8 regole anti invecchiamento

Iniziamo a morire nel momento in cui veniamo al mondo: è una dura realtà. Ma è comunque vero che l’età anagrafica può essere assai differente da quella biologica: 8 regole anti invecchiamento ci aiutano a sentirci bene e a essere in salute.

L’American Heart Association (AHA) a Philadelphia, in Pennsylvania ha individuato 8 regole anti invecchiamento, comportamenti che regalano, se messi in pratica, un’età biologica di circa sei anni in meno. Per stabilirle hanno valutato i dati di 6500 adulti con un’età media di 47 anni.
L’AHA ha chiamato queste 8 regole anti invecchiamento “Life Essential 8”. “Una maggiore aderenza a tutti i parametri Life’s Essential 8 e il miglioramento della salute cardiovascolare possono rallentare il processo di invecchiamento del corpo e apportare molti benefici negli anni”, spiega Nour Makarem. E’ autore senior dello studio e assistente professore di epidemiologia presso la Mailman School of Public Health presso l’Irving Medical Center della Columbia University di New York City. “Abbiamo scoperto che una maggiore salute cardiovascolare è associata a un invecchiamento biologico rallentato, misurato mediante età biologica”, aggiunge.
Le 8 regole anti invecchiamento sono:
Seguire una dieta sana
Essere più attivi
Smettere di fumare
Dormire bene
Mantenere un peso forma
Controllare il colesterolo
Fare attenzione alla glicemia
Tenere sotto controllo la pressione sanguigna
“Questi risultati ci aiutano a comprendere il legame tra età anagrafica ed età biologica e in che modo seguire abitudini di vita sane possa aiutarci a vivere più a lungo – sottolinea Donald Lloyd-Jones, presidente del gruppo di stesura dei Life’s Essential 8 – . Tutti vogliamo vivere più a lungo. E, cosa ancora più importante, tutti vogliamo vivere in modo più sano più a lungo in modo da poter davvero godere della nostra esistenza ed avere una buona qualità di vita per il maggior numero di anni possibile”.
Torna ora solare: consigli

Io ogni volta lo vivo con grande tristezza, è più forte di me. Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023 le lancette dell’orologio si spostano indietro dalle 3 alle 2 della notte: torna l’ora solare. Questo ha anche implicazioni psicologiche. Le giornate si accorciano fortemente: è pur vero che ci si sveglia col sole già alto, ma il buio che arriva in fretta influenza in molti l’umore. Servono, dicono gli esperti, dai 3 ai 5 giorni per trovare un nuovo equilibrio. I consigli aiutano.
“La cosa migliore è adattarsi mantenendo il controllo dell’orario come elemento principale di riferimento, ovvero: se i bambini vanno regolarmente a letto alle 21.00, bisogna continuare a farlo con il nuovo orario, in modo che il tempo stesso sia l’elemento che ci aiuta a mantenere il controllo“, sottolineano i terapeuti sulle pagine di Grazia riguardo ai consigli da dare quando torna l’ora solare. “Continuiamo quindi a mangiare alla stessa ora, e a fare tutte le attività con il riferimento temporale aggiornato: questo aiuta il cervello a superare più rapidamente i sintomi del disagio”, proseguono. E ancora: “Non bisogna guardare al passato, quel vecchio orario non è più valido a livello mentale, non ha senso continuare a pensare che ora sarebbe se ci fosse ancora l’ora legale, anzi: è controproducente”.
Dato che torna l’ora solare ecco i 7 consigli che gli psicologi regalano nelle pagine del settimanale:
- Giocate d’anticipo. Alcuni giorni prima, iniziate ad avvicinare gli orari della routine di pasti e riposo con quelli futuri, in modo che il corpo inizi ad avviare un processo di adattamento. È meglio farlo sempre gradualmente.
- Regolate gli orari del riposo. Non andate a letto troppo presto e in questi giorni evitate i sonnellini pomeridiani.
- Evitate le bevande stimolanti che possono disturbare il sonno per alcuni giorni, bevete meno caffè o metteteci più latte.
- Evitate di fare molto esercizio nelle ultime ore della giornata, non fare esercizio fisico intenso dopo le 19.00, e se possibile prediligiate le prime ore del mattino.
- Evitate le cene abbondanti. Meglio mangiare qualcosa di leggero che aiuti a conciliare il sonno.
- Evitate l’esposizione serale a dispositivi elettronici. Smartphone, televisione, computer ci tengono svegli e creano difficoltà al momento di coricarsi.
- Evitate i farmaci, solo rimedi naturali. Se non si è soliti ricorrere a farmaci per dormire, questo non è un buon momento per iniziare. Piuttosto meglio praticare esercizi di rilassamento, oppure prendere rimedi naturali (come la camomilla, la melissa o la passiflora).
Se proprio però vi serve un integratore, sul mercato c’è una novità. Nutrifarma ha messo a punto due nuovi integratori alimentari. Sono due prodotti completamente naturali che sfruttano l’eccezionale sinergia tra fattori micronutrizionali estratti da vegetali accuratamente selezionati e studiati. Sono entrambi dedicati al miglioramento della qualità del sonno. Epinox Fast (a rilascio veloce) e Serenox Retard (a rilascio prolungato) sono assumibili in modo individuale o congiunto. Perché se utilizzati in forma complementare agiscono in modo ottimale.
Carenza magnesio sintomi

Il magnesio è importantissimo per il nostro organismo. Come si riconosce la carenza di questo minerale essenziale? I sintomi li svela il nutrizionista Luca Di Tolla al Corriere dello Sport.

Uomini e donne, in adolescenza o in età adulta: tutti hanno bisogno del magnesio. I sintomi di carenza sono evidenti: “Eccessivo senso di affaticamento, stanchezza, inappetenza, nausea, vomito, sono tra i primi sintomi della carenza di magnesio. La colite ulcerosa (infiammazione intestinale) e la stanchezza cronica sono quasi sempre associate a bassi livelli di magnesio. Altri possono invece per insonnia, lieve depressione, confusione, emicrania aritmia e, in certi casi, addirittura convulsioni”.
“Il magnesio è un minerale essenziale che interessa numerosissimi aspetti del funzionamento del nostro organismo, in quanto interviene in circa 300 processi metabolici differenti. Questo minerale è presente infatti nella maggior parte delle cellule del nostro corpo ed è per questo motivo che la carenza di magnesio ha moltissimi effetti negativi, di cui, purtroppo, è semplice accusare i sintomi”, spiega Di Tolla.
“Il magnesio è essenziale, essendo coinvolto nella gran parte delle funzioni biologiche che coinvolgono i muscoli, i nervi, l’apparato digerente e quello cardiaco. Ha inoltre un ruolo chiave anche nell’assorbimento del calcio, del sodio, del fosforo, del potassio e della vitamina D. Questo minerale costituisce anche un validissimo aiuto nella cura dell’aritmia, in quanto tende a mantenere costante il battito cardiaco ed aiuta ad abbassare la pressione sanguigna e a ristabilire l’equilibrio del sistema nervoso. Assieme alla vitamina D e al calcio, il magnesio è un valido supporto nella prevenzione o nella cura dell’osteoporosi”, chiarisce ancora l’esperto.
“L’integrazione di magnesio è utilizzata o suggerita per trattare stati d’ansia e nervosismo e/o attacchi di panico: avendo un effetto calmante sulle cellule nervose. Trattare disturbi gastrici/intestinali, aiutando la peristalsi, attenua stati infiammatori e riporta ad un equilibrio del PH dell’intestino. Viene consigliato in caso di stipsi. Mantenere la salute ossea ed evitare infiammazioni. Essendo impiegato nella fissazione del calcio sia a livello di organi interni, sia a livello di tessuti, permette di evitare malattie legate all’invecchiamento, stati infiammatori e di contrastare le calcificazioni”, continua il nutrizionista.
E ancora: “Problemi di digestione. Questo minerale rende efficienti gli enzimi addetti al corretto assorbimento dei nutrienti, favorendo, di fatto, la digestione dei cibi. Migliorare il metabolismo. Il magnesio riporta un equilibrio cellulare, evita così scompensi che provochino un aumento di trigliceridi nel tessuto adiposo e, anzi, aumenta la lipolisi (il processo con cui vengono “bruciati” i grassi). Ridurre la concentrazione di glucosio nel sangue: il magnesio influenza l’insulina, l’ormone che regola la glicemia. Favorire la sintesi proteica e costruzione della massa muscolare; fondamentale nella riparazione e nella costruzione di cellule muscolari. Coadiuvare l’organismo in periodi di stress e stanchezza: essendo un cofattore di enzimi coinvolti nella produzione di energia nei mitocondri, aiuta a sentirsi meno affaticati dopo le sessioni di allenamento, dando più energia e garantendo un recupero migliore e prevenire i crampi”.
Dove si trova? “Nei cibi ricchi di magnesio che sono: semi di sesamo, legumi, cacao, datteri, spinaci, noci, riso integrale, cereali integrali, semi di zucca, banane. Per gli uomini adolescenti e adulti il range consigliato è di 270-400 mg/giorno, mentre per le donne adolescenti e adulte il range raccomandato è di 280-300 mg/al giorno”.
Fenotipi obesità

I fenotipi dell’obesità aiutano a curare la malattia cronica, recidivante, multifattoriale, la cui prevalenza continua ad aumentare in tutto il mondo. Il problema esiste. L’accettazione di sé è importantissima, i modelli sbagliati di perfezione non vanno seguiti perché non esistono. Ma l’obesità è una malattia notevolmente eterogenea e la perdita di peso sostenuta con gli attuali paradigmi di trattamento rimane una sfida nella pratica clinica.

Nel mondo dal 1980 l’obesità è più che raddoppiata, tanto da essere definita una epidemia globale dall’OMS. Anche al VI Congresso Nazionale della SINuC si affronta l’argomento alla luce delle più recenti evidenze.
“L’eterogeneità tra i pazienti con obesità è particolarmente evidente nella risposta di perdita di peso agli interventi sull’obesità, come diete, farmaci, dispositivi e interventi chirurgici. E’ ormai assodato che l’approccio di diminuire l’apporto calorico e aumentare il movimento è inefficace e superato”, spiega il Professor Maurizio Muscaritoli Presidente SINuC. “Non possiamo più ignorare che proprio l’eccesso di peso sia responsabile di circa 70mila morti evitabili l’anno solo nel nostro Paese”, sottolinea.
“La novità è aver catalogato l’obesità in quattro ‘fenotipi’ ossia il complesso delle caratteristiche di un organismo che risultano dall’interazione fra la sua costituzione genetica e l’ambiente. Sono: cervello affamato (sazietà anormale), fame emotiva (mangiare edonico), intestino affamato (sazietà anormale) e combustione lenta (rallentamento del tasso metabolico)”, precisa Muscaritoli.
· Cervello affamato – principalmente controllato dall’asse cervello-intestino e necessità di maggiori calorie per raggiungere la pienezza e la sazietà;
· Fame emotiva – desiderio di mangiare per far fronte a emozioni positive o negative, comportamento ‘edonico’;
· Intestino affamato – durata anormale della pienezza con svuotamento gastrico più rapido;
· Combustione lenta – diminuzione del tasso metabolico.
Capire come e perché alcune persone accumulano peso è stato un obiettivo degli scienziati allo scopo di scardinare il meccanismo patologico e trovare strategie per riportare al peso considerato normale. In uno studio apparso su Obesity in una coorte di pazienti a cui erano stati prescritti farmaci antiobesità, l’approccio terapeutico guidato dal fenotipo è stato associato a una maggiore perdita di peso di 1,75 volte dopo 1 anno. La percentuale di pazienti che hanno perso >10% a 1 anno è stata del 79% rispetto al 34% con il trattamento generico. Identificare i fenotipi di obesità basati sulla fisiopatologia e sul comportamento può portare ad interventi mirati e più efficaci. E migliorare i risultati di perdita di peso.
I nuovi farmaci antiobesità (AOM) hanno un tasso di risposta variabile di perdita di peso e rappresentano una interessante opzione. In una meta-analisi, la percentuale di pazienti che hanno perso più del 10% con AOM variava dal 20% al 54% rispetto al 9% dei soggetti del gruppo placebo con una perdita di peso a 1 anno tra 2,6 a 8,8 kg. Si è però capito che la risposta precoce, definita come perdita di peso >5% nei primi 3 mesi, è l’unico predittore di perdita di peso a lungo termine con i farmaci.
“L’obesità è una forma di malnutrizione per eccesso – spiega il Professor Alessio Molfino, Professore Associato di Medicina Interna alla Sapienza di Roma –. Ha una origine che riconosce fattori alimentari, genetici, emotivi, sociali, per questo risulta così difficile intervenire. Esiste una stretta relazione tra sistema digestivo e sistema nervoso centrale chiamato asse intestino- cervello. L’equilibrio di questa via di comunicazione può essere alterata da numerosi fattori. Su questa complessità si innestano i fenotipi il cui riconoscimento permette una medicina sempre più personalizzata. I diversi fenotipi mostrano comportamenti peculiari”.
Il fenotipo riconducibile al cervello affamato spinge ad una assunzione elevata di calorie prima di raggiungere la pienezza e la sazietà. Quello relativo invece alla fame emotiva mostra livelli più elevati di ansia, depressione e alimentazione guidata dalle emozioni oltre a livelli più bassi di autostima e una peggiore immagine corporea rispetto agli altri fenotipi.
I soggetti con fenotipo intestino affamato mostrano un più accelerato svuotamento gastrico. Circa del 30% per i cibi solidi e del 22% per i liquidi nelle femmine. Nei maschi lo svuotamento gastrico medio è accelerato del 38% per i solidi e del 33% per i liquidi. Quindi tendono ad alimentarsi più spesso. I soggetti con fenotipo a combustione lenta, identificabili in un metabolismo rallentato, mostrano una massa muscolare inferiore e una minore predisposizione all’attività fisica. Ovviamente è possibile che gli individui mostrino fenotipi misti. O non appartengano a nessuno di questi quattro gruppi. Ma l’identificazione di modelli biologici è importante per un approccio personalizzato.
Mandorle aiutano a perdere peso

Le mandorle, quelle naturali, non salate, e con la buccia, aiutano a perdere peso. La frutta secca è un vero toccasana, ora uno studio certifica ancora maggiormente quanto facciano bene, sia agli adulti che ai bambini. Sembrerebbe migliorino anche la salute cardiometabolica.
Le mandorle in una dieta ipocalorica vanno mangiate. Anche nell’alimentazione del piccoli vanno incluse: aiutano a perdere peso e contribuiscono a migliorare la salute cardiometabolica. Un team dell’University of South Australia, guidato da Sharayah Carter, lo ha evidenziato su Obesity.
La ricerca fatta ha esaminato gli effetti delle diete ipocaloriche su 106 partecipanti intenti a seguire un programma alimentare di nove mesi. Questo programma per tre mesi è stato composto da una dieta ipocalorica per perdere peso. Per i successivi sei mesi da una dieta a basso consumo energetico per mantenere il peso raggiunto. “In entrambe le fasi la metà dei partecipanti riceveva il 15% dell’apporto energetico da mandorle intere, non salate, con la buccia, mentre l’altra metà assumeva il 15% dell’apporto energetico da snack ricchi di carboidrati, come gallette di riso o barrette di cereali. In entrambi i gruppi si registrava una riduzione del peso corporeo di circa sette chili. Tuttavia, nel gruppo che consumava le mandorle, si sono verificati cambiamenti statisticamente significativi in alcune sottofrazioni lipoproteiche altamente aterogene, con un miglioramento della salute cardiometabolica a lungo termine”, si legge su Quotidiano Sanità, che riporta i risultati dello studio.
“La frutta secca, come le mandorle, è un ottimo spuntino – ha spiegato Sharayah Carter – Le mandorle sono ricche di proteine, fibre, vitamine e minerali. Inoltre contengono grassi insaturi che possono migliorare i livelli di colesterolo nel sangue alleviare l’infiammazione e contribuire alla salute del cuore”. Aiutano a perdere peso e fanno bene.
La frittura fa bene

Mia mamma, quando ero bambina, mi diceva sempre di non mangiarla perché faceva male al fegato. La frittura in realtà fa bene. E’ un metodo di cottura che deve far parte di na dieta sana, sia per quanto riguarda gli adulti che i bambini. Così sottolineano i nutrizionisti.

La frittura fa bene, possiamo sorridere e anche i piccoli sono liberi di farlo, finalmente! Migliora il funzionamento del fegato stimolandone le funzioni depurative e le capacità metaboliche. Se è ben fatta, è leggera, in quanto la crosticina impedisce che gli alimenti siano inzuppati di olio. C’è poi la carta assorbente che ne elimina l’eccesso. E assorbe una quantità di grassi non superiore al 10%, quindi una patata lessa è più calorica di una patatina fritta.
“Quando la frittura è fatta con una pastella di sola acqua e farina (senza l’aggiunta di uovo) risulta del tutto priva di colesterolo. In realtà non solo la frittura non apporta colesterolo ma può addirittura contribuire a farlo diminuire, andando a stimolare l’unica via metabolica che possediamo per eliminarlo: ovvero la produzione e secrezione di bile. I sali biliari che la compongono, infatti, sono prodotti a partire dal colesterolo; quando mangiamo una frittura il fegato riceve un potente stimolo a secernere bile nell’intestino; di questa, una parte verrà riassorbita, e un’altra sarà eliminata con le feci, contribuendo così alla rimozione di una quota di colesterolo”, si legge sul Gambero Rosso.
Non fa affatto male al fegato: “Quando mangiamo la frittura, inoltre, diamo al fegato la possibilità di eliminare attraverso la bile le tossine cosiddette ‘liposolubili’, assunte dall’ambiente o prodotte dai nostri metabolismi, che, sciogliendosi solo nei grassi, non potremmo mai espellere attraverso le urine o il sudore”. Inoltre non è tossica, mantiene l’integrità dell’alimento. La si può consumare 1 o 2 volte la settimana, soprattutto se fatta ad hoc in casa con olio d’oliva. La frittura fa bene, quindi preparatevi a leccarvi i baffi.
Covid: nuove regole scuola

I contagi da Covid, come ogni autunno, tornano a salire e subito ci si preoccupa. Con il ritorno a scuola, pur non essendosi più alcuna emergenza, per tutelare i piccoli, ma pure chi ha fragilità bisogna seguire le nuove regole.

Le misure anti Covid non esistono più, anche per la scuola è lo stesso: le nuove regole sono in realtà indicazioni, consigli. Il Consiglio dei Ministri del 7 agosto 2023 ha approvato un provvedimento (Decreto-legge 10 agosto 2023 , n. 105), che abroga il divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora alle persone sottoposte alla misura dell‘isolamento perché risultate positive al Covid-19, come era previsto dal Decreto legge 52 del 2021 all’articolo 10 ter. Quindi non esiste alcun obbligo di quarantena per chi risulta positivo al tampone.
Il Ministero della Salute l’11 agosto ha pubblicato una circolare che dà comunque nuove regole a una persona che contrae il Covid. Si consiglia di indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie, mascherina chirurgica o FFP2, se si entra in contatto con altre persone. Se si è sintomatici, l’indicazione è di rimanere a casa fino al termine dei sintomi. Si consiglia anche vivamente di applicare una corretta igiene delle mani e di evitare ambienti affollati.
L’Associazione presidi è intervenuta sull’argomento contagi Covid per quel che riguarda la scuola. Mario Rusconi non parla di nuove regole, ma fa sapere che “l’indicazione che arriva dai presidi ai professori e bidelli è quella di evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola. In molte scuole poi a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel disinfettante”. Rusconi spiega che “l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è consigliato ai docenti e alunni con fragilità . Il nostro è un invito in quanto l’utilizzo non è obbligatorio”.
Covid: sintomi variante Eris

Tutti abbiamo dimenticato quasi l’uso della mascherina. Eppure i casi di Covid sono in aumento e hanno raggiunto il 41,9% in poco tempo. Ecco i sintomi più comuni della variante Eris, che ora domina.

L’Istituto Superiore di Sanità in merito ai tanti casi stoppa gli allarmismi sulla variante Eris. “E’ caratterizzata da un notevole incremento, rappresentando la cosiddetta variante di interesse (VOI) maggiormente rilevata in Europa, Stati Uniti e Asia. Ma niente allarmismi. Ad oggi, infatti, non si evidenziano rischi addizionali per la salute pubblica rispetto alle varianti già in circolazione”. Poi l’ISS parla dei sintomi.
Tra i sintomi che Eris, ultima variante del Covid, può generare, si possono trovare soprattutto disturbi delle vie respiratorie superiori, come mal di gola, tosse secca, congestione e naso che cola, mal di testa, voce rauca, dolori muscolari e articolari. Nel complesso il virus colpisce ancora principalmente il sistema respiratorio ma, poiché è mutato nel corso della pandemia, alcuni sintomi sono diventati più comuni e altri meno. Per esempio, quando il Covid è emerso, nel 2020, la perdita del gusto e dell’olfatto era un sintomo comune. Ora, più di tre anni dopo, è notevolmente diminuito nella popolazione. Nel contempo, anche i problemi gastrointestinali, come nausea, vomito e diarrea, sembrano essere diventati meno diffusi, pure in questa ultima variante.
In Italia per il momento non c’è da tremare. Ricordate però sia importante proteggere soprattutto le persone che hanno già alcune patologie e per le quali prendere il Covid rappresenta un grave rischio.