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Colichette: contatto pelle mamma-neonato fa bene

Set 21
Scritto da Annamaria avatar

    Temete le cosiddette colichette del bebè, quelle per le quali urla e strepita e sta male? Sappiate che il contatto pelle a pelle mamma-neonato fa bene, migliora le funzionalità dell’intestino del piccolo, una nuova ricerca italiana lo sottolinea.

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    Il contatto pelle a pelle mamma-neonato, subito dopo il parto, ha tantissimi effetti positivi, che fa bene si sa da tempo. Ora si aggiunge anche questo. Lo studio è stato svolto dall’Università di Bari in collaborazione con la Neonatologia dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Melfi diretta dal dottor Saverio De Marca. Il semplice contatto pelle a pelle dopo il parto pare dimezzare l’incidenza complessiva di questi disturbi e proteggere i due terzi dei bimbi dal rischio di colichette.

    “I benefici del contatto pelle a pelle sono evidenti — commenta Mariella Baldassarre, professore associato di Pediatria all’Università di Bari — I risultati di questo primo studio rappresentano il punto di partenza per la raccolta di dati ulteriori su gruppi di pazienti più numerosi. E occorrerà indagare e chiarire i meccanismi grazie ai quali questa pratica contrasta i fattori all’origine dei disturbi funzionali gastrointestinali e, in particolare, delle coliche”.

    Del resto cervello e intestino sono collegati dal microbiota. E’ per questo che, evidentemente il contatto pelle a pelle mamma-neonato fa bene per le colichette.  La ricerca ha previsto il reclutamento di 160 neonati sani, partoriti a termine per via vaginale. Sono stati divisi in due gruppi tra coloro che avevano beneficiato dello skin to skin contact e quelli che non ne avevano beneficiato. 

    I piccoli sono poi stati monitorati a 1, 3 e 6 mesi di vita. lo è stato fatto con questionari per la raccolta di dati. Sia quelli sull’allattamento materno sia quelli sui FGID nella prima infanzia. “Per quanto riguarda la prevalenza dell’allattamento esclusivo al seno a tre mesi di età, è emerso che il 70,9% dei bimbi sottoposti alla procedura erano nutriti solo con latte materno, contro il 53,1% degli altri. ‘E ciò avvalora l’ipotesi secondo cui il tempestivo contatto skin to skin rappresenti un viatico ottimale per il corretto avvio delle poppate al seno’, commenta la professoressa Baldassarre”, si legge sul Corriere della Sera.

    Per la prevalenza dei disturbi funzionali gastrointestinali, si è visto che tra i 160 bambini, 82 hanno poi presentato almeno un disturbo. Secondo quanto definito dai criteri più aggiornati. Oltre la metà dei bambini (per la precisione il 51,25%) è stata interessata da uno o più disturbi. Ma le proporzioni sono risultate significativamente a discapito dei bimbi privati del contatto di pelle alla nascita. Quelli che hanno poi presentato un problema in una quota cospicua di casi, pari al 62,9%, contro il 39,2% degli altri”, continua

    E ancora: “Se poi si passa all’analisi specifica delle coliche, si è visto che l’effetto protettivo del contatto skin to skin è ancora più consistente. Ne riduce l’incidenza al 7,6% contro il 22,2% dell’altro gruppo”.

    Troppo zucchero in gravidanza: bimbi a rischio

    Giu 28
    Scritto da Annamaria avatar

    Il troppo zucchero in gravidanza mette i bimbi a rischio asma e allergie. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sull’European Respiratory Journal.

    I ricercatori hanno messo sotto esame 9.000 donne in gravidanza all’inizio degli anni ’90. I loro figli sono stati testati per l’asma e le allergie comuni, come gli acari della polvere, i gatti e l’erba, all’età di 7 anni. Alle gestanti, incinta, hanno chiesto di fornire informazioni sul consumo settimanale di vari alimenti, inclusi zucchero, caffè e tè. Gli esperti, grazie alle risposte date, hanno calcolato l’apporto di zucchero aggiunto, escludendo gli zuccheri naturali presenti nelle frutta, verdura o latticini.

    I risultati ottenuti sono stati abbastanza chiari: troppo zucchero in gravidanza mette i bimbi a rischio asma e allergia. Lo studio sottolinea quindi, nero su bianco, la possibilità che l’elevato consumo di zucchero in gravidanza sia alla base dell’aumento dell’infiammazione nei tessuti polmonari in via di sviluppo dei piccoli. E’ per questa ragione che i bimbi sono a rischio, più inclini alle allergie. L’infiammazione legata ai processi di glicazione è, infatti, strettamente correlata allo sviluppo di malattie allergiche. 

    Evitate gli zuccheri aggiunti. Anche in Italia, non solo negli Usa, l’aumento del consumo di zucchero è vertiginosa. Leggete sempre le etichette dei prodotti che acquistate per essere sicure di quel che mangerete.

    Microbiota da madre a figlio anche con cesareo

    Giu 15
    Scritto da Annamaria avatar

    Il microbiota può passare da madre a figlio anche con il parto cesareo, un nuovo studio lo dimostra. La ricerca, pubblicata su Cell Host & Microbe sottolinea come il trasferimento del microbiota intestinale sia possibile anche con parto cesareo. Dimostra anche come i batteri “buoni” siano associati allo sviluppo del sistema immunitario del neonato.

    macrobiota da madre a figlio anche con cesareo

    Yan He, ricercatore presso la Southern Medical University di Guangzhou in Cina, con il suo team per lo studio ha fatto un esperimento. Ha strofinato labbra, pelle e mani di 32 bambini nati con taglio cesareo utilizzando una garza imbevuta del liquido vaginale delle mamme , mentre ad altri 36 neonati , sempre ventui al mondo con cesareo, è stato fatto lo stesso ma utilizzando una garza imbevuta di soluzione fisiologica. Il risultato è stato sorprendente.

    A sei settimane dalla nascita, i neonati che avevano ricevuto il microbiota materno con la garza imbevuta avevano una percentuale maggiore di batteri intestinali rispetto agli altri. Questo ha dato la conferma che i ricercatori volevano: i batteri vaginali materni avevano raggiunto e colonizzato l’intestino dei bambini che avevano condizioni di microbiota paragonabili ai neonati nati per via vaginale. Il microbiota era passato da madre a figlio anche con il parto cesareo.

    La ricerca non si è fermata a questo. Gli esperti hanno cercato anche di valutare il neurosviluppo di questi bambini a 3 e a 6 mesi dalla nascita. Si è notato come le capacità di emettere semplici suoni e eseguire piccoli movimenti dei piccoli fossero più sviluppate nei bambini che avevano ricevuto il microbiota materno rispetto agli altri. “Non sappiamo esattamente in che modo i batteri intestinali influenzino il neurosviluppo. Ma ci sono prove indirette che mostrano che alcuni metaboliti microbici sono correlati alle condizioni di sviluppo. Speriamo che questo studio possa fornire indicazioni per la ricerca. In particolare vogliamo indagare se il microbiota vaginale materno è in grado di ridurre il rischio di disturbi del neurosviluppo nei bambini. Parlo dei disturbi da deficit di attenzione, iperattività e disabilità intellettive”, sottolinea Yan He. Da madre a figlio: il microbiota è molto importante.

    Qualità della vita in gravidanza

    Mag 24
    Scritto da Annamaria avatar

    La qualità della vita in gravidanza è fondamentale. Uno studio pubblicato su BMC pregnancy and childbirth ha valutato i fattori socio-demografici, fisici e psicologici associati alla qualità della vita delle donne in gravidanza nei Paesi sviluppati. Emerge un quadro assai chiaro.

    La qualità della vita è maggiore nelle donne in gravidanza se sono in età media materna, se sono al loro primo parto, se hanno un’età gestazionale precoce, se c’è assenza di problemi social ed economici, se sono presenti famigliari e amici, se fa esercizio fisico, se prova felicità per la gravidanza e ottimismo. (altro…)

    Bambini Italiani eccellono nella lettura

    Mag 18
    Scritto da Annamaria avatar

    Non lo si poteva pensare, invece è proprio così. I bambini italiani eccellono nella lettura. Per loro risultati sopra la media Ue. A 9 anni i bambini sanno leggere un testo e comprenderlo correttamente. Il Progress in International Reading Literacy Study (PIRLS) a cui, per la quinta volta, ha partecipato anche l’Italia, lo sottolinea nero su bianco.

    PIRLS è un’indagine internazionale – promossa dalla IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) e diretta dal TIMSS & PIRLS International Study Center presso il Boston College – sulla literacy in lettura degli studenti al quarto anno di scuola primaria (circa 9 anni di età); viene condotta ogni 5 anni a partire dal 2001, fornendo così informazioni su un trend di 20 anni.  (altro…)

    Bambini nati con parto naturale microbiota più efficiente

    Dic 16
    Scritto da Annamaria avatar

    Il parto cesareo rende i piccoli più fragili. Secondo uno studio dell’università di Edimburgo, i bambini nati con parto naturale hanno un microbiota più efficiente.

    Il microbiota è importantissimo,  è l’insieme di tutti i microrganismi che risiedono nella mucosa del nostro intestino dalla nascita e per tutta la vita. I bambini nati con parto naturale lo hanno migliore rispetto a quelli venuti al mondo con il taglio cesareo, più efficiente. (altro…)

    Gravidanza: età padre non importante

    Lug 22
    Scritto da Annamaria avatar

    L’età del padre non è importante, non incide sulle aspettative di una gravidanza serena. Due ricerche condotte da Ivi internazionale specializzata in riproduzione assistita, regalano un messaggio positivo per chi prova a rimanere incinta con fecondazione assistita e ha un partner non più giovanissimo.

    L’età del padre in una gravidanza non è importante. “L’età paterna non influisce sugli esiti ostetrici e perinatali nei trattamenti di riproduzione assistita con i propri ovociti. A questo punto, e nonostante diversi studi suggeriscano la soglia dei 40 anni per considerare l’età paterna come ‘avanzata’, riteniamo opportuno rivedere questo limite in base ai risultati attuali”, sostiene Mauro Cozzolino, specialista in Medicina della riproduzione di Ivi Roma all’Adnkronos. (altro…)

    Ovuli delle donne scelgono spermatozoi

    Giu 03
    Scritto da Annamaria avatar

    Alcune coppie, nonostante non ci sia nulla che non vada clinicamente, non riescono ad avere bambini. Una spiegazione sembra esserci: gli ovuli delle donne scelgono gli spermatozoi. Il partner o la partner potrebbero essere ‘sbagliati’, non compatibili l’una con l’altro.

    Una ricerca dell’università di Stoccolma, coordinata da John Fitzpatrick e pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, spiegherebbe quindi il perché delle coppie insieme risultino poco fertili:  gli ovuli delle donne ‘scelgono’ gli spermatozoi, anche dopo il aver fatto sesso.  (altro…)