I ragazzi italiani sempre più tesi

La colpa è della tecnologia e dei pasti frequenti consumati nei fast food, ma anche della mancanza di sonno e pure di uno stile di vita sedentario. I ragazzi italiani sono sempre più tesi.
A lanciare l’allarme a Bologna dalla SIIA, Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa. “Non esiste una nuova malattia chiamata ‘ipertensione giovanile’ – spiega il Presidente Claudio Borghi, del Sant’Orsola Malpighi di Bologna – il problema è che questa condizione oggi compare molto in anticipo, talvolta 5/10 anni prima rispetto al passato, per effetto dei nuovi stili di vita e dello stress“.
“Per affrontare il problema dell’ipertensione nei giovani oggi non basta più l’approccio tradizionale, serve capire com’è cambiata la loro vita – prosegue il Prof. Massimo Volpe, dell’Università La Sapienza di Roma, Ospedale Sant’Andrea – Ad esempio, in media, i ragazzi italiani mangiano fuori tra le 8 e le 10 volte a settimana: questo impedisce di controllare l’assunzione di sodio e grassi. Non mi stupireise l’età media in cui si manifesta la condizione si abbassasse ulteriormente”. Proprio per monitorare la situazione partirà iGame, uno studio che esaminerà un campione tra i 4mila e i 6mila soggetti. “Noi monitoriamo i ragazzi tra i 18 e i 35 anni – conclude il Prof. Volpe – ma sono preoccupato anche per i tredicenni, che ormai utilizzano strumenti informatici per un numero spropositato di ore. Anche perché la condizione potrebbe manifestarsi a quarant’anni, come conseguenza di un’adolescenza in cui si è condotto uno stile di vita sbagliato”.
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