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Gravidanza: cosa non fare se la desideri

Gen 10
Scritto da Annamaria avatar

Cosa non fare se la desideri? Per chi vuole la gravidanza ci sono comportamenti da non adottare, piccoli accorgimenti da seguire, per far sì che sia più facile rimanere incinta, comportamenti da mettere in atto quando si vuole diventare mamma.

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Una cosa da non fare quando si parla di gravidanza se la desideri è sicuramente non fumare e non bere alcolici e mangiare sano, perché anche il peso ha la sua parte. Se si decide di rimanere incinta, bisognerebbe già essere normopeso, per evitare complicazioni. L’obesità materna infatti è correlata a possibili malattie sia della donna che del feto.

Da qui pare ovvio che un’altra cosa da non fare se la desideri questa gravidanza è dare sfogo alla fame, soprattutto a quella nervosa, che attanaglia alcune di noi sotto stress. Prediligere una dita alimentare sana ed equilibrata.

Se si vuole una gestazione fare controlli medici adeguati, non trascurare la propria salute. Importante anche verificare sempre quali vaccinazioni siano state fatte e nel caso provvedere. Ad esempio, se non si è ancora avuta la rosolia, bisogna provvedere a fare il vaccino prima della gravidanza.

Orizzonte sesso: non serve farlo ripetutamente, in modo meccanico e sfibrante. I rapporti completi devono esserci possibilmente durante il periodo dell’ovulazione, che si può controllare facilmente o con precisi calcoli o con un termometro basale.

Per avere un bambino, se non arriva subito, mai darsi colpe o essere vittime di stress, che è peggio. E aspettare prima di correre da uno specialista. Ma se, dopo mesi o peggio, anni, non arriva, allora sì che occorre affidarsi a un medico.

Gravidanza e lavoro: discriminazione

Gen 04
Scritto da Annamaria avatar

Gravidanza e lavoro nel 2024 non devono essere impossibili da conciliare. Se accade, e purtroppo succede, è sbagliato. Eppure su Il Giorno un lungo articolo raccoglie storie di discriminazione, sono state raccolte dai sindacati a Monza. C’è chi nasconde il pancione fino all’ultimo, altre donne fingono di essere single pur di prendere o conservare un impiego.

La parità di genere è un diritto irrinunciabile oramai. Le donne non devono essere vittime di una discriminazione becera e patriarcale, la società, in Italia, deve, obbligatoriamente, evolversi. Gravidanza e lavoro devono procedere di pari passo, i figlii non possono diventare un incubo per chi decide di metterli al mondo.

Sono tante le storie di discriminazione, però, ahimè. Quelle che raccontano che gravidanza e lavoro per alcuni datori di lavoro sono inconciliabili. Caterina, 36 anni, da 7 anni, è disoccupata: ha lavorato come operaia di produzione in una ditta poi fallita a ottobre 2018. “Ma ha fatto una decina di colloqui. E ogni volta le è stato posto come problema il fatto di essere madre”, scrive Il giornale. ”In un call center di Desio ad esempio hanno preferito prendere una signora di 61 anni che non ha figli – racconta Caterina –. Mi chiedevano sempre se avessi figli o se fossi fidanzata o sposata. Questo è successo anche alle mie sorelle di 33 e 20 anni e a molte donne che conosco. E così molte preferiscono dire che sono single”.

C’è pure la storia di Giulia, brianzola di 40 anni, assunta nel 2015 come addetta in un call center. Dopo tre mesi si è trovata a ricoprire un ruolo di maggiore responsabilità (pur mantenendo lo stesso contratto). ”Ho avuto paura di andare in maternità nel 2017 – dice – Ho tenuto nascosta la gravidanza fino all’ultimo e ho lavorato fino al nono mese. Il lavoro in sé era molto impegnativo, ero costretta a proseguirlo anche fuori dall’orario, la sera, dopo cena, anche durante assenze per malattia o festività. Sono arrivati a dirmi: ‘Metti a letto le bambine se no non farai mai in tempo a finire’”.

“Anche la 104, che avevo per diritto – prosegue –, potevo prenderla solo per qualche ora che poi avrei dovuto recuperare, e per le figlie non ottenevo permessi. Nel 2019 ho iniziato ad ammalarmi d’animo, ho perso 40 chili in due anni, e vivevo di tranquillanti”. “Nel settembre del 2022 – conclude – ho avuto un esaurimento e poco dopo mi sono dimessa per giusta causa. Grazie alla vertenza sindacale presentata con la Cisl, ho ottenuto un risarcimento tramite conciliazione. Denunciare queste realtà è possibile e non è vero che dopo la vita è finita. Ora faccio un altro lavoro e ho ricominciato a vivere”.

Tutto questo è pazzesco e non può passare sotto silenzio. Essere accettato. Chi lo subisce deve denunciare. Chi lo subisce deve ribellarsi. Bisogna continuare a lottare per far sì che le cose cambino sempre più

Benzodiazepine un rischio per fertilità

Dic 30
Scritto da Annamaria avatar

Le benzodiazepine sono un rischio per fertilità e gravidanze. I farmaci per curare stress e insonnia farebbero male. Una ricerca di Jama Psychiatry lancia un allarme contro l’uso dei medicinali nei primi mesi di gravidanza.

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Non ci sarebbero dubbi a riguardo. “Le benzodiazepine, nello specifico, inducono sensazioni di calma (ansiolitici), stordimento e sonno. Agiscono, facilitando il legame del neurotrasmettitore inibitorio (GABA) su diversi ricettori in tutto il sistema nervoso centrale. e vengono prescritte ad una percentuale piccola, ma considerevole, di donne incinte già a partire dal primo trimestre (l’1,7%, secondo una ricerca americana del 2021)”, scrive l’Adnkronos. Ma sono un rischio per la fertilità.

“Le benzodiazepine possono facilmente attraversare la barriera placentare e accumularsi sostanzialmente nei tessuti embrionali e fetali”, affermano gli autori dello studio. Sono stati guidati dal dott. Lin Chieh Meng, del Servizio di farmacia ospedaliera dell’Università Nazionale di Taiwan. “Dato il loro potenziale ruolo nei processi di proliferazione e differenziazione cellulare, è plausibile che le benzodiazepine possano causare anomalie nello sviluppo fetale, portando infine all’aborto spontaneo”, concludono i ricercatori.

“La prescrizione di benzodiazepine dovrebbe essere presa in considerazione solo dopo una valutazione approfondita dei potenziali benefici e rischi sia per la madre che per il bambino”, chiariscono i ricercatori. Sono un rischio per la fertilità e le gravidanza.

Calcolo settimane gestazione

Dic 26
Scritto da Annamaria avatar

Come si fa il calcolo delle settimane di gestazione? Una gravidanza dura 9 mesi. Quaranta settimane divise in tre trimestri. La prima visita ginecologica, che deve avvenire entro la dodicesima settimana, serve a stabilire la data dell’inizio della gravidanza e quindi anche quella del parto.

calcolo settimane gestazione

“La gravidanza la si inizia a calcolare dal primo giorno dell’ultimo ciclo mestruale, che è una data certa, a differenza di quella del concepimento che, benché avvenga 14-15 giorno dopo l’inizio del ciclo è comunque più difficile da calcolare”, chiarisce Rafaella di Pace, ginecologa, a Io Donna. E’ chiamata in causa proprio per far capire il calcolo delle settimane di gestazione

“Teoricamente si considera l’ovulazione al 14° giorno con ciclo normale di 28 giorni. Per questo le settimane sono 40 e non 36. Perché si calcolano anche le quattro settimane precedenti al test di gravidanza, quando non si sa ancora di essere incinte – aggiunge- Per questo è importante fare la prima ecografia, quella di datazione, entro la 12° settimana: è in questo momento che si può vedere se l’embrione ha le dimensione corrispondenti all’epoca gestazionale. Se così non fosse, si rifanno i calcoli del presunto parto, ovvero il giorno in cui si dovrebbe partorire finite le 40 settimane di gestazione. Durante la cosiddetta “ecografia di datazione” si può datare correttamente la gravidanza grazie alle misurazione della lunghezza cranio-caudale e al diametro biparietale del feto”.

L’ecografia di datazione è perciò basilare fa capire se le misure del bambino sono in linea con l’epoca gestazionale. “Dalla metà del secondo trimestre, attorno alla 27° settimana invece si iniziano a vedere le vere differenze, quindi tra i bimbi che tendono a crescere più velocemente e quelli che lo fanno più lentamente –  spiega la dottoressa Di Pace – Se infatti il bambino inizia a crescere poco nel secondo trimestre, può essere un segnale di una malformazione. Infine, la datazione è importante perché superare la 42° settimana all’interno dell’utero può essere pericoloso per il bambino quindi si può ricorrere al parto indotto. Ecco perché questi calcoli sono essenziali”. Il calcolo delle settimane di gestazione è importante per tutti questi fattori.

Papà: 3 mesi senza alcol per concepire

Dic 20
Scritto da Annamaria avatar

I papà che vogliono avere un bebè devono stare senza alcol per 3 mesi per concepire. Lo testimonia uno studio della Texas A&M University pubblicato su Andrology. I ricercatori, guidati da Michael Golding, grazie ai risultati hanno capito finalmente quanto sia fondamentale che le coppie che pianificano una gravidanza sapere quando smettere di bere per prevenire eventuali difetti alla nascita del piccolino.

Già le madri non dovrebbero bere. Ora è chiaro che anche i papà debbano stare 3 mesi senza alcol per concepire in tranquillità. “Quando qualcuno consuma alcol regolarmente e poi smette, il suo corpo passa attraverso l’astinenza, dove deve imparare a funzionare senza la sostanza chimica presente”, illustra Golding. E’ professore presso il Dipartimento di Fisiologia veterinaria e Farmacologia della School of Veterinary Medicine & Biomedical Sciences. “Abbiamo scoperto – sottolinea – che gli spermatozoi di un futuro padre sono ancora ‘influenzati’ negativamente dal bere anche durante il processo di astinenza, per questo serve molto più tempo perché lo sperma torni alla normalità. Durante l’astinenza, il fegato sperimenta uno stress ossidativo perpetuo e invia un segnale in tutto il corpo maschile”.

“Il sistema riproduttivo interpreta quel segnale e dice: ‘Oh, stiamo vivendo in un ambiente che ha un forte fattore di stress ossidativo. Devo programmare la prole per essere in grado di adattarsi a quel tipo di ambiente”. E quell’adattamento degli spermatozoi non è vantaggioso ma porta a problemi come la Fas”, rimarca Golding.

“Per anni non c’è stata alcuna considerazione sul consumo di alcol da parte dei maschi. Con il nostro studio – prosegue Golding – volevamo vedere quanto tempo ci sarebbe voluto perché gli effetti dell’alcol sullo sperma svanissero. Pensavamo che sarebbe stato un ritorno alla normalità relativamente rapido, ma non è stato così”. “Nei modelli che stiamo usando, anche bere tre o quattro birre dopo il lavoro diversi giorni alla settimana può indurre l’astinenza quando il comportamento cessa”, evidenzia lo scienziato. “Anche se non ti senti ubriaco, nel tuo corpo stanno avvenendo cambiamenti chimici”, sottolinea ancora. Cari papà, siete avvertiti: 3 mesi senza alcol per concepire. Deve essere un diktat.

Infertilità

Dic 19
Scritto da Annamaria avatar

Una persona su sei nel mondo è affetta da infertilità nel corso della sua vita, stando ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E, secondo le ultime stime, circa il 17,5% della popolazione adulta ne soffre. Si tratta, quindi, di un problema di notevole rilevanza, per il quale risulta prioritario un lavoro di squadra per il più corretto management diagnostico-terapeutico dell’infertilità

infertilita

Ancora oggi sussistono pareri discordanti sull’importanza della cavità uterina sull’infertilità. Sorge spontaneo chiedersi quale sia la metodica diagnostica più appropriata ed idonea per studiarne la morfologia, le dimensioni e le caratteristiche endometriali. Per anni, in ginecologia, ci si è limitati a eseguire rapide ecografie con scansioni bidimensionali, per studiare l’utero di una donna infertile. Allo stesso modo, spesso ci si è affidati all’isteroscopia, per una diagnostica della cavità uterina in modo forse troppo superficiale. 

E’ proprio sull’integrazione tra ecografia ed isteroscopia che il 13 e 14 dicembre si è svolto presso l’EuTylia Academy, l’incontro di aggiornamento professionale “Ecografia ed Isteroscopia nella paziente infertile: metodi complementari o alternativi nello studio della cavità uterina?”. Responsabili scientifici il Prof. Attilio Di Spiezio Sardo e la Prof.ssa Caterina Exacoustos. Obiettivo del corso è stato spiegare la complementarità di queste due tecniche per sfruttarne al massimo le potenzialità. Per un inquadramento diagnostico ottimale della donna infertile.

“Attualmente, credo che ogni centro di PMA debba avere un ecografista e un isteroscopista esperti nell’inquadrare e nel gestire una donna infertile. L’infertilità è, infatti, una problematica multifattoriale e come tale richiede un approccio multidisciplinare e completo.”, ha spiegato il Prof. Attilio Di Spiezio Sardo, Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

“L’uso combinato di ecografia e isteroscopia è ormai un requisito imprescindibile per garantire alla coppia in cerca di gravidanza il best of care, evitando il lungo peregrinaggio tra vari specialisti a cui, purtroppo, sono costretti a ricorrere”, ha aggiunto la Prof.ssa Caterina Exacoustos, Professoressa Ordinaria di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Quando dovete fare una diagnosi, perché il bebè non arriva, affidatevi a medici esperti e aggiornati. Perché l’uso combinato di ecografia e isteroscopia è, come sottolineato, importantissimo.

Nausea in gravidanza: scoperta causa

Dic 15
Scritto da Annamaria avatar

Uno studio finalmente spiega perché arrivi. E’ stata scoperta la causa della nausea in gravidanza, questo passo in avanti fa sì che si possano seguire cure più sicure e mirate. Del resto è un problema comune a molte future mamme: ne soffrono più di 7 donne su 10. I sintomi spesso sono lievi e vengono curati anche in maniera naturale. 

nausea in gravidanza scoperta causa

L’importanza della scoperta della causa della nausea in gravidanza è fondamentale però soprattutto per l’1-2% di quelle donne che vedono il leggero malessere trasformarsi in iperemesi, una grave condizione con vomito persistente. Può portare a disidratazione, scompensi elettrolitici e significative perdite di peso, con complicazioni per chi ne soffre e per il feto.

Finora i medici ipotizzavano che la causa della nausea in gravidanza fosse l’aumento degli estrogeni e dell’Hcg, l’ormone placentare che rende positivo il test di gravidanza. Uno studio coordinato e multidisciplinare dell’Università di Cambridge ha fatto la sensazionale scoperta e ha potuto quindi anche stabilire un potenziale trattamento preventivo.

Su Il Giornale in merito alla scoperta si legge: “Il ‘colpevole’ sarebbe un ormone prodotto dal feto, una proteina nota come Gdf15, che entra nel circolo sanguigno e agisce sul cervello della gestante. La ‘gravità dei sintomi’ è legata però ad altri fattori, ovvero dall’esposizione che la madre ha avuto a questo ormone prima di rimanere incinta. Minore è stata, peggiori saranno i sintomi. La scoperta è stata pubblicata su Nature che spiega anche come migliorare i sintomi anche in maniera preventiva”.

Sulla possibile cura il quotidiano scrive: “Sono stati ipotizzati due due modi: il primo è quello di esporre le donne in cerca di gravidanza al Gdf15, per rafforzare la loro resilienza. Il secondo è quello di utilizzare un recettore altamente specifico in grado di spegnere il sintomo, da assumere al bisogno. La scoperta di questo meccanismo sarà comunque fondamentale per questo tipo di problematica. Fino ad ora veniva curata in maniera blanda e spesso sbagliata, per il timore di far assumere in gravidanza determinati tipi di farmaci”.

Prendersi cura dei capelli in gravidanza

Dic 13
Scritto da Annamaria avatar

Il problema caduta col pancione è in agguato. Come prendersi cura dei capelli in gravidanza? C’è chi ne perde moltissimi. Ne sa qualcosa Aurora Ramazzotti, che nelle sue storie social ha mostrato i segni evidenti del problema a 8 mesi di distanza dalla nascita del suo bambino, Cesare.

come prendersi cura dei capelli in gravidanza

Prendersi cura dei capelli in gravidanza deve essere un diktat per le mamme. Ecco come si può fare con la chioma che può indebolirsi per stress psicologico, stress fisico, umidità e altri fattori ambientali, alimentazione sbagliata o per i troppi lavaggi. Poi ci sono gli ormoni che fanno il resto.

Innanzitutto è necessaria un’alimentazione equilibrata che non sia carente di ferro, iodio e proteine e non solo. 

Proteine. Soprattutto di origine animale le troviamo in: carne, pesce, formaggio e uova, ma anche vegetale (come per esempio nei legumi).

Vitamine. In particolare quelle del gruppo B, che sono le migliori amiche dei capelli. Tuttavia è bene far scorta anche di vitamina A, C, D, E e H, assumendo: frutta, verdura, soia e cereali (soprattutto riso integrale e farro, che conservano integro il contenuto della vitamina B, per la sintesi degli amminoacidi che costituiscono il capello).

Sali minerali. Ferro, zinco, potassio, calcio e rame giocano un ruolo essenziale nel mantenimento dei capelli in gravidanza. Il ferro combatte anche l’anemia (che causa indebolimento) e riduce i problemi di forfora, contribuendo alla crescita.

Omega 3. Proteggono i capelli secchi e danneggiati svolgendo un ruolo di protezione nei confronti delle membrane cellulari, oltre a essere indispensabili per lo stato di nutrizione dei bulbi capillari.

Per prendersi cura dei capelli in gravidanza è anche bene adottare alcune abitudini:

  1. Massaggiare il cuoio capelluto. È una buona abitudine da ripetere per 5-10 minuti al giorno per stimolare la circolazione, aggiungendo poche gocce di oli essenziali, come l’olio essenziale alla lavanda, a una mezza tazza di olio vegetale caldo.
  2. Utilizzare uno shampoo poco detergente e delicato. Un esempio è BioNike dermolenitivo della linea Defence Hair Pro, formulata per proteggere la pelle più sensibile.
  3. Assumere degli integratori. Ce ne sono diversi specifici per le future mamme, dei multivitaminici che aiutano, tra le altre cose, anche a rinforzare i capelli in gravidanza perché contengono ferro, vitamine, iodio e sali minerali. Un esempio è l’ integratore Natalben Supra, che contribuisce al benessere generale della gestante e del feto. 
  4. Utilizzare prodotti per il cuoio capelluto. E’ fondamentale rinforzare i capelli ma senza danneggiare il cuoio capelluto, utilizzando prodotti che non siano dannosi per il feto.

Se volete assumere integratori, chiedete sempre prima al vostro medico curante che saprà consigliarvi al meglio.