferiscono dolce (come il classico cornetto) e altri puntano più su pizzette o schiacciatine. Giustissima la prevenzione di sovrappeso e obesità, ma cerchiamo di far mangiare i bambini in questi due momenti della mattina proprio per poterli mettere nelle migliori condizioni di imparare e massimizzare l’attività fra i banchi. Che sia preparato a casa o acquistato mentre si accompagnano i figli a scuola, consiglio uno spuntino ‘personalizzato’, richiamo agli affetti familiari, un ‘pezzetto di casa in tasca’. E quindi no alla merenda ‘di Stato’, cioè allo spuntino fornito dalla scuola uguale per tutti”.
Quando fare i compiti a casa? “Le ore migliori – suggerisce Farnetani – vanno dalle 15 alle 18. Poi la capacità di apprendimento e memorizzazione decresce progressivamente”.
Finiti i compiti ci vuole un ultimo sforzo: “Preparare lo zainetto per il giorno dopo e metterlo da parte. Così non si deve pensare più alla scuola fino al mattino successivo”.
“Mai studiare di notte, è un momento in cui l’organismo si sta preparando al periodo di sonno perciò è quello di più basso apprendimento. Accanirsi sui libri è uno sforzo inutile è dannoso“, ammonisce Farnetani.
“E’ importante che bambini e adolescenti pratichino un’ora di sport al giorno almeno per 5 giorni alla settimana”, evidenzia l’esperto.
“Contrariamente a quanto qualcuno crede, il nuoto si può praticare anche d’inverno, e anche nei periodi più freddi. Tra l’altro, è uno sport gradito sia ai maschi che alle femmine. E’ una disciplina divertente perché richiama le vacanze al mare, ma anche importante perché è una forma di prevenzione degli incidenti al mare, soprattutto considerato che un terzo dei bambini e adolescenti non sa nuotare”, osserva Farnetani.
“Anche nei periodi più freddi è importante stare all’aria aperta. Perciò, finiti i compiti – esorta il pediatra – è bene uscire di casa sia per combattere la sedentarietà sia per combattere l’isolamento”.
E’ utile “raccomandare agli alunni l’igiene delle mani. Dopo l’aria che respiriamo è il principale veicolo di infezioni. Perciò lavarsi le mani a scuola – suggerisce il camice bianco – prima e dopo i pasti. E per chi pranza a scuola sarebbe importante potersi lavare i denti dopo il pasto”.
“Due cose che riguardano le aule: ventilazione e rumori. E’ importante aprire le finestre per garantire il ricambio dell’aria e verificare che l’aula non sia troppo rumorosa, perché gli alunni ascoltano con difficoltà l’insegnante con il rischio di diminuire l’apprendimento”.
Dipendenza schermi: vademecum bambini

I vostri figli hanno trovato un cellulare o un tablet sotto l’albero? Gli esperti danno un vademecum rvolto ai bambini per evitare loro la tanto discussa dipendenza dagli schermi. Più volte gli esperti hanno, infatti sottolineato, come danneggi i piccoli, sostenendo, inoltre di far ritardare il più possibile l’accesso ai device e ai social media. Le conseguenze sono gravi, sia sulla salute fisica che mentale dei giovanissimi.

Il vademecum per scongiurare la dipendenza dagli schermi dei bambini lo danno le neuropsicologhe Chiara Dallatomasina ed Elisa Riboni. Le fondatrici di Bebicon, uno spazio Instagram di condivisione e di consigli sullo sviluppo dei bambini, sono anche autrici del libro “Giochiamo a scoprire il mondo”(Rizzoli). “In un mondo sempre più immerso nella tecnologia e nei device diventa sempre più difficile trovare la ‘giusta’ distanza tra limiti e potenzialità”, dicono al Corriere della Sera.
Le dottoresse hanno elaborato un vademecum per i bambini contro la dipendenza dagli schermi, un decalogo per un uso consapevole degli strumenti tecnologi.
- No agli schermi sotto i 2 anni d’età
“Le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomandano di non esporre i bambini agli schermi sotto i 2 anni di età. Il cervello dei nostri bambini si nutre di esperienze attive e relazioni”, confermano le neuropsicologhe. L’Oms ricorda che dai 2 ai 4 anni i bimbi non dovrebbero essere mai lasciati per più di un’ora a guardare passivamente lo schermo televisivo o di altro genere, come cellulari e tablet.
2. Giocare è meglio
“Il gioco attivo, il movimento, lo sport e le attività condivise aiutano lo sviluppo sociale, emotivo e cognitivo diventando delle ottime alternative agli schermi”.
3. Regole chiare e condivise
“Prima di regalare un device è importante stabilire e condividere le regole di utilizzo: il tempo, le modalità e i contenuti consentiti. Un vero e proprio “contratto” da poter condividere con l’intera famiglia”.
4. Favorire un utilizzo attivo
“Il tempo davanti a uno schermo può rimanere un tempo condiviso dove possiamo interagire con i bambini facendo domande, chiedendo opinioni ed evitando una mera fruizione passiva fatta di continui salti da un contenuto a un altro”.
5. Il tempo scorre
“E’ importante stabilire un tempo giornaliero di utilizzo (per esempio non più di un’ora per i bambini di 3-4 anni e meno di due ore per i più grandi). Questo rende i bambini anche più consapevoli di quanto spesso il tempo soggettivo di fronte ad uno schermo non coincide con quello oggettivo”.
6. Noi genitori siamo i primi modelli
“I bambini apprendono osservando ciò che li circonda. Diventiamo dunque un buon esempio di un utilizzo consapevole della tecnologia e dei device preservando i momenti in famiglia e mettendo gli smartphone nel cassetto”.
7. Mangiare, non guardare
“Il momento del pasto è un tempo di scambio e relazione ed è importante preservarlo. Mangiare davanti a un device può portare i bambini a spostare la propria attenzione dal cibo, riducendo la consapevolezza delle sensazioni di fame e sazietà”.
8. Non prima di dormire
“Il momento dell’addormentamento è un passaggio delicato dalla veglia al sonno e necessita di attività che aiutino i bambini a rilassarsi. L’uso di device e schermi porta spesso a un’ipereccitazione che può rendere più difficile addormentarsi e interferire con la qualità del sonno”.
9. I contenuti: conoscere per affrontare
“Prima di vietare o permettere è fondamentale conoscere. Guardiamo e scopriamo dunque i video, i giochi, le app e i siti che i nostri bambini utilizzano impostando il ‘parent control’, ma senza dimenticare che il nostro controllo attivo non è sostituibile”.
10. Se ne può parlare: stop ai tabù
“E’ importante riempire di significato parole come dipendenza, cyberbullismo, adescamento online e tante altre per aiutare i nostri figli a riconoscerne i segnali e aprire il dialogo con l’adulto”.
Pranzo Capodanno con bambini: regole buona educazione

Le regole di buona educazione valgono sempre, al pranzo di Capodanno con i bambini, dopo un cenone si spera divertente, ancora di più. Sia che andiate da vostri famigliari, che invitati da amici. E’ basilare avere un’etichetta comportamentale impeccabile.

La pranzo di Capodanno con bambini tra le regole di buona educazione c’è quella di non presentarsi con largo anticipo, magari impazienti. Diventa tutto imbarazzante se non è ancora pronto e soprattutto i piccoli potrebbero annoiarsi presto.
Altra tra le regole di buona educazione per il pranzo di Capodanno con bambini è evitare che i vostri figli comincino a girovagare per la casa e quindi le varie stanze o, ancora peggio, a toccare e prendere tra le mani oggetti vari. Potrebbero inavvertitamente causare guai o rompere qualcosa, quindi cercate di fare in modo che rimangano tranquilli e buoni, magari creando un diversivo apposito per loro.
A tavola si sta seduti, uno strappo per alzarsi può esserci tra una portata e l’altra, ma senza esagerare.
Niente telefonini o tablet davanti allo sguardo, cercate di non escluderli dalla conversazione, rendeteli vostri complici. E fate loro mangiare quel che viene messo nel piatto, porzioni da bambini, appunto, senza troppo abbondare. Dopo il cibo, magari, organizzate giochi con loro, carte o società, così che non si sentano messi in disparte.